Per Siracusa è stata festa grande. La Patrona ha incontrato la sua città per un abbraccio collettivo, lungo, partecipato e sentito. Alle 8.00, i primi “botti” per salutare Santa Lucia. Poi, a metà mattina, la solenne celebrazione in Cattedrale presieduta dal Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che ha tenuto anche il panegirico della Santa (in foto, il cardinale con l’arcivescovo di Siracusa). Nel pomeriggio, dopo la celebrazione in Cattedrale, l’uscita del simulacro e il discorso dell’arcivescovo di Siracusa, mons. Pappalardo. Quindi il via alla processione. Ordinata, come nello spirito dei siracusani. Il simulacro rimarrà esposto alla venerazione dei fedeli nella basilica di piazza Santa Lucia, dalle 7.00 alle 13.00 e dalle 16 alle 23. Fino a giorno 20, quando portato a spalla dai berretti verdi, farà rientro in Cattedrale.
Qui di seguito il testo del discorso dell’arcivescovo.
“Ammiriamo il Simulacro e il nostro pensiero va a Lei, alla nostra più illustre Concittadina, Lucia, che risplende di santità e di bellezza. Il suo splendore è il riflesso del suo amore a Gesù, per il Quale Ella non ha esitato a dare la vita: con la verginità e il martirio ha testimoniato che il Signore Gesù è l’unico che dà senso alla nostra vita, che offre speranza nei momenti di difficoltà e ci aiuta ad orientarci nelle scelte importanti di ogni giorno.
Se vogliamo essere autentici devoti di Santa Lucia, anche noi dobbiamo, come Lei, professare con franchezza la nostra fede e il nostro amore a Gesù, che si è fatto Bambino, si è coinvolto nella nostra storia e per noi è morto ed è risorto. Come Lei, dobbiamo anche noi avere attenzione e amore verso i poveri. Quanti nostri fratelli vivono oggi nella più estrema miseria e hanno bisogno di essere accolti ed amati! A questo proposito, mi piace sottolineare con gratitudine la bella testimonianza che le autorità civili e militari – coordinati dalla Prefettura di Siracusa, con il supporto delle forze dell’ordine, in collaborazione con tanti volontari – stanno dando nell’accogliere i tanti profughi che, in cerca di una speranza, raggiungono la nostra terra per sfuggire dalla guerra, dalla persecuzione e dalla povertà.
Siracusa, nella sua gloriosa storia, ha svolto un ruolo determinante nel cuore del Mediterraneo e ha goduto di tanti benefici, spirituali e materiali, che sono arrivati dal mare. Ricordiamo innanzitutto l’apostolo Paolo che approdò a Siracusa, seminando per tre giorni la Parola di Dio nella nostra città; ricordiamo San Marciano che, inviato da San Pietro, attraversando il Mare, da Antiochia, giunse a Siracusa per annunciare il Vangelo. E come non fare memoria, ancora, del prodigio ottenuto per intercessione di Santa Lucia, che fece arrivare nel porto di Siracusa le navi cariche di viveri per la gente stremata dalla carestia?
Il mare, oggi, carissimi fratelli e sorelle, ci dà un’altra ricchezza: ci offre l’occasione di vivere la stessa carità che animò il cuore di Santa Lucia nell’assistere i poveri e gli emarginati. Ci chiediamo: che cosa farebbe oggi Santa Lucia? Che cosa dunque possiamo fare noi?
È vero che i problemi e le difficoltà economiche sono tante, ma non possiamo rimanere insensibili nei confronti di questi nostri fratelli e queste nostre sorelle che vivono questa immane tragedia. Papa Francesco, nel suo viaggio a Lampedusa, ha scosso le nostre coscienze e ci ha esortato a superare quella che Lui chiama la “globalizzazione dell’indifferenza”, che ci rende appunto indifferenti ed inerti dinanzi ai bisogni impellenti del prossimo. Nell’Esortazione Apostolica, Evangelii gaudium, ha scritto poi che “è indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. ” (210).
E’ questo un ampio scenario che, anche della nostra città, si apre dinanzi ai nostri occhi e per il quale dobbiamo tutti mobilitarci.
Mentre ringrazio quanti si sono prodigati e che ancora oggi si impegnano con generosità nell’accoglienza e nell’assistenza di questi fratelli bisognosi, esorto tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, ad aprire il cuore alla solidarietà. Questa parola – ci dice ancora il Papa – «indica molto più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni» (n. 188).
Santa Lucia, che risplende della luce di Cristo, protegga tutti noi, questa città ed Arcidiocesi che la invoca celeste Patrona. Ci ottenga da Dio, nostro Padre, abbondanti benedizioni. Evviva Santa Lucia!”.
Salvatore Pappalardo
Arcivescovo di Siracusa
questo periodo di crisi”, dice Bonafede.