Coronavirus: 12 i ricoverati a Siracusa, 282 i contagiati in Sicilia: 45 in più di ieri

Sono 12 i pazienti ricoverati a Siracusa perchè positivi al Coronavirus. Lo dicono i dati aggiornati alle 12 di oggi e comunicati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 3.294, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità, invece, 282 campioni (45 più di ieri). Risultano ricoverati 129 pazienti (23 a Palermo, 58 a Catania, 13 a Messina, 2 ad Agrigento, 4 a Caltanissetta, 6 a Enna, 3 a Ragusa, 12 a Siracusa e 8 a Trapani) di cui 29 in terapia intensiva, mentre 138 sono in isolamento domiciliare, dodici sono guariti (sei a Palermo, due ad Agrigento e Messina, uno a Enna e Ragusa) e tre deceduti.

 




Siracusa. Sulle mascherine è scontro a distanza tra i medici di famiglia e l'Asp

Tra medici di famiglia, pediatri di libera scelta ed Asp di Siracusa è scontro a distanza sui dispositivi di protezione individuale, ed in particolare le mascherine. Nei giorni scorsi, le segreterie provinciali della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) e dei Pediatri (Fimp) avevano inviato una nota congiunta di diffida alla Prefettura, alla Protezione Civile e per conoscenza all’Azienda Sanitaria. A causa della mancata fornitura di mascherine e dpi, Fimmg e Fimp declinavano “ogni responsabilità per danni (da covid-19, ndr) arrecati a terzi dai propri iscritti”, ritenendo invece responsabile l’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa.
Una posizione che non è andata giù al direttore generale dell’Asp. “Spiace ricevere una simile lettera da chi, invece di collaborare con le istituzioni, cerca esclusivamente di tenersi lontano da responsabilità civili e penali, anzichè assumersi quelle morali e deontologiche”, scrive il manager Salvatore Lucio Ficarra. “I medici di Medicina generale ed i pediatri di libera scelta non sono dipendenti dell’Asp ma si tratta di liberi professionisti”, aggiunge. Non essendoci pertanto un rapporto di lavoro diretto, “resta in capo a ciascuno dei professionisti approvvigionarsi dei dpi e di quanto necessario per proteggere sè e gli altri dall’infezione coronavirus”. Il direttore dell’Asp anticipa poi controlli negli studi dei medici, per verificare il rispetto delle normative vigenti.
Il segretario della Fimmg di Siracusa, Giovanni Barone, si mostra sorpreso “dal tono aggressivo usato nei confronti dei medici di Medicina Generale, come se non volessimo fare la nostra parte in questo difficile momento”. Barone non lo conferma espressamente, ma molti colleghi hanno pesato come esagerata ed esasperata la reazione dell’Asp. “Questi presidi di protezione purtroppo non si trovano. L’assessore regionale alla Salute ha detto che, se arriveranno, saranno distribuiti anche ai medici di famiglia. Ed alla fine questo era quello che avevamo chiesto in più di una occasione. Vorremmo solo poterci difendere. Siamo in prima linea ed accettiamo con dedizione la responsabilità verso i nostri pazienti”.
Gli studi medici rimangono infatti aperti, “ma con tutte le precauzioni del caso come disposto dalle norme vigenti”, ricorda Barone. Così, ad esempio, in caso di sintomi influenzali potenzialmente sospetti, scatta il pre-triage telefonico con contatti continui tra medico e paziente. In caso di peggioramento, il medico di famiglia coordina il passaggio del caso al 118 ed alla struttura sanitaria di emergenza-urgenza. “Seguiamo scrupolosamente le norme e teniamo anche alla protezione nostra e dei nostri collaboratori di studio. Senza dimenticare che i medici di medicina generale tornano anche loro ogni sera a casa dalle loro famiglie”.
Con una sua nota, intanto, l’Asp “si rimette al senso di responsabilità richiesto in questo momento di grande emergenza, invitando tutti a prendere atto con oggettività della carenza di dispositivi di protezione individuali, problematica che investe tutto il territorio nazionale”.

foto da igv.it




Rientrano in Sicilia i lavoratori siracusani bloccati a Villa San Giovanni: "ora quarantena"

