Bollette, panifici in crisi: “Il pane artigianale rischia di scomparire dalle tavole”
Il grido d’allarme era già stato lanciato nei mesi scorsi. Oggi i panificatori della provincia di Siracusa, come del resto d’Italia, parlano di rischio di tenuta delle imprese del settore.
Il problema maggiore resta l’aumento esponenziale dei costi di gas ed energia elettrica.
A parlare, in rappresentanza dei colleghi del territorio, è il presidente provinciale e consigliere nazionale Assipan di Confcommercio, Paolo Miceli.
“Lo scorso febbraio- ricorda- su Rai 3 avevamo espresso tutti i nostri timori, ma gli interventi per evitare il peggio non sono stati attuati ed oggi i rincari di gas ed energia elettrica sono diventati l’incubo di milioni di lavoratori”.
Assipan Confcommercio chiede a livello nazionale al Governo un “adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo a questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come la Spagna e il Portogallo”.
Parlando di numeri, le imprese registrano relativamente al periodo pre-crisi evidenziava un impatto dei costi riconducibili alle materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas, ecc.) pari mediamente al 5% circa del fatturato complessivo aziendale. Somme oggi mediamente quadruplicate per gli operatori del settore della panificazione.
Un tema su cui interviene anche il presidente nazionale Antonio Tassone. Il rischio, secondo le sue previsioni “è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”.
Stando alle previsioni di Assipan, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro.
Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore, alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF.
Si chiede, infine, l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per almeno 12 mesi, come in piena emergenza pandemica.