Coronavirus, Siracusa e provincia: 113 contagiati, 39 ricoverati, 25 deceduti

Seguendo la lieve altalena delle ultime giornate, torna a scendere il numero degli attuali positivi in provincia di Siracusa. Nell’aggiornamento fornito dalla Regione e relativo alla data odierna, i contagiati sono 113 ovvero due in meno rispetto ad ieri. Continua la flessione del numero dei ricoverati nelle strutture covid della provincia, sono 39. Arriva invece a 96 il numero dei guariti ma c’è da registrare anche un nuovo decesso. Sono così 25 le persone che hanno perduto la vita in provincia di Siracusa a causa del covid-19.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 69 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 127 (16, 24, 11); Catania, 683 (84, 238, 88); Enna, 296 (119, 93, 29); Messina, 375 (76, 124, 51); Palermo, 393 (61, 95, 28); Ragusa, 54 (5, 32, 6); Trapani, 92 (4, 42, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Rientro degli studenti fuori sede, la Regione dice si ma "verifica delle condizioni e quarantena"

I siciliani fuori sede, in particolare gli studenti universitari, potranno rientrare in Sicilia. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, in un video sui suoi canali social istituzionali. “Un vero blocco ai rientri per necessità non c’è mai stato. Adesso allarghiamo: possono rientrare coloro che si debbono ricongiungere con le famiglie. E’ chiaro che serve la verifica delle condizioni al momento dello sbarco e i rientranti dovranno poi mettersi in quarantena. Nessuno – ammonisce il presidente della Regione – deve pensare che la partita sia chiusa. Fase due non vuol dire tutti liberi. Rientri si, ma con necessaria prudenza e responsabilità”.
Nelle ultime ore, centinaia erano stati gli appelli indirizzati a Musumeci con gli studenti universitari che erano sin qui rimasti al nord uniti nell’hashtag #fateciritornare. “Sono un padre e comprendo le necessità di una famiglia. Ma da presidente della Regione devo trovare punto di equilibrio tra le esigenze affettive e quelle della prudenza e della cautela, per evitare che si possa entrare in Sicilia ed essere poi inconsapevoli portatori del virus. Restiamo prudenti per non ricominciare daccapo. Buon rientro a chi ha un buon motivo per rientrare nella nostra Isola”, ha detto ancora il presidente siciliano.

https://www.facebook.com/regionesiciliana/videos/569677823947968/

Nello specifico, la Regione ha richiesto al Ministero dei Trasporti di portare i voli da Roma per Palermo e Catania da due a quattro al giorno, “sperando che Alitalia non si abbandoni a speculazioni. Il costo dei voli, mi segnalano, è inaccessibile e inaccettabile. Manteniamo la corsa del treno da Roma a Messina – spiega ancora Musumeci – e per quanto riguarda lo Stretto, chiediamo di passare da 5 corse ad 8”.
Con l’andare del tempo, se la curva dei contagi non dovesse riprendere a salire, la Regione chiederà di aumentare di volta in volta voli, treni e corse dei traghetti. “Andare in giro con la mascherina è essenziale, guanti in un locale chiuso altrettanto importante. Sapete già che abbiamo consentito varie attività, vorremmo autorizzarne altre ma non dipende da noi. Stiamo pressando perchè parrucchieri e barbieri possano riaprire in Sicilia il 18 maggio”.




Siracusa. Incidente frontale a Torre Milocca, fortunatamente tutti illesi

Incidente stradale poco fuori città, lungo la strada che conduce verso le contrade balneari di Siracusa. Due auto si sono scontrate in maniera frontale, all’altezza di Torre Milocca. Ingenti i danni alle vetture, fortunatamente illese le persone a bordo. Se la sono cavata con tanta paura.
L’incidente è avvenuto poco prima di ora di pranzo. Ancora in fase di accertamento la dinamica del sinistro, forse una distrazione. A scontrarsi, una Fiat Cinquecento che proveniva da Siracusa ed una Ypsilon che si muoveva nella direzione opposta. Sul posto è arrivata anche un’ambulanza del 118 ma per fortuna non risultano feriti. Tanta paura ma nessuna conseguenza fisica per le due ragazze a bordo della Cinquecento e per l’uomo alla guida della Ypsilon.




