Siracusa. Ricoverata al Cannizzaro la 38enne che avrebbe appiccato l'incendio in psichiatria. I dubbi degli investigatori

E’ ricoverata al Cannizzaro di Catania, reparto ustionati, la 38enne che avrebbe dato vita ad un principio d’incendio nel reparto di psichiatria dell’ospedale  di Siracusa. Sconosciute le cause del gesto che ha scatenato momenti di grande panico nella sezione dell’Umberto I dove si ritrovano ricoverati soggetti non sempre pienamente indipendenti. Le fiamme sono state subito domate dagli infermieri, ma il fumo che si è sprigionato e che ha invaso corridoi e scale ha creato un vero e proprio allarme. I vigili del fuoco hanno utilizzato un motoventilatore per aerare i locali.
Ma mentre si cerca di fare ancora luce su quanto accaduto, emergono i primi dubbi. Da alcune testimonianze raccolte, parrebbe infatti che la donna che avrebbe appiccato l’incendio, si trovasse nel suo letto con sistemi di ritenuta di sicurezza necessari per la notte. Diventa un giallo capire come abbia quindi compiuto il pericoloso gesto. Un aspetto su cui si starebbero concentrando le indagini.
Come un nuovo controllo pare si sia reso necessario per alcune porte tagliafuoco dell’ospedale siracusano che – si sospetta – non avrebbero svolto a dovere il loro compito, permettendo al fumo di invadere comunque i locali.




Lentini. Dovevano essere ai domiciliari ma giravano in auto: arrestati

Erano a zonzo nonostante fossero stati posti ai domiciliari. Una “passeggiata” fuori programma interrotta sulla Sp 104, in territorio di Lentini, da un posto di blocco dei poliziotti. Sono finiti cosi in arresto Costantin Dumitran Cristu (classe 1990) e Laurentin Tuteanu  (classe 1993). L’accusa è di evasione dagli arresti domiciliari.




Siracusa. Antonino Restuccia ai domiciliari: "E' stata una terribile disgrazia"

Dal carcere alla casa della madre. Antonino Restuccia, l’infermiere 32enne alla guida dell’auto travolta domenica dall’onda di piena dell’Asinaro, è comparso questa mattina davanti dal gip del tribunale di Siracusa, Alessandra Gigli. L’arresto è stato convalidato ma è stata disposta la misura della custodia cautelare ai domiciliari fino al 10 febbraio. Tempo entro cui gli inquirenti e gli investigatori vogliono acquisire ulteriori prove e testimonianze. Ieri, prima dei funerali, è stata ascoltata Ramona Restuccia, la madre della piccola Marisol, una delle tre vittime. Il 32enne viene così tenuto lontano dagli altri occupanti, considerati testimoni importanti per ricostruire quanto accaduto in quelle drammatiche ore di domenica mattina. Per il pm potrebbe influenzare la versione delle alte persone che erano in auto con lui. Dopo quella data, se non interverranno fattori di novità, Antonino Restuccia tornerà ad essere un uomo libero.
Questa mattina l’uomo ha risposto a tutte le domane, in particolare riguardo alla principale contestazione circa l’invito a non passare in quel tratto di strada che affonda nel torrente. “Non c’era una apparente situazione di pericolo. Si è trattato di una terribile disgrazia”, spiega l’avvocato dell’uomo, Paolo Signorello. “Ma adesso si deve valutare se esistono responsabilità di terzi”, avverte sibillino riferendosi alle condizioni della strada e del fiume.




Siracusa. Operazione "Tessa", tentava di lasciare l'Italia per sfuggire all'arresto, la Mobile lo rintraccia in un albergo di Milano

Era riuscito a fuggire e si nascondeva a Milano, in un albergo, pronto a lasciare l’Italia per rifugiarsi in Svizzera e sfuggire all’arresto. E’ stato rintracciato e arrestato dalla Squadra Mobile di Siracusa, con la collaborazione dei colleghi milanesi, Yohannes Ghebrezgihabiher, 39 anni, eritreo, destinatario di una misura di arresti domiciliari emessa dalla Procura Distrettuale di Catania  nell’ambito dell’operazione “Tessa” dello scorso 29 gennaio,  con cui la polizia ha scoperto una  rete parallela a quella dell’accoglienza dei migranti,  con degli “scafisti di terra” proprio a Siracusa (leggi qui). L’operazione ha portato all’emissione di 11 misure cautelari. Per il trentanovenne,  l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla permanenza irregolare di clandestini nel territorio italiano. Per rintracciare Ghebrezgihabiher, gli uomini della Mobile si sono avvalsi di strumentazioni tecnologiche, controllando le utenze cellulari in uso all’uomo. Attraverso questo tipo di indagini, gli agenti avrebbero appreso del tentativo dell’uomo, il 3 febbraio scorso, di fuggire dall’Italia a bordo di un treno diretto a Como. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di varcare il confine della Svizzera per sottrarsi all’arresto. Una volta rintracciato e bloccato,  Ghebrezgihabiher si sarebbe rifiutato di fornire un domicilio in cui scontare la misura cautelare. Un diniego che ha spinto il tribunale di Catania a disporre per lui l’arresto in carcere, a San Vittore.
 




