Siracusa. Tentata estorsione continuata in concorso,arrestato

Deve scontare una pena residua di un anno, nove mesi e ventinove giorni per tentata estorsione continuata in concorso, con l’aggravante della modalità mafiosa. E’ stato trasferito in carcere a Cavadonna, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura  presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, il 59enne siracusano Roberto Mazzara. L’uomo,  pluripregiudicato, è stato riconosciuto responsabile di fatti commessi dall’aprile 2006 all’aprile 2007 in diverse località fra cui Villafranca Sicula (ME). E’ stato anche condannato al pagamento di una multa pari a 1.200 euro.




Siracusa. "Abbiamo il diritto di sognare", la città vista dagli adolescenti. Iniziativa del Difensore dei Diritti dei Bambini

“Abbiamo il Diritto di sognare”. Torna, per la seconda volta, domani e domenica 16 febbraio, l’appuntamento con il fine settimana dedicato ai giovani, curato dal Difensore di diritti dei bambini di Siracusa, Franco Sciuto, insieme al suo staf di operatori volontari. I ragazzi che hanno aderito al progetto incontreranno l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Liddo  Schiavo, con cui potranno discutere della situazione minorile a Siracusa. Gli adolescenti potranno porre le loro domande, ma anche avanzare delle proposte per migliorare la vivibilità della città, vista dal punto di vista dei più giovani. L’occasione servirà anche per presentare un progetto di contrasto al gioco d’azzardo. Se ne occuperà l’avvocato Flavia Cerino, consapevole del fatto che il gioco d’azzardo si sta velocemente diffondendo tra i giovani. I ragazzi che parteciperanno al week end formativo “Uno sguardo sulla nostra città, analisi e proposte” otterranno anche un “titolo”. Diventeranno “consulenti del difensore dei diritti dei bambini”. Nel corso della “due giorni”, infine, sarà presentato il progetto “Parco giochi inclusivo”.




Siracusa. Dibattito su acqua pubblica e servizio idrico efficiente

Servizio idrico e il suo futuro a Siracusa. Se ne parlerà sabato 15 febbraio alle 10 nella sede di Cna, in via Trapani. “Acqua pubblica ed efficiente – Una proposta per il futuro del servizio idrico” il titolo dell’incontro-dibattito aperto a tutti.  Per il presidente Cna, Miceli, sarà “l’occasione per un confronto produttivo sul futuro del servizio idrico in provincia e con la condivisione di una specifica proposta avanzata dalle imprese del territorio”.




Augusta. Possibili carenze idriche per un guasto in condotta principale Monte

Guasto nella condotta principale della zona Monte, ad Augusta. Possibili carenze idriche, nelle aree di Villa Marina, Monte Tauro e Monte Sant’Elena. Squadre di Sai 8 a lavoro per le riparazioni necessarie.




Siracusa. "Carlo Maria Martini. Il silenzio della parola", presentazione del libro di Don Damiano Modena

Sabato 15 febbraio, al salone Paolo Borsellino di Palazzo Vermexio,  presentazione del libro di Damiano Modena dal titolo “Carlo Maria Martini. Il silenzio della parola”. L’evento, promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio con il patrocinio della Fondazione Carlo Maria Martini, si celebrerà in concomitanza con altri  analoghi soprattutto a Milano (dove Martini è stato Arcivescovo) e Torino (città della sua famiglia: dove vivono la sorella e due nipoti). Alle 18, don Nisi Candido, direttore dell’Istituto San Metodio, introdurrà  il dibattito sul libro  e subito dopo interverrà l’autore. Don Damiano Modena è un sacerdote di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. “Il libro racconta soprattutto gli ultimi anni della vita di Martini, da quando l’autore lo ha conosciuto a quando il cardinale è morto il 31 agosto 2012”, spiega don Nisi. “Il titolo del libro deriva dalla parabola del Parkinson, che ha costretto il cardinale a perdere progressivamente l’uso della parola. Ma il libro racconta soprattutto la testimonianza di chi ha potuto conoscere da vicino la fede  di Martini sino agli ultimi istanti. Si intrecciano storie di vita quotidiana e grandi  episodi, come gli incontri di Martini con Benedetto XVI”.




Siracusa. Mai più pubblico in piedi al consiglio comunale.Sullo: "Divieto necessario per l'ordine e la sicurezza"

