Bar e ristoranti strangolati dal caro bollette: “Costi triplicati, rischio chiusura in tre mesi”

 Bar e ristoranti strangolati dal caro bollette: “Costi triplicati, rischio chiusura in tre mesi”

“In un anno il costo dell’energia elettrica è più che triplicato per il mio bar e da poco più di 3 mila euro pagati ad Agosto 2021, sono passato a quasi 10 mila euro pagati per l’energia elettrica di Agosto 2022”.

Stefano Gentile, rappresentante di Cna Ristoratori in provincia di Siracusa parla di una vicenda che riguarda direttamente la sua attività, a cui si aggiungono analoghe testimonianze di parecchi colleghi del territorio.

“Il consumo è identico- racconta- 13.500 kilowatt ad agosto dello scorso anno, 13.500 kilowatt quest’anno- Un collega di Augusta, invece, proprio questa mattina si è ritrovato tra le mani una bolletta che ammonta a circa 13 mila euro. Sono cifre insostenibili- fa notare il rappresentante ddei ristoratori- Saremo costretti a licenziare tutti e a lavorare soltanto tra familiari. L’alternativa sarebbe aumentare i prezzi. A conti fatti significherebbe far passare il caffè da 1 a 3 euro. Evidente che non lavorerei praticamente più”.

La protesta degli esercenti viaggia anche attraverso azioni dimostrative, come quella del titolare di un bar di Priolo, che ha dovuto cessare la sua attività e ha esposto in vetrina una bolletta dagli importi esorbitanti,a voler sottolineare come tutto questo sia insostenibile, non solo in linea di principio, ma proprio nei fatti.

“Molti sono costretti a rateizzare le bollette e a rateizzare anche le altre spese per tenere in piedi le proprie attività- dice ancora Gentile- Si ritrovano, dunque, con importi mensili da dover pagare che non di rado sfiorano addirittura i 15 mila euro”.

Indice puntato contro la politica, “che non riesce a dare risposte- tuona ancora Gentile- e nemmeno di paventare soluzioni. Nessuna proposta, nessuna iniziativa, nonostante l’urgenza. Peraltro, per il pagamento delle bollette, a guardare le date, sono concessi 15 giorni, non di più”.

Il credito d’imposta non è una soluzione “ed anche le procedure sono farraginose. Non è di questo che abbiamo bisogno- conclude il portavoce dei ristoratori siracusani- Io credo che in queste condizioni, un’attività media può resistere per un periodo di non più di tre mesi. Oltre ai costi dell’energia, ci sono gli aumenti del costo delle materie prime, anche del 100 per cento in alcuni casi. Per l’acquisto delle materie prime spendo il doppio rispetto allo stesso periodo della scorsa estate”.

Gentile non ha dubbi: “E’ speculazione- conclude- In 15 anni di lavoro non ho mai affrontato un periodo così difficile, tanto che ho dovuto già ridurre gli orari. La prospettiva imminente è l’ulteriore riduzione. Arriveremo a dover aprire solo nei giorni in cui si sa che l’attività è più intensa. Non è possibile accettare di dover pagare in due mesi 18 mila euro, quando, andando indietro di pochi anni, nel 2017, lo stesso importo bastava per coprire l’intero anno”.

 

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