Siracusa. Coronavirus, dalla Rianimazione alla vita: la storia di un 68enne guarito

Dalla Terapia Intensiva alla vita. E’ una storia a lieto fine quella di un 68enne di Canicattini ma residente a Siracusa che ha superato la durissima prova del coronavirus. “Sono entrato morto, ho anche avuto un collasso dei polmoni e poi pure l’infarto”, racconta adesso Santo. Ha lasciato il reparto covid di Siracusa tra gli applausi del personale sanitario. Un corridoio di solidarietà dopo una battaglia per la vita condotta tutti insieme, dietro tute e mascherine. Oggi è finalmente rientrato a casa.
Il un decorso clinico, all’inizio sfavorevole, è durato oltre un mese e mezzo con un passaggio anche nel reparto di Rianimazione. “Grazie a tutti, alla dottoressa Franco, al dottore Di Stefano, al dottore Carpinteri e a tutta l’equipe delle malattie infettive e della rianimazione, sono rinato. Pensavo di non farcela”, confida non senza commozione.




Siracusa. Covid, l'ex direttore di Malattie Infettive Scifo: "Numeri pazzi sui contagi: ecco i dati veri"

“Numeri pieni di contraddizioni, spesso pazzi”. L’ex direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa, Gaetano Scifo spiega così i dati che riguardano l’andamento del contagio, della guarigione e dei decessi per Coronavirus in provincia di Siracusa.  “Noi abbiamo il maggior numero di guariti e il maggior numero di morti al contempo- spiega l’infettivologo- Le percentuali dicono questo. Ma come facciamo ad essere al contempo l’uno e l’altro?  197 contagiati della provincia è un numero errato, peraltro fermo da tre giorni”. I numeri vanno letti e interpretati e i conti non quadrano, secondo il noto specialista siracusano, che sta fornendo il proprio supporto alla squadra che gestisce l’emergenza in ospedale. Il numero dei pazienti a domicilio, ad esempio, secondo Scifo sarebbero in numero tre volte superiore rispetto a quanti ne emergerebbero, invece, dai numeri ufficiali. La verità sarebbe, per il medico siracusano, che in provincia abbiamo tra 320 e 330 casi effettivi, quindi saremmo al quarto posto in Sicilia. Questo, sulla base di una serie di calcoli basati sui dati diffusi dalla Regione. “Se il numero dei positivi non torna è per il ritardo degli esiti dei tamponi, enorme. Molti non saranno nemmeno mai registrati come caso Covid perchè qualcuno non ha mai avuto il risultato e forse non l’avrà mai. E’ il caso di una dipendente della Soprintendenza, che ha avuto tanti sintomi, ora sta benissimo, ha fatto un tampone 5 settimane fa e non ha mai avuto un risultato. Il sistema epidemiologico non ha quindi nemmeno raccolto tanti dati”.   In provincia sono stati effettuati oltre 4 mila tamponi dall’inizio dell’epidemia. “Non sono pochissimi ma nemmeno molti- dice Scifo- su una popolazione di 400 mila abitanti. Il problema è a chi sono stati fatti , se sono stati fatti congruamente, una serie di fattori da tenere in considerazione. C’è stata una carenza enorme”. Secondo l’ex direttore di Malattie Infettive non ci sarebbe da allarmarsi. “Un importante infettivologo di Catania mi ha comunicato che le strutture catanesi hanno ricevuto 17 pazienti siracusani con sospetto Covid. Questo vuol dire che i cittadini forse hanno sviluppato sfiducia per la sanità siracusana, anche alla luce delle polemiche che si sono sviluppate dopo servizi giornalistici andanti in onda sulle reti nazionali. Non dobbiamo temere. Che i pazienti vadano in trasferta a Catania per curarsi non deve accadere. Rassicuro la popolazione e invito a fare ricorso alle nostre strutture, che sono perfettamente all’altezza della situazione”. Avanzando delle previsioni, non è escluso che si possa arrivare a “contagi zero” intorno al 10 Maggio.




