Criminalità organizzata, la mappa della Dia: in provincia resta salda la pax mafiosa tra clan

Hanno subito una serie di duri colpi dalle forze dell’ordine, che ne hanno ridimensionato l’operatività, ma le organizzazioni criminali siracusani mantengono i loro sodalizi in provincia e le salde alleanze con le consorterie etnee. A dirlo è la Dia, nell’ambito dell’ultima relazione riferita all’ultimo semestre del 2017. Il quadro conferma che il clan Bottaro-Attanasio continua a esercitare il proprio potere a Siracusa, soprattutto attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti e le estorsioni. Solido il legame con il clan catanese Cappello.  Il clan Santa Panagia è legato alla famiglia catanese dei Santapaola grazie al  gruppo Nardo-Aparo-Trigila.
A dicembre i Nardo hanno subito da parte della Dia di Catania la confisca di un’azienda, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, riconducibile a un soggetto organico alla famiglia, condannato all’ergastolo per  omicidi e associazione di stampo mafioso.
A Cassibile e Pachino restano rispettivamente i clan Linguanti e Giuliano (fortemente legato ai già Cappello di Catania), di cui la Dia ha colto segnali di riorganizzazione.
La Dia evidenzia anche quegli atti intimidatori ai danni di funzionari pubblici, a partire dall’incendio della moglie dell’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, le lettere minatorie a Luca Cannata, sindaco di Avola, l’attentato al curatore fallimentare di Pachino. Non attività della criminalità organizzata, ma indicative certamente di un clima ben preciso, che ha coinvolto anche intimidazioni a chi gestisce attività imprenditoriali. Legate alla criminalità organizzata, invece, azioni come le minacce al giornalista Paolo Borrometi per via delle sue inchieste e a un collaboratore di giustizia.




Rete ospedaliera siciliana: "Tra posti letto decurtati e ospedali declassati"

“La provincia di Siracusa penalizzata dalla nuova bozza di programmazione della rete ospedaliera siciliana per il 2018”. Grida allo scandalo l’ex presidente della commissione regionale Bilancio dell’Ars, Vincenzo Vinciullo, che motiva il proprio disappunto con alcuni dati, confrontando quanto previsto per Siracusa con quanto previsto per Ragusa. “Siracusa ha 400.881 abitanti e Ragusa 321.370-spiega Vinciullo- Eppure Ragusa ottiene 875 posti letto rispetto ai precedenti 659. Siracusa, invece, con 783 posti assegnati, nel perde 12 rispetto alla distribuzione precedente. Sarebbe l’unica provincia in Sicilia a perdere posti letto nella nuova rete ospedaliera.  Per quanto riguarda gli ospedali di primo livello, in provincia si tratta dell’Umberto I e dell’ospedale Avola-Noto. Nel Ragusano ne vengono inseriti tre. Lentini resta, invece, presidio base, nonostante i 132 posti letto. Per fare un esempio, Mazara del Vallo aumenta i posti letto del 400 per cento e oltre e cosi’ diventa ospedale di primo livello. “Tutti-tuona ancora Vinciullo- tranne gli ospedali della provincia di Siracusa, vengono valutati positivamente ed esaltati in tutte le loro caratteristiche vere o presunte.Ho il sospetto che l’intenzione sia la soppressione del reparto di Terapia Intensiva, che non ha motivo di esistere in un Ospedale di Base. Declassato anche l’ospedale Muscatello”. Non sono solo questi gli aspetti che Vinciullo contesta aspramente. “Abbiamo diritto a 45 Unità Ospedaliere Complesse e ne vengono assegnate 35, cioè 10 in meno; abbiamo diritto a 59 Unità Operative Semplici e ne vengono assegnate solo 36, cioè 23 in meno. Abbiamo, quindi, 33 Unità Operative Sanitarie in meno che, di fatto, stroncano i nostri ospedali, i nostri reparti, la ricerca e la carriera dei nostri medici che, per avere una progressione di carriera-conclude Vinciullo- saranno costretti ad emigrare”.




