Siracusa. Il direttore di Oncologia: "noi sanitari consapevoli del rischio contagio, però…"

“E’ chiaro che noi sanitari abbiamo la consapevolezza nella gestione di questa situazione di grave emergenza di vivere una quotidiana potenziale esposizione all’infezione, in particolar modo quando la subiettività clinica di qualsiasi paziente non è marcatamente evidente”. A dirlo è Paolo Tralongo, direttore del reparto di Oncologia medica dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Da voce in maniera elegante alle difficoltà dei sanitari in questi giorni di emergenza: come stabilire quando si è a contatto con un asintomatico? Se, ad esempio, si va in ospedale per una frattura, si viene curati per quella. Soprattutto se in assenza di altri sintomi, come appunto nel caso degli asintomatici. Non viene certo effettuato tampone, eppure i sanitari sono stati – a loro insaputa – a contatto con un contagiato e contagiati a loro volta.
Proprio di ieri la notizia del contagio di due operatori sanitari (medico e infermiera), dopo la diagnosi di positività di una paziente che era ricoverata in Oncologia. La paziente è stata trasferita al reparto covid di Malattie infettive. Tutto il personale, sia della degenza ordinaria che del DSO-DH è stato sottoposto a tampone, così come i pazienti, e tutti gli ambienti sono stati sanificati.




Siracusa. Covid-19, l'allarme di Carasi (Cisl): "Troppi medici ammalati, sanificare subito l'ospedale""

“L’ospedale va subito sanificato e servono esperti a supporto dei nostri medici, che si stanno progressivamente ammalando tutti. Ben vengano strutture da campo”. Non usa mezzi termini Vera Carasi della segreteria territoriale Cisl, che questa mattina su FMITALIA ha lanciato un chiaro grido d’allarme, facendo seguito alla presa di posizione netta che il sindacato ha assunto nelle scorso ore, con la richiesta di tutele concrete nei confronti del personale sanitario, esposto al rischio (che in diverse occasioni si è concretizzato) di contrazione del Coronavirus. Vera Carasi dice “si” alla realizzazione di un ospedale di campo militare, con specialisti infettivologi e altri esperti che possano aiutare il personale degli ospedali della provincia a condurre la battaglia contro il Covid-19. “Il nostro personale va tutelato- tuona Vera Carasi- I medici e gli infermieri cercano casa per proteggere le loro famiglie. Non è una guerra, è peggio- aggiunge- Siamo in prima linea, con una doppia sofferenza. L’ospedale deve essere sanificato interamente- la sollecitazione della rappresentante della Cisl – e dobbiamo trovare il modo di affrontare l’emergenza. Ben vengano a questo punto  posti e strutture aggiuntivi, insieme a medici competenti”. Il ragionamento di Vera Carasi è legato anche all’aspetto tempo. “Se riuscissimo a contenere il contagio dove non deve esserci-argomenta- ne usciremmo prima. L’emergenza è sanitaria ed economica. La gente deve tornare a lavorare e noi dobbiamo aiutarli, non possiamo affamare il popolo. Il problema è di estrema gravità, perchè i medici si stanno contagiando più della collettività che assistono”.




Da Malta in Sicilia, via libera al rientro dei 300: tra loro diversi siracusani

Poco meno di 300 siciliani domenica in regione torneranno da Malta, dove erano bloccati da settimane. Tra loro anche diversi siracusani.
È arrivato anche l’ultimo nulla osta e domenica mattina, alle 6.30, lasceranno l’isola dei Cavalieri con un catamarano messo a disposizione per l’occasione dalla Virtu Ferries. Partenza dal terminal marittimo di Valletta con destinazione Pozzallo.
“L’imbarco, il viaggio e la prosecuzione verso le singole abitazioni private sono soggette a regole molto rigorose”, rammentano dall’ambasciata italiana a Malta. “È fatto obbligo di proseguire verso la destinazione finale con mezzi propri o privati. Chi ne fosse sprovvisto verrà accompagnato dalla Protezione Civile in un albergo di Ragusa messo a disposizione per l’occasione, dove dovrà necessariamente trascorrere il periodo obbligatorio di quarantena di due settimane”. Quarantena obbligatoria per tutto, anche quello che raggiungeranno le abitazioni private.
La vicenda era stata seguita anche dal Ministero dei Trasporti ma per organizzare il rientro dei 300 siciliani è stato necessario attendere anche il via libera della Regione.