Siracusa. Mascherine per i medici di famiglia, nuova donazione di imprenditori cinesi

Ancora una donazione di mascherine da parte di imprenditori cinesi che da anni vivono e lavorano a Siracusa. Ji Hai Yong e Lin Susu, marito e moglie, attivi nel settore della ristorazione, hanno donato 500 chirurgiche all’Ordine dei Medici di Siracusa. Verranno adesso distribuite ai medici di famiglia.
Nelle settimane scorse, grazie alla collaborazione con la famiglia rimasta in Cina, i due imprenditori avevano donato mascherine tecniche ffp3 ed altre 1.500 chirurgiche a forze dell’ordine e sanitari.




Siracusa. Riapre per gli alimentari la fiera del mercoledi, sabato il mercatino della Pizzuta

Riaprirà solo per la parte alimentare, già da mercoledì, il mercato del mercoledì (lato chiesa S. Metodio) .
Sabato, invece, ripartirà il mercatino del contadino che si svolge in piazza Ernesto Cosenza, alla Pizzuta.
La riapertura delle due aree mercatali, è stata disposta con un’ordinanza a firma del sindaco Francesco Italia.
La comunicazione arriva dall’assessore alle Attività produttive Cosimo Burti
che comunica, altresì, che permane la chiusura dei mercati della domenica che si tengono in piazza Santa Lucia e in Ortigia.
“L’amministrazione comunale – ha detto l’assessore Cosimo Burti – ha da sempre mostrato particolare attenzione per il settore mercatale dando sin dall’inizio un forte e concreto segnale di vicinanza, non interrompendo l’attività per il settore alimentare sui due mercati rionali di via Giarre e via De Benedictis e quello settimanale del contadino che si svolge tutti i venerdì in piazza Adda. Gli uffici – ha ancora detto l’assessore Burti – sono già a lavoro, per programmare sin da subito, i nuovi schemi di riapertura delle realtà non ancora riavviate, compreso il settore non alimentare che fino adesso è stato oggetto di maggiori restrizioni. Appena usciranno le nuove disposizioni del governo nazionale e regionale, l’assessorato alle Attività produttive sarà pronto a garantire la ripresa dei mercati nella loro interezza, garantendo sia agli operatori che agli utenti il rispetto delle prescrizioni a tutela della salute pubblica”.




Siracusa. Mascherine obbligatorio al chiuso, Italia: "All'aperto, senso di responsabilità"

Mascherine obbligatorie solo al chiuso. Il sindaco, Francesco Italia non emetterà, almeno per il momento, un’ordinanza che le renderà obbligatorie anche all’esterno. Il primo cittadino fa tuttavia leva sul senso di responsabilità di ognuno. “Il Dpcm parla chiaro- spiega il primo cittadino- Da oggi in tutti i luoghi al chiuso indossare le mascherine è obbligatorio. Chi non le indossa, non può accedere”. Nei prossimi giorni, entro la settimana, dalla Protezione Civile regionale arriveranno le mascherine da distribuire ai cittadini. Teoricamente si tratterebbe di una mascherina per ogni abitante, ma nel capoluogo l’amministrazione comunale ha compiuto una scelta differente. “Ne distribuiremo, piuttosto- spiega Italia- una certa quantità alle famiglie che non possono permettersele, anche perchè si tratta di mascherine chirurgiche, monouso. Non avrebbe molto senso darne una ciascuno”.




Siracusa. Servizi Informatici del Comune: lavoratori in agitazione, stop ai servizi

Stato di agitazione e astensione dal lavoro, con il blocco delle mansioni svolte per conto del Comune. I lavoratori della Top Network , la società che si occupa di informatizzazione per conto del Comune di Siracusa, annuncia questa decisione. Lo fa attraverso  Michele Maniglia, segretario provinciale Fismic Confsal. La nota del sindacato spiega che i lavoratori, che nei giorni scorsi avevano lanciato un grido d’allarme in tal senso, hanno appreso della richiesta, da parte del Comune alla società, di attivare la Cassa integrazione. “Avevamo chiesto un incontro con l’Amministrazione Comunale, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza e delle prescrizioni dettate dal DPCM del presidente del Consiglio, ma apprendiamo-spiega   che questa Amministrazione ha chiesto alla Società Topo Network di utilizzare la cassa integrazione, con causale Covid-19, per il 50% del personale, tra l’altro senza la dovuta consultazione sindacale e nonostante il personale stia lavorando a pieno ritmo in smart working”. Un’operazione che per il sindacato potrebbe “rappresentare un cavallo di Troia per mettere in discussione l’occupazione complessiva”. La richiesta al Comune è quella di tornare sui propri passi e di impegnarsi formalmente, alla scadenza del 30 giugno, a continuare a garantire la totale occupazione dei 22 dipendenti a tutela del lavoro e del corretto funzionamento dei servizi comunali.
Nelle more di un riscontro, agitazione, dunque, e astensione dal lavoro, con il blocco di tutti i servizi affidati alla società.




