Coronavirus, Siracusa e provincia: un solo nuovo contagiato, guariti a 160. Diminuiscono i ricoveri

Un solo positivo in più nelle ultime 24 ore. I guariti diventano 160 e migliorano anche i numeri dei ricoverati, scesi ancora (19). Sono i principali dati dell’aggiornamento quotidiano sull’andamemto epidemiologico in provincia di Siracusa, fornito dalla Regione.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 63 (0 ricoverati, 77 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 78 (9, 75, 11); Catania, 679 (56, 273, 95); Enna, 225 (23, 167, 29); Messina, 353 (62, 151, 54); Palermo, 378 (51, 138, 33); Ragusa, 37 (4, 50, 7); Trapani, 22 (1, 112, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Coronavirus, Siracusa e provincia: nella seconda metà di maggio atteso il contagio zero

Le ultime proiezioni basate sullo studio della curva epidemiologica, indicano che nella seconda metà di maggio anche la provincia di Siracusa dovrebbe raggiungere l’agognato tasso di contagio zero. Se si continuerà a mantenere l’attuale e generale atteggiamento di responsabilità e rispetto delle norme di contenimento, il traguardo è dietro l’angolo. Un risultato prezioso, da proteggere con tutte le forze per evitare che comportamenti scriteriati possano, in fase due, portare alla nascita di nuovi cluster o focolai.
Attualmente, il dato provinciale si è attestato su un tasso di 1,35 contagiati ogni 10.000 abitanti. Il momento più difficile, lo scorso 21 aprile con il picco (2,89). “Da quel momento inizia a scendere – conferma il direttore sanitario dell’Asp, Anselmo Madeddu – e con questo trend, nella seconda metà di maggio arriveremo a contagio zero”. Bene, ma non è ancora il momento di farsi prendere da facili entusiasmi. “E’ anzi estremamente importante non abbassare la guardia”, dice ancora il direttore sanitario. “La Fase Due è un periodo pericoloso: si esce dal lockdown e in mancanza di vaccino è chiaro che se dovesse calare l’attenzione, anche dei singoli cittadini, riprenderebbero i focolai”.

Nel frattempo, però, autorizza a tirare qualche sospiro di sollievo il boom dei guariti (sono 159, impennata dal 27 aprile) e il brusco calo dei ricoveri. Quest’ultima evenienza è il riflesso del calo dei nuovi casi di contagio. Guarire non equivale per ora ad essere immuni. “Le recidive possibili, il rischio c’è ed è documentato. Qui a Siracusa non abbiamo registrato al momento vere e proprie ricadute ma solo casi di falso negativo del primo tampone”.
A proposito di tamponi, sono 11.229 quelli fatti e processati dall’inizio dell’epidemia ad oggi. Recuperato nelle ultime settimane il forte ritardo che era stato accumulato, in particolare nei confronti dei soggetti in quarantena perchè rientrati dal nord. Sono poco più di 100 gli ultimi ancora da screenare in tutta la provincia ed in alcuni casi problemi di comunicazione – email o telefoni non corrispondenti – hanno rallentato un iter finalmente normalizzato. La media tamponi per cittadini è adesso di 2,81. Mentre prima il basso numero di tamponi effettuava alimentava il sospetto che il tasso malattia fosse sottostimato in provincia, il dato di maggio si presenta più vicino alla realtà.
Guai a sottovalutare il coronavirus. Ha ucciso anche in provincia di Siracusa ben 27 persone. Dal più noto caso di Calogero Rizzuto agli anziani di Sortino. Analizziamo i dati disponibili (fonte Asp) e relativi alla mortalità nel siracusano. La metà degli uomini e delle donne che hanno perduto la vita avevano tra 80-89 anni; il 30% 70-79 anni; il 10% erano ultranovantenni, stessa percentuale (10%) fascia 60-69 anni; meno del 3% avevano meno di 60 anni. Nel 45% dei casi accusavano più di 3 patologie; nel 30% almeno 2; nel 20% almeno 1; senza patologie, meno del 3%. Le patologie più diffuse: ipertensione arteriosa, diabete, scompenso cardiaco e tumore. Dati che indicano con chiarezza quanto sia importante monitorare le case per anziani. “Abbiamo avviato nelle settimane scorse tutta una serie di controlli con le Usca attive in provincia di Siracusa”, conferma il direttore sanitario, Anselmo Madeddu. “Abbiamo monitorato due Rsa e diverse case di riposo. Abbiamo fatto ricorso anche ai test sierologici”.




