Siracusa. Renzo Formosa, chiesta l’archiviazione per i due vigili urbani autori dei rilievi

La Procura di Siracusa ha chiesto l’archiviazione per i due ispettori della Polizia Municipale intervenuti per i rilievi dell’incidente che costò la vita al giovane Renzo Formosa. Deciderà nei prossimi giorni il gip del Tribunale di Siracusa.
La famiglia dello sfortunato ragazzo ha mostrato sin dalle prime battute forti perplessità sull’operato degli agenti interventi. In particolare, in più denunce, avevano segnalato il mancato ricorso ad esami tossicologici ed il mancato ritiro della patente al conducente dell’auto che aveva investito Renzo. E alla guida di quell’auto c’era il figlio di un vigile urbano. Insomma, secondo anche il legale della famiglia Formosa, i rilievi erano lacunosi.
“La decisione di far sottoporre i soggetti coinvolti in incidenti automobilistici da parte della Polizia intervenuta (ai controlli per valutare lo stato di alterazione psico-fisica a seguito di uso di stupefacenti o alcool, ndr) costituisce una facoltà e non un obbligo”, recita un passaggio della richiesta di archiviazione. E poi, sul punto relativo al mancato ritiro della patente e al sequestro del veicolo dell’investitore, si spiega che il ritiro immediato della patente si fonda “sull’individuazione certa del responsabile dell’incidente, collegata a una percezione diretta dell’evento” o a una tale convergenza di testimonianze da non lasciare alcun dubbio. Non ci sarebbe quindi, secondo il magistrato, alcuna prova che abbiano voluto favorire il figlio del loro collega. L’avvocato della famiglia Formosa, Gianluca Caruso, sta valutando la possibilità di opposizione alla richiesta di archiviazione. A settembre, intanto, prima udienza del processo penale a carico del ragazzo alla guida dell’auto, accusato di omicidio stradale con la sola aggravante della velocità.
Per i due sono comunque scattati i provvedimenti disciplinari: 60 giorni di sospensione, a partire da gennaio, per l’ispettore più anziano e 15 giorni per il collega più giovane: i primi dieci giorni senza stipendio e il resto dei giorni al 50%.




Siracusa. Il centro storico fascinoso set cinematografico per “I Burn”

Il centro storico di Siracusa torna ad essere un set. In questi giorni sono infatti in corso le riprese di “I Burn”, lungometraggio scritto e diretto da Brendan Kidd. Il film racconta la vita interiore di una giovane donna devota, Nancy, contrapposta alla vita di una scienziata, Maia, per la quale solo la scienza conta. Nancy è una donna che si appresta a prendere i voti come suora cattolica. Il suo cammino è in qualche modo già iniziato ma non ha ancora abbandonato la vita civile. Nancy ammira ed è profondamente devota a Santa Lucia ed è venuta a Ortigia in cerca della propria salvezza spirituale e spera di trovarla in questo luogo in cui la figura di Santa Lucia è di centrale importanza. Poi l’incontro con la scienziata e la storia di un’amicizia.
Il film è interamente girato in bianco e nero e in pellicola, materiale costoso e non più così utilizzato, ma dalla qualità unica. Il progetto è prodotto dall’americana Ekstasis Production LLC, che ha scelto la Cinnamon Production, società di produzione audiovisiva siciliana con sede a Palermo e vincitrice di oltre 40 premi internazionali nel campo delle serie digitali (di cui l’ultima prodotta per Mercedes Benz), per lavorare sul territorio all’organizzazione delle riprese di I Burn. Prima parte delle riprese in corso, fino al 25 febbraio.




