Bufera Seus: le indagini, ambulanze in pessime condizioni ma guai a segnalare i guasti
Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Siracusa hanno avuto inizio nel 2020, nel pieno dell’emergenza covid. E si sono concentrate sulle condizioni di lavoro in cui sarebbero stati impiegati gli autisti soccorritori e gli equipaggi delle ambulanze del 118, il servizio di emergenza-urgenza gestito dalla Seus, società pubblica partecipata dalla Regione con sede a Palermo.
Ci sono due indagati, palermitani, chiamati a rispondere di sfruttamento dei lavoratori e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Secondo l’accusa, in concorso tra loro ed “in esecuzione di un medesimo disegno criminoso”, avrebbero impiegato gli autisti soccorritori (circa 180 dipendenti solo nella provincia di Siracusa) “sottoponendoli a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno; intimidendoli con la contestazione strumentale di illeciti disciplinari in occasione delle segnalazioni di guasti alle ambulanze; instillando la paura di trasferimenti presso sedi di lavoro disagevoli; obbligando loro di prestare servizio su autoambulanze prive dei presidi minimi essenziali per prevenire disastri o infortuni sul lavoro”.
Alla società Seus scpa viene contestata la “responsabilità amministrativa degli enti” in relazione al reato di sfruttamento dei lavoratori e per l’assenza di modelli organizzativi concretamente attuati ed idonei a prevenire reati.
Nel corso delle indagini sono state inoltre notificate ai due indagati 24 prescrizioni e 21 disposizioni con le quali venivano contestate numerose violazioni al Testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, fra cui il mancato mantenimento in efficienza degli indumenti ad alta visibilità (D.P.I.), mancato funzionamento del sistema di climatizzazione e degli estintori presenti in alcune ambulanze, presenza di ruggine all’interno del vano sanitario, sistema di ritenzione cinture di sicurezza non funzionante, mancanza sedili vano sanitario, maniglie interne ed esterne dei portelloni di accesso al vano sanitario mancanti e sostituite con cavi d’acciaio, mancanza detersione esterna e interna mezzo ed altro.
L’attività di indagine è stata condotta con il coordinamento della Procura di Siracusa ed ha portato i Carabinieri ad eseguire una misura di controllo giudiziario di azienda, disposta dal Gip del Tribunale di Siracusa nei confronti della società Seus, con sede legale a Palermo.