Siracusa. I buoni spesa diventano "carte di credito": da oggi la distribuzione

Parte oggi la Fase 2 della distribuzione dei cosiddetti Buoni Spesa finanziati dal Governo per consentire alle famiglie che vivono particolari difficoltà economiche, di affrontare questo periodo legato all’emergenza Coronavirus. I buoni spesa diventeranno in realtà carte di credito , sempre finalizzate agli acquisti di beni necessari, insieme alla card dell’acqua. E’ quanto ha annunciato il sindaco, Francesco Italia durante la conferenza stampa on line di questa mattina, insieme all’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Furnari, al capo di gabinetto, Michelangelo Giansiracusa e alla dirigente del settore, Di Stefano. Esclusi da questa seconda fase i nuclei familiari fino a 2 persone perchè “di loro il Comune intende occuparsi in maniera differente”. Secondo quanto spiegato dall’assessore Furnari, “è stato stabilito, nella selezione delle famiglie, un minimo vitale. Con il primo acconto abbiamo dato risposto a 4600 famiglie, somma per tutti uguale, pari a 100+10 euro”.  La dirigente Di Stefano è entrata nel dettaglio dei criteri seguiti.  Il “minimo vitale” a cui si è dunque fatto riferimento è stato calcolato attraverso i parametri utilizzati di solito per i servizi gratuiti. Si tratterebbe del doppio dell’assegno sociale e parametrato al numero di componenti di ciascun nuclei. Fissato il minimo vitale per le diverse fasce di nuclei familiari, questo è stato posto come minimo di soglia per l’accesso al beneficio. Esclusi, dunque, solo i nuclei che hanno dichiarato di avere percepito più di quella cifra”. Da oggi, dunque, via alla distribuzione non solo carte di credito, ma anche delle  card dell’acqua. I beneficiari saranno comunque nuclei che hanno già  ricevuto il primo buono spesa. La distribuzione avverrà tramite la Protezione Civile e le associazioni di volontariato. Il capo di gabinetto, Michelangelo Giansiracusa ricorda l’altissimo numero di istanze esaminate. “Un lavoro impostato sul principio di equità- spiega- I controlli sono stati legati all’anagrafica chi ha presentato istanze e a quanto contenuto nelle banche dati a disposizione,  a partire da quella legata al reddito di cittadinanza”. Controlli anche su eventuali doppie istanze, sia da parte dello stesso soggetto, sia da parte di altri componenti della stessa famiglia.

Non è invece ancora partita la distribuzione delle somme stanziate dalla Regione, per via di una serie di aspetti formali da chiarire in tutta l’isola, relativi soprattutto alla concreta possibilità di utilizzare i fondi .




Siracusa. Medici, infermieri e religiosi per Santa Lucia: in un video il racconto

La vita ed il martirio di Santa Lucia nel racconto di diverse categorie che rappresentano la città di Siracusa. 
E’ il video che è stato realizzato dalla Deputazione della Cappella di Santa Lucia e dalla società Kairos in occasione della Festa del Patrocinio appena trascorsa. 
Un’introduzione, una voce narrante e poi i diversi personaggi: le voci si alternano diventando comunità per condividere la storia di Lucia in una lettura che vuol essere preghiera di tutta la città. Ci sono volontari, medici, infermieri, religiosi. “In questo tempo distante lasciamo spazio a chi desidera sentire vicina la patrona della nostra città, lei che è un segno di speranza. Ricordando la vita e il martirio della nostra patrona le rendiamo omaggio per sentirla fra noi affidandolo a lei le nostre vite, le nostre voci, la voce della nostra Siracusa” viene spiegato nel video. 