Siracusa. Riaperta la pista ciclabile: evitare gli assembramenti

La Fase 2 è iniziata da qualche ora. Le auto sono tornate a girare per la città, una città che torna operativa, almeno per la parte consentita dal nuovo Dpcm e da quanto disposto dalla presidenza della Regione. Tornano consentite alcune attività sportive. L’attività motoria individuale può essere svolta, sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza, come più volte ribadito. La pista ciclabile, che era stata chiusa per evitare gli assembramenti che si venivano a creare, anche nel pieno del lockdown, torna, quindi fruibile. Dal sindaco, Francesco Italia, la raccomandazione di farne buon uso e di utilizzare il cervello. L’obiettivo resta quello di evitare che il virus continui a propagarsi. I numeri in provincia non sono, del resto, in diminuzione. Il dato aggiornato alle 17 di ieri parla di 115 contagiati nel territorio. Con l’esito dei tamponi che vengono effettuati a centinaia ogni giorno è verosimile che tale numero possa ancora salire. Sono i nuovi contagi quelli che, dunque, vanno evitati e molto dipende dal comportamento dei cittadini durante questa nuova fase di gestione dell’emergenza. Non un “libera tutti”- si è detto più volte. E’ il momento di dimostrare il proprio senso di responsabilità e la propria voglia di evitare che si debba compiere nuovamente un passo indietro, con conseguenze perfino più serie di quelle già viste.




"Siracusa fuori dal Fondo per la Disabilità", protestano Vinciullo e Salerno

“Siracusa esclusa dalla distribuzione delle somme del Fondo regionale per la Disabilità e la non autosufficienza”. Vincenzo Vinciullo , che ne fu relatore e Vincenzo Salerno gridano allo scandalo. “In questi giorni- spiegano- la Regione ha distribuito 10.168.240,99 euro a 7 province siciliane ma non è stato previsto nemmeno un centesimo per la provincia di Siracusa.
Di seguito, le somme assegnate alle 7 province : Trapani €. 1.525.560,00,
Ragusa €. 576.840,00, Palermo €. 1.538.709,19, Messina €. 1.634.880,00; Catania €.2.861.640,00; Caltanissetta €.962.400,00; Agrigento €.1.068.240,00
I benefici di legge sono destinati ai disabili gravissimi, distinti fra disabili minori e disabili con reddito, in base all’ISEE socio-sanitario, insufficiente per le loro esigenze di vita. Vinciullo e Salerno parlano di  “ingiusta sperequazione fra i disabili siciliani”. Ai deputati regionali siracusani, l’invito a contestare l’azione intrapresa dalla Regione. “In un momento così drammatico -concludono Vinciullo e Salerno- i disabili gravissimi e le loro rispettive famiglie hanno bisogno, più che in passato, delle risorse che spettano loro, ma ormai in questa provincia nessuno parla, nessuno ascolta, nessuno vede”.




Le strategie dell'Asp di Siracusa, il direttore sanitario Madeddu: "Così contrastiamo l'epidemia"

