“Una società mista pubblico-privata è l’unica soluzione possibile per la futura gestione del servizio idrico integrato in provincia di Siracusa”. Gli artigiani della Cna della provincia di Siracusa ne sono convinti. I sindaci dei comuni che a suo tempo consegnarono gli impianti alla società hanno detto a chiare lettere di essere disponibili a valutare soltanto ipotesi che prevedano una gestione interamente pubblica dell’acqua. Si pensa ad un consorzio ma non si disdegna nemmeno la possibilità che ogni amministrazione comunale faccia da sè, singolarmente. Dopo il vertice di ieri in prefettura, “snobbato” da buona parte dei deputati regionali siracusani (erano presenti solo Vincenzo Vinciullo, Stefano Zito e Marika Cirone Di Marco), la Cna ricorda che “si sta giocando una partita fondamentale.La vicenda “Sai 8”- ricorda il presidente, Pippo Gianninoto- ci consegna un contesto differenziato tra i comuni. Il risultato sembra essere un irrigidimento, legato anche ad un vuoto normativo. Da una parte i sindaci “ribelli”, che non consegnarono gli impianti e che attendono gli sviluppi della norma regionale, dall’altra i comuni vincolati a “Sai 8″, con tempi più risicati in virtù del fallimento del gestore”. E’ certo, per la Cna, che non “bisogna disperdere le competenze sviluppate negli anni e che si debba formulare un ‘ipotesi di lavoro per una gestinoe efficiente del servizio, con tariffe calmierate, senza rinunciare ai necessari investimenti per la rete idrica, la depurazione”. L’alternativa, fa presente Gianninoto, “è una condanna ad occupare basse posizioni in tutte le classifiche sulla qualità della vita”. Sarebbero le esperienze del passato, per l’associazione degli artigiani, a dovere indicare la stada giusta per la futura gestione del servizio. Negativa, per Gianninoto, l’esperienza di Sogeas, “con tutti i limiti di una gestione societaria pubblica ed un non controllo dei costi, ai danni della collettività”. Negativa anche la gestione “traumatica di “Sai 8″, che non è stata condivisa dall’intero territorio ed ha avuto il ben noto epilogo”. Ed allora, Giannonoto non ha dubbi, serve “immaginare uno scenario nuovo, che non può essere gestito autonomamente dal pubblico, che ne è incapace. No anche ad una gestione interamente privata, ma una partecipazione pubblico-provata, magari con il protagonismo delle imprese che hanno costruito competenze e professionalità, in consorzio, facendo rete e dimostrando che si può stare insieme”. L’ipotesi della Cna è anche che i dipendenti possano essere soci di questo consorzio, “magari con minime quote”. Qualunque sia la soluzione che sarà individuata, ad ogni modo, l’appello dell’associazione delle piccole e medie imprese del territorio è che si faccia presto.