Avola. Plesso Coletta chiuso, l'amministrazione: "problema pulizia, colpe della scuola"
Anche quest’oggi porte chiuse al plesso Coletta di Avola. La scuola, che fa parte del comprensivo De Amicis, è al centro di una polemica scoppiata dopo la disinfestazione di nove giorni fà, il malessere accusato da bambini e bidelli e i controlli disposti dall’Asp. Che hanno messo in risalto anche una carenza di pulizia generale che ha costretto a prolungare la chiusura. Questa dovrebbe comunque essere la settimana della riapertura, mentre rimane alta la tensione tra la dirigenza scolastica e il sindaco Luca Cannata. In mezzo, la posizione della Flc Cgil (sindacato della scuola) che ha difeso a spada stratta la dirigente scolastica.
“Mi hanno attaccato, non era il caso. Ho risposto celermente ad una richiesta. Il giovedì hanno scritto per una disinfestazione, l’indomani è stata effettuata. Ma se non fanno aereggiare i locali aprendo le finestra il sabato e la domenica ma solo il lunedì mattina, con le prime pulizie generali, non può essere colpa del sindaco. La scuola, che fa un lavoro meritorio per Avola e da applausi, deve questa volta farsi carico della responsabilità dell’errore”, dice il primo cittadino.
Alle sue parole fanno eco il vicesindaco, Massimo Grande, e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Simona Caldararo, che hanno seguito da vicino le attività successive al verificarsi della problematica. “Siamo straniti per le affermazioni altamente offensive ed accusatorie rivolte al sindaco che sollecitamente, su richiesta della dirigente e dei genitori, ha ordinato la disinfestazione dei locali a causa della presenza di zanzare”, dicono i due.
“La stessa ordinanza, che prevedeva la disinfestazione per il venerdì pomeriggio, ordinava anche l’areazione e pulizia dei locali, che compete ovviamente alla scuola, nelle successive giornate di sabato e domenica. Il problema è stato proprio il mancato rispetto, da parte della scuola, dell’ordinanza. Non si comprendono quindi le dichiarazioni del sindacato come se la scuola fosse la vittima di una situazione che, in realtà, ha generato essa stessa. Una inerzia – accusano Caldararo e Grande – che è continuata anche nelle giornate successive. Infatti, dopo la chiusura del plesso, al fine di eseguire gli accertamenti del caso, e’ stata l’amministrazione, considerata l’immobilita’ e l’assordante silenzio della dirigenza scolastica e amministrativa, nonostante fosse stata più volte compulsata, a doversi sostituire ai compiti inerenti la scuola, effettuando sopralluoghi con l’Asp, controlli e pulizia dei locali. Ciò al fine di garantire la salubrità degli stessi, sia per i piccoli fruitori che per tutto il personale ivi operante. Lascia perplessi la sortita di un associazione di categoria, palesemente frutto di una non completa e corretta conoscenza dei fatti realmente accaduti, se non voluta distorsione degli stessi, che improvvidamente alza i toni che sino ad ora si è cercato di mantenere nei canoni della comprensione e collaborazione”.