Parte da Siracusa la petizione per chiedere di fare scuola all'aria aperta: via alle firme

Una petizione on line, lanciata oggi pomeriggio da Siracusa, dal Difensore dei Diritti dei Bambini del Comune, Carla Trommino. Serve per chiedere una didattica all’aria aperta nelle scuole italiane, “con il rispetto delle distanze adeguate, lezioni in movimento, secondo la strutture delle uscite didattiche, a partire dai più piccoli e da chi è maggiormente svantaggiato”. Una ripartenza graduale per la scuola, che sembra invece destinata a rimanere chiusa fino a settembre. “Nel resto d’Europa nel frattempo la riapertura delle scuole è già cominciata-fa notare l’avvocato Trommino nella petizione che viaggia su Change.org – Decine di migliaia di cittadini, genitori, educatori, psicologi, professori, hanno chiesto al Ministro di adoperarsi per garantire il diritto all’istruzione iniziando da subito a pensare, a progettare e organizzare la ripresa delle attività scolastiche in presenza, almeno a settembre e anche prima dell’estate per i più piccoli (vd. https://secure.avaaz.org). Ci uniamo a queste migliaia di cittadini per dirle, caro Ministro, che l’ARIA APERTA può essere una soluzione. Non si potrebbero ipotizzare lezioni peripatetiche, anche solo una volta la settimana, svolte camminando nei cortili della scuole o, meglio ancora, negli spazi pubblici all’aperto vicini alle scuole? A Siracusa, per fare un esempio concreto, al Teatro Greco, in Cittadella, al campo scuola, nell’ara di Ierone o alla Marina. Vere e proprie lezioni in movimento . In Danimarca e altri paesi europei si fa già, in Italia, nell’Ottocento, si è già fatto qualcosa di simile per i bambini malati e predisposti alla tubercolosi, come ci ha spiegato la proposta “una Scuola Speciale per Tutti” . Basterebbe per ripartire anche una lezione settimanale”. Un modo graduale per riattivare la dimensione sociale. L’idea è quella di svolgere questo tipo di lezioni, anche senza riaprire ancora le scuole, come uscite sul territorio, occasioni per conoscerlo meglio. “Tra aria aperta, uscite territoriali e digitalizzazione-secondo il Difensore dei Diritti dei Bambini di Siracusa-  questa scuola ai tempi del coronavirus potrebbe addirittura rappresentare un’occasione, del tutto inaspettata, come la pandemia stessa, per contaminare la scuola italiana con nuovi approcci e per inserirla in nuovi spazi, rendendola adeguata alle emergenze, al di là delle emergenze stesse”




Siracusa. Centralino Asp per emergenza covid-19, aumentate le postazioni del call center

Sotto la pressione di decine e decine richieste quotidiane, l’Asp di Siracusa ha incrementato le postazioni telefoniche del call center (0931484980) attivato per l’emergenza Covid 19, dal Dipartimento di Prevenzione.
Dalle 8 alle 20, medici specialisti rispondono alla cittadinanza e a quanti sono rientrati in provincia di Siracusa e si trovano in isolamento domiciliare fiduciario, per fornire informazioni utili in ordine agli obblighi, alla valutazione del rischio, alle procedure comportamentali da seguire, alla esecuzione dei tamponi. E’ attiva, inoltre, la casella di posta elettronica siracusacoronavirus@asp.sr.it.
“I cittadini che si trovano in isolamento domiciliare fiduciario e sono in attesa della convocazione per l’esecuzione del tampone in prossimità della scadenza della quarantena, nel caso in cui abbiano necessità inderogabili di rientrare al lavoro, possono segnalare il requisito di precedenza a mezzo mail o telefonando anche ai numeri 0931 484056-484039 dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18”, recita la nota diffusa nel pomeriggio dall’Asp di Siracusa.




Siracusa. Mille mascherine FFP2 per l'emergenza: donazione degli Ingegneri

Mille mascherine FFP2 all’Asp, per l’emergenza coronavirus. Le ha acquistate, per effettuare la donazione, il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa. Nelle settimane scorse, il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia, al termine di un incontro con il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Anselmo Madeddu, ha dato la totale disponibilità degli ingegneri di tutta la provincia di Siracusa a dare il proprio contributo. Le mascherine sono state ordinate ad un fornitore siciliano che ha provveduto a reperirle in un’azienda con sede in Cina.
Una parte del contributo dell’Ordine degli Ingegneri è stato stornato dal budget che, ogni anno, viene stanziato per finanziare la squadra di calcio per la partecipazione ai campionati nazionali di calcio tra tutti gli Ordini degli Ingegneri di Italia. L’edizione di quest’anno si sarebbe dovuta tenere a Rimini ma, a seguito dell’emergenza sanitaria, è stata annullata.
“Sono stati gli stessi colleghi che fanno parte – spiega il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia – della squadra a volere che il contributo fosse destinato per aiutare le strutture sanitarie del nostro territorio. Non potevamo sottrarci a questa chiamata alle armi contro il Covid19, per cui abbiamo deciso di stare al fianco dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario dell’intera provincia di Siracusa. Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri con voto unanime ha dato il via libera alla donazione. Abbiamo chiesto alla direzione dell’Asp di Siracusa in che modo avremmo potuto aiutarli e ci è stata sottolineata l’importanza delle mascherine”.

