Bankitalia: il polo petrolchimico spinge l’export siciliano, valore aggiunto per l’economia
La zona industriale di Siracusa rappresenta il 2,5% del valore aggiunto prodotto in Sicilia. E’ uno dei dati contenuti nella nota di “Aggiornamento congiunturale” della Banca d’Italia, presentata oggi a Palermo. Le aziende del polo petrolchimico siracusano spingono l’export di prodotti petroliferi, raddoppiato rispetto allo scorso anno con Isab Lukoil e Sonatrach in testa.
E questo fa capire, di converso, come l’economia siciliana non possa permettersi di “perdere” asset energetici importanti come quello della raffinazione, al centro di mille fibrillazioni soprattutto per quel che riguarda Isab Lukoil. Tra occupati diretti ed indotto si raggiungono circa le 8000 unità ed è “difficilmente quantificabile” anche per gli analisti quanto “costerebbe” ritrovarsi improvvisamente senza queste voci in bilancio.
Nonostante i segnali di sfiducia che arrivano da imprese e consumatori in questo ultimo periodo, il Pil siciliano cresce più che nel resto d’Italia, spinto anche dalle esportazioni di prodotti petroliferi. A giugno 2022, rivela il report di Bankitalia, toccato il +5,8%.
E questo a dispetto di una inflazione galoppante che, nei primi sei mesi dell’anno, ha superato la media nazionale (10,4% Sicilia, 8,9% Italia). L’inflazione erode i risparmi e mina le certezze di famiglie ed imprese. La produzione industriale è comunque cresciuta (+3%) e vola il comparto dei servizi con il turismo vicino ai livelli pre-pandemia (+55% di presenza nei primi otto mesi dell’anno). La crisi internazionale e la sessa inflazione sono però elementi di incertezza per il futuro prossimo.