Il video è stato appositamente realizzato in maniera “artigianale”, girato solo con i cellulari, e naturalmente ognuno dalla propria abitazione o dal proprio posto di lavoro nel rispetto delle normative per l’emergenza sanitaria.




Siracusa. Lele Scieri, le reazioni dopo la Procura Militare: "non è mai tardi per la verità"

“Non è mai troppo tardi per giungere alla verità”. Sono le parole che Alessandra Furnari, assessore alle Politiche Sociali ma in questo caso avvocato della famiglia Scieri, usa per commentare la notizia della decisione della conclusione delle indagini per i tre caporali accusati della morte di Lele Scieri, il parà siracusano morto all’interno della Caserma Gamerra di Pisa il 13 agosto del 1999. “Questo è un altro passo -commenta Furnari – verso una meta che sembrava irraggiungibile ma grazie all’ostinazione di tanti, in ruoli diversi, oggi appare un po’ più vicina”.  Una lotta lunga vent’anni, a fianco della famiglia, perchè fosse fatta giustizia per Lele Scieri quella dell’associazione (prima comitato) “Giustizia per Lele”, guidata da Carlo Garozzo, che commenta esprimendo soddisfazione la notizia della conclusione delle indagini  da parte della Procura Militare sulla morte del parà siracusano morto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. “I tre ex caporali indagati anche dalla Procura ordinaria di Pisa -scrive Garozzo- sono accusati di aver cagionato volontariamente la morte di Emanuele Scieri all’interno della caserma Gamerra di Pisa il 13 agosto 1999.Come associazione lottiamo da venti anni a fianco della famiglia affinché la verità e la giustizia sulla morte di Emanuele possa finalmente arrivare alla sua degna conclusione. E’ un impegno, questo, che abbiamo preso con Emanuele e la sua famiglia. Se oggi, a distanza di venti anni, la Procura Militare, ha maturato il convincimento che Emanuele venne deliberatamente ucciso all’interno di quella caserma lo si deve al prezioso lavoro posto in essere dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri presieduta dall’ex deputata Sofia Amoddio e dalla tenacia degli amici di Emanuele e di tutta la società civile che si è stretta dietro la richiesta di verità e giustizia. E non solo la Procura militare ma anche quella ordinaria di Pisa, che per prima, ha avviato le indagini riaprendo il caso e che sta ancora lavorando per fare emergere le responsabilità sulla tragedia di Emanuele. Qualcosa sta cambiando -prosegue l’associazione- e non possiamo che valutare positivamente tutto questo. Si è finalmente compreso che Emanuele è stato vittima di un brutale atto di violenza le cui responsabilità dovranno essere debitamente accertate. Noi pretendiamo solo la verità. Per chi lotta da venti anni per Emanuele è lecito porsi delle domande, degli interrogativi legati ai recenti sviluppi giudiziari. Ricordo che il corpo di Emanuele Scieri venne ritrovato dopo tre giorni all’interno della caserma. Questo non è un particolare da poco, non è un dettaglio se lo si legge unitamente alla intenzionalità dell’evento che vedrebbe tre ex caporali imputati per omicidio volontario. Se dei militari hanno causato la morte di Emanuele e hanno lasciato il corpo di Emanuele ai piedi di una torretta è del tutto paradossale immaginare che nessun altro fosse a conoscenza dell’accaduto, perché se così fosse non saremmo in presenza di una caserma ma di tutt’altro. Sulla morte di Emanuele esistono inevitabilmente “altre e alte” responsabilità, confinate e non all’interno di quella caserma, che dovrebbero ricevere pari attenzione da parte degli organi inquirenti”.

