Biodiversità e tutela del Mediterraneo, presentato a Expo DiviNazione il docufilm di Arpa Sicilia
Presentato in anteprima, su proposta dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente Giusi Savarino, nella prestigiosa cornice di piazza Duomo a Ortigia (Siracusa), il docufilm di Arpa Sicilia “Un Mediterraneo di Biodiversità”, prodotto nell’ambito del progetto Corallo+Si finanziato dal Programma Interreg Italia Malta Va 2014-2020 e diretto da Riccardo Cingillo docufilm, con soggetto e testi di Ignazio Cammalleri, direttore Unità Operativa Ricerca e Innovazione di ARPA Sicilia e Rosanna Costa, responsabile scientifico del progetto per l’Agenzia, accende i riflettori sulla biodiversità e promuove, attraverso l’uso di nuove tecnologie e di strumenti innovativi, la fruizione sostenibile delle aree naturali dei siti di importanza Comunitaria della Rete Natura 2000. Protagoniste le immagini degli ecosistemi terrestri e marini di Pantelleria, Lampedusa, Ustica e Capo Milazzo.
L’assessore regionale al Territorio e Ambiente Giusi Savarino ha sottolineato l’impegno del suo assessorato nella valorizzazione delle risorse naturali, marine e terrestri, quali veicolo di sviluppo territoriale sostenibile. “La Regione Siciliana punta sulla biodiversità e la tutela del Mediterraneo e insieme ad Arpa Sicilia – ha detto – stiamo sviluppando varie progettualità che mirano a divulgare i tesori naturali della nostra terra e dei nostri mari, mettendoli in luce e proteggendoli per conservarli nel modo migliore”.
“Abbiamo voluto raccontare il tema della biodiversità – ha spiegato il direttore generale di Arpa Sicilia Vincenzo Infantino – per raggiungere il cuore delle persone attraverso le immagini che raccontano la bellezza della natura nelle nostre isole, la profondità del mare ma anche la ricchezza della biodiversità terrestre. Arpa Sicilia sta poi portando avanti un progetto molto ambizioso di informatizzazione dell’Agenzia, attraverso una piattaforma dove saranno conservati tutti i dati che stiamo raccogliendo in tempo reale dalle nostre reti di monitoraggio, tramite cabine presenti in tutta la Sicilia. Non solo: metteremo in relazione questi dati con quelli sanitari dei pazienti, per mezzo di un progetto realizzato grazie a un partenariato importante con ospedali e università italiani”.