“Brutale aggressione in ospedale:grande preoccupazione,istituzioni assenti”
L’aggressione di domenica scorsa ai danni di un infermiere in servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa preoccupa. La Fp Cgil torna oggi sull’argomento, ricordando che l’aggressione ha avuto luogo “perché l’utente non voleva essere sottoposto al Tampone, che per prassi, viene eseguito prima di accedere alle cure di reparto” e che “poche settimane prima un’altra infermiera sempre del Pronto Soccorso” ha subito lo stesso tipo di violenza. Con loro-il commento del segretario di categoria, Marco Salvo, tanti altri Lavoratori della sanità che subiscono violenze verbali e fisiche mentre svolgono un servizio dedito alla tutela e alla cura della salute dei cittadini.
I fattori di rischio sono molteplici e gli anni di pandemia hanno ulteriormente appesantito il disagio sociale, che si riversa sempre più sui professionisti della salute. Molto spesso è la preoccupazione e la frustrazione dei familiari che la fa da padrona e i tempi di attesa dei Pronto Soccorsi aumentano tali percezioni”.
Una disamina della situazione a cui la Fp Cgil aggiunge ulteriori considerazioni, legati ad aspetti diversi, che sono tuttavia parte dello stesso contesto. ” A trenta giorni dalla scadenza dei contratti legati allo stato di emergenza il Governo Regionale-ricorda la sigla sindacale- non si decide a far sapere a questi “EROI” se avranno ancora un posto di lavoro. Eppure i professionisti sanitari sono sempre pronti al sacrificio e non si risparmiano nemmeno davanti ai pericoli e alle incertezze” .
Salvo contesta l’atteggiamento delle istituzioni, ” che non possono fermarsi ad un semplice comunicato di solidarietà nei confronti di chi subisce una aggressione così ingiustificata e brutale”. Parte, dunque, la richiesta di “un segnale forte da parte delle Istituzioni, da parte del Sindaco, dall’OPI e dall’Azienza per attuare un protocollo contro le aggressioni per denunciare d’ufficio la violenza senza far esporre direttamente il Lavoratore che svolge un Pubblico Servizio. Chiediamo attenzione e civiltà. Dobbiamo ricostruire -la chiosa- la sanità dalle fondamenta, partendo dalla dignità e dal rispetto per la vita altrui”.