Canicattini. Anziani contagiati in casa di cura, la rabbia del sindaco : "Doveva essere evitato"
“Quanto accaduto a Canicattini doveva essere evitato”. Il sindaco, Milena Miceli non usa mezzi termini e commenta esprimendo tutto il proprio dispiacere, ma anche il proprio rammarico, il caso dei 10 anziani ospiti di una casa di riposo e tre operatori risultati positivi al Coronavirus sui 15 presenti . Miceli parte da una rassicurazione. “La situazione adesso è sotto controllo, l’abbiamo blindata dal momento in cui ne siamo venuti a conoscenza- premette- ma abbiamo il rammarico è grande. Avremmo avuto un mese di tempo per prepararci ad affrontare l’emergenza e invece questo non è stato fatto”. Gli anziani risultati positivi sono stati trasferiti al centro Covid di Noto. “Le loro condizioni di salute sono discrete- spiega il sindaco- sono asintomatici, così come asintomatici sono gli operatori contagiati, posti infatti in isolamento a casa. Il punto è però un altro. La gestione è stata sbagliata e solo adesso si comincia ad organizzare quello che occorreva predisporre subito in termini di indicazioni dei comportamenti da adottare nei territori: protocollo d’intervento, innanzitutto”. Il Coronavirus sarebbe arrivato all’interno della casa di riposto di Canicattini perchè probabilmente veicolato da un’anziana ospite che nei giorni precedenti era stata ricoverata nel reparto di Geriatria dell’ospedale Umberto I di Siracusa per patologie pregresse. “La donna è stata poi dimessa- racconta il sindaco Miceli- senza che sia stata sottoposta ad un tampone, come sarebbe stato opportuno fare, ritengo. E’ , dunque, tornata nella struttura. A titolo precauzionale è rimasta nella sua stanza, senza frequentare gli ambienti comuni .Fino a quando ha iniziato ad accusare sintomi che ne hanno comportato nuovamente il ricovero in ospedale per Covid. Il 118 ha prelevato la nonnina e l’ha condotta al nosocomio”. A quel punto il sindaco ha chiesto che tutti gli ospiti ed operatori della struttura venissero sottoposti a tampone. Una rappresentanza del reparto di Malattie Infettive ha raggiunto la struttura, effettuato visite. Giovedì mattina, i tamponi. Sabato, gli esiti. “Occorreva prepararsi per tempo- ribadisce Miceli- e non aspettare così tanto, che il danno fosse già fatto, prima di predisporre quanto serve per gestire l’emergenza. Bene che si sottopongano a tampone gli utenti che hanno fatto accesso al Pronto Soccorso negli ultimi 16 giorni a partire dal 9 aprile- osserva la prima cittadina- ma questo, a mio parere, deve essere fatto anche per gli accessi ai reparti”.
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