Le richieste di Siracusa alla Regione: "trasloco nelle seconde case, cimitero e altre riaperture"

A pochi giorni dall’avvio della cosiddetta Fase Due, il sindaco di Siracusa ha presentato una serie di richieste al governatore della Regione.
“Ne ho parlato con Musumeci ed ho chiarito la nostra posizione”, dice Francesco Italia.
“Nel rispetto di ogni norma di sicurezza e distanziamento, riteniamo che debba esserci consentito di aprire il cimitero comunale, con modalità segmentate e controllate. Ai siracusani deve essere consentito il trasferimento nelle seconde case, a condizione che diventino domicilio fisso. E poi via all’apertura di tutte le attività enogastromiche per l’asporto, in quanto simili ad altri negozi alimentari già aperti con modalità segmentate e controllate di asporto”.
Quanto al Comune, il sindaco assicura che saranno autorizzate le aperture di altri mercati settimanali, limitatamente al settore alimentare, e di alcuni parchi cittadini con modalità controllate e segmentate, secondo quanto già consentito dalle norme.




Siracusa. "Lunedì non sia un liberi tutti o gravissime conseguenze": l'appello dell'infettivologo

L’invito è chiarissimo e arriva dall’infettivologo Gaetano Scifo, direttore, oggi in pensione, del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa. “Il 4 Maggio non è un “liberi tutti”. Interpretarlo in questo modo vuol dire rischiare di ritrovarci in pochi giorni in una situazione di netto peggioramento”. Il noto specialista siracusano spinge ad attenersi pedissequamente alle indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico, senza nessuna fuga in avanti. “Una seconda ondata -entra nel dettaglio- sarebbe peggiore della prima, con conseguenze serie sulla salute e sull’economia, peggiorando ancora di più quanto stiamo già vivendo”. Scifo mette dunque in guardia i cittadini. “Non possiamo pensare che tutto sia finito. I pericoli sono e restano gli stessi. Basta guardare alcune esperienze europee per rendersene conto- dice ancora- Uno dei casi emblematici è quello della Germania, la prima ad aprire e che ora, improvvisamente, compie un passo indietro. Idem la Francia”.  L’infettivologo siracusano si dice “per la prudenza. Sono esterrefatto, invece, da dichiarazioni di politici che il giorno prima invitano a chiudere tutto e il giorno dopo a riaprire tutto”. le cose. Io sono per la prudenza. Sono esterrefatto per come alcuni politici il giorno prima dicono chiudiamo tutto e il giorno dopo, apriamo tutto. Adesso non  è la politica a poter dire cosa fare, sono i tecnici a doverci dire come occorre comportarsi. Salti in avanti  possono portarci nei guai neri”. Scifo parla senza mezzi termini e ricorda che “stiamo affrontando una importantissima pandemia, che segnerà la nostra esistenza. Molto, dal 4 maggio in poi, dipenderà da noi e dai nostri comportamenti. Non dobbiamo lasciarsi andare, ma continuare a stare molto attenti, utilizzando mascherine, rispettando le norme di distanziamento e non facendo valutazioni che non spettano a noi ma, appunto, a chi studia scientificamente cause ed effetti”.




Siracusa. Riapertura dei negozi, i consigli di Confcommercio: mascherine, gel, distanze

Nelle prossime settimane, con un programma cadenzato di riapertura, si rimetterà in moto la macchina del commercio. Negozi pronti a tornare con le saracinesche alzate e le porte aperte. Ma serviranno una serie di accorgimenti per garantirsi una sicura convivenza con il virus. E Confcommercio Siracusa ha predisposto una sorta di protocollo a tutela della salute degli esercenti, del personale e dei clienti da sottoporre all’attenzione del Prefetto. Ecco alcune delle misure previste.
A cominciare dalle mascherine. “È raccomandata l’adozione delle misure dei dispositivi di protezione individuale, secondo le seguenti modalità: per i clienti, le mascherine dovranno essere utilizzate in conformità a quanto previsto dalle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, vale a dire solo se si presentano sintomi o si sospetta di essere malati (o se si presta assistenza a persone malate), salvo che intervenga una norma nazionale che ne preveda, in ogni caso, l’utilizzo obbligatorio”.
Per quel che riguarda le modalità di accesso all’azienda, Confcommercio scrive che “il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro si sottoporrà al controllo della temperatura corporea. Ciò al fine di evitare preventivamente il diffondersi del virus nell’ambiente di lavoro, e, nel caso in cui venga riscontrato un contagio, per riuscire a tracciare i contatti avuti dalla persona infetta e poter efficacemente predisporre le misure di prevenzione. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. Dopo essersi sottoposto alla misurazione della temperatura corporea, il personale all’ingresso in azienda dovrà procedere alla disinfezione delle mani con gel idroalcolici con concentrazione di alcol di almeno il 60%.
Quanti ai fornitori, “vengono individuate procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale”.
C’è poi da tener conto del distanziamento sociale “La distanza minima raccomandata è di un metro e si consiglia di evitare o tenere quanto più a distanza, chiunque tossica o starnutisca”.