Foto: repertorio, dal web




Incidente stradale in contrada Cavadonna, auto finisce oltre la sede stradale

Incidente stradale questa mattina lungo la Statale 115, Floridia-Cassibile. Una vettura è finita oltre la sede stradale, scavalcando il muretto che la separa dalla campagna. Il sinistro è avvenuto poco distante dal carcere di Cavadonna. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco di Siracusa.
Hanno soccorso l’uomo alla guida, portato fuori dall’abitacolo. È stato affidato così alle cure del 118.




Finanza agevolata per le imprese siracusane: Confindustria chiede il potenziamento di Irfis Catania

Un potenziamento dell’ufficio Irfis- Finsicilia di Catania, al quale fa riferimento la gran parte delle imprese delle province di Siracusa, Catania e Ragusa, per meglio venire incontro alle esigenze della ripresa produttiva del territorio.
E’ quanto chiedono in una lettera al governatore della Regione siciliana, Nello Musumeci, il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco e il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, sottolineando l’importante ruolo dell’istituto finanziario regionale nel sostegno al tessuto produttivo dell’isola.
“Di fronte alle urgenti necessità di liquidità delle aziende e al fine di accelerare l’istruttoria amministrativa delle pratiche di finanziamento – scrivono Biriaco e Bivona – sarebbe auspicabile trasformare la sede Irfis di Catania da mero ufficio di rappresentanza a filiale strutturata per l’istruzione e la gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese”.
Per i due presidenti “il rafforzamento dell’ufficio etneo e la velocizzazione delle istruttorie sarebbero un segnale concreto di attenzione al mondo produttivo, con benefici certi per tutte le aziende, ritenendo l’Irfis una prestigiosa istituzione finanziaria che ha contribuito a far nascere e crescere l’imprenditoria siciliana”.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 103 contagiati, 60 ricoverati, 17 deceduti

Consueto aggiornamento quotidiano con i numeri dell’epidemia di coronavirus in provincia di Siracusa. Secondo l’ultimo report regionale, gli attuali positivi sono 103: 5 in più rispetto ad ieri, quando erano 98. Sottoposti a ricovero e terapia ospedaliera sono 60, mentre continua ad aumentare il trend dei guariti che si attesta adesso a 77. Mentre i decessi sono 17.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 113 (16, 15, 10); Catania, 664 (99, 114, 73); Enna, 319 (172, 33, 25); Messina, 412 (123, 59, 42); Palermo, 349 (70, 46, 27); Ragusa, 58 (4, 6, 6); Trapani, 112 (7, 18, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




L'odissea del tampone di fine quarantena, l'avvocato Mauceri: "istanza urgente al Tribunale"

Per la stragrande maggioranza dei siracusani che, in tutta la provincia, attendono il tampone di fine quarantena i giorni scorrono senza grosse novità. Lentamente, vengono effettuati alcuni test. Ma anche per chi riesce ad effettuare l’agognato tampone, non sono certi i tempi di ricezione del risultato. Motivo per cui, alla fine, sono molti quelli che non riescono a lasciare il loro domicilio “forzato”, nonostante in alcuni casi siano trascorsi anche 35 giorni di isolamento.
Abbiamo chiesto chiarimenti, anche dal punto di vista legale, al noto avvocato siracusano Michele Mauceri. “La carta costituzionale sancisce il diritto dell’individuo al godimento della libertà personale e le restrizioni alla stessa vanno inquadrate nel senso di costituire una eccezione a tale principio generale”, esordisce.
“Conseguentemente, se decorsi i 14 giorni di quarantena il soggetto, per riacquisire la libertà compressa momentaneamente per ragioni di sanità pubblica, deve essere sottoposto alla verifica del suo stato di salute con la esecuzione del tampone di controllo non v’è dubbio che tale diritto è insopprimibile ed è onere e dovere dell’ente preposto alla esecuzione dei test attivarsi per dare risposte concrete sui tempi e modalità del controllo medesimo”.
Ma quanto sta accadendo nel siracusano “si pone in contrasto con i diritti del cittadino in quarantena, e denota un mal funzionamento della pubblica amministrazione che è tenuta ad operare con imparzialità ed a garantire il buon andamento, principi anch’essi consacrati nella carta costituzionale all’articolo 97”, puntualizza Michele Mauceri.
Cosa fare, allora? “Il cittadino ha il diritto di rivolgersi alla autorità giudiziaria per vedere immediatamente riconosciuto il suo diritto ad essere sottoposto al controllo post quarantena attraverso una procedura d’urgenza”, la chiara risposta dell’avvocato Mauceri. La soluzione estrema, pertanto, pare essere quella dell’istanza urgente al Tribunale di Siracusa.




