Caos voli, l’odissea dei viaggiatori siracusani: “Abbandonati a noi stessi e nessuna indicazione”
Da Roma e Catania arrivano promesse che dovrebbero essere rassicuranti nonché l’annuncio, nella serata di ieri, di un aumento progressivo del numero dei voli in partenza dall’aeroporto Fontanarossa ma ancora oggi regnano sovrani confusione e disagi per i passeggeri, senza un’adeguata comunicazione o, in alcune circostanze, senza indicazione alcuna. A prescindere dalle azioni che saranno concretizzate nelle prossime ore, la realtà, ancora oggi, è fatta di disagi e rabbia per i passeggeri, che una volta al Terminal C dell’aeroporto di Catania si riversano nell’unica area al momento attiva alla ricerca di informazioni, dei bus che possano condurli dopo il check- in a Comiso, Trapani, Palermo. Attese interminabili e sotto il sole cocente di queste giornate, richieste a gran voce, indirizzate in primo luogo alla Sac, di uno sforzo maggiore quanto ad accoglienza e a comunicazioni, momenti di nervosismo e tensione. E sono numerose le testimonianze di chi si è ritrovato in situazioni problematiche perché in partenza o in arrivo . “Un fallimento totale – protesta Emanuele, che per ore ha atteso come molti altri indicazioni per poter raggiungere, con difficoltà infine, l’aeroporto di Comiso. “Sono arrivato a Palermo anziché a Catania- racconta Marco- Nessun pullman disponibile per noi, al contrario di quanto annunciato e garantito attraverso interviste televisive andate in onda poco prima”. E ancora Angelo: “La devastazione più totale. Volo delle 16,30 per Bucarest rinviato alle ore 22:00. E con questo taccio”. Ancora una testimonianza: “A noi lunedì l hanno cancellato il volo un’ ora prima di partire, siamo tornati in treno fino a villa San Giovanni. Non aggiungo altro, ma per fortuna l’ abbiamo già dimenticato”. Una mamma non nasconde la sua stizza: “Io, mio marito e le mie figlie di sette e otto anni in attesa per ore, senza alcun tipo di aiuto. Eravamo a Roma: volo cancellato, non ci hanno dato neanche una bottiglia d’acqua e faceva tanto caldo.”