Necessario garantire corretta areazione. “Anche se non ci sono evidenze che il Covid19 possa trasmettersi attraverso l’aria (se non a causa delle goccioline provenienti dal respiro, tosse e starnuti nelle immediate prossimità di persone malate) bisogna comunque prestare la dovuta attenzione alla qualità della stessa e, in particolare, alla pulizia dei filtri”.
Confcommercio invita poi ogni singola azienda a fornire “detergenti e soluzioni disinfettanti per mani (liquido o in gel) o salviette monouso imbevute di disinfettante; mascherine protettive del tipo “chirurgico” o “FFP2 (si sottolinea che le monouso vanno utilizzate una sola volta) ovvero altre tipologie conformi alle prescrizioni dell’Autorità sanitaria; guanti monouso; termometro digitale a distanza infrarossi per misurazione temperatura”.




Siracusa. Fase 2, Musumeci "blinda" la Sicilia: "Ripresa graduale dei collegamenti"

Il presidente della Regione, Nello Musumeci chiede di mantenere inalterate le misure legate ai collegamenti da e per la Sicilia. L’isola, per il governatore, deve restare “blindata”, almeno in questa fase. Per questo Musumeci ha chiesto ieri sera al ministro del Trasporti di mantenere inalterate le norme. “Saranno come sempre i dati epidemiologici- ha spiegato il presidente della Regione- a suggerirci quando, nelle prossime settimane, avviare una lenta e graduale riapertura del collegamenti con il resto del mondo. Se oggi l’isola- aggiunge il governatore- può contare sul più basso numero di contagi lo si deve anche alla forte limitazione degli arrivi e alla disciplina del popolo siciliano”.




Siracusa. I ristoranti consegnano le chiavi al sindaco, Italia: "Comprendo il gesto forte"

I ristoratori della città consegnano le chiavi delle loro attività al sindaco. Gesto simbolico, ieri, per rappresentare i timori legati all’emergenza Coronavirus e all’impossibilità di far ripartire le loro attività fino al primo giugno prossimo, come stabilito dal Decreto della Presidenza del Consiglio che fissa il calendario delle ripartenze per le attività economiche italiane. “Comprendo il gesto forte ed efficace degli ristoratori-ha commentato il sindaco, Francesco Italia-
Dietro ogni attività imprenditoriale si nascondono storie e sacrifici  di persone che, rischiando, hanno creduto in un progetto e lo hanno reso realtà a beneficio del tessuto economico di Siracusa con creatività e coraggio.
Ringrazio ciascuno di loro perché con tenacia e fiducia si affidano alle istituzioni per rappresentare le loro richieste. A Siracusa nessuno resta solo”.

https://www.facebook.com/francescoitaliaavantiinsieme/videos/2621819128107668




Siracusa. Mascherine e termometri per il 118: la donazione dell'Ambasciata Cinese

Guanti, mascherine e termometri digitali a infrarossi per il personale del 118 in servizio in provincia di Siracusa. La bella fornitura è arrivata nei giorni scorsi con un pacco spedito direttamente dall’ambasciata cinese in Italia. Una donazione. Da Roma al servizio Pte 118 dell’Asp di Siracusa anche grazie alla intraprendenza della dottoressa Flavia Lo Verde. “E’ stata una fortunata opportunità che abbiamo potuto cogliere grazie anche alla sensibilità dei funzionari dell’ambasciata cinese”, si schermisce lei. “Ringrazio in particolare Luciana Cillari per la sua gentilezza e disponibilità”, aggiunge poco dopo.
Nel pacco, con tanto di messaggio positivo (“Uniti si può fare, Forza Italia-Cina”), ben 500 mascherine, diversi pacchi di guanti monouso e 20 termometri digitali ad infrarossi che serviranno a meglio attrezzare e rifornire le 18 ambulanze del 118 in servizio in provincia ed il personale. “Sono presidi che fanno comodo, recapitati alla responsabile del nostro servizio, la dottoressa Giocchina Caruso”, precisa Flavia Lo Verde.