Siracusa. A “I soliti Ignoti” l’identità misteriosa di Giuseppe, esperto in salvamento

Simpatica avventura “televisiva” per il siracusano Giuseppe Laurettini. Da anni impegnato nella sensibilizzazione delle manovre di salvamento, è stato uno degli “ignoti” del programma di Rai 1 condotto da Amadeus, “I soliti ignoti”.
Laurettini ha fondato l’associazione Ambiente e Salute Onlus. Si occupa proprio di diffondere la cultura del primo soccorso, rianimazione cardio-polmonare, uso del defibrillatore insieme ad antincendio e protezione civile. Il 33enne racconta con un sorriso di essersi parecchio divertito.
Tutto è cominciato con una telefonata della produzione alla Salvamento Academy. “La registrazione vera e propria del programma dura circa un’ora ma fra prove abiti e trucco va via un giorno lavorativo. È tutto davvero veloce, ma divertente”.




Siracusa. Netturbini trovano portafogli, restituito alla proprietaria. “Esempio di civismo”

Pochi giorni fa, operai della Tekra hanno trovato un portafogli smarrito. Lo hanno consegnato senza esitazione alla Polizia Municipale e adesso è stato riconsegnato alla proprietaria, completo del suo contenuto. Un bel gesto che vale i complimenti pubblici del sindaco, Francesco Italia. “A nome personale e della città, ringrazio i due operai della Tekra e rivolgo un apprezzamento anche al vigile urbano. Una bella pagina di civismo che mi piacerebbe fosse emulata da tutti”.

foto archivio




Siracusa. Ore di attesa per il fantino Marcello Belli, in rianimazione all’Umberto I

Ha trascorso un’altra notte serena ma rimane ancora sedato il fantino romano Marcello Belli. Il 47enne è ricoverato in rianimazione all’Umberto I di Siracusa. La prognosi sulla vita è ancora riservata ma filtra un cauto ottimismo dopo la rovinosa caduta da cavallo, sabato scorso.
Nuovi accertamenti sanitari saranno svolti in giornata. Una prima tac ha escluso il rischio di una emorragia cerebrale ma vanno ancora vagliate le conseguenze dalla caduta. In questo senso, utili informazioni sono attese da una seconda tac in programma oggi. Il jockey ha riportato una importante frattura del setto nasale e la rottura di una costola. Al suo fianco c’è la moglie che ha subito raggiunto Siracusa. Accanto a lei, gli operatori ippici che hanno subito fatto quadrato attorno allo sfortunato collega.
Sabato pomeriggio l’incidente. Marcello Belli era in sella a Willy Wildwind quando, durante il Premio Suana Muri, all’ippodromo del Mediterraneo, il cavallo si è accasciato finendo per schiacciare il fantino. L’animale è deceduto sul colpo a causa, pare, di un infarto. Immediati e determinanti i soccorsi sul posto che hanno però prima dovuto liberare Belli, rimasto sotto il corpo del cavallo.




Siracusa. Gli “influencer” di viaggio alla scoperta del parco della Neapolis

Travel blogger alla “scoperta” di Taormina e del parco archeologico di Siracusa. E’ una iniziativa dell’assessorato regionale dei Beni culturali, in collaborazione con il concessionario dei servizi aggiuntivi del Parco di Naxos e Taormina e dell’area archeologica di Siracusa, Aditus.
I visitatori sono degli “influencer” di viaggio e sono stati accompagnati al teatro greco di Siracusa, al parco della Neapolis, al museo Paolo Orsi, al castello Maniace e Palazzo Bellomo.
“Accogliere il meglio degli esponenti della nuova comunicazione digitale – afferma l’assessore Tusa – è un piacere ma anche un passo indispensabile per un moderno processo di valorizzazione e diffusione. I Beni culturali vanno divulgati con mezzi che possano raggiungere tutte la fasce di utenti, e in questo senso il coinvolgimento dei blogger di viaggio a Siracusa e Taormina porterà sugli smartphone e i computer di migliaia di persone, soprattutto giovani, il patrimonio culturale siciliano”.




