Augusta. Nave Orione sbarca 706 migranti
E’ arrivata poco prima delle 17 in porto ad Augusta nave Orione. A bordo dell’unità della Marina Militare 706 migranti soccorsi nelle ultime ore nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum.
E’ arrivata poco prima delle 17 in porto ad Augusta nave Orione. A bordo dell’unità della Marina Militare 706 migranti soccorsi nelle ultime ore nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum.
Evade dagli arresti domiciliari cui è sottoposto. Una violazione che è costata cara ad un uomo di 46 anni, Domenico Brugaletta, di Avola. Gli genti del commissariato lo hanno sorpreso fuori casa. Ai suoi polsi sono scattate le manette. E’ stato condotto presso il carcere di Cavadonna.
Prosegue senza sosta l’attività di controllo lungo le coste di Augusta da parte della Guardia costiera, nell’ambito dell’Operazione Mare Sicuro 2014, che ha preso il via il mese scorso. Il servizio viene potenziato nel week end e si concentra sulle località maggiormente frequentate dai bagnanti e dai diportisti. Per svolgerlo, gli uomini della Guardia Costiera utilizzano anche unità da diporto e strutture balneari, con l’obiettivo di verificare il rispetto delle norme contenute nell’ordinanza di sicurezza balneare. Particolare attenzione viene prestata alla sicurezza in mare. Domenica scorsa il proprietario di un acquascooter è stato multato perché, nella baia di Brucoli, usciva dal proprio ormeggio, all’interno di un circolo nautico, a velocità sostenuta. L’ordinanza di sicurezza balneare può essere consultata attraverso il sito internet della Capitaneria di Porto di Augusta, all’indirizzo www.augusta.guardiacostiera.it. Il limite di velocità stabilito è di 10 nodi per tutte le unità da diporto con scafo planante, che transitano a meno di 500 metri dalle coste rocciose a picco sul mare e 1000 metri dinanzi le spiagge. La Guardia costiera ricorda a “tutti gli utenti del mare che il buonsenso e la prudenza rimangono comunque i due principali e imprescindibili elementi per trascorrere e far trascorrere delle serene vacanze estive”.
Un episodio maturato in un contesto di degrado sociale, in una zona difficile della città. Così il vice dirigente della Squadra Mobile di Siracusa, Rosario Scalisi, legge quanto accaduto ieri mattina nei pressi di via Madre Teresa di Calcutta. Un 34enne, dopo un diverbio con un uomo di 39 anni per ragioni legate ad una precedenza stradale non rispettata, ha estratto la pistola e ha sparato alcuni colpi ferendolo alle gambe (leggi qui). “In determinati contesti- spiega Scalisi- un banale litigio, come quello in questione, può trasformarsi in qualcosa di sproporzionato rispetto all’elemento che lo ha originato”.
Negli ultimi mesi e in diverse occasioni i cosiddetti “futili motivi” sono spesso sfociati in fatti di cronaca gravi. “Dati statistici- spiega Scalisi- ci confermano l’aumento dei reati predatori, criminalità spicciola, dai furti agli scippi, slegati da organizzazioni criminali strutturate”. Ed è più difficile per le forze dell’ordine contrastare i piccoli crimini, che non rientrano nell’ambito di alcun filo conduttore e sono praticamente fuori controllo. Episodi come la sparatoria di ieri mattina sarebbero anche il segnale tangibile di un crescente disagio sociale, legato alla crisi economica che attraversa l’Italia. “E’ chiaro- prosegue il vice dirigente della Mobile- che i giovani, se privi di punti di riferimento e di un’occupazione, possono cadere con maggiore facilità in dinamiche di criminalità spicciola, arrivando a commettere gesti fuori da qualsiasi logica”. Ma parlare di allarme sociale è fuori discussione. La situazione è sotto controllo e nonostante gli episodi “scontertanti”, la risposta delle forze dell’ordine sin qui è stata sempre immediata. Rimane senza soluzione un solo grande caso di cronaca cittadina, l’omicidio di piazza della Repubblica.
Ma intanto l’opinione pubblica siracusana si confronta su quanto accaduto. C’è chi denuncia con preoccupazione una cosiddetta “malattia di mafia” che porterebbe piccoli delinquenti a muoversi come sedicenti boss ma c’è soprattutto chi chiede maggiore severità nel punire questi episodi. In particolare, viene lamentata una sorta di “incertezza” della pena. Il problema, in realtà, è di diversa natura. Troppo lunghi i procedimenti della macchina giudiziaria anche per via di adempimenti burocratici e arretrati che dilatano i tempi della giustizia.
