Coronavirus, la Bcc di Pachino stanzia 50 mila euro per gli ospedali del territorio

Una donazione di 50 mila euro per l’acquisto di materiale medico e sanitario da destinare agli ospedali del territorio. La Bcc di Pachino, banca di credito cooperativo, ha stanziato la somma di cui beneficeranno il Trigona di Noto, l’Umberto I di Siracusa, l’ospedale Maggiore di Modica, l’ospedale di Acireale e quello di Taormina.
Gli acquisti, consegnati la scorsa settimana, riguardano il materiale medico-sanitario di cui le strutture ospedaliere hanno maggiore bisogno in questo momento. In particolare sono stati donati: 3 ventilatori polmonari ,12 elettrorespiratori con casco, 2 defibrillatori, 1 elettrocardiografo, 8 saturimetri, 4 aspiratori portatili, 1 carrello emergenza, 3 pompe siringa, 300 litri di gel disinfettante.




Siracusa. Polemiche dopo Report, Favara: "La superficialità minaccia per la nostra salute"

“La superficialità di chi ci gestisce, non deve diventare una minaccia per la nostra salute”.  Cosi il capogruppo di Amo Siracusa commenta la polemica scaturita dopo la messa in onda di Report. “Rafforzo in me la convinzione di non essere rappresentato come dovrei-dice Favara – e non parlo da consigliere ma da ipotetico utente e paziente. Credo che come me la pensino decine di siracusani;
Il tentativo di voler far passare il nostro presidio come uno dei più avanzati e preparati all’emergenza è stato finalmente smascherato”. Favara torna a manifestare solidarietà nei confronti del personale sanitario. “Dovevamo essere la provincia più tutelata -prosegue Favara – visto che accogliamo centinaia di trasfertisti”. L’esponente di Amo Siracusa esprime cordoglio alla famiglia del direttore del parco archeologico di Siracusa Rizzuto, vittima del coronavirus e alle altre famiglie colpite “da tale dolore. Questo avrebbe forse dovuto dirlo qualcun altro, invece di trincerarsi dietro i silenzi”. Chiaro il riferimento al direttore generale dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 79 contagiati, 44 ricoverati, 7 deceduti

Salgono a 79 i positivi al coronavirus in provincia di Siracusa. Due in più rispetto ad ieri. I ricoverati sono 44, 25 i guariti, 7 i decessi.
L’aggiornamento viene fornito, come ogni giorno, dalla Regione. Questi i casi di Coronavirus riscontrati nelle varie province: Agrigento, 106 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 92 (22, 4, 8); Catania, 540 (159, 25, 49); Enna, 271 (168, 1, 15); Messina, 320 (139, 17, 25); Palermo, 260 (74, 29, 12); Ragusa, 47 (7, 4, 3); Trapani, 100 (24, 1, 3).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Siracusa. Oncologia si trasferisce ad Avola, i locali diventano Pronto Soccorso Non Covid

Il reparto di Oncologia dell’ospedale Umberto I di Siracusa si trasferisce temporaneamente al Di Maria di Avola. E’ uno degli annunciati cambiamenti apportati all’organizzazione della gestione dell’emergenza Covid-19. Il reparto di Oncologia del nosocomio di Siracusa sarà il Pronto Soccorso Non Covid-19, in base al nuovo piano predisposto. I pazienti oncologici, invece, riceveranno i loro trattamenti chemioterapici, immunoterapici e le target therapy in regime di DSAO (Day Service Ambulatoriale Ospedaliero). L’ambulatorio per le prime visite e quelle urgenti, l’ambulatorio dedicato alle terapie orali ed i ricoveri in regime di degenza ordinaria.
Per qualunque necessità, garantisce l’Asp,  i pazienti possono continuare a rivolgersi al numero telefonico di segreteria 0931.724468, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12,30, oppure per email all’indirizzo oncologia@raosr.it.




Siracusa. L'odissea dei tamponi di fine quarantena, attesa di una chiamata che non arriva