Melilli. La giunta comunale solidale con il sindaco e attacca Sorbello

“Piena solidarietà al sindaco di Melilli Giuseppe Carta” viene espressa dalla giunta municipale e dalla maggioranza consiliare melillese.
Con un comunicato, pochi giorni dopo l’arresto del primo cittadino, la giunta si schiera compatta col sindaco e attacca l’opposizione che starebbe strumentalizzando la vicenda.
“Sentiamo l’esigenza di fare chiarezza e parlare in maniera trasparente ai nostri concittadini. Ci stupisce che una vicenda giudiziaria sia oggetto di una campagna mediatica da parte di chi, negli anni passati, ha gettato una pesante onta sull’immagine di legalità del Comune di Melilli. Vogliamo sottolineare – scrivono nel comunicato assessori e consiglieri di maggioranza – che i procedimenti penali non si commentano come le partite di calcio, così come stanno facendo dei tifosi accaniti della giustizia dell’ultima ora poiché, perso il potere, si sentono censori e accusatori del nulla. Ricordiamo alla cittadinanza che chi tra l’opposizione si erge a paladino della giustizia, assumendo quasi una veste candida, dimentica che tutt’ora riveste la qualifica di imputato in numerosi procedimenti penali per aver commesso reati contro la Pubblica Amministrazione ed in particolare proprio contro il Comune di Melilli. Il quadro dei reati gravissimi a cui sono sottoposti tutt’oggi alcuni di questi censori sono di estrema e maggiore gravità, proprio perché in quegli anni si era persa la differenza tra la gestione della cosa pubblica rispetto agli affari individuali”. Più di un riferimento porta dritto versi Pippo Sorbello.
“Uno di questi accusatori politici dimentica che solamente grazie alla Legge Severino evitò le misure cautelari poiché sospeso dalla carica di Deputato Regionale e di Consigliere Comunale per aver commesso altri reati contro la Pubblica Amministrazione”.
Poi un messaggio alla cittadinanza melillese. “Si continuerà, senza sosta, a lavorare per il bene della collettività, con maggior vigore, perché le intimidazioni politiche non ci toccano, e, soprattutto, perché a sollevarle sono soggetti che non hanno nulla che insegnare in tema di legalità a questa maggioranza composta esclusivamente da persone perbene”.
Da lunedì, intanto, sospeso il servizio di refezione scolastica.
“Saremo, sempre, disponibili nei riguardi dell’Autorità Giudiziaria, e a collaborare affinché si faccia luce su qualsiasi aspetto, comprese le strumentalizzazioni della vicenda”.




Siracusa. Esposto in Procura su Targia e sicurezza stradale. Fiaccolata per Gianluca

Una fiaccolata in memoria di Gianluca Ruvioli e di tutte le vittime della strada. Non un corteo ma un presidio per sollecitare un momento di riflessione su quanto recentemente accaduto e chiedere più sicurezza sulle strade del siracusano. Ad organizzare l’appuntamento è la cooperativa sociale Insieme che gira l’invito a chiunque sia stato colpito dalla recente tragedia stradale a partecipare venerdì 22 alle 18 alla fiaccolata di piazza San Giovanni.
Nei giorni scorsi, intanto, la stessa cooperativa Insieme ha presentato un esposto in Procura a Siracusa con il quale chiede alla magistratura di voler verificare se, negli anni, vi siano state omissioni negli interventi di messa in sicurezza della strada di Targia. Interventi come spartitraffico, rotatorie o di manutenzione ordinaria che – se realizzati negli anni scorsi – avrebbero permesso forse di evitare alcuni dei gravi incidenti avvenuti o le loro conseguenze. Sempre nell’esposto depositato in Procura, si chiede di voler appurare se vi siano stati progetti elaborati e/o finanziati e poi rimasti in un cassetto ed a quale scopo siano poi stati eventualmente destinati i fondi previsti o individuati.




