Siracusa. Latitante siracusano arrestato a Nichelino. Era pronto alla fuga all'estero

Aveva scelto la soluzione per la sua latitanza: scappare all’estero. Da Nichelino, la località in provincia di Torino presso cui si era rifugiato dopo esser scappato all’arresto a Siracusa, Michele Cianchino era pronto per far perdere le sue tracce. Il sorvegliato speciale era fuggito dalla sua abitazione nella nottata tra Natale e Santo Stefano, nel corso dell’operazione dei carabinieri “Bianco Natale”.Si era lanciato dal balconcino di casa, un balzo di circa quattro metri, per darsi alla fuga. La sua latitanza non è, però, durata più di due settimane.
Le indagini si sono subito concentrate su un pluripregiudicato di origini catanesi, da molto tempo residente in provincia di Torino, individuato come persona in grado di favorire l’irreperibilità di Cianchino. L’uomo, 56 anni, è stato denunciato per favoreggiamento personale. Al ricercato avrebbe fornito ogni tipo di appoggio e in particolare un’ingente somma di denaro, vestiti e tutto il necessario per protrarre a lungo la latitanza, quasi certamente all’estero. Le intuizioni degli investigatori si sono rivelate vincenti: a Nichelino, Michele Cianchino è stato individuato mentre indisturbato e sorridente scambiava chiacchiere con altri ragazzi del luogo al bar. “Si sentiva sicuro, certo che non sarebbe stato riconosciuto a chilometri di distanza da Siracusa”, hanno spiegato i carabinieri.
Chianchino si trova rinchiuso nel carcere di Torino. A suo carico, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Siracusa per il reato di detenzione ai fini di spaccio in concorso.
Al momento dell’arresto, Cianchino aveva con sè una patente di guida, una tessera sanitaria ed una carta d’identità false ed intestate ad un sedicente Venuti Paolo, nonché la somma di 1.250 euro in contanti. Inoltre, al suo presunto fiancheggiatore i carabinieri hanno sequestrato la somma di  20.350 euro che lo stesso avrebbe consegnato al Cianchino per consentirgli la liquidità necessaria per i suoi spostamenti da latitante.




Priolo. Cocaina in auto, denunciati due presunti spacciatori

L’arresto del presunto pusher da cui si sarebbero riforniti di droga, da smerciare successivamente, li avrebbe obbligati a individuare altri canali di approvigionamento dello stupefacente, nella zona di Catania. Sono stati denunciati dagli agenti del commissariato di Priolo a seguito di uno specifico servizio infoinvestigativo. Si tratta di due priolesi, di 25 e 62 anni, entrambi già noti alla giustizia. Dovranno rispondere di detenzione ai fini di spaccio. Il provvedimento a loro carico segue l’arresto di Vincenzo Inturrisi, lo scorso 6 gennaio, quando la polizia sequestrò della cocaina nella disponibilità del presunto spacciatore. Gli investigatori erano sulle tracce dei due denunciati. Quando li hanno bloccati a bordo di una vettura, i due avrebbero tentato di disfarsi della droga, gettandola dal finestrino della vettura. L’involucro, poi recuperato dai poliziotti, conteneva un grammo di cocaina. Addosso, invece, uno dei due aveva un’altra modica quantità di stupefacente.




Noto. Garage in fiamme in contrada Pirretta. Probabile la pista dolosa

Vigili del Fuoco impegnati a Noto, la scorsa sera. Poco dopo le 21 sono intervenuti per la segnalazione di un incendio divampato all’interno di un  un garage annesso ad un’abitazione di campagna, in contrada Pirretta. All’arrivo dei pompieri, le fiamme avevano già causato il crollo del solaio del fabbricato e avviluppato alcune attrezzature agricole e un trattore con rimorchio ricoverati all’interno del box. L’incendio ha probabile origine dolosa. Indagano i carabinieri.