Una decisione radicale quella annunciata dal presidente del consiglio comunale di Siracusa. Dalla prossima seduta, il numero di cittadini che potranno assistere alle discussioni dell’assise cittadina sarà limitato al numero di posti a sedere disponibili. Divieto assoluto, invece, per il pubblico in piedi. La bagarre in aula di ieri sera, durante la discussione sulla proroga della scadenza dell’ultima rata Tares, rappresenta una pagina nera per Leone Sullo, che esprime tutto il suo rammarico per quanto accaduto. “L’assise cittadina- commenta- ha esitato un importante ordine del giorno che aiuta le famiglie in un momento di difficoltà economica, ma la decisione, che va a merito di tutti, è stata messa a rischio da comportamenti poco consoni all’istituzione che rappresentiamo. Così facendo- prosegue Sullo – si consegna alla città l’immagine di un consiglio comunale più impegnato a litigare che a risolvere i problemi”. Al monito rivolto ai consiglieri protagonisti dell’animato confronto, Sullo fa seguire delle scuse rivolte ai cittadini.  “Mi scuso- dice il presidente del consiglio comunale –  con tutti i siracusani per quanto hanno visto ieri sera e invito tutti ad un maggiore senso di responsabilità e a mantenere calmi gli animi, affinché in futuro non si assista più a scene del genere. Il consiglio – ricorda ancora Sullo – rappresenta la città e deve essere un luogo di confronto serio e sereno”. Detta, poi, delle linee comportamentali a cui i consiglieri sarebbero chiamati ad attenersi. “Le normali divergenze di vedute- esorta Sullo- siano composte nelle commissioni, non in aula. Dobbiamo assumere delle decisioni ponderate, che non possono essere adottate sotto la pressione delle proteste”. Ecco perché Sullo chiude le porte dell’aula Vittorini al pubblico in piedi. Un divieto tassativo, “anche perché – conclude Sullo- ci sono motivi di ordine pubblico e di sicurezza legate all’agibilità”. 
 




Dopo l'assoluzione, parla Ugo Rossi: "Siracusa non mi è stata vicina. Ma da lì mi hanno cacciato e lì devo tornare"

“Questa vicenda è ancora lunga da raccontare”. Esordisce così l’ex procuratore capo di Siracusa, Ugo Rossi. Accetta di buon grado l’invito di Fm Italia e SiracusaOggi.it e commenta la recente sentenza del Tribunale di Messina con cui è stato assolto nella vicenda dei cosiddetti veleni in Procura. Ma prima di dare voce alla sua soddisfazione, spiega subito che “ci saranno sviluppi lunghi”. Primo sassolino tolto dalla scarpa.
“Ho dimostrato in maniera inconfutabile che io sono una persona senza ombre nella sua attività di magistrato. Ho sempre operato con il massimo delle garanzie e della trasparenza. Questo emerge dalla sentenza di assoluzione con la formula più ampia. Ed è l’aspetto positivo di questa vicenda”. Quanto al resto, Ugo Rossi – trasferito ad Enna con funzioni da sostituto – ha le idee chiare. “In altre sedi avrò le giuste soddisfazioni”. Quali che siano è facile capirlo seguendo il suo racconto. “Ho subito una vera persecuzione da parte degli organi istituzionali,a cominciare dal ministro (Cancellieri, ndr) con provvedimenti che sono sconosciuti al Csm. Un capo di un ufficio può essere trasferito  ma mai a fare il sostituto ad Enna. Pensate che sono stato trasferito con un fax nel giro di 5 giorni”. Senza entrare troppo nel dettaglio, Rossi è convinto che vi siano state “una serie di condotte che denotano la volontà di distruggermi. Per quali motivi? Saranno presto chiari”, si limita a far sapere.
Di certo c’è che non finisce qui. Anzi, Ugo Rossi è pronto a passare all’attacco. “Le amarezza che mi sono state riservate richiedono riparazione. Ci vorranno mesi, forse un anno. Ma questa strada la percorrerò interamente compiendo tutti i passi legali per la piena soddisfazione che merito”. Compreso anche il ritorno a capo della Procura di Siracusa. “Tornerei, certamente. Rifiuterei  la presidenza della prima corte di Cassazione per tornare. Ma non per un amore particolare verso una città che non mi è stata mai vicina in questa vicenda. Da lì sono stato cacciato e lì devo tornare”.




Siracusa. Nuove norme per il campo scuola Di Natale. "Fare in fretta", dice la Salvo. Ma per Princiotta "sono tutte da riscrivere"

La commissione consiliare Statuto e Regolamenti  prende tempo. “Al momento non è possibile esprimere un parere perchè sono emerse delle criticità che vanno prima risolte”, spiega Stefania Salvo – che della commissione è presidente – parlando della proposta di regolamento del campo scuola Pippo Di Natale. “Abbiamo esaminato tutta la documentazione ed abbiamo effettuato un sopralluogo nella struttura  ed al vicino campo di calcio”, ma non c’è ancora accordo. La discussione, anche in commissione, è accesa.  “Io sono dell’idea che si debba procedere in fretta, per stabilire regole certe per potere finalmente disciplinare l’uso del campo scuola, del campo di calcio e della palestra”, spiega ancora la Salvo. Regole per società sportive e fruitori occasionali che possano aiutare a rispettare la struttura nel cuore della città. E quanto al possibile ticket d’ingresso da 1,50 euro al mese, la presidente della commissione Regolamenti propone di esentare dal pagamento “chi utilizza l’anello largo esterno alla pista di atletica. Ma il ricorso a tessere d’ingresso per monitorare gli accessi non è un’idea da scartare”.
Particolarmente critica sulla proposta di regolamento in discussione è invece Simona Princiotta. La consigliera di area Pd ne ha chiesto “il ritiro perchè presenta delle irregolarità gravissime. E’ inammissibile che si sia inserito il nome di due sole società, di cui si tutelerebbe l’attività a discapito di tutte le altre.  Capisco il prezzo delle larghe intese ma a tutto c’è un limite”, dichiara decisa la Princiotta. Che chiede anche maggiore rispetto per le commissioni consiliari.