Siracusa. Postazione 118 Ortigia, interrogazione in Ars per renderla h24: Cafeo, "salute va garantita"

Apertura a singhiozzo della postazione Ortigia del 118 a Siracusa. La vicenda approda finalmente in Regione. Il deputato Giovanni Cafeo ha presentato un’interrogazione all’assessore alla Salute, Ruggero Razza. “Considerato l’alto afflusso di turisti, il numero dei residenti e vista la relativa lontananza dal primo ospedale disponibile, ho chiesto i motivi della scelta di rendere fruibile il presidio sanitario di emergenza del 118 soltanto per 12 ore al giorno. Mi pare evidente – conclude Cafeo – che al fine di garantire la tutela della salute di tutti in Ortigia sia auspicabile che il servizio di emergenza 118 venga garantito sempre e per tutte le 24 ore”.




Siracusa. Postazione 118 in Ortigia a singhiozzo, il blitz di CasaPound a riva Mazzini: "aperta subito"

Nuovo blitz dei militanti siracusani di CasaPound. Su di una parete della ex casermetta Mazzini anno affisso uno striscione con su scritto “Postazione 118 aperta subito”. Il tema, noto, è quello della postazione di primo soccorso Ortigia, con servizio a singhiozzo nelle ultime settimane. Francesco Napolitano, responsabile cittadino di CasaPound, ricorda come “dal 22 giugno la postazione del 118 in Ortigia è chiusa, con gravi disagi sia per i cittadini sia per i tanti turisti presenti nel centro storico siracusano”. Ed invita l’amministrazione ad attivarsi per ottenere precise garanzie circa la funzionalità della postazione 118 in Ortigia.
Nei giorni scorsi l’assessore comunale Fabio Moschella aveva anticipato un’azione decisa presso la Seus, responsabile regionale del servizio, e gli uffici regionali della Salute.




Floridia. Regolamento sulle attività rumorose bocciato in consiglio comunale. Limoli: "Mancanza di rispetto per i cittadini"

“Le regole sono fondamentali e il mancato rispetto delle stesse comporta nocumento
a tutti”. Con questo parole di rammarico il sindaco di Floridia, Giovanni Limoli, commenta la bocciatura da parte del consiglio comunale, della proposta di modifica al regolamento per la disciplina attività rumorose.” Attualmente non sono previste limitazioni per l’emissione di decibell. La proposta dell’amministrazione comunale era quella di limitare
l’acustica a 70 decibel fino alle ore 22.00 (tutti i giorni), mentre il sabato la concessione si protrae fino alle 24”. Con otto astenuti e 7 voti a favore il consiglio ha bocciato la proposta della giunta.  “Solo Floridia non ha un regolamento che disciplini l’attività acustica dei locali- aggiunge Limoli- e il negato sostegno all’ amministrazione comunale denota mancanza di rispetto per i cittadini che la mattina devono alzarsi per andare a lavorare, degli anziani e degli ammalati che hanno bisogno di serenità soprattutto nelle ore tarde. Il nostro operato- conclude il sindaco- ha il dovere di tutelare ogni singolo cittadino e difendere, altresì, tutti gli esercenti che danno lavoro e che, in tal senso, con le loro
attività rendono Floridia viva, bloccando il flusso di giovani verso altri paesi”.




Siracusa. Vertenza Turco Costruzioni, intesa raggiunta: "Nessun posto di lavoro perso"

Accordo raggiunto nell’ambito della vertenza Turco Costruzioni. Lunga la trattativa sindacale iniziata lo scorso 18 giugno e che ha visto anche momenti di tensione, con una protesta che è via via aumentata di intensità. L’intesa tra Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil da una parte e la nuova impresa che si occuperà della manutenzione nel sito industriale Eni Versalis prevede che entro l’1 Settembre tutte le maestranze siano progressivamente assorbite. Nessun posto di lavoro perso, insomma.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito della vertenza e della chiusura della trattativa; non era facile ma avevamo un solidissimo punto di forza: l’evidente presenza di lavoro nel sito che ci ha fatto sempre esser ottimisti, nonostante le notevoli difficoltà incontrate lungo il cammino legate ai continui colpi di scena – commentano i segretari generali di Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL, Saveria Corallo, Paolo Gallo e Salvo Carnevale.”
“Adesso ci aspettiamo di normalizzare la situazione in brevissimo tempo, anche anticipando i tempi previsti dall’accordo. La faccenda si era fatta complicatissima, e molto tesa, in uno stabilimento dove invece ci illudevamo di una tranquillità maggiore per la qualità della committenza e la tipologia di lavorazioni”.