Siracusa. Droga, operazione "Bianco Natale", in manette Michele Cianchino. Era sfuggito all'arresto lanciandosi dal balcone di casa

Sviluppi nell’operazione “Bianco Natale”, nell’ambito della quale, nella sera del 25 dicembre scorso, i carabinieri hanno arrestato 3 persone, sorprese a confezionare cocaina intorno ad un tavolo dell’abitazione del pluripregiudicato Michele Cianchino. Tagliavano lo stupefacente, mezzo chilo di cocaina purissima, quando i militari dell’Arma hanno fatto irruzione nell’abitazione. Una scena alla “Scarface”, quella descritta dagli investigatori. Mentre i carabinieri bloccavano e ammanettavano Stefano Cianchino, fratello di Michele, Michael Alan Rosa, 21 anni, Silvio Ingallina, 22 anni e Marialaura Miraglia, 21 anni, il padrone di casa era riuscito a fuggire, lanciandosi dal balcone del primo piano. Quando i militari dell’Arma hanno fatto ingresso nell’abitazione, sul tavolo la droga era suddivisa in 5 sacchetti di cellophane. Un’altra parte dello stupefacente era su un piatto con a fianco delle schede telefoniche da usare per suddividerla in dosi.. La droga, secondo le stime degli inquirenti,avrebbe fruttato, se venduta, almeno 75 mila euro. Nell’abitazione sono stati rinvenuti anche 10 grammi di hashish, già suddiviso in dosi ed un bilancino elettronico di precisione oltre a 5 mila euro circa, prevalentemente in banconote da 20 e 50 euro, presunto provento dell’attività di spaccio. I tre uomini sono stati condotti nel carcere di Cavadonna. Domiciliari, invece, per la giovane. Adesso, l’ ‘anello mancante’. I dettagli su come i carabinieri sono riusciti a rintracciare e ad arrestare Cianchino saranno illustrate domani mattina, nel coso di una conferenza stampa convocata per le 10 nella sede del  comando provinciale dei Carabinieri 




Avola. Droga, un arresto e una denuncia

Un arresto ed una denuncia. E’ il bilancio di un servizio antidroga condotto ieri dagli agenti del commissariato di Avola. Gli agenti, nel pomeriggio, a seguito di indagini di polizia giudiziaria, hanno arrestato Corrado Vaccarella, 31 anni, di Avola, già noto alle forze dell’ordine. In casa avrebbe nascosto 5 grammi di cocaina e materiale utile per il confezionamento della droga. L’accusa a suo carico è di detenzione ai fini di spaccio. Stesso reato, quello contestato ad un giovane di diciannove anni, avolese. Il diciannovenne è stato denunciato perchè trovato in possesso di 20 grammi di ‘erba’ e di una pianta, sempre di marijuana.




Avola. A fuoco nella notte una Fiat Punto parcheggiata in via Catalani, l'incendio è doloso

E’ di origine dolosa l’incendio che la notte scorsa ha distrutto la Fiat Punto di avolese. La vettura era parcheggiata in via Catalani. L’allarme è scattato all’una e mezza. Gli agenti del locale commissariato sono intervenuti a seguito di una segnalazione telefonica, insieme ai vigili del fuoco, a cui sono state affidate le operazioni di spegnimento del rogo. I rilievi successivi hanno fatto emergere con chiarezza che si è trattato di un gesto volontario.




Pachino. In fiamme una Peugeot, incerte le cause dell'incendio

Non è ancora chiaro se si sia trattato di un corto circuito o di un incendio doloso. La polizia sta indagando sull’incendio dell’auto di un uomo, residente a Pachino. Le fiamme hanno avviluppato ieri la sua Peugeot. I vigili del fuoco hanno domato il rogo, fornendo i primi elementi utili agli investigatori per avviare gli accertamenti del caso.