Siracusa. "Terapia Intensiva, lavoratori costretti ad attraversare percorsi sporchi"

La modifica del percorso stabilito per il  personale sanitario impegnato nella Terapia Intensiva dell’ospedale Umberto I. La chiede Vincenzo Vinciullo di Siracusa Protagonista, che descrive un “percorso tortuoso per entrare e uscire, cervellotico, che non garantisce la salute dei lavoratori”. L’ex deputato regionale parla di lavoratori “costretti ad attraversare il corridoio del Pronto Soccorso, destinato ai sospetti infetti da coronavirus, passare, poi , davanti all’Unità Operativa Complessa di Pneumologia e, solo dopo, imboccare le scale che portano al piano terra”. Al team incaricato , dunque, l’ex presidente della commissione Bilancio dell’Ars chiede modifiche “prevedendo, piuttosto, la possibilità di utilizzare le scale che portano alla Cappella dell’Umberto I e che  consentirebbero ai sanitari e al personale che lavora nella Terapia Intensiva di poter entrare ed uscire senza dover utilizzare i percorsi sporchi che oggi, invece, percorrono due volte al giorno”.




Siracusa. Circa 300 lavoratori in attesa del tampone di fine quarantena, Confindustria: "Così non potremo ripartire"

Circa 300 lavoratori della zona industriale da settimane in attesa del tampone di fine quarantena. Confindustria Siracusa denuncia una situazione che rischia di avere, secondo quanto spiega il presidente della sezione Imprenditori Metalmeccanici, Giovanni Musso, ripercussioni molto serie. L’associazione degli industriali ha sollecitato più volte, nelle ultime due settimane, l’Asp,il prefetto, Giusi Scaduto e le autorità sanitarie regionali a completare l’iter per consentire ai trecento lavoratori di poter riprendere la propria attività e alle aziende di  far ripartire i cantieri. “Ritengo fondamentale segnalare che i lavoratori che sono rientrati nel nostro territorio – dice Giovanni Musso, Presidente della Sezione imprenditori metalmeccanici di Confindustria Siracusa – e che hanno concluso la quarantena obbligatoria, stanno ancora aspettando da molto tempo di sottoporsi al tampone rinofaringeo per poter tornare a lavorare. Dal 4 maggio molte imprese saranno autorizzate a riprendere le attività e quindi bisogna per tempo provvedere alla mobilitazione dei cantieri – continua Musso. “Dopo un lungo periodo di chiusura che ha sicuramente danneggiato sia economicamente che finanziariamente molte aziende, occorre procedere con estrema urgenza alla effettuazione dei tamponi, evitando ritardi che nessuna impresa è in grado di sostenere: il danno economico per l’impresa sarebbe la perdita del lavoro”.




Siracusa. "La Sanità buona che resta nel cuore", lettera di due sorelle grate all'Hospice

“Chi dà non deve ricordarsene, ma chi riceve non deve mai dimenticarsene.” Inizia così il racconto di una donna siracusana, Manuela, che insieme alla sorella Rita ha vissuto uno dei momenti peggiori per ciascun figlio, la perdita della madre. “In un periodo in cui l’opinione pubblica tende a criticare ed evidenziare solo gli aspetti positivi della Sanità Pubblica siracusana- spiega – noi desideriamo condividere con la cittadinanza la professionalità, la sensibilità, la gentilezza, la premura e l’umanità riscontrate all’Hospice di Siracusa nella persona del dottor Moruzzi e tutto il personale medico, paramedico e volontario. Hanno seguito nostra madre e noi figlie,  attraverso parole buone e sincere nel momento più difficile della nostra vita e che hanno reso questo doloroso periodo di degenza più sopportabile.  In un ambiente familiare, caloroso ed umano, abbiamo trovato un mondo di persone e di relazioni che per mamma e per noi figlie sono diventate una vera famiglia, che ci hanno considerato persone e non numeri, elemento fondamentale per noi, già provate da così tanto dolore”. Il racconto di Manuela è quello della “dedizione con cui  veniva assistita la nostra adorata madre, accompagnata con dolcezza fino alla fine della sua vita. Non ci siamo mai sentite sole o abbandonate”. Gratitudine e ammirazione quella espressa. “Portano avanti il loro compito in condizioni non facili, senza mai dimenticare che il paziente è una persona e non un numero e partecipando alla sofferenza sua e della sua famiglia con parole di incoraggiamento e consolazione.
In tempi come i nostri dove la superficialità e la fretta sono la norma, il loro essere gentili, premurosi, attenti e realisti, ha fatto sì che ci sentissimo meno sole”.




