II consiglio comunale ha approvato questa mattina il regolamento sulle strutture del commiato, provvedimento incardinato ieri nel corso della seduta poi interrotta per mancanza del numero legale. La proposta del settore Servizi cimiteriali è passata con 17 sì e 9 astensioni, mentre è stata bocciata l’immediata esecutività con 10 astensioni, 9 voti favorevoli e 9 contrari.
La proposta era stata illustrata ieri in aula dall’assessore Teresella Celesti, che ne aveva sottolineato il valore civile e aveva indicato la specifica normativa regionale e i provvedimenti dell’Azienda sanitaria provinciale. Ciò che mancava, per avere delle strutture del commiato perfettamente disciplinate, era il regolamento comunale. Il documento approvato prevede che la gestione deve essere appannaggio solo degli operatori del settore funerario previa autorizzazione del Comune e in coerenza con quanto previsto dal regolamento di polizia mortuaria, la cui ultima modifica risale al 2022.
La funzione delle strutture del commiato è di sostituire, qualora fosse richiesto, le abitazioni private per lo svolgimento di tutte quelle attività che seguono il decesso, compresa la fase di osservazione per rilevare eventuali segnali di vita del corpo che è fissata in 24 ore. Vi si possono svolgere esequie civili e anche quelle religiose nel caso di defunti appartenenti a confessioni che non dispongono di spazi idonei. Il trasferimento dalla casa privata o da una struttura sanitaria deve essere sempre segnalata all’ufficiale di stato civile e al medico.
Le strutture del commiato devono rispondere alle previsioni urbanistiche valide per gli edifici commerciali, devono essere ubicate a piano terra e, qualora si trovino in un condominio, devono avere il nulla osta dei residenti. Inoltre devono trovarsi ad almeno 50 metri da ospedali e cliniche, almeno 100 dai cimiteri e almeno 300 dalle scuole. Il regolamento prevede che devono esserci ingressi e percorsi separati per le salme e per le persone; disporre di spazi dedicati per la preparazione delle salme, per la camera ardente e una sala per onoranze funebri; di spogliatoi per il personale e di servizi igienici per il pubblico. Ancora, devono essere dotate di impianti di regolazione della temperatura interna, dei livelli di umidità, di ricambio d’aria e di illuminazione di emergenza.
Infine è previsto che l’iter autorizzativo sia in capo al settore Attività produttive, e dunque al Suap, e che la vigilanza sia di competenza del Comune, attraverso la Polizia municipale, e dell’Asp.
Il regolamento è stato emendato con una modifica tecnica illustrata in aula da Cosimo Burti che era presidente della commissione competente al tempo della stesura. Bocciati invece gli emendamenti di Luigi Cavarra e Damiano De Simone mentre Ferdinando Messina aveva proposto, prima del voto, di bocciare l’immediata esecutività.
Il tema delle aree di emergenza in caso di calamità è stato affrontato sulla base di un atto di indirizzo presentato dalla quarta commissione presieduta da Angelo Greco, che lo ha illustrato in aula. Il documento, approvato all’unanimità, evidenzia “alcune criticità relativamente alla conoscenza, da parte dei cittadini, delle aree, alla loro accessibilità e al funzionamento”. Cinque le richieste all’Amministrazione: dare maggiore pubblicità alla loro dislocazione anche attraverso apposita segnaletica, una mappa digitale e utilizzando i canali social; renderle accessibili se vi sono ostacoli; effettuare una ricognizione per verificare se tutto il territorio comunale sia coperto; realizzare impianti idrici e di illuminazione; istituire una “Giornata della protezione civile in collaborazione con le associazioni di volontariato. Nel dibattito hanno preso la parola Paolo Cavallaro, Sergio Imbrò, Sergio Bonafede, De Simone e Francesco Vaccaro. In conclusione, il vice sindaco Edy Bandiera ha avuto parole di apprezzamento per il documento e ha auspicato una collaborazione tra Amministrazione e consiglio comunale. Il dirigente del settore Santi Domina, e il responsabile del servizio, Michele dell’Aira, sono interventi per parlare dell’importanza della prevenzione e del Piano comunale di protezione civile.
Con una mozione firmata da Paolo Romano e Paolo Cavallaro l’Aula si è occupata inoltre delle condizioni in cui si trova il parco “Stefano Dell’Aquila” di via Padova. I due consiglieri, dopo averne denunciato lo stato di abbandono, hanno chiesto all’Amministrazione di effettuare una manutenzione installando giochi per bambini e realizzando un impianto di irrigazione e ogni altro intervento “per migliorare la fruizione e la valorizzazione dell’area”. La mozione, sulla quale è intervenuto favorevolmente De Simone, è stata approvata all’unanimità.
Con 13 astensioni e 5 voti favorevoli è stato respinto invece un ordine del giorno del gruppo del Pd (Massimo Milazzo, Angelo Greco e Sara Zappulla) sulla rappresentanza di genere nelle giunte comunali, questione all’attenzione dell’Assemblea regionale siciliana. La richiesta mossa al sindaco era di intervenire sul presidente della Regione affinché anche in Sicilia, come nel resto d’Italia, nei comuni con più di 3.000 abitanti sia prevista una quota non inferiore al 40 per cento di presenza di uno dei due sessi e non il 20 per cento come previsto nella proposta in discussione all’Ars. Il voto di oggi, ha detto Zappulla illustrando l’ordine del giorno, servirà anche a capire cosa pensano le forze politiche su questo tema. Hanno preso la parola Cavallaro, Bonafede, Giovanna Porto, Milazzo e Andrea Firenze.
Infine, l’ordine del giorno sui debiti fuori bilancio presentato da Franco Zappalà e Alessandra Barbone, su richiesta degli stessi proponenti, sarà trattato alla prima seduta utile per l’assenza degli assessori e dei dirigenti competenti.