Sul tema interviene anche Italia Viva. Lo fa attraverso il co-coordinatore provinciale , Tiziano Spada . – “La notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura Militare di Roma, solitamente preludio del rinvio a giudizio verso i sospettati-dice l’esponente della forza politica-  è una di quelle novità che donano un po’ di speranza alla famiglia e agli amici di Emanuele Scieri, in attesa di giustizia ormai da troppo tempo”.
“Sebbene nessuna sentenza potrà mai restituire ai suoi affetti Emanuele Scieri – prosegue Spada – quello della giustizia resta comunque un buon profumo al quale, soprattutto a proposito della vicenda in questione, non eravamo purtroppo più abituati”.




Mascherine da distribuire alla popolazione, Siracusa attende la fornitura. Provincia già servita

Un altro carico di dispositivi di protezione individuale è arrivato ieri sera a Palermo. E va a rafforzare l’approvvigionamento del Dipartimento Regionale della Protezione Civile. Da Palermo, sono state distribuite sino ad ora oltre 7 milioni di mascherine chirurgiche, gran parte destinate alla distribuzione gratuita alla popolazione. A Siracusa, però, non sono ancora arrivati gli attesi scatoloni con le mascherine che, nelle intenzioni dell’ammimistrazione, verranno donate ai meno abbienti e in numero tale – trattandosi di usa e getta – da poter essere “coperti” per un periodo di tempo medio-lungo. “In base alla disponibilità, la Regione ha scelto di rifornire prima le città con meno di 50.000 abitanti e solo dopo tutti i capoluoghi di provincia”, spiega l’assessore comunale alla Protezione Civile, Giusy Genovesi. Questa dovrebbe essere comunque la settimana dell’arrivo del camion militare a Siracusa. “Siamo in contatto costante con il Dipartimemto Regionale. Stiamo pressando da settimane per accelerare la fornitura”. Due settimane fa, intanto, un primo camion militare é arrivato a Priolo per consegnare un carico da 168mila mascherine, destinato ai 20 centri della provincia. Mascherine già distribuite dai Comuni alla popolazione.




Siracusa. Raccolta indumenti usati, Comune insoddisfatto: valuta la rescissione

Il Comune sembra non essere affatto soddisfatto del servizio di raccolta degli indumenti usati e potrebbe anche valutare la rescissione della convenzione stipulata a gennaio del 2019 con la ditta che lo gestisce, la Cannone srl. Secondo quanto gli uffici del settore Ambiente e Igiene Urbana avrebbero constatato, ci sarebbero stati “gravi inadempimenti” a cui è poi collegato il proliferare di micro discariche, accanto ai cassonetti, “dannose per la salute pubblica nonchè pregiudizio per il decoro urbano”. Le segnalazioni da parte dei cittadini, in effetti, sono state numerose. Il mancato svuotamento avrebbe spesso causato questo tipo di scenario lungo le vie su cui i contenitori sono stati posti. Il Comune scrive, dunque, all’azienda, a cui ricorda che la convenzione, all’articolo 2, prevede che lo svuotamento dei contenitori debba essere effettuato  settimanalmente con successive operazioni di disinfezione e igienizzazione, nonché di pulizia del suolo nel raggio di due metri dai contenitori. Questo, secondo indiscrezioni, non avverrebbe. L’assessorato concede 5 giorni alla ditta per adempiere a quanto necessario. Si tratta di un vero e proprio ultimatum. Trascorsi i 5 giorni, invfatti, il Comune potrebbe decidere di rescindere il contratto .




Coronavirus. Siracusa e provincia: le spiegazioni dei numeri in calo, "caricati tutti i dati"