Foto dal web




Siracusa. Chiude per un mese lo sportello dell'Ufficio Immigrazione: rinviate le convocazioni

A seguito dell’emergenza legata al virus COVID-19 e alle necessarie misure precauzionali da adottare, lo sportello dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Siracusa, come da linee guida impartite dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sarà chiuso, temporaneamente per un periodo di trenta giorni a partire da oggi, al pubblico. Pertanto, si procederà al rinvio delle convocazioni degli stranieri già fissate nell’agenda di poste italiane.
Gli interessati potranno prendere visione delle eventuali nuove convocazioni a mezzo dei consueti canali web o tramite sms personale.




Siracusa. Riapre l'ufficio postale di Belvedere: da martedì per tre giorni a settimana

Riapre l’ufficio postale di Belvedere. Dopo le proteste dei cittadini, di cui il delegato, Salvo Ortisi si è fatto portavoce nei giorni scorsi, la decisione sarebbe stata rivista. Poste Italiane avrebbe fatto marcia indietro, comprendendo le difficoltà a cui i residenti di Belvedere andavano incontro essendo costretti a spostarsi in zone distanti della città per potere usufruire dei servizi degli uffici postali, soprattutto con le restrizioni in corso in merito agli spostamenti per il contenimento del contagio del Coronavirus. Nell’ufficio postale saranno garantite tutte le norme di sicurezza e distanziamento sociale stabilite a tutela dei cittadini utenti e dei lavoratori, in coerenza con le previsioni di cui a protocollo del 14 marzo 2020.  L’apertura è prevista per la prossima settimana, il martedì, giovedì e sabato.




Siracusa. Coronavirus, controllate in provincia oltre 29 mila persone e quasi 16 mila attività commerciali

Controlli su 29.117 persone e 15.727 esercizi commerciali. Sono i numeri forniti dalla prefettura di Siracusa relativi all’attività condotta in provincia per garantire il rispetto delle misure anti contagio emanate dal Governo e dalla Regione.
Notificate 27 sospensioni di attività economiche tra le 317 pervenute al 3 aprile 2020.
Altre 23 sono state inviate alle Prefetture territorialmente competenti e 57 archiviate perché
ricomprese tra quelle già autorizzate dalle disposizioni vigenti. Ai fini dell’istruttoria, ci si avvale del supporto di un gruppo di lavoro formato da rappresentanti della Camera di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, della Consulta delle Associazioni datoriali di categoria e dei sindacati.
Dal 12 marzo, alle 1.234 delle 1.392 persone sanzionate dalle pattuglie della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza è stata contestata la circolazione in assenza di “comprovate esigenze lavorative”, “assoluta urgenza” o “motivi di salute”, procedendo, in molti casi, a denunce penali per altre condotte, per esempio per aver falsamente attestato fatti e circostanze nelle autocertificazioni esibite o dichiarato una falsa identità.
Nei confronti di 51 dei 58 esercizi commerciali sanzionati – poiché non avevano provveduto a sospendere l’attività in violazione alle disposizioni emanate per l’emergenza sanitaria – il personale della Questura, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ha contestualmente disposto l’immediata chiusura per impedire la prosecuzione o la reiterazione della trasgressione.
Per tali ipotesi, la Prefettura ha già adottato 13 provvedimenti di sospensione con effetto dalla
data in cui saranno revocate le misure di sospensione per motivi sanitari ora vigenti ed ha in corso di
istruttoria i restanti 45 procedimenti. “Restare a casa” – l’appello che parte dalla prefettura- è lo strumento principale di autoprotezione ma è anche il modo migliore per testimoniare la
gratitudine a tutti coloro i quali si stanno adoperando per la tutela della salute pubblica, negli ospedali, su strada, nelle filiere produttive e commerciali essenziali, nel volontariato, nelle Istituzioni”.




Siracusa, coronavirus: positivi medico ed infermiera di Oncologia. Cisl: "Tamponi subito"

