Calcio. Lettera di Paolo Giuliano: "chi mi accusa non mi conosce, ecco tutta la verità…"

 Calcio. Lettera di Paolo Giuliano: "chi mi accusa non mi conosce, ecco tutta la verità…"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera del vicepresidente del Siracusa, Paolo Giuliano. Uno scritto che arriva dopo alcune critiche mosse da una parte della tifoseria richiamando alla memoria fatti ed eventi che sembravano consegnati ormai al passato. Fatti ed eventi su cui lo stesso Giuliano aiuta a fare maggiore chiarezza con la sua lettera, pacata ma ferma nel respingere accuse piovute -pare – più per “sentito dire” che per reale conoscenza di quanto accaduto negli ultimi anni attorno al Siracusa, il suo Leone e Paolo Giuliano.


Approfitto del garbato articolo del 30 settembre (Calcio, serie C Giuliano vicepresidente del Siracusa, i tifosi insorgono.) per fornire brevi precisazioni in merito a quanto letto, non avendo altrimenti un interlocutore definito cui rispondere se non nomi di fantasia, sigle generiche (vedi striscioni firmati Settore Gradinata), cori senza volto.
Di solito quando si è accusati bisogna conoscere l’imputazione per potersi difendere con cognizione di causa. Nel mio caso pur non essendo chiaro di cosa e perché sono accusato (insulti e basta) mi difendo lo stesso, dal nulla.
Per cominciare io ho acquistato qualcosa cui nessuno ha mai pensato per anni.
Quando? Nel mese di giugno 2013 ovvero ben dopo la gestione Salvoldi (chiaro che chi ha scritto che mi sono portato via il logo non sa di cosa parla dato che la società di Salvoldi ha usato sempre il logo della Marcozzi..).
Da chi e cosa? Dalla Curatela del Fallimento A.S. Siracusa S.r.l. il complesso aziendale costituito dal nome, dai simboli (maglia e colore compresi), dalle imprese e trofei sportivi acquisiti dal Siracusa 1924 (ma la Coppa Italia non mi è stata consegnata perché non rinvenuta dalla Curatela), nonché dal segno distintivo del Siracusa (Leone). Quindi non solo e non tanto il logo (che poi essendo un leone è stato lo stesso utilizzato sempre da tutti più o meno modificato), ma soprattutto il nome Siracusa 1924.
Ma, soprattutto, perché ho agito? Per evitare che, con la chiusura del fallimento, la storia del Siracusa venisse coperta da immeritato oblio, e quindi nome e logo non più disponibili, nell’indifferenza generale, compresa quella di chi oggi mi vuole colpire senza un motivo.
Come ho agito? Costituendo un’Associazione, stabilendo delle regole per blindare la gloriosa storia del Leone che ha lottato in B, per tenere distinto il piano della proprietà da quello dell’uso. Per evitare che un domani un altro fallimento potesse portare via con sé detta storia insieme ai proprietari pro tempore.
In seguito quando chiamato in causa, applicando quanto previsto dallo statuto dell’Associazione e dal provvedimento di assegnazione, ho dialogato con tutti: Sindaco, assessore allo sport e organi di stampa.
Nell’estate del 2013 ho dialogato anche con il presidente Cutrufo. E qui sono nati degli equivoci e dei malintesi chiariti poi con l’interessato, tanto è vero che oggi mi nomina vice presidente. All’epoca chiarii tutto anche con i leaders del Tifo Organizzato, che mi invitarono garbatamente ad un incontro durante il quale altrettanto garbatamente fornii tutte le delucidazioni del caso; semplicemente per rispetto del loro amore per la causa; lo stesso rispetto e considerazione, per non dire difesa a spada tratta, che ho manifestato in ben altre spiacevoli situazioni che oggi ovviamente nessuno ricorda. Li ho pure invitati, anche in altra occasione, a far parte dell’associazione e a fornirmi due nomi da inserire nel direttivo; mi sono poi stati indicati i due nomi, che custodisco gelosamente nella mia memoria, oltreché nei mei appunti, ma nessuno dei due si è mai presentato per formalizzare l’ingresso o alcuno mi ha più contattato in merito