Siracusa torna tra le province siciliane con i migliori risultati epidemiologici. L’ultimo aggiornamento regionale, confermato dall’Asp di Siracusa, restituisce la fotografia della reale situazione attuale che – spiegano fonti dell’Azienda Sanitaria – “per motivi tecnici in alcune voci, ed in particolare in quelle relative ai tamponi ed ai guariti, non veniva aggiornato con regolarità da una decina di giorni essendo in via di completamento il caricamento di tutti i dati nella piattaforma informatica aziendale”.
Il dirigente statistico dell’Asp di Siracusa, Marine Castaing, spiega che “grazie alla processazione e alla comunicazione dell’esito di tutti i tamponi eseguiti e soprattutto grazie al caricamento dei dati sulla piattaforma aziendale, è stato possibile aggiornare anche l’importante dato delle guarigioni, ospedaliere e domiciliari. La comunicazione della guarigione è stata sempre e tempestivamente trasferita ai diretti interessati, mentre l’aggiornamento ha riguardato soltanto gli aspetti informatici e non procedurali”.
Al 12 maggio, dall’inizio dei controlli risultano in totale 239 positivi, attualmente positivi 53 di cui 21 ricoverati (1 in Terapia intensiva) e 20 in altri reparti. Sono 32 i soggetti in isolamento domiciliare. I guariti sono 159 di cui 157 virologicamente e 2 clinicamente. I decessi rimangono 27, 11.229 i tamponi eseguiti.




Coronavirus, Siracusa e provincia: drastica diminuzione dei positivi (53), boom guariti (159)

Drastico calo dei positivi in provincia di Siracusa, dato praticamente dimezzato: sono 53 gli attuali contagiati. Di riflesso, diventano 159 i guariti, scendono a 21 i ricoverati (-9). I decessi sono 27.
Sono i dati, felicemente sorprendenti e confermati dall’Asp di Siracusa, riportati nell’aggiornamento quotidiano della Regione.
Questi i casi di Coronavirus riscontrati nelle altre province dell’Isola, aggiornati alle ore 15 di oggi, così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 67 (0 ricoverati, 69 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 98 (13, 53, 11); Catania, 679 (59, 273, 95); Enna, 225 (32, 167, 29); Messina, 354 (63, 151, 53); Palermo, 376 (55, 137, 33); Ragusa, 37 (4, 50, 7); acTrapani, 22 (2, 112, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Siam scarica Ias: "noi autonomi al depuratore Canalicchio, risparmio per i siracusani"

Non si fa attendere la risposta di Siam dopo la comunicazione con cui Ias “chiudeva” di fatto le porte del depuratore consortile di Priolo. “Dall’1 maggio 2020 Siam Spa si è resa totalmente indipendente nella depurazione e ha quindi interrotto ogni rapporto con Ias spa. I reflui fognari della zona nord di Siracusa e di Belvedere sono adesso convogliati e trattati nell’impianto di depurazione di Canalicchio, grazie alle due centrali di sollevamento realizzate negli ultimi mesi. Non è quindi Ias a chiudere i rapporti con Siam, ma l’esatto opposto per una raggiunta autonomia gestionale, con la centrale ristrutturata di viale Scala Greca e quella totalmente nuova di Belvedere”, spiega la nota diramata dalla società che gestisce il servizio idrico integrato a Siracusa.
“La scelta di Siam è scaturita dalla pretesa modifica unilaterale del contratto, mai accettata e quindi mai firmata, che prevedeva l’aumento della tariffa depurativa per i reflui convogliati al depuratore biologico consortile da 0,30 a 1,15 euro/mc, quindi, da circa 300 mila euro la somma complessiva lievitava a 1,2 milioni di euro annui”. Un prezzo ritenuto eccessivo dal gestore del servizio idrico in città, che ha sempre pagato il corrispettivo dovuto fino al 2019 e che altrimenti avrebbe dovuto ribaltarlo in bolletta, addebitandolo alla utenza cittadina. “Abbiamo ritenuto improponibile tale soluzione, a maggior ragione considerato che nell’appalto con il Comune di Siracusa il costo annuo per il servizio di depurazione della zona alta della città era fissato in 350 mila euro”, spiegano i vertici di Siam.
“Prima a novembre 2019 con la messa in funzione della centrale di Scala Greca e poi ad aprile con quella di Belvedere, Siam – che si rende disponibile a saldare quanto dovuto per la quota parte di depurazione al costo del contratto originario del 2016 – ha comunicato a Ias di essersi resa autonoma intercettando i liquami e convogliandoli al depuratore di Canalicchio”.

foto: centrale Scala Greca