E se i Bronzi di Riace fossero siracusani? Una nuova scoperta avvalora la tesi
L’ipotesi che i Bronzi di Riace abbiano in realtà origine siciliana non è del tutto nuova. A conferma di questa ipotesi Anselmo Madeddu e di Rosolino Cirrincione hanno presentato nuove prove. In particolare, lo studio geochimico che supporta la tesi della probabile origine siciliana dei Bronzi di Riace. Secondo alcune ipotesi, sarebbero stati parte di un complesso statuario che faceva bella mostra di sé nell’antica Siracusa, in ricordo dei tiranni Dinomenidi.
Le più recenti conoscenze archeometriche sembrerebbero individuare in Argo l’origine delle terre di cottura presenti all’interno dei bronzi, ma non delle terre sottese alle saldature, che sono del tutto differenti. I bronzi, infatti, vennero realizzati in pezzi separati per poi venire assemblati nel luogo dove furono definitivamente collocati.
Ebbene, le terre delle saldature – le uniche davvero indicative del luogo di collocazione – sono risultate dal punto di vista geochimico comparabili con limi campionati nell’area siracusana. Da qui la svolta nelle indagini condotte dagli studiosi siciliani Anselmo Madeddu, medico ed esperto di storie di bronzistica greca, e Rosolino Cirrincione, direttore del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania. I due studiosi, insieme all’equipe del Dipartimento etneo, Carmelo Monaco e Rosalda Punturo, d’intesa con Carmela Vaccaro dell’Università di Ferrara, hanno confrontato le caratteristiche geologiche delle terre e delle saldature dei Bronzi di Riace con quelle di diversi campioni prelevati in prossimità della foce del fiume Anapo a sud di Siracusa, riscontrando una sorprendente corrispondenza dei parametri geochimici.
“Ciò che sorprende maggiormente – dichiarano Madeddu e Cirrincione – è la straordinaria corrispondenza dei contenuti di elementi in traccia tra le terre di saldatura e i campioni prelevati nell’area dell’Anapo. Si tratta di elementi considerati immobili dal punto di vista geochimico e dunque non modificabili da fattori esogeni e pertanto fortemente indicativi, così da diventarne una sorta di DNA, di codice genetico, che individua e distingue i vari tipi di litotipi argillosi. La composizione percentuale di questi elementi osservati nelle terre delle saldature dei bronzi di Riace e in quelle oggetto del prelievo effettuato in questa precisa area del siracusano sono identiche. L’altra grande novità è che il nostro studio è stato per la prima volta condotto direttamente su campioni di terra, e a diversi livelli stratigrafici, procedura dunque scientificamente molto più attendibile”, concludono.