Basta l’Aia tardiva a scongiurare il blocco delle industrie? Cafeo: “Situazione preoccupante”
Basta l’Aia rilasciata fuori tempo massimo dalla Regione a mettere al riparo la zona industriale di Siracusa? Il depuratore consortile potrà da subito tornare a ricevere i reflui industriali, evitando un repentino stop ad ogni attività produttiva? L’ultima parola spetta, ovviamente, alla Procura di Siracusa che a quell’impianto ha assegnato un amministratore giudiziario e precisi limiti, tra questi il divieto di conferimento dei reflui industriali.
“Si sapeva che la Regione avrebbe prodotto l’autorizzazione in 15 giorni, dopo 7 anni di ritardo. E appunto perchè si sapeva, la cosa a mio avviso preoccupante è che il prefetto scriva a Roma per chiedere un decreto legislativo”. Il deputato regionale Giovanni Cafeo (Prima l’Italia) parla senza filtri della questione. Perchè preoccupante? “Perchè è lo stesso prefetto Scaduto a segnalare al governo che non è possibile prevedere se l’autorizzazione basterà per superare il divieto imposto dalla magistratura. Se non possono conferire i reflui, le aziende devono interrompere ogni attività produttiva. E quindi chiudere. Il prefetto di Siracusa, che ringrazio per l’impegno, ha chiesto non a caso un intervento legislativo di Roma, analogamente a quanto fatto per l’area industriale di Gela o l’Ilva di Taranto. Ecco, questo dice quanto è concreto il rischio che qui si fermi tutto”, analizza il deputato regionale di Prima l’Italia.
“E’ evidente che i temi, considerando le prescrizioni della Procura per la ripresa dell’attività, sono oggi altri e non la sola autorizzazione. Chi farà ora gli investimenti? E in quanto tempo? E la Procura, nel mentre, terrà il depuratore consortile in funzione per le industrie o meno? Se no, la zona industriale chiude. Poi – prosegue Cafeo – a mio avviso, la Regione ha perso troppo tempo prima di assumersi la sua responsabilità. Anzichè portare avanti in questi anni uno scontro continuo con gli industriali, avrebbe dovuto trovare una posizione di sintesi. In fondo, il depuratore consortile è di proprietà regionale. Per cui Musumeci intervenga e indichi le soluzioni immediate. Potrebbe varare una autorizzazione in deroga, così come fa per la crisi dei rifiuti. Non c’è il tempo di aspettare Roma, soprattutto con questo clima politico. Altrimenti, nonostante l’Aia tardiva, rimane il rischio di una chiusura repentina e drammatica. La cui responsabilità sarebbe solo ed esclusivamente della Regione”.