La quarantena volontaria sta diventando infinita per molti di quei siracusani rientrati dal nord. Come prescritto dalle norme, una volta tornati in Sicilia dal Settentrione, si sono registrati, hanno segnalato il loro domicilio ed osservato scrupolosamente i 14 giorni di isolamento. Ma per poter lasciare la quarantena, come da ordinanza regionale, devono prima essere sottoposti a tampone.
Tra ritardi vari, in molti sono ormai arrivati persino a 20 giorni di isolamento. Si affidano via whatsapp all’ironia: “se non ci uccide il coronavirus, ci uccide la solitudine”. Contattati dalla nostra redazione attraverso i social, molti raccontano di essere in buona salute. Di non avere o non aver mai avuto per tutto il periodo sintomi. Vorrebbero tornare a casa, dalle loro famiglie. Qualcuno ha anche ricevuto offerte di lavoro dall’estero e rischia di perderle perchè non può ancora uscire da casa. Una odissea autentica in pieno isolamento sociale.
Come Antonio ed i suoi fratelli. Rientrati tutti e tre dalla Lombardia, dal 16 marzo sono in isolamento volontario. Doveva concludersi il 30 marzo, ma Antonio ed uno dei suoi fratelli sono ancora in attesa di notizie circa la data di effettuazione del loro tampone. Il terzo fratello è stato fortunato: “è stato chiamato e ieri alle 15 ha fatto il tampone. Però gli hanno detto che deve stare in isolamento fino a quando non arriva risultato. E ovviamente non si quando arriva questo benedetto risultato”.
C’è poi la storia di Pino. Anche lui ormai da 20 giorni in quarantena. La moglie lascia la spesa davanti alla porta e va via. Un saluto a distanza, dalla finestra, con guanti e mascherina. “Aspetto ancora un contatto o almeno una risposta ai miei quesiti. Ma niente di niente. Lo scorso 4 aprile ho ricevuto una telefonata. Speravo fosse quella dell’Asp ed invece era la Protezione Civile che mi chiedeva se tornavo a lavoro. Ma dico io, prendete in giro? Sono chiuso in casa che aspetto questo tampone e mi chiedete se vado a lavorare? Non ho parole”, si sfoga.
C’è rabbia anche nelle parole di Salvo. “Un mio parente ha finito la quarantena e ancora aspetta il tampone. Intanto il suo datore di lavoro gli ha detto che deve partire per l’Olanda. E se rifiuta rischia quasi, quasi il licenziamento”. Hanno chiamato, anche i parenti, il numero messo a disposizione dall’Asp. “Ma ci hanno risposto che loro sono un call center e non sanno cosa rispondere. Abbiamo parlato con il medico di famiglia e ci ha rimandato all’Asp per questo aspetto. Possibile che nessuno si preoccupi di queste cose?”.
Le sollecitazioni aumentano. Sotto il peso delle migliaia di rientri dal nord, il sistema è andato purtroppo in sofferenza. Ed è lo stesso sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ad intervenire. “Mi sono fatto portavoce presso i responsabili dell’Asp di Siracusa di questa problematica. Mi è stato riferito che in giornata arriveranno alcuni esiti e nei prossimi giorni arriveranno anche le altre risposte. Si devono accelerare i tempi e, soprattutto, va instaurato un rapporto diretto e costante con i cittadini, a partire da una verifica costante del corretto funzionamento della linea telefonica dedicata. Abbiamo il dovere di limitare al massimo l’esistenza di tali criticità”.




Siracusa. La Casa del Pellegrino diventa una covid house, in corso la sanificazione

Sono cominciati i lavori di sanificazione della Casa del Pellegrino. Dopo la firma del protocollo a due tra Asp e ente Santuario Madonna delle Lacrime, dal primo aprile la struttura è a disposizione dell’Azienda Sanitaria. Un accordo a titolo gratuito per l’utilizzo delle 71 camere della struttura che verranno destinate ai cosiddetti pazienti “grigi” ovvero non bisognosi di terapia strettamente ospedaliera. I servizi saranno curati dall’Asp con suo personale, a cui verranno destinate alcune camere della struttura. La previsione è quella di riuscire ad aprire la struttura tra sette giorni.
Sin dal mese di febbraio la Casa del Pellegrino era stata inserita tra gli edifici pubblici comunali a disposizione dell’eventuale emergenza sanitaria, insieme all’ex orfanotrofio di Grottasanta. Solo nelle ultme settimane, però, si è accelerato. Pur essendo edificio di proprietà comunale, viene gestito dall’ente chiesa Santuario in virtù di un comodato d’uso al centro, negli ultimi tempi, di diverse contrapposizioni ed interpretazioni, anche legali.
In provincia, individuata una seconda struttura alberghiera ad Augusta, nei pressi dello svincolo autostradale. Anche lì, disposto l’avvio delle procedure di accurata sanificazione. La Regione, nei giorni scorsi, aveva anticipato il ricorso a questa misura per ampliare i posti letto disponibili per fronteggiare l’emergenza coronavirus.




Siracusa. Ancora medico del Pronto Soccorso positivo al Coronavirus: adesso sono otto

Ancora un medico positivo al Coronavirus. La notizia è di oggi e si tratta dell’ottavo caso di Covid-19 che vede coinvolti medici dell’ospedale Umberto I. L’esito del tampone effettuato al medico impegnato in prima linea nel contrasto all’emergenza sanitaria arriva proprio nel giorno in cui parte una nuova fase di gestione dei percorsi all’interno della struttura sanitaria, con la separazione dei percorsi, che dovrebbe poter garantire ai pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso per ragioni differenti da quelle legate ai sospetti Covid di non venire in alcun modo a contatto con i “grigi” e a maggior ragione con l’area Covid. Proprio il numero dei contagiati tra gli operatori sanitari dell’ospedale Umberto I rappresenta motivo di aspre polemiche. I sindacati hanno espresso chiaramente la propria ira per come la questione è stata gestita fino a questo momento e chiedono tutele per medici, infermieri e ausiliari, con la sanificazione degli ambienti e l’eventuale ricorso a strutture mobili nelle more che le operazioni vengano effettuate.