Priolo. Cercavano asparagi, trovano "casualmente" 120 kg di rame. Denunciati due cinquantenni

Quell’auto posteggiata in una zona isolata proprio non convinceva i Carabinieri di Priolo Gargallo. Che hanno deciso di appostarsi e aspettare, per vedere cosa stesse succedendo. Sono così riusciti a sorprendere due uomini che rientravano dai vicini campi di asparagi con matasse di cavi in prezioso rame. I due, priolesi incensurati, entrambi di cinquant’anni, sono stati denunciati e dovranno adesso rispondere di ricettazione in concorso. Hanno dichiarato di aver trovato casualmente tutto quel rame che trasportavano a spalla. Loro intenzione sarebbe stata, in realtà, quella di andare per asparagi. Una volta scoperti, hanno condotto i militari nel punto in cui avrebbero “per caso” trovato il materiale: sono state così rinvenute dodici matasse di cavi in rame, della lunghezza di otto metri ciascuna e sezione di tre centimetri, per un peso complessivo di circa 120 kg.
Secondo i Carabinieri, le matasse sarebbero state rubate da ignoti il 13 dicembre 2013 da una centrale solare eolica di contrada Bondifé. Anche in quell’occasione i militari avevano notato nelle campagne movimenti sospetti di persone, messe in fuga dal loro arrivo. Ma il rame non venne trovato, forse perchè era stato già ben occultato nella zona in cui è stato adesso rinvenuto. Probabilmente, i ladri avevano nascosto il tutto per poi procedere con calma a tagliare la guaina, sfilettare i cavi in rame e scioglierli per avere disponibile il cosiddetto “oro rosso”, da rivendere a cinque/sei euro al chilo.

(foto: archivio)




Cassibile. Li considerava amici, ma diventano i suoi "aguzzini". Brutta avventura per un invalido

Una storia di cattive conoscenze e pessime abitudini, che sarebbe anche potuta costare  la vita ad un invalido di Cassibile. La sua “colpa” più grande, avere scelto come compagni di avventura Giuseppe Grande (57) e Nunzio Giudice (53). Succede tutto nella frazione siracusana. I tre conoscenti – secondo quanto ricostruito dai carabinieri – si erano incontrati per acquistare dell’eroina da consumare insieme. Il disabile, per questo scopo, avrebbe consegnato 20 euro appena vinti alle macchinette ai suoi “amici” così da poter andare in auto ad acquistare la droga.  Quando il terzetto si ritrova nelle campagne di Cassibile, all’invalido viene consegnata la dose di eroina che una volta assunta lo induce in un forte stato confusionale, aggravato dal precedente consumo di alcool. Grande e Giudice, approfittando delle sue condizioni, avrebbero a questo punto trattenuto la vittima con la forza rubandogli altri 20 euro. Caricato l’invalido in auto, in stato di quasi incoscienza, lo avrebbero poi abbandonato riverso sulla sedia esterna di un bar di Cassibile per darsi quindi alla fuga. Il titolare dell’esercizio  ha subito allertato i Carabinieri. Alcuni  hanno provveduto a soccorrere la vittima (dimesso poco dopo dall’ospedale, riscontrati solo effetti dell’alcool e della droga), altri hanno raccolto le informazioni disponibili e si sono messi alla ricerca dei due uomini, riuscendo rintracciarli in fretta. Grande e Giudice sono stati arrestati e posti ai domiciliari. L’accusa per loro è di abbandono di persona incapace, omissione di soccorso e cessione di sostanza stupefacente.




Siracusa. Ruba una statua della Madonna, denunciato

Se l’è cavata solo con un denuncia un siracusano di 46 anni. Nel pomeriggio di ieri, si sarebbe introdotto furtivamente all’interno di un istituto religioso e qui avrebbe asportato un’antica statuetta di ceramica raffigurante la Madonna. L’opera risale ai  primi del ‘900. Le immediate indagini avviate dalla polizia hanno permesso di individuare in poco tempo il presunto responsabile, identificato nel 46enne. All’interno della sua abitazione è stata trovata anche la statuetta.