Si sono imbarcati nella tarda mattinata i lavoratori siracusani bloccati da ieri sera a Villa San Giovanni. Tra le nuove disposizioni che “chiudono” la Sicilia e le norme di prevenzione del contagio da covid-19, si erano visti negata la possibilità di traghettare lo Stretto per fare rientro a casa.
Erano partiti dalla Lombardia, dalla provincia di Pavia, dove erano impegnati nella ricostruzione dello stabilimento di San Nazzaro de’ Burgondi, andato in fiamme lo scorso anno. Distribuiti a bordo di tre furgoni da nove posti, per garantire un’adeguata distanza gli uni dagli altri, e dotati di autodichiarazione, si erano messi in marcia alle 4 di martedì. L’azienda ha infatti comunicato che l’attività è sospesa e riprenderà a pieno regime quando la situazione si sarà normalizzata.
Per i lavoratori fuori sede, quindi, è stato disposto il rientro nei rispettivi domicili. Il siracusano Pino, uno dei 9, ci racconta dell’odissea che hanno vissuto. “Abbiamo avviato tutte le procedure, come previsto dalla legge- spiega- le comunicazioni regolari, le registrazioni, la trasmissione, da parte dell’azienda, dell’elenco dei nominativi di quanti sono destinati al rientro a casa. Abbiamo fatto 1.500 chilometri senza alcun problema. Una volta arrivati a Villa San Giovanni, però, l’azienda che gestisce i percorsi in traghetto per raggiungere la Sicilia, ci ha negato a lungo la possibilità di fare i biglietti. Nessuna spiegazione ci viene fornita su quello che dovremmo fare per poter tornare a casa. Il problema è paradossale e risiede nel tipo di mezzo che utilizziamo. Il furgone a nove posti, sebbene con sole tre persone dentro, a quanto pare, non può passare. Passano, tuttavia, le auto con cinque persone a bordo o i mezzi di trasporto promiscuo”.
Evidente la stanchezza dei lavoratori che hanno passato la notte nella speranza di poter attraversare lo Stretto. “Ci era stato addirittura consigliato di lasciare i mezzi e di traghettare a piedi. Ipotesi assurda, perchè una volta a Messina non sapremmo come muoverci e paradossalmente, nel caso in cui avessimo il virus sarebbe ancora più rischioso per tutti”.
Dopo fitte interlocuzioni, è finalmente arrivato il via libera per il loro rientro in Sicilia. “Alcuni di noi sono diretti a Siracusa, altri a Gela. Ci sono colleghi che devono tornare ad Augusta, a Palazzolo. Siamo in contatto con i nostri medici ed abbiamo organizzato le nostre quarantene. Io andrò in villetta, isolato, senza contatti con la mia famiglia. Gli altri faranno altrettanto. Ci atterremo scrupolosamente alle indicazioni. Però pensate che abbiamo attraversato tutta Italia e non ci ha fermato nessuno per un controllo. Mentre eravamo fermi a Villa San Giovanni, abbiamo continuato a misurarci la temperatura per scrupolo. Godiamo di ottima salute, ma con una stanchezza addosso che aumenta minuto dopo minuto. Presto sarà finita”.




Siracusa. Tornano i rifiuti per strada, l'emergenza fa dimenticare le regole

All’emergenza Coronavirus rischia di aggiungersi adesso anche una possibile emergenza rifiuti. Ma questa volta nessun indice da puntare contro nessuna istituzione. Se si verificasse una situazione del genere, la responsabilità sarebbe esclusivamente di alcuni cittadini. In molti sembrano aver dimenticato quanto previsto dalle regole della raccolta differenziata “porta a porta”, servizio che si svolge regolarmente . Sacchetti dell’indifferenziata, dunque, hanno fatto la loro comparsa in diversi luoghi della città, come se ci fosse bisogno di ulteriori rischi igienico-sanitari. A rischiare di più sono ovviamente gli operai di Tekra, ogni giorno al lavoro e adesso costretti anche a porre rimedio ad un comportamento incomprensibile.




Siracusa. Riscossione Sicilia: sospese nuove notifiche e termini versamento cartelle

Chiudono fino al 25 marzo gli sportelli di Riscossione Sicilia. Intanto, come previsto dal decreto Cura Italia, l’agenzia per la riscossione nelle province siciliane ha comunicato la sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione, fino al 31 maggio 2020. Differiti al 30 giugno i termini di versamento di tutte le entrate tributarie e non, derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento e addebito in scadenza nel periodo 8 marzo-31 maggio. Prorogata al 31 maggio la rata della rottamazione ter e del saldo e stralcio.