Verso fase due, la minaccia dei ristoratori: "così non riapriamo, per noi è una catastrofe"

Fase due, come ripartire? Se lo chiedono quasi 100 ristoratori della provincia di Siracusa che hanno firmato un documento inviato all’attenzione del governo nazionale. Uno dei promotori è lo chef Giampaolo Molisena che ha trovato la piena condivisione dell’iniziativa da parte di molti suoi colleghi di Avola, Noto, Siracusa, Portopalo e Palazzolo.
Ai ristoratori non piace la possibilità di riaprire con paretine in plexiglas, mascherine e tavoli a due metri. “Ipotesi improbabili, che hanno il solo scopo di confondere ancora di più le nostre giornate che stanno andando avanti senza un vostro aiuto”, spiega subito Molisena.
“Come si può chiedere di distanziare i tavoli a 2 metri?”, si domanda alzando la voce. “I nostri tavoli per noi sono la fonte del reddito. Se ci obblighi a riaprire e portare un’attività da 30 a 10 tavoli, capisci che il modello di business su cui si basa l’impresa non c’è più. Aprire a queste condizioni equivale, per noi ristoratori, ad una catastrofe. E lo stesso vale per i nostri dipendenti, per i fornitori, per i tecnici delle manutenzioni: un esercito di persone che se porti i tavoli da 30 a 10 non ha più senso di esistere”.
Se le indiscrezioni sin qui trapelate rispondessero al vero, i ristoratori siracusani minacciano la serrata. “Noi rimaniamo chiusi. Non siamo una fabbrica. Il nostro lavoro è basato sul piacere, sulla socialità. A queste condizioni non possiamo aprire. Queste non sono le condizioni per fare ristorazione. Non abbiamo ancora ricevuto i 600 euro di marzo, i dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione di marzo e siamo a fine aprile. E noi dovremmo riaprire, con il nostro modello di business dimezzato e con un economia che è al collasso e la stessa tassazione di prima? No grazie”.
Molisena è un fiume in piena. “Qui c’è gente che vuole lavorare. Ma per lavorare ci devono essere le condizioni. Ripartiamo dalle cose semplici. Non vogliamo prestiti, ma una tassazione equa che lasci margini per lavorare ed investire. Vogliamo fare il nostro lavoro. Vogliamo farlo nelle condizioni dignitose per farle: economiche e sociali. Oppure non apriamo. Non paghiamo nessuna tassa”.

foto da palermotoday.it




"In quarantena e dimenticati", approda all'Ars il caso dei parenti dell'87enne morto per Covid

Il dolore per la scomparsa, la quarantena, l’attesa dell’esito di un tampone, la mancanza di assistenza e , come se tutto questo non bastasse, rifiuti che nessuno ritira da ben 22 giorni. I familiari di Domenico Zappalà, 87enne deceduto lo scorso 4 aprile all’Umberto I di Siracusa dopo essere risultato positivo al coronavirus, sembrano essere stati abbandonati da tutti, dopo il “calvario” concluso purtroppo con la morte dell’uomo. Una storia che la magistratura sta ricostruendo, visto che l’anziano era stato ricoverato come primo passaggio all’ospedale Muscatello di Augusta, in Neurologia per essere sottoposto a controlli per via di un piccolo deficit mnemonico, stando al racconto dei figli. La vicenda approda adesso all’Ars, l’assemblea regionale siciliana. Il deputato 5 Stelle Stefano Zito annuncia di volerla sottoporre all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. “La figlia e il nipote dell’uomo sono soli- racconta in un post Zito: il dolore del lutto, le telefonate che tardano ad arrivare, sommersi dai rifiuti per un rimpallo tra Comune e Asp sulle rispettive competenze, anche perchè non si sa ancora se siano positivi o meno, non essendo arrivato l’esito del tampone, 22 giorni trascorsi così . Troppa burocrazia, troppi ritardi”.

 




Siracusa. Misure anti contagio: sanzioni della Polizia Provinciale

Proseguono i controlli sul territorio anche da parte della Polizia Provinciale per verificare la corretta applicazione delle misure di contenimento del coronavirus.
Dal 14 aprile fino alla giornata di ieri, sono state controllate numerose persone sette delle quali sanzionate perché in base agli accertamenti è emerso che circolavano senza un valido motivo. La sanzioni sono state elevate a Siracusa, Ferla, Pachino, Noto, Francofonte, Sortino e Melilli.
Nell’ambito delle operazioni di controllo, una persona è stata altresì denunciata all’autorità giudiziaria per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto d’identificazione.
Due persone dopo accertamenti sulle dichiarazioni fornite sono state denunciate per falsa attestazione/dichiarazione a pubblico ufficiale.
Quattro persone sanzionate sulla SP 10. Andavano in giro senza motivo valido (raccoglievano asparagi) .