Siracusa. Il corridoio e la caffetteria, ai due lati di piazza d'Armi un "affare" di…cemento armato

Nell’affaire Maniace ruba improvvisamente la scena il corridoio che collega i due edifici che ospitano gli uffici del Consorzio Amp Plemmirio. Due lati opposti di piazza d’Armi, due storie diverse: la caffetteria in costruzione e il costruito corridoio. Unico punto (critico) eventualmente in comune sarebbe l’utilizzo di cemento armato anche se in entrambi i casi viene seccamente smentito.
Eppure una scheda del progetto approvato nel 2012 per il completamento funzionale della sede dell’Amp Plemmirio evidenzia la presenza di quattro plinti in c.a. (cemento armato) su cui poggia la struttura e posti alla base verosimilmente in seguito di uno scavo, seppur minimo. L’intervento iniziale doveva in realtà riguardare complessivamente 330 metri quadrati, per un corpo di fabbrica (una costruzione, ndr) che doveva svilupparsi su due piani per un’altezza media di 5,20 metri. Tutto autorizzato dalla Soprintendenza e dalla Commissione Ortigia che erano in carica nel 2012. I vertici del Consorzio optarono alla fine per un intervento ridotto, limitato al corridoio di collegamento. Se il presidente dell’Amp avesse scelto diversamente, oggi a quell’estremo di piazza d’Armi vi sarebbe insomma una palazzina a due piani.
Altra nota interessante per il dibattito in corso: nonostante l’uso di plinti in cemento armato per il corridoio di collegamento, viene assicurata da progetto “la perfetta reversibilità nel caso di ripristino delle condizioni iniziali del suolo”. Il ritorno del luogo alle condizioni originali, insomma.
Una possibilità che, invece, è attualmente oggetto di disputa per la costruenda caffetteria del Maniace, considerata struttura più fissa che amovibile proprio per la (presunta) presenza di cemento alla base (al momento di parla di battuto in calcestruzzo, ndr). Quando invece quello stesso cemento armato – nel caso del collegamento tra gli uffici dell’Amp – non sarebbe invece ostativo alla “reversibilità” ed al “ripristino delle condizioni iniziali del suolo”. Due lati opposti di piazza d’Armi, due storie diverse. O forse più simili di quel che possa sembrare.




Siracusa. Piazza d'Armi, com'era prima e com'è adesso: il caso del corridoio costruito dall'Amp Plemmirio

Nuovo capitolo nella saga polemica che si sta sviluppando attorno ai lavori in corso sulla ex piazza d’Armi del Maniace. In diversi hanno gridato alla scandalo per l’uso presunto di cemento armato per realizzare la base della nuova caffetteria (si tratterebbe però di calcestruzzo battuto, ndr) ma a quanto pare l’uso di quel materiale non è insolito in piazza d’Armi. Poco distante dal cantiere, infatti, ci sono gli edifici che ospitano il consorzio dell’Amp Plemmirio.
I due caseggiati, recuperati dalle esistenti costruzioni militari in pietra non demolite, sono stati recentemente “uniti” da una struttura portante in legno che poggia su plinti in cemento armato, creando volume edilizio che “copre” la vista del mare. Tutto regolarmente autorizzato, è bene precisare, con il placet della Soprintendenza all’epoca retta da Beatrice Basile.
Le foto che pubblichiamo a corredo dell’articolo mostrano bene la situazione e lo stato dei luoghi oggi, compreso anche l’impatto – quanto meno di “ingombro” – della caffetteria divenuta pietra dello scandalo e l’effetto muro che chiude la vista creato dai due fabbricati uniti. “La realizzazione del contestato punto di ristoro in struttura metallica e temporanea non è paragonabile alla costruzione di un volume edilizio che pure è avvenuta con la realizzazione di un collegamento ex novo tra i fabbricati”, dice a La Sicilia la sovrintendente Rosalba Panvini che conferma telefonicamente la dichiarazione anche a SiracusaOggi.it. “Basta andare sui luoghi e vedere di persona per rendersi conto di proporzioni e situazioni…”, aggiunge.
Un altro pezzo di un puzzle in cui chiunque ha avuto diritto di parola per opinioni improntante più alla simpatia o antipatia che ad altro. E’ il momento degli esperti, delle autorità. Non a caso la visita dell’assessore regionale ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, è attesa come momento di chiarezza definitivo su di una vicenda che si è ingrandita a dismisura, forse anche oltre la sua reale portata.