I numeri ufficiali diffusi anche oggi dalla Regione pongono la provincia di Siracusa tra le ultime 5 per numero di positivi al coronavirus in Sicilia e tra le prime per guariti. Numeri incoraggianti, senza volere però con questo dato tacere delle criticità registrate nella prima fase di gestione dell’emergenza, specie all’Umberto I, con contagi in crescendo tra sanitari e pazienti. “Molto spesso sono derivati da comportamenti individuali”, spiega oggi il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Anselmo Madeddu. “Avete notato che il più basso tasso di contagio al mondo è tra gli operatori delle malattie infettive, ovvero tra coloro che sono più preparati alla cultura dell’infection control?”.
Ma torniamo al dato della bassa incidenza provinciale. “E’ il frutto di precise strategie sanitarie. In una fase in cui le cure domiciliari non erano ancora partite, la nostra strategia è stata quella di anticipare i ricoveri e dunque le cure. E ciò è stato possibile grazie all’aumentata disponibilità di posti di malattie infettive derivanti dalla sana programmazione del Piano Covid. Questo ha determinato un aumento dei ricoveri e, quindi una diminuzione dei casi al domicilio, un aumento dei guariti e il crollo dei ricoveri in terapia intensiva, consentendoci di tenere la curva degli attualmente positivi molto più bassa rispetto alla media regionale. Ed oggi che sono partite le Usca, ci aspettiamo un ulteriore miglioramento”, rivendica con orgoglio Madeddu dopo aver inghiottito per settimane in silenzio le critiche che da ogni dove piovevano sul management dell’Asp di Siracusa.
Tra queste anche quella di aver puntato su tre centri covid in provincia anziché uno solo, aumentando così – potenzialmente – i possibili centri di contagio. “L’ospedale di Siracusa non poteva essere escluso dalla rete covid perché le linee guida ministeriali prevedono che la sede hub debba avere Rianimazione, Malattie Infettive e Pneumologia. E l’unico ospedale con queste caratteristiche è l’Umberto I. Inoltre il presidio non poteva essere dedicato solo ai covid, poiché possiede specialità di vitale importanza per l’intera provincia che non possono essere trasferite agevolmente altrove. Valga per tutti l’esempio della Emodinamica. Pertanto – spiega Madeddu -l’ospedale di Siracusa rientra nella tipologia di ospedale generale con aree interne dedicate ai covid, purchè ben distinte, prevista dal Ministero. Per farlo, nell’Umberto I sono state delimitate tre aree: la prima è il filtro della tenda di pre-triage, che funge da separatore dei percorsi all’ingresso, quindi c’è l’Area “Grigi, Tac e Rianimazione” e infine il Centro Covid del padiglione nord di Malattie Infettive. Padiglione che si è mostrato da subito la sede ideale, perché isolato e ben separato dal resto del’ospedale e, pur tuttavia, inglobato nello stesso in caso di emergenza. Motivo per cui è stato scartato il Rizza, troppo lontano dall’Umberto I in caso di necessità di rianimazione e troppo obsoleto. Dal padiglione nord sono state tolte Pediatria e Talassemia, e i posti di Malattie Infettive sono stati raddoppiati a 36 e dotati di impianto gas medicale per ventilare i critici. Il tutto in 13 giorni. Molto funzionale si presentava anche la scelta di allocare i grigi nei pressi della tac dedicata, per il necessario completamento diagnostico, mentre più delicata appariva la separazione tra area dei grigi e pronto soccorso, che presupponeva continue sanificazioni e massima attenzione nei percorsi. E’ per questo che il piano è stato completato col trasferimento del pronto soccorso al piano terra. Oggi dunque, e in particolare a partire dai primi di aprile, i percorsi sono del tutto separati. Ma per far tutto questo occorrevano i tempi necessari. In questo modo – aggiunge il direttore sanitario – i pazienti critici o a media complessità vengono trattati nell’hub di Siracusa, e quando sono in via di guarigione a Noto e Augusta, fino alle dimissioni, secondo un modello vincente sperimentato anche in altre aree d’Italia. Abbiamo invece lasciato fuori dalla rete gli altri due ospedali dell’Asp dotati di rianimazione (Lentini e Avola) per destinarli ai non covid, come da Linee Guida”.
Anselmo Madeddu si mostra contrariato quando si dice che a Siracusa ci si è mossi in ritardo. “Dai primi casi osservati nella nostra provincia ad oggi, tanto è stato fatto: il 2 marzo la prima direttiva su organizzazione e sanificazioni, il 7 marzo l’avvio dei pre-triage, il 10 marzo l’avvio dei lavori al padiglione nord, il 12 marzo rianimazione covid e tac dedicata, il 16 marzo la ristrutturazione dei primi 18 posti di malattie infettive, il 20 marzo l’avvio dei due covid center di Noto e Augusta, il 25 marzo l’attivazione di altri 18 posti al padiglione, l’indomani il completamento dell’impianto gas medicale e l’installazione di 12 ventilatori e monitor. Ed infine il 31 marzo il piano di trasferimento del pronto soccorso non covid al piano terra”. Venti giorni circa per rendere l’Umberto I capace di reggere meglio all’impatto del coronavirus. Eppure c’è voluto l’intervento di un gruppo di esperti inviati dalla Regione per “normalizzare” l’ospedale del capoluogo. “Voglio ringraziare i colleghi del Covid Team, professori Pomara, Cacopardo e Murabito, per l’apporto decisivo che hanno dato nell’ottimizzare e completare il lavoro”, commenta con diplomazia il direttore sanitario Anselmo Madeddu. Al di là di scambi di battute a distanza con altri esperti di casa nostra, i numeri – oggi – sembrano dargli ragione.