Infine dopo aver consentito l’uso del logo per la stagione 2013-14, nonostante le infondate accuse già subite all’epoca (per cui mi rimprovero l’unico errore di non aver comunicato allora quel che comunico oggi), in seguito, come da prescrizione impostami dal Giudice, ho messo il complesso dei beni acquisiti a disposizione della cittadinanza (che è cosa diversa dai tifosi organizzati, per quanto io rispetti l’una e gli altri) tramite bando per l’uso pubblicato sul sito del Comune (e questa è storia che ha vissuto anche la Sua testata, Caro Direttore, fornendo ampie notizie e ragguagli); bando che, a fronte del grande interesse di oggi, nessuno all’epoca ha mai letto, per cui nessuno ha fatto richiesta. Da quel giorno non ho visto e sentito più nessuno (compreso il Presidente Cutrufo, libero di scegliere di non volerne disporre).
Preciso, perché costretto da idioti da tastiera e invidiosi senza nome, che non ho mai preteso un euro, non ho mai avuto intenzione di vendere, anche quando mi è stato richiesto ed ho risposto che la storia non ha prezzo, mai avuto intenzione di speculare, e che perseguirò in tutte le sedi opportune chi dovesse ancora affermare e divulgare tale clamorosa bugia. Come ieri ancora oggi sono pronto ad associare Tifosi e/o clubs e associazioni interessate, anche con ingresso nel direttivo, sempre nel rispetto del mandato di mettere il complesso dei beni a disposizione della Cittadinanza, come promesso e di fatto mantenuto con il Bando, affinché possano partecipare alle decisioni future perseguendo i fini di cui sopra, mettendomi anche da parte se il problema sono io.
E ciò perché, nonostante abbia sempre dato tanto alla causa su tutti i fronti, qualcuno, come anche Lei adombra Direttore, vuole cancellare dalla memoria quanto fatto di buono e si ostina a ricordare solo il mio sostegno alla gestione Salvoldi, fornito solo per amore della maglia e senza percepire alcun compenso, attribuendomi errori che non mi appartengono e accusandomi ora di aver fatto ciò di cui prima beneficiavano tutti, non solo Salvoldi (qualcuno che non ha letto evidentemente la mia ampia intervista dello scorso luglio). E che proprio i tifosi della Curva Anna, che mi conoscevano e che io conoscevo (parlo al passato perché forse alcuni di loro oggi frequentano altri settori o non frequentano più lo stadio) si siano ricordati di me per colpe che non ho e fatti inventati anziché per le tante cose che sanno che ho fatto con tanto di riscontri, sempre e solo per amore del Siracusa, mi amareggia tantissimo. Così come mi colpisce l’accanimento del Settore Gradinata, i cui componenti non conosco e non ho mai conosciuto, perché all’epoca dei fatti tale sigla non esisteva, ma mi contestano, inventando questioni economiche inesistenti, senza aver mai chiesto spiegazioni o visionato i documenti che ho messo e metto ancor più adesso a disposizione di chiunque voglia contattarmi (dato che io ho nome, cognome e indirizzo e non posso contattare nessuno, anche volendo, causa anonimato).
Caro Direttore, cosa ho sbagliato nella gestione della vicenda logo e cosa mi si contesta, mi creda, faccio fatica a capirlo per cui, se riesce, me lo spieghi Lei o me lo faccia spiegare da un accusatore in carne ossa dotato di prove.
Rimanendo il dubbio che qualcuno stia strumentalizzando la vicenda concludo con la speranza che gli altri tifosi, anche alla luce di quanto sopra spiegato, continuino a rispettarmi come io ho sempre rispettato loro mentre agli invidiosi dedico una frase di Seneca:
“Rallegriamoci delle cose che abbiamo senza fare confronti: mai sarà felice colui che si tormenta perché c’è qualcuno più felice.”

 

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