Siracusa. Alcool e mascherine, su i prezzi anche in farmacia: "Logiche di mercato"

Aumentano i prezzi di mascherine e di altri prodotti particolarmente richiesti per affrontare l’emergenza Coronavirus, anche nel territorio provincia e, secondo diverse segnalazioni, anche nelle farmacie. A spiegarne le ragioni è il presidente di Federfarma Siracusa, Salvo Caruso . Nulla di anomalo, spiega nella sua disamina. “Purtroppo si tratta di regole di mercato-premette- Tutto parte dalla combinazione tra grandissima domanda e difficoltà nella logistica e nello sdoganamento. Moltissimi prodotti non si trovano più. Chi è riuscito a procurarli, in genere, li ha pagati molto più cari del solito. Dato che per ogni prodotto, vi è più di un passaggio, basta che il prezzo di acquisto non sia più quello normale, che allo stesso modo non lo diventi in prezzo di vendita. Per intenderci-dice ancora- oggi è facile trovare un litro d’alcool con il prezzo quadruplicato. E’ impensabile poterlo rivendere ai prezzi pre-crisi. La scelta quindi è tra non fornire un presidio indispensabile, perché non si vuole sottostare a questo meccanismo, oppure scegliere di provare a trovare prezzi che non siano decuplicati e informare di questa situazione il cliente”. Su alcool e mascherine, in particolar modo, si è scatenata una vera e propria speculazione.




Esposto in Procura, il Codacons: "Pochi dpi, ma ogni Asp ha piano approvvigionamento"

Con un nuovo esposto alla Procura di Siracusa, il Codacons chiede di indagare sul mancato rispetto in Sicilia del Piano Operativo Regionale per le Pandemie. L’avvocato Bruno Messina, dirigente dell’Ufficio Legale Regionale, spiega che “occorre verificare come mai medici, infermieri e operatori del 118, sin dai primi giorni di emergenza in Sicilia, lamentino la mancanza dei dispositivi di protezione, nonostante i piani di approvvigionamento delle Aziende Sanitarie”.
Questi piani per le singole Asp, secondo quanto spiega Bruno Messina, sono previsti dal Piano Operativo Regionale per le Pandemie, in cui, sin dal 2009 si stabilisce che “ogni azienda sanitaria deve stimare il fabbisogno di DPI attraverso il censimento degli operatori sanitari, per singolo presidio e mettere a punto dei piani di approvvigionamento e distribuzione. Sono da considerare fra le strutture da dotare di DPI, oltre a quelle di ricovero, ambulatori, distretti, servizi di sanità pubblica e veterinari, laboratori. Dovrà inoltre essere prevista la fornitura di DPI ai servizi di guardia medica e 118, ai medici di medicina generale ed ai pediatri”.
Questi piani sarebbero stati adottati a livello regionale sulla base del Piano nazionale di preparazione e risposta per una pandemia influenzale, stilato secondo le indicazioni dell’OMS del 2005 e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2006.
“Dunque – afferma Messina – se ogni Asp effettua una stima dei DPI necessari, come è possibile che già dopo i primi casi di coronavirus in Sicilia gli operatori sanitari si sono dichiarati sprovvisti dei dispositivi? Allora a che cosa servono i piani di approvvigionamento? Questi ed altri interrogativi dovranno sciogliere i magistrati”.




Siracusa. Raccolta alimentare anche per cani e gatti: "spesa sospesa" per animali domestici

Solidarietà anche per cani e gatti: L’assessorato alla Tutela degli animali e randagismo del Comune di Siracusa ha avviato la spesa sospesa per gli animali da affezione. Grazie alle donazioni, vengono raccolti generi alimentari per gli amici a quattro zampe, poi distribuiti alle famiglie in difficoltà economica ed ai volontari attivi sul territorio che continuano ad occuparsi delle colonie feline e canine presenti in città.
“A loro – dice l’assessore Cosimo Burti – un sentito ringraziamento per il supporto e il valido sostegno in questo particolare momento delicato per i tanti randagi presenti in città”.
La “spesa sospesa” per cani e gatti si effettua nei seguenti esercizi commerciali:

Lidl
Via Elorina 140
Viale S.Panagia 107

Conad
Viale Epipoli 87 tel:0931740813,
Viale S. Panagia 238 tel: 0931311422,
Via dell’Olimpiade 15 tel: 0931452553,
Via Re Ierone II 50 tel: 0931449344,
Viale Zecchino 44 tel: 0931411311

Eurospin
Via Luigi Foti, 1
Viale Scala Greca, 33
Via Columba, 19

Sipa
Via Lentini

Decò

MD Pizzuta

Crai Simpatia Ortigia

Simpatia Crai

Gusto
Via Maestranza