Prove di normalità: riapre il Mercato del Contadino, distanziamento in piazza Adda

Riapre dopo lo stop per emergenza sanitaria il mercato del contadino di piazza Adda, a Siracusa. Sono ritornati gli stand dei produttori locali, seppur in una formula riveduta e corretta a causa del coronavirus. E quindi distanziamento sociale non solo tra gli acquirenti, comunque rispettosi della norma, ma anche tra gli stessi stand “protetti” con nastri e non totalmente aperti come è sempre stato in passato.
Oggi è stato il primo giorno di riapertura, inevitabili mille attenzioni per i nuovi comportamenti: distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone; prodotti disinfettati per le mani messi a disposizione anche dei clienti; guanti e mascherine obbligatori per i venditori. Ma su questo punto, anche i clienti di giornata si sono mostrati molto attenti. Pur non essendoci un obbligo preciso, hanno raggiunto il mercato del contadino indossando la loro mascherina. E con un ordine nella fila e nel distanziamento sociale prima ignoto a queste latitudini, specie in tempi “normali”.




Risposta a Feltri anche da Pachino: "Quest'edicola non venderà più Libero"

I chiarimenti forniti da Vittorio Feltri non bastano a sedare la bufera scaturita dalle dichiarazioni del giornalista in merito ai cittadini del Sud Italia , da lui ritenuti “inferiori” rispetto agli italiani del Nord. L’editoriale con cui chiarisce che  non si riferiva alle qualità morali e intellettuali ma al fattore economico non basta a placare quella protesta che è ormai partita, da Roma in giù. “Le mie dichiarazioni si riferivano al portafoglio e non certo al cervello” -ha aggiunto il direttore di “Libero”. E la risposta gli arriva anche dalla provincia di Siracusa, nel dettaglio da Pachino. Un cartello affisso davanti al Tabacchi Arangio annuncia che in quell’esercizio commerciale non sarà più venduto “Libero”. Una scelta compiuta anche in diverse altre città italiane del Sud come risposta, anche in questo caso decisamente legata al “portafogli”.




Siracusa. Auto cappotta, salvo il conducente: incidente autonomo sulla Statale 115

Incidente autonomo nel primo pomeriggio lungo la Statale 115. Poco prima del bivio per Santa Teresa di Longarini, una Seat Marbella è finita capovolta. Non sono chiare le cause che hanno portato al cappottamento della vettura.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno soccorso l’uomo alla guida. È stato affidato alle cure del 118.




Cassaro. Ponte riaperto al transito, singolare inaugurazione: tramite diretta Facebook

Inaugurazione reale ma al contempo “virtuale”. Le norme per il contenimento del contagio del Covid-19 spinge il Comune di Cassaro ad organizzare un taglio del nastro da seguire soltanto attraverso una diretta Facebook. Così, il sindaco, Mirella Garro ha annunciato dalla pagina del Comune l’apertura del Ponte di Cava Marina. Per poter vedere l’opera pubblica completa, l’invito è quello a collegarsi all’inaugurazione attraverso il web, ciascuno dal proprio smartphone, tablet o pc per assistere alla singolare cerimonia. Tra i commenti, anche la richiesta di accelerare l’iter per la riapertura del Ponte sull’Anapo, importante infrastruttura di collegamento tra la zona montana (Cassaro e Ferla in primo luogo) e il resto della provincia di Siracusa.




Ponte Cassibile, progetto approvato e finanziato. Ficara: "Bene, ma quanti ritardi"

“È stato finalmente approvato e finanziato dalla direzione generale di Anas il progetto per i lavori di consolidamento del ponte Cassibile”. Lo comunica il parlamentare siracusano del Movimento 5 Stelle, Paolo Ficara. “Nessun trionfalismo. Purtroppo sono stati accumulati ritardi su ritardi, in parte della Regione con autorizzazioni arrivate dopo i termini concordati, in parte anche di Anas stessa che non ha rispettato le scadenze più volte annunciate. Il nostro continuo pressing ha comunque evitato che la vicenda diventasse l’ennesima incompiuta”.
Ficara (M5s) sottolinea che adesso, “per provare a recuperare parte del tempo perduto, si può immaginare di procedere con un affidamento dei lavori in regime di accordo quadro. Si accorcerebbero così i tempi necessari per una gara, cosa che permetterebbe di essere finalmente pronti per dare il via ai lavori non appena sarà dichiata terminata l’emergenza sanitaria. E quel cantiere – insiste Ficara – deve essere uno dei primi a partire, per garantire interventi, lavoro e sicurezza delle infrastrutture viarie siracusane”.