Autismo, famiglie e piccoli pazienti seguiti online da specialisti di neuropsichiatria infantile

Il Dipartimento Salute mentale dell’Asp di Siracusa, in collaborazione con il SIFA, ha istituito un servizio di collegamento in rete tra il pool di specialisti della Neuropsichiatria infantile che si occupa di diagnosi precoce dell’autismo e le famiglie dei piccoli pazienti.
Attraverso una suite installata nei computer aziendali, gli specialisti effettuano giornalmente collegamenti in chat ed in videochiamata con le famiglie non interrompendo in tal modo i trattamenti intensivi precoci in corso. “Lo strumento – spiega il direttore del Dipartimento Salute mentale, Roberto Cafiso – consente alle famiglie di inviare filmati, porre domande, avere chiarimenti sul comportamento dei figli e su tutto ciò che possa non far sentire soli genitori già onerati dalla gestione di disturbi complessi”.




Siracusa. Alta tensione tra Asp e Cisl: "Avvertimento diretto al segretario dei medici"

Si fa sempre più rovente il clima nella sanità pubblica siracusana. La bufera legata alla gestione dell’emergenza Coronavirus non accenna a placarsi. Al contrario, il clima sembra infuocarsi sempre più. Le indiscrezioni che circolano negli ambienti vicini agli ospedali del territorio trovano conferma in una nota ufficiale diffusa in tarda mattinata dalla Cisl attraverso le parole del segretario generale Uts Ragusa Siracusa, Vera Carasi. Il confronto con il direttore generale dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra ha raggiunto un momento di fortissima tensione durante un incontro in video conferenza con le parti sociali.  “Quanto accaduto- protesta la rappresentante dell’organizzazione sindacale- denota nervosismo, scarse capacità relazionali, spregio delle norme più elementari di relazioni sindacali e democratiche. Serve serenità di giudizio e di valutazione per gestire la fase 2 di questa emergenza sanitaria. La Cisl agirà in tutte le sedi opportune e competenti per tutelare l’immagine e la dignità della nostra organizzazione e del nostro dirigente.”
“L’avvertimento diretto, lanciato al nostro segretario della Cisl Medici territoriale, Vincenzo Romano – ha detto la Carasi – non possiamo tollerarlo. Ficarra è stato, evidentemente, innervosito dalle continue e puntuali denunce della Cisl siracusana che hanno poi trovato riscontro nei provvedimenti adottati per rimediare. La sanità è un paziente da curare con grande attenzione, con il rispetto che gli è dovuto. Il direttore generale di un’Azienda sanitaria provinciale, deve avere la capacità di assumere responsabilità, confrontarsi e non pensare, esclusivamente, a gettare discredito sugli altri per provare a difendere sé stesso. Le denunce servono a risolvere i problemi, insieme.
Ringraziamo tutte le organizzazioni sindacali, presenti all’incontro, che hanno manifestato solidarietà al nostro dirigente – ha concluso Vera Carasi – Gli iscritti che in queste settimane hanno chiesto solidarietà e vicinanza al sindacato, che continuano a lavorare nei nostri ospedali, meritano il rispetto loro dovuto. Il direttore Ficarra che minaccia querele a destra e manca pensasse a fare fino in fondo il proprio ruolo. Anche difendere l’indifendibile, ad un certo punto, crea soltanto ulteriori danni. La Cisl non si fa imbavagliare da nessun manager pro tempore; i lavoratori continueranno ad averci al loro fianco. Ficarra se ne faccia una ragione.”




Nervi tesi tra l'Asp e la Cisl, ancora botta e risposta tra il dg Ficarra e la segretaria Carasi