Sbarca nel siracusano la protesta dei produttori del latte: a Sortino versato in strada

Protestano anche i produttori di latte del siracusano. Seguendo l’esempio dei colleghi sardi, una trentina di allevatori delle zone di Melilli e Sortino si sono dati appuntamento questa mattina proprio a Sortino e in contrada Madonnina, dove insiste l’edicola votiva, hanno riversato in strada il loro latte. Manifestazione a sostegno dei pastori sardi e delle loro rivendicazioni. Anche il sindaco di Sortino, Enzo Parlato, ha rivolto un messaggio di solidarietà alle ragioni della protesta.
La mobilitazione di pastori e piccoli imprenditori è partita anche in Sicilia. Protestano per i prezzi troppo bassi del latte e per la concorrenza sleale dei prodotti provenienti dall’estero. Chiedono, anche in Sicilia, un intervento del governo. L’Isola vanta il 10% del patrimonio ovino da latte di tutta Italia, una percentuale che la pone al secondo posto, proprio dietro la Sardegna. Tra le varie specie prodotte in Sicilia, l’80% deriva da vacche e bufale, mentre la restante parte viene munto da capre e pecore. I numeri più alti nelle province di Palermo e Messina, dove si contano complessivamente quasi la metà dei 10mila allevamenti zootecnici bovini e o ovi-caprini presenti su tutto il territorio regionale.
Martedì 19 a Palermo vertice con l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera, con i vertici delle associazioni di categoria.

foto da Facebook




Lettera aperta della mamma di Renzo Formosa, “disperata sete di giustizia ma…”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Lucia Formosa, la mamma di Renzo il ragazzo di 16 anni che ha perduto la vita nell’aprile del 2017 in seguito ad un grave incidente stradale in via Cannizzo. Una storia che continua a riempire le cronache, non solo locali, per diversi aspetti che attendono di essere chiariti.