“Tampone a tutto il personale sanitario. Subito. Ancora un medico e una infermiera positivi all’Umberto I”. Torna a levarsi forte la voce della Cisl di Siracusa, con il suo segretario provinciale Vera Carasi insieme a Vincenzo Romano (Cisl Medici) e Daniele Passanisi (Fp Cisl). “Ai fascicoli d’inchiesta penseremo dopo; adesso ci si attivi per tutelare la salute di tutti gli operatori e, con essa, quella di tutte le persone che si affidano alle varie Unità operative della struttura”, spiegano dopo i nuovi casi di positività all’interno dell’Umberto I di Siracusa.
“Abbiamo l’obbligo morale di intervenire in tempo. Non possiamo permetterci di pagare leggerezze o disposizioni errate. Prima il Pronto soccorso, questa mattina Oncologia. Stiamo parlando di reparti dove è evidente la presenza di soggetti con immunodeficienza. Ci vuole un incontro urgente con i vertici provinciali dell’Asp – incalzano i tre – Ora ci vuole tempestività e priorità nell’effettuazione dei tamponi a tutto il personale sanitario, nessuno escluso, e la tracciabilità di tutti i degenti transitati dall’Umberto I negli ultimi quindici giorni. Oltre ad una immediata sanificazione degli ambienti che, fino a stamattina, hanno ospitato il reparto di Oncologia e che prossimamente saranno parte attiva nello sdoppiamento del Pronto soccorso già deciso qualche giorno fa. Si attivi immediatamente il Sindaco di Siracusa. È lui, in base alla legge 502 del 1992, la massima autorità sul territorio comunale in materia di sanità pubblica”.




Siracusa. Processi sospesi fino al 31 maggio, misure straordinarie della Corte d'Appello di Catania

La Corte d’Appello di Catania ha deciso. I processi civili e penali non urgenti restano sospesi fino alla fine di maggio. Lo dice una nota ufficiale del presidente Giuseppe Meliadò diffusa oggi, che stabilisce le “misure straordinarie urgenti da adottare per il contenimento del Coronavirus e gli effetti negativi sull’attività giudiziaria”. Dal 15 aprile, dunque, si slitta al 31 maggio. Un provvedimento che si rende “necessario alla luce del carattere particolarmente diffuso dell’epidemia e dell’incremento dei casi nel territorio nazionale, oltre che dello specifico pericolo in Regione derivante dal rientro di migliaia di persone”. Al palazzo di Giustizia restano soltanto i magistrati, i dipendenti e gli utenti interessati alla trattazione di affari urgenti non differibili.  Diventa prioritario, per la Corte d’Appello di Catania, valutare la possibilità di accesso da remoto per i dipendenti, visto che , se così non fosse, l’incremento del lavoro e la necessità di svolgerlo dall’ufficio potrebbe comportare “un indebolimento dell’obiettivo prioritario del contrasto all’emergenza epidemiologica.  Analoghi provvedimenti sarebbero pronti ad essere adottati anche a Siracusa, come la stessa nota chiarisce.




Siracusa. Covid-19, Municipale in campo per contrastare il "relax dei siciliani"

Municipale in campo con una presenza ancora maggiore sul territorio. Oggi pattuglie dislocate in diversi luoghi anche all’interno della città e non soltanto agli ingressi, per controllare quanti si trovano fuori casa e la ragione per cui si trovano per strada. Un input, quello che è partito ieri dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che è stato subito colto. Un’azione di contrasto incisiva a quello che il governatore ha definito il “relax dei siciliani”, commentando negativamente l’atteggiamento tenuto da quanti continuano a ignorare i divieti imposti tanto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, quanto le restrizioni imposte invece a livello regionale




Il video delle polemiche, l'avvocato: "non è un fake, quell'uomo è dipendente Asp"

L’uomo che si vede nel filmato che ha scatenato mille polemiche “è dipendente dell’Asp”. Un infermiere a tutti gli effetti, insomma. A dirlo è il suo avvocato, Giuseppe Calvo. Quel video, con accuse a medici ed autorità sanitarie per via delle precarie condizioni di sicurezza a lavoro, ha raggiunto centinaia e centinaia di utenti in poche ore, sollevando un polverone a cui l’Asp di Siracusa ha tentato di porre rimedio parlando di “fake”.
“Il mio cliente è dipendente dell’Asp ma non è stato lui a pubblicare il video incriminato sui social”, spiega l’avvocato Calvo.
Anche la Procura ha acceso i suoi riflettori sulla vicenda ed ha identificato in poche ore l’uomo autore del video. “Non è stato però ancora interrogato dagli inquirenti e neanche è stato ancora al palazzo di giustizia. Abbiamo solo ricevuto una telefonata dalla Polizia giudiziaria. Verrà ascoltato a breve come persona informata sui fatti”. Al momento, quindi, nessun indagato.
Resta da capire come il video sia finito sui social, totalizzando in poche ore migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Per il difensore dell’uomo, quelle immagini e quelle parole era destinate ad una chat privata. Un numero circoscritto di utenti. Ma da quella chat, però, in qualche modo è uscito, finendo in altre chat e sui social.