Siracusa. Consiglio Comunale turbolento. "Imboscata politica, salta ogni altra occasione di collaborazione tra maggioranza e minoranza"

Il pagamento della quarta rata della Tares a Siracusa, il famigerato saldo, slitta al 30 aprile. La proroga, annunciata da giorni con un’intesa tra maggioranza e minoranza, è stata votata dal Consiglio Comunale in una delle più turbolente sedute degli ultimi tempi. Succede di tutto compresa una interruzione  per le eccessive tensioni createsi tra consiglieri e i circa cento “spettatori”, organizzati con tanto di striscioni. In particolare M5S, che aveva annunciato la sua presenza in aula e l’orientamento, e Progetto Siracusa a sorpresa. E’ dovuta intervenire anche la polizia municipale per evitare che la situazione degenerasse. Sintomo di un disagio crescente tra i cittadini e di una tensione con le istituzioni quasi a livello di guardia.
E dire che doveva essere una seduta quasi interlocutoria e dal risultato scontato. E invece dopo l’intervento di Salvo Sorbello gli animi si sono scaldati. Lui si smarca e non ci sta per passare come quello che ha dato fuoco alle polveri. “Non sono un artificiere”, racconta al telefono su Fm Italia.
Mostra più di un sospetto invece la consigliera del Pd, Simona Princiotta. “Mi è quasi sembrata una imboscata politica…”, spiega alla redazione di Siracusaoggi.it. Secondo l’esponente di maggioranza, i suoi ex colleghi di opposizione avrebbero sfruttato l’occasione e l’ingenuità politica di qualche consigliere democratico per “passare ancora una volta come i paladini della cittadinanza”. Le parole della Princiotta sembrano quasi dirette al capogruppo Pd, Francesco Pappalardo. “Lo stimo, è una persona perbene. E in questo vicenda lo è stato anche troppo. E’ caduto nella trappola della minoranza”, aggiunge ancora decisa con riferimento alla scelta di firmare l’intesa con l’opposizione sulla proroga Tares anzichè puntare su un ordine del giorno proprio dei democratici. Pappalardo sorride prima di commentare. “Non voglio generalizzare sulla minoranza, sarebbe un errore. Castagnino, che era garante dell’accordo raggiunto con me, è stato un galantuomo. Non altrettanto altri pezzi di opposizione”. Ed inevitabilmente si torna a parlare di Salvo Sorbello. “Il suo è stato un intervento da fariseo. Io mi sono sentito tradito nell’accordo raggiunto. E come me, credo, anche Castagnino. Eravamo entrati in aula sereni dopo l’intesa raggiunta nell’interesse della gente di Siracusa. E invece si è voluta sfruttare diversamente la situazione. Non si fa così. Per me adesso non c’è più chance di collaborare con l’opposizione”, spiega il capogruppo Pd evidentemente deluso da una contestazione “premeditata da Progetto Siracusa a dispetto di ogni accordo. E questa volta sono loro che hanno tradito i cittadini. Non accusino noi”.
Deluso come Pappalardo è anche Salvo Castagnino, ma per motivi in parte differenti. “L’opposizione in aula ha svolto il suo ruolo. Erano stati concordati due interventi e invece Burti (Megafono, ndr) ha aperto una parentesi non prevista con tanto di ritorno verso temi e polemiche di mesi fa. Così chiunque altro si è sentito autorizzato a prendere la parola in Consiglio. La verità è che purtroppo non si riesce a trovare un accordo, neanche su un solo atto che peraltro risponde a un problema serio dei cittadini. Mi dispiace”. Poi difende Sorbello: “ha fatto quello che un consigliere di opposizione deve fare”. Quanto alle proteste e ai disordini in aula, una smorfia di grande disappunto. Come quando in aula ha visto comparire quello striscione di Progetto Siracusa. Forse quello è stato il vero scivolone politico della serata.
(foto: dal web)




Siracusa. Caos e proteste in Consiglio Comunale: la galleria fotografica

Nervi tesi in Consiglio Comunale a Siracusa, ecco le foto. Una galleria di scatti inviati alla redazione di SiracusaOggi.it che documentato i momenti di protesta organizzata e civile contro la Tares e i seguenti disordini al quarto piano di Palazzo Vermexio quando tra spettatori e consiglieri si sfiora persino la rissa. Al di là di motivazioni e giustificazioni varie, nessuno esce bene da questa vicenda. Non l’istituzione (si attende un commento del presidente, Sullo) e neanche quanti hanno volutamente o meno dato la stura a una bagarre con troppi striscioni presenti per poter escludere del tutto l’assenza di premeditazione.