Litiga con il padre e, in preda all’ira, lo aggredisce portandogli le mani al collo fino a fargli perdere i sensi. Il fratello assiste alla scena e allerta i carabinieri della stazione di Solarino. Per questo, con l’accusa di lesioni gravi, è stato arrestato David Sebastiano Miano, 46 anni. Secondo una ricostruzione dei militari, l’episodio potrebbe essere legato ad uso smodato di alcolici da parte di Miano. La vittima, anche grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri, ha riportato soltanto alcune ecchimosi al collo giudicate guaribili in pochi giorni. Al 46enne sono stati concessi i domiciliari, ma in un’altra abitazione di sua proprietà, lontano, quindi, dagli altri familiari.
Una precedenza non rispettata. Qualche parola di troppo. Il sangue che va alla testa. Sarebbe andata più o meno così questa mattina nella zona di via Madre Teresa di Calcutta, che ospita la fiera del mercoledì. Quando le parole non sono più sembrate sufficienti, Christian Spicuglia, siracusano di 24 anni ha estratto una pistola e ha sparato alcuni colpi alle gambe dell’automobilista con cui stava discutendo. La vittima è un 39enne, raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco alla gamba destra. L’uomo gambizzato non è in pericolo di vita. Immediate, subito dopo l’episodio, le indagini di polziia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica. In poche ore gli investigatori hanno individuato in Spicuglia l’autore dell’intimidazione. Il giovane ha confessato. La sua intenzione sarebbe stata quella di spaventare il suo antagonista, non di ucciderlo. Dovrà comunque rispondere di tentato omicidio. Nella sua abitazione, sottoposta a perquisizione, è stata rinvenuta la pistola utilizzata per sparare. Il giovane è stato accompagnato nel carcere di Cavadonna.
Il suo concorrente non voleva proprio spostarsi dalla piazzola di Cassibile occupata per vendere i suoi prodotti. Così, Md Shahin, 33enne, originario del Bangladesh, avrebbe deciso di agire in maniera più “incisiva” rispetto alle solite sollecitazioni. Avrebbe perpetrato ai danni dell’altro commerciante ambulante una rapina, con l’intento di rendere chiaro il messaggio.
I carabinieri hanno fermato il giovane. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dopo avere minacciato il coetaneo, Shahin avrebbe picchiato l’avversario, arrivando a colpirlo con un bastone oltre che con calci e pugni. Poi avrebbe portato via parte dell’oggettistica che il connazionale esponeva e del denaro. L’accaduto è stato riferito ai militari che, al termine di rapide indagini, sono risaliti all’identità del presunto rapinatore, rintracciandolo poco dopo in una tenda occupata come dimora. All’interno i carabinieri hanno rinvenuto la merce sottratta. Addosso all’uomo, invece, i militari hanno trovato i 40 euro sottratti alla vittima.
Un bracciante agricolo arrestato a Pachino. L’uomo, Salvatore Pizzenti 57 con precedenti, è stato sorpreso in flagranza di reato. La mirata perquisizione domiciliare ha permesso, infatti, di scoprire una piccola serra artigianale occultata tra gli alberi del giardino. All’interno, cinque piantine di canapa indica alte in media circa 200 centimetri. Pizzenti è stato accompagnato presso la propria abitazione e posto ai domiciliari, in attesa della celebrazione del rito direttissimo presso il Tribunale di Siracusa. L’accusa è di coltivazione di sostanza stupefacente.
Erano domiciliati presso il centro di accoglienza di Mineo, ma si trovavano a Siracusa e, in via Romagnoli, avrebbero iniziato a litigare, passando presto dalle parole alle mani. Una rissa notata dagli agenti delle Volanti, impegnati nel controllo del territorio. Due giovani nigeriani, di 25 e 33 anni sono stati così fermati e denunciati per rissa. Il più grande dovrà rispondere anche di false attestazioni a pubblico ufficiale.
Brutta avventura fortunatamente a lieto fine per due turisti francesi. Dopo alcuni giorni trascorsi a Siracusa sono partiti con la loro barca – “Saga” – diretti verso la Grecia. Ma nella notte il motore è andato in panne e l’assenza di vento impediva l’utilizzo delle vele. I due transalpini hanno così dovuto lanciare il “may-day” alla Guardia Costiera. Sono stati soccorsi a 43 miglia a sudovest dal porto di Roccella Jonica (Rc). Con la loro barca sono stati rimorchiati da un peschereccio fino al porto delle Grazie di Roccella Jonica.