foto dal web




Siracusa. Coronavirus, oltre 360 autodenunciati rientranti dal Nord Italia

Sono  364  i cittadini che dai primi di marzo ad oggi si sono autodenunciati come rientranti da regioni del Nord Italia a Siracusa. I numeri sono quelli della Protezione Civile. Li fornisce l’assessore, Giusy Genovesi. Dati che sono stati trasmessi alla prefettura. I siracusani in questione sono stati posti tutti in quarantena. Oltre 600, invece, le telefonate arrivate al numero verde della Protezione Civile 800187500. I controlli proseguono senza soluzione di continuità in tutto il territorio. “Il rispetto delle norme non è facoltativo- ricorda l’assessore Genovesi- e se dovesse rendersi necessario, siamo pronti a richiedere l’intervento dell’Esercito per garantire che tutto sia svolto nel modo corretto”. L’appello dell’assessore alla Protezione Civile è quello di attenersi scrupolosamente alle norme, anche in casa, nei casi di quarantena”. L’assessore Genovesi sottolinea poi  un dato che ritiene importante e che riguarda i cantieri edili. “Nel decreto del presidente del Consiglio non esiste una norma specifica sul tema. Ricordo, tuttavia, agli operatori del settore e ai liberi professionisti che ci sono delle circolari che di fatto definiscono le modalità per le quali si può o meno mantenere attivo un cantiere. E’ nella responsabilità dei direttori dei lavori valutare se ci siano le condizioni che rispettino le norme del decreto. Stessa responsabilità a chi si occupa della sicurezza. Sono attività che raramente possono soddisfare quelle condizioni previste”.

 




Siracusa. Coronavirus, chiusi in casa: e i bambini? I pediatri: "riscopriamo il gioco"

Un vademecum per tutti i genitori che si trovano confinati in casa, insieme ai loro figli. Lo ha redatto la società italiana di pediatria (Sipps) per aiutare genitori a bambini in questo momento di forte disagio. Consigli e suggerimenti per riscoprire il valore del gioco. Con risorse limitate, con fantasia e un pizzico di buona volontà i genitori possono attuare un programma della giornata utile a stimolare i bambini nel loro sviluppo e a non farli annoiare. “Messaggi positivi per i bambini, non solo raccomandazioni e divieti”, spiega il pediatra siracusano Carlo Gilistro.
“Giochiamo insieme ai bambini in questi giorni in cui stiamo riscoprendo la famiglia. Giochiamo a scoprire come farci aiutare dai piccoli nelle situazioni quotidiane. Condividiamo le attività e usiamo la fantasia: fiocchi, nastri, palline di carta per giocare ed imparare il rapporto collaborativo tra persone. Leggiamo storie come fossimo attori, ascoltiamo musica e danziamo con loro”, dice ancora Gilistro sintetizzando i 10 consigli del vademecum.
Potete scaricare il vademecum per i genitori qui:
Gioca con i bimbi




Piano Covid-19, l'Asp chiarisce: "I posti letto al Trigona attivati all'occorrenza"

“Saranno attivati man mano che se ne dovesse manifestare la necessità i posti letto previsti all’ospedale Trigona di Noto per l’emergenza Covid-19”. La precisazione arriva dal direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale, Salvatore Lucio Ficarra, che così replica ad alcune polemiche divampate in questi giorni , soprattutto attraverso i social. “Il Piano Covid-19 dell’azienda- spiega il general manager- è stato ben interpretato dal sindaco, Corrado Bonfanti. Vuol dire che con la stessa logica degli altri ospedali della provincia, i 36 posti letto previsti all’ospedale Trigona di Noto saranno attivati man mano che se ne manifestasse la non auspicata necessità, mentre sono in fase di attivazione, non appena arriva personale e attrezzature, due posti di terapia intensiva”. Alcune attività sono invece state sospese, “per potere andare incontro al contrasto della patologia più pericolosa. Il tutto -chiarisce Ficarra- nelle more della messa in funzione del primo piano della struttura che, non essendo un albergo ma un ospedale, deve necessariamente essere rimesso in funzione”. Infine un chiarimento ulteriore. “Gli altri reparti del Trigona sono previsti dalla rete regionale che l’Azienda sanitaria non ha il potere né la volontà di modificare avendo, com’è noto-conclude il direttore-  già presentato il piano per l’assegnazione ai privati accreditati di parte dell’ospedale temporaneamente sospesa per l’emergenza in corso”.