Non si fa attendere la risposta del dg dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra. Per la Cisl, il manager della sanità avrebbe tenuto un atteggiamento aggressivo in videoconferenza con il segretario della Cisl Medici, Vincenzo Romano.
“Ancora una volta il segretario generale della Cisl Siracusa in modo preconcetto attacca inopinatamente l’Asp di Siracusa dimostrando di non conoscere le procedure che si stanno seguendo, come avvenuto per il caso dell’ospedale Di Maria di Avola in cui ha annunciato un focolaio di infezione poi dimostratosi palesemente falso”, dice Ficarra senza citare direttamente Vera Carasi.
“Piuttosto, la segreteria generale della Cisl voglia chiarire – prosegue il direttore generale – se il suo dirigente non avesse un interesse personale nel sollevare un polverone sull’ospedale di Avola in concomitanza con il paventato trasferimento del reparto di Pediatria di Siracusa per motivi di sicurezza. Non vorrei che la paura di un trasferimento personale si confondesse con un motivo di carattere generale, poi dimostratosi falso. Così come è difficile attribuire un fatto unicamente falso alla direzione aziendale in modo sibillino da parte del dottore Romano (verbale del 28 aprile 2020) su un evento non certo piacevole accaduto ad un dipendente. Forse è il caso che prima di parlare anche in TV su procedure di cui ha notizie parziali si informasse, evitando di gettare discredito sulle pubbliche istituzioni e creando ingiustificati allarmismi”, la replica del dg.
Finito qui? No, perchè la Cisl non ci sta e senza alzare la voce ma con parole misurate, controbatte. “Ora ne siamo certi: pur comprendendo le difficoltà del momento, il direttore generale dell’ASP non è più sereno. Provare a rimestare le cose, provando a creare un effetto confusione, è il metodo classico di chi vuole soltanto fuggire dalle responsabilità. Questa strategia comunicativa è vecchia e superata.”
Così, il segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, commenta la replica del dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale al comunicato diffuso a sostegno del segretario generale della Cisl Medici attaccato in sede di delegazione trattante.
“La risposta del Direttore generale – commenta la Carasi – contiene una serie di inesattezze che appaiono gravi se ricondotte a lui. Intanto, vorremmo specificare, la nostra nota non contiene un inopinato attacco all’Asp di Siracusa, ma al suo atteggiamento; quindi un riferimento personale.
Secondo, la nostra Organizzazione non ha mai usato il termine focolaio; ha segnalato una serie di criticità evidenti all’ospedale Di Maria di Avola. Il direttore saprà naturalmente che il ministero della Salute, il 9 marzo scorso, con una circolare, aggiornava la definizione dei casi Covid-19 aggiungendo, al tampone positivo e a tampone negativo, anche quello probabile. In questo caso, come scritto e confermato dagli stessi referenti dei laboratori autorizzati dalla Regione, si ritiene, comunque, ‘caso clinico’, definito come ‘positivo’ e con il soggetto allontanato dal luogo di lavoro in attesa di altri due tamponi, necessariamente negativi per riprendere servizio.
Ultima, ma non meno importante cosa, visto il riferimento personale – conclude Vera Carasi – Vorremmo soltanto ricordare al direttore generale, che evidentemente è stato informato male e non ha comunque verificato prima di pronunciarsi, che il nostro dirigente non lavora in Pediatria ma in Neonatologia. Quindi, nessun timore legato al trasferimento di un reparto non suo. Il direttore generale pro tempo dell’Asp, invece, farebbe meglio a non riferire cose artatamente false sulla riunione del 28 aprile u.s. svolta alla presenza di almeno una decina di persone. Con questa nota, per quanto ci riguarda, la vicenda si chiude qui. Simo sempre convinti che il fare è sempre meglio del dire. E questo con la certezza che fatti e provvedimenti ci daranno ragione.”




Sortino destina un "tesoretto" a famiglie e imprenditori: 115 mila euro per ripartire

Uno stanziamento di circa 115 mila euro. Il Comune di Sortino lo destina alle famiglie in stato di necessità e alle imprese del territorio, per ripartire dopo il lockdown legato all’emergenza pandemia. “Alle famiglie che hanno difficoltà a pagare le bollette- spiega il sindaco, Vincenzo Parlato- abbiamo destinato circa 25 mila euro. Oltre 90 mila euro andranno, invece, agli imprenditori che formano ovviamente il nostro tessuto economico e sociale e hanno bisogno di un aiuto per poter ripartire. Potrà servire per l’approvvigionamento di materie prime, per adeguarsi alle disposizioni di sicurezza, che comportano dei costi. E’ un contributo, per tutti, e, in percentuale, un supporto a chi non ha ricevuto il credito d’imposta per gli affitti. A chi è rimasto aperto come supermercati e macellerie, invece- prosegue il sindaco Parlato-  daremo mascherine e igienizzanti”. I bonus non saranno inferiori ai 500 euro. Con un bando si provvederà a chi , pur avendo la possibilità di proseguire la propria attività, ha registrato un netto calo delle vendite. “Il nostro supporto- prosegue il primo cittadino- vuole rappresentare un’iniezione di fiducia. I danni della pandemia vanno calcolati, non solo nell’immediato ma anche proiettandoli sul medio e lungo termine”. Un secondo passaggio dipenderà, invece, dalle indicazioni che arriveranno dal Governo e dalla Regione. In quest’ultimo caso, a Sortino sono stati destinati 169 mila euro, 50 mila già accreditate. Da verificare, tuttavia, le modalità di spesa. Parlato ricorda come alcuni criteri per l’assegnazione siano a suo parere inopportuni. “Escludere, ad esempio, chi ha avuto il contributo una tantum non è corretto, visto che quella cifra non aiuta di certo nessuno a risollevarsi. Idem per certi criteri legati all’Isee. Argomenti che probabilmente saranno discussi anche insieme agli altri sindaci dell’isola.