“Sono Lucia Formosa, mamma di Renzo, un ragazzo di 16 anni che è finito sull’asfalto di una strada della
periferia di Siracusa, esalato dopo diverse ore di agonia, il 21 aprile 2017, perché travolto da un’utilitaria,
priva di copertura assicurativa, lanciata in folle corsa, in pieno centro abitato, da un altro giovane,
sprezzante del pericolo, che per la sua imprudenza ancora non è stato punito e trascorre le sue giornate
come se nulla fosse…come se nulla avesse provocato.
A noi genitori, a cui è stato sottratto tutto, per un piede pigiato eccessivamente sull’acceleratore, non resta
quindi, che aspettare che, almeno, la giustizia faccia il suo lentissimo corso in un’aula di tribunale, sperando
di non essere ancora una volta delusi.
Durante questa attesa estenuante, che non è caratterizzata da sete di vendetta, ma di una pena certa sì, ho
deciso di scriverVi questa lettera, dettata da quel che resta di un’anima in pena, per sensibilizzare le
istituzioni su quello che da qualche anno è finalmente, almeno nel codice penale italiano, rubricato come
reato, l’omicidio stradale, di cui tutta la nostra famiglia è rimasta vittima.
Un reato per il quale vanno condannati tutti i responsabili, riconosciuti tali, e nessuno deve ottenere sconti
di pena o esenzione dalla stessa, come finora è stato, invece, per il conducente che ha investito mio figlio,
“esonerato” persino dai controlli tossicologici di routine, previsti a carico di chi provoca incidenti di una
certa gravità. Forse solo perché il padre indossa la divisa di poliziotto della Municipale?
Quell’uniforme, illustrissimi, dovrebbe garantire il rispetto delle regole e delle prassi, invece di eluderle a
favore di un proprio congiunto, giocando sulla “discrezionalità”.
Uccidere un ragazzo in strada non equivale ad una bravata del proprio figlio da “coprire” o da lasciare
correre e io non ho intenzione di perdonare chi ha dimostrato una freddezza disumana e ha solo subito per il
proprio comportamento una sospensione temporanea dal servizio, tra l’altro dopo le mie disperate e
indignate sollecitazioni.
Una così grave omissione, come minimo, doveva costare al “pubblico ufficiale” e ai suoi colleghi la
rimozione dall’incarico rivestito, ma così non è stato e già la legge ci appare sempre meno uguale per tutti.
Per questo invoco la vostra autorevole intercessione, affinché il sacrificio di mio figlio non sia vano, affinché
altre madri non debbano provare questa sofferenza, difficile da descrivere e impossibile da arginare, sapendo liberi e sereni i responsabili del loro dolore (nemmeno una scusa ci è pervenuta).
Oltre il danno la beffa, noi li abbiamo visti a pochi mesi dalla tragedia, tornare a guidare, sui posti di lavoro
e brindare persino al nuovo anno, postando sfacciatamente i loro momenti allegri sui social, irrispettosi del
nostro lutto.
Qualcuno, purtroppo, e mi auguro non lo facciano anche i magistrati, proponendo una scellerata sentenza,
dimostra di sottovalutare e tenta di giustificare le colpe di chi, pur non impugnando una pistola, imbraccia
un volante e preme il piede sull’acceleratore, giocando alla roulette russa, non solo con la propria vita, ma
togliendola agli altri. Come, purtroppo, è successo al mio piccolo uomo, strappato a noi e al suo futuro,
mentre faceva rientro a casa da scuola, dove lavorava sodo per raggiungere i suoi obiettivi da adulto.
Quella, ricordo a tutti, fu la nostra ultima giornata di sole… le tenebre sono d’allora scese sulle nostre
esistenze, trasformandole in un calvario quotidiano, trasferendo le nostre meste giornate davanti ad una
lapide del cimitero comunale della nostra città, da dove Renzo ci sorride su una foto dalle fredde pareti, che
custodiscono il suo corpo di adolescente, martoriato che aveva il diritto di crescere: sarebbe stato un uomo
fantastico il nostro Renzo, gioioso e brillante come è sempre stato, un faro per noi ed i suoi amici.
L’ultima casa di nostro figlio è diventata anche la nostra, meta giornaliera del nostro disperato
pellegrinaggio, nel tentativo di sentirlo fisicamente vicino a noi. Perché l’assenza di nostro figlio pesa, e lui
non deve diventare un numero di fascicolo da archiviare o da liquidare con sterili motivazioni, come
temiamo possa accadere.
Il mio bambino non ha avuto la possibilità di vedere quel domani che disegnavamo, con tanta speranza e
gioia, tutti insieme. A distruggere i suoi e i nostri sogni è bastato trovarsi al momento sbagliato, nel posto
sbagliato, scaraventato da un irresponsabile, a terra; quella terra che lo ha inghiottito e ci ha seppelliti.
Un figlio per i genitori, che hanno scelto consapevolmente e con amore di esserlo, rappresenta un dono
inestimabile, un dono, che giorno dopo giorno, diventa sempre più prezioso, un’estensione indissociabile, un
organo vitale, un polmone che irrora aria e che consente di affrontare qualsiasi difficoltà.
Quando Renzo era piccolo, ricordo, soffiavo sulle sue ginocchia sbucciate, per alleviare il dolore delle sue
cadute, e mi sentivo impotente quando vedevo i suoi occhietti strizzarsi per il bruciore del disinfettante con
cui tamponavamo le escoriazioni, quel maledetto 21 aprile avrei strappato il mio cuore, senza esitazione,
per tornare a fare battere il suo, ma non è stato possibile. Lui è andato via, lasciandoci questa non vita,
queste esistenze senza orizzonti, questi sguardi vaganti alla ricerca della sua immagine, Vi prego fate in
modo che le nostre ferite, che non si rimargineranno più, brucino meno, facendo trionfare quella giustizia, in
cui oggi vogliamo ancora credere.
Distinti e Disperati Saluti”.