Sortino. Coronavirus, nuovi interventi di sanificazione in zona San Pietro

Nuovi interventi di sanificazione nella zona di San Pietro, a Sortino. Li ha disposti il sindaco, Vincenzo Parlato per il primo pomeriggio di oggi, nell’ottica del contenimento del rischio di contagio del Coronavirus. L’avvio è previsto per le 14. Gli interventi riguarderanno strade e marciapiedi. Nel dettaglio, le strade interessate dall’intervento sono: Via Monti Via Carducci Via U. Foscolo Via G.di Vittorio Via Pirandello Via Giovenale Via Catullo Via Roma Via Collegio Via Aspromonte Via Cialdini Via S.Pietro Via Donizetti Via Borromeo Via Bentivoglio Via Rocco Pirro Via Torino Via Leonardo da Vinci Via Giovanni XXXIII Via Garibaldi Via Maddalena Via Vincenzo Magnano Via Pantalica Via San Paolo Via XXV Aprile Piazza S.Pietro Strada Asilo Pantalica. I cittadini sono invitati a non lasciare le auto in sosta lungo le strade indicate per non ostacolare le operazioni.




Siracusa. Decreto Cura Italia, la delusione dei commercialisti: "Solo palliativi"

Profonda delusione per le misure contenute del decreto Cura Italia per far fronte all’emergenza economica oltre che sanitaria. La esprime l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Siracusa dopo avere preso visione del provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
“Il Provvedimento dispone il rinvio dei versamenti del 16 marzo scorso di imposte e contributi sino al 20 marzo per i soggetti con fatturato superiore a 2 milioni di euro e sino al 31 maggio 2020 per tutti gli altri-premette il presidente, Massimo Conigliaro- Con riferimento alle entrate tributarie e non tributarie, sono sospesi i termini dei versamenti, scadenti nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione.
E’ prevista inoltre la possibilità di fruire della Cassa Integrazione per i datori di lavoro costretti a sospendere l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza, decorrenti dal 23 febbraio 2020, per una durata massima di nove settimane”. Insufficiente per i professionisti siracusani
“Siamo consapevoli dell’emergenza sanitaria e delle priorità in campo medico, conosciamo i vincoli di bilancio e la situazione dei conti pubblici-spiega Congiliaro-  abbiamo presente che lavorare in emergenza non è affatto facile e non è questo il tempo delle polemiche, tuttavia non possiamo esimerci dal rilevare che il Decreto Cura Italia, per quel che concerne l’aiuto all’economia, agli imprenditori, ai professionisti ed in generale ai settori produttivi del paese, risulta a dir poco deludente. Peraltro, prevedere, a termini ormai scaduti, il rinvio di soli quattro giorni dei versamenti per le aziende con ricavi sopra i 2 milioni di euro ha il sapore della beffa. Inoltre, in cosa consiste realmente l’aiuto se i versamenti sospesi fino al 31 marzo per tutti gli altri soggetti dovranno essere poi versati entro il 31 maggio in un’unica soluzione o, al massimo, in cinque rate mensili ?
Ad esempio, se un’impresa del settore turistico-ricettivo subisce una perdita di fatturato a causa del crollo delle prenotazioni e della chiusura dell’attività, come può immaginarsi che in circa due mesi ( sempre sperando che l’emergenza finisca a marzo) possa recuperare le perdite pregresse e versare le somme all’erario e agli enti di previdenza?
Appare altresì palese la disparità trattamento contenuta nella previsione di un sostegno una tantum di 600 euro ai liberi professionisti iscritti alle gestione separata dell’INPS e non anche a tutto il mondo delle professioni ordinistiche (dottori commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, avvocati, ecc.), anch’essi danneggiati dalla pandemia ma che rimangono quotidianamente impegnati nel fornire informazioni a contribuenti e imprese sulle norme entrate in vigore di non facile comprensione e sulle possibili agevolazioni fiscali, previdenziali e finanziarie loro spettanti .
Anche le disposizioni in materia di lavoro presentano criticità.
Il divieto di licenziamenti per ragioni economiche per 60 giorni imposto alle imprese appare infatti del tutto irrazionale, soprattutto per le piccole attività chiuse per decreto: per esse gli incassi sono pari a zero e senza una prospettiva a breve di ripresa l’avvio di una procedura di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) rappresenta esclusivamente un ulteriore onere che difficilmente potrà essere sostenuto. Sempre in tema di CIG per le aziende con più di 5 dipendenti permane comunque l’obbligo di informazione, consultazione ed esame congiunto con i sindacati da concludere anche in via telematica entro i tre giorni successivi a quello della comunicazione preventiva, creando ulteriore disagio alle aziende. Insomma – conclude il Presidente dell’Ordine Massimo Conigliaro – serviva una cura da cavallo ed è arrivata una cura palliativa”.