Siracusa. L'ex presidente dell'Amp Plemmirio non ci sta, Romano: "non abbiamo mai usato cemento al Maniace"

Il clamore sul corridoio che collega i due fabbricati in uso all’Amp Plemmirio su piazza d’Armi fa sorridere Nuccio Romano, all’epoca dei lavori (2015) massimo rappresentante del Consorzio che gestisce l’Area Marina Protetta. “In qualche misura me l’aspettavo pure”, esordisce Romano mentre il centrodestra siracusano rumoreggia avanzando il sospetto di un’operazione confusione, volta solo a deviare l’attenzione dal “casus belli”.
“Ristabiliamo la verità: quel corridoio è stato realizzato su progetto della facoltà di Architettura e attraverso l’uso di materiali sostenibili ricercati ed arrivati di proposito a Siracusa. E’ stato montato tutto in una sola giornata, imbullonando i pezzi e senza ricorso a cemento armato. Il Ministero dell’Ambiente finanziò l’intervento in quella che è burocraticamente un’area governativa nella quale, peraltro, abbiamo solo ripristinato l’esistente”, spiega l’ex presidente dell’Amp.
“Nel progetto iniziale erano previsti altri 220 metri di superficie per uffici e per l’acquario ma io ho stralciato quella parte, rifiutandomi di aggiungere un solo grammo di cemento sull’area. Solo riqualificazione dell’esistente”. E ricorda come venne concordato ed effettuato l’abbattimento del muraglione nei pressi della garitta di sorveglianza all’altezza del cancello dell’Amp “per aprire la vista del mare alla città”.
Poi il giudizio tranchant di Nuccio Romano: “tra il corridoio del consorzio e la caffetteria non c’è nessun termine di paragone”.




Canale Grimaldi "fortemente inquinato", nuova bocciatura di Legambiente: "politica risolva il problema"

Le coste siciliane continuano a risentire della mancata depurazione. L’allarme lanciato ormai diversi anni addietro da Legambiente resta, purtroppo, in molti casi inascoltato. E così Goletta Verde certifica ancora una volta come i tratti “neri” delle coste siciliane non diano segnali di recupero. Su ventisei punti monitorati nel corso della campagna 2018 appena conclusa, ben ventidue presentano cariche batteriche elevate.
Nel mirino ci sono canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. E ci sono anche record assoluti, con situazioni che nonostante esposti dell’associazione e controlli delle forze dell’ordine mostrano un inquinamento ormai cronico come la situazione in cui versa il Comune di Augusta, dove i cittadini aspettando da 40 anni un depuratore.
A Siracusa caso limite è sempre quello del canale Grimaldi, nel Porto Grande di Siracusa, risultato anche quest’anno “fortemente inquinato”. “Passano gli anni ma il porto rimane inquinato a causa dello scarico delle acque reflue provenienti dal depuratore cittadino.
Lo scarico – ricorda Legambiente Siracusa – fu autorizzato più di 20 anni fa come soluzione temporanea per scaricare in mare il refluo depurato proveniente dall’impianto cittadino ma da allora nonostante le nostre continue denunce, le inchieste giudiziarie, i sequestri e le promesse delle amministrazioni e delle società di gestione del depuratore continua ad essere regolarmente utilizzato”.
Per gli ambientalisti, l’impatto su un ecosistema praticamente chiuso come il porto è molto elevato: “il notevole apporto di sostanze nutritive determina un processo di vera e propria eutrofizzazione, con la formazione di alghe e il deposito sul fondo di fanghi. Senza contare il grave spreco di una risorsa come il refluo depurato altrimenti utilizzabile per l’agricoltura e l’industria. Questa situazione non può essere più tollerata”.
Per Legambiente è mancata fino ad oggi la volontà politica di risolvere la questione. “Una soluzione immediata potrebbe essere quella di utilizzare l’impianto del consorzio di bonifica per portare l’acqua fino al depuratore consortile della zona industriale che attraverso la propria condotta lunga un chilometro potrebbe sversare il refluo in mare aperto”, è l’idea servita come consiglio alla nuova amministrazione.