Avola. Cavagrande, riserva ancora chiusa. Il Comune diffida la Regione. "Stop immobilismo"
Da giugno del 2014 una vasta area della riserva di Cavagrande è chiusa, dopo un violento incendio. Nonostante la sbandierata volontà della Regione di riaprire in fretta, nulla ancora è stato fatto. Se non ballare attorno alle cifre. “C’era prima un progetto dell’Università di poco più di 200.000 euro di costo, che avremmo anche messo a disposizione noi”, spiega il sindaco di Avola, Luca Cannata. “Adesso ho sentito parlare di droni per mappare l’area e di un interno di qualche milione di euro. Non comprendo”.
Nel dubbio, ha presentato un atto di diffida e di messa in mora diretto al Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali e all’Ufficio provinciale di Siracusa per una “pronta adozione degli interventi utili alla soddisfazione degli intereressi volti alla immediata riapertura della Riserva naturale orientata Cava Grande di Cassibile, restituendo alla collettività la libera fruizione di tale patrimonio naturale”.
La mancata riapertura si è tradotta, in quasi due anni di stallo, in danno economico per gli operatori della zona e di immagine per la intera collettività locale. “Registravamo un flusso annuale di oltre centomila visitatori, flusso destinato via via ad aumentare a fronte delle numerose e recenti campagne pubblicitarie promosse dal Comune in varie fiere nazionali ed internazionali di promozione turistica”, spiega con forza Luca Cannata.
Per Cavagrande, peraltro, era stato avviato, recentemente, l’iter per l’inserimento nella lista dei siti patrimonio Unesco.
“Ma dopo solleciti e riunioni con il dirigente provinciale del Demanio Forestale non non è stato approvato o avviato alcun progetto di intervento per la messa in sicurezza dell’area. Non ci è stata indicata una data certa per la riapertura e l’accesso alla Riserva, benché rappresenti una delle aree protette maggiormente fruite dai cittadini e dai turisti provenienti da ogni parte del mondo. Insomma – sbotta il sindaco di Avola – un classico caso di immobilismo e di mancata adozione dei provvedimenti di competenza”.