Banda di truffatori seriali attiva tra Siracusa e Torino, presi di mira istituti religiosi
Una banda di truffatori seriali attiva tra Siracusa e Torino è stata bloccata al termine di una indagine coordinata dalla Procura di Siracusa. I Carabinieri hanno sottoposto all’obbligo di dimora 7 persone (4 residenti nel siracusano e 3 nel torinese) ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti religiosi e case di riposo. Sono in corso le ricerche di un ulteriore soggetto destinatario della stessa misura.
Ricostruite almeno 148 truffe commesse dal 5 settembre 2014 al 5 febbraio 2019 da un gruppo articolato, sono ben 77 gli indagati. Il modus operandi era sempre lo stesso: gli istituti religiosi, molti dei quali ricomprendenti scuole paritarie o case di cura/assistenza convenzionate, venivano contattati da sedicenti impiegati regionali, provinciali o comunali, direttori e impiegati di banca o di uffici postali che preannunciavano l’avvenuto stanziamento, in favore degli stessi istituti, di somme variabili di denaro a titolo di contributo per le attività scolastiche e/o sportive svolte, oppure rimborsi di vario genere o donazioni di benefattori contributi pensionistici. Carpita la fiducia dell’interlocutore, gli indagati spiegavano che l’Ente erogatore aveva erroneamente stanziato una somma maggiore rispetto a quella spettante, motivo per cui veniva chiesta l’immediata restituzione delle somme eccedenti (in genere da 1.000 a 3.000 euro), precisando che si trattava dell’unica modalità possibile per ricevere il contributo nel suo esatto e completo corrispettivo. Gli indagati riuscivano ad ottenere le somme grazie alla raccolta di elementi informativi veritieri sulla comunità religiosa contattata (nominativi, banca ove i religiosi erano titolari di conto corrente, causale della sovvenzione spettante ecc.) generando piena fiducia negli interlocutori che si adoperavano nella restituzione delle somme “ricevute in eccesso”.
Le somme venivano corrisposte ai truffatori tramite vaglia postali veloci o mediante ricariche postepay, intestati a complici. Dopo la “restituzione” del denaro, le vittime si recavano nei rispettivi istituti di credito per la riscossione delle sovvenzioni e solo lì si rendevano conto della truffa.
Con questo metodo, i malfattori sono riusciti a truffare decine e decine di vittime accumulando un illecito profitto stimato in 254.000 euro.
Oltre agli 8 indagati, destinatari dell’obbligo di dimora, sono stati denunciati in stato di libertà 69 soggetti, che dietro compenso (generalmente variabile dai 200 ai 400 €), procuravano carte ricaricabili, schede telefoniche per contattare le vittime e notizie utili per guadagnarne la fiducia.
L’indagine ha preso le mosse dalla constatazione del significativo aumento, a partire dai primi mesi del 2017, delle truffe in danno di istituti religiosi su tutto il territorio nazionale e ha portato al riconoscimento di una associazione per delinquere operante nel territorio siracusano, finalizzata alla commissione di truffe in tutt’Italia.
La Procura di Siracusa e i Carabinieri del Comando Provinciale sono riusciti a collegare gli episodi delittuosi a soggetti residenti nella provincia aretusea, organizzati secondo ruoli ben precisi. Nel corso dell’attività è stato disposto anche il sequestro di 21 conti correnti riconducibili agli indagati. Durante le perquisizioni sono state sequestrate 10 carte di credito/debito in uso agli indagati, ulteriori 8 carte “vergini” per la clonazione provviste di microchip e 16.000 euro in contanti.
Tre dei soggetti coinvolti nell’operazione sono risultati percettori di reddito di cittadinanza, per i quali è stata proposta la revoca del beneficio.