Siracusa. Arrestato presunto rapinatore residente a Roma

Collaborazione sull’asse Roma-Siracusa. Gli agenti del commissariato Primavalle, in collaborazione con la Mobile di  Siracusa, hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica aretusea. Arrestato Vittorio Di Luciano, 32enne residente a Roma. Deve espiare una pena residua di 3 anni, 5 mesi e 16 giorni per il reato di rapina, commesso a Siracusa nel dicembre scorso.




Cassibile. I carabinieri inseguono e arrestano ladri di arance e ortaggi

Furti nelle aziende agricole. Sventato un altro colpo nei pressi di Cassibile. I carabinieri hanno arrestato Andrea Danto e Luigi Calcinella , rispettivamente di 25 e 28 anni, entrambi di Siracusa e con precedenti di polizia. Sono accusati di furto aggravato in concorso di arance ed ortaggi vari. I due, insieme ad una terza persona incensurata (un 20enne),  sono stati sorpresi dai militari che, dopo un lungo inseguimento lungo la S.S. 115, li hanno bloccati nei pressi del mercato ortofrutticolo di Siracusa. I tre avrebbero avuto l’intenzione di rivenderli.  La refurtiva, per circa 260 kg, è stata restituita al proprietario. Gli arrestati  sono stati posti ai domiciliari.




Lentini. Pensionato con ottimi riflessi mette in fuga i rapinatori

A 73 anni sembrava una vittima perfetta per una rapina. Devono avere pensato qualcosa di simile i due che a Lentini, in via Monte Grappa, hanno aggredito un pensionato per rubargli la pensione appena riscossa. Quello che non potevano immaginare, però, era la pronta reazione del malcapitato. Che ha spiazzato i malviventi. I due hanno rinunciato al loro piano criminale dandosi alla fuga. Sul caso indaga la polizia.




Sortino. Loro giocano alle macchinette e la figlioletta di tre anni vaga da sola. Denunciati marito e moglie

La chiamano ludopatia, malattia dei nostri tempi. Una sorta di assuefazione al gioco, specie d’azzardo. Una dipendenza vera e propria, capace di non far pensare ad altro che a quelle macchinette installate in molti esercizi pubblici e null’altro. Nemmeno alla propria figlia. Succede a Sortino, all’interno di una tabaccheria. I poliziotti, durante dei controlli amministrativi, si trovano davanti l’incredibile scena: una giovane coppia, marito e moglie, totalmente assorbiti dal gioco mentre la figlioletta di tre anni vagava senza alcuna attenzione. I due sono stati denunciati perchè per un considerevole lasso di tempo si sarebbero disinteressati della bimba. L’ipotesi di reato loro contestata è violazione dell’assistenza materiale.
(foto: dal web)




Noto. Dalla speranza dei primi soccorsi alla triste procedura di recupero dei cadaveri. Il racconto dei soccorritori

Antonio Gallitto è il funzionario dei Vigili del Fuoco che ha coordinato e gestito i primi soccorsi in contrada Romanello, Noto. Dodici ore di lavoro, dalle 4 del mattino sino alle 16 di ieri. Un lungo intervento  iniziato con la speranza di poter salvare delle vite umane e terminato con la triste operazione di recupero dei cadaveri.
“Appena arrivati – racconta a SiracusaOggi.it – abbiamo subito aiutato le due donne che erano riuscite a salvarsi”. Una delle due è la mamma della piccola Marisol e ancora non ha contezza della disgrazia. “Le abbiamo trovate in forte stato confusionale. Si erano arrampicate su quell’albero contro cui la macchina ha terminato la sua corsa”. Farfugliano, non riescono a fornire elementi concreti. Per raggiungerle, un vigile pratico in tecniche Saf guada il fiume in un punto in cui minore è il rischio e, sull’altra sponda, raggiunge proprio le due donne. Con coraggio attraversa i circa quattro metri di larghezza del torrente e inizia a montare la cosiddetta teleferica, necessaria per trasportare verso i mezzi di soccorso i superstiti. Dei due uomini che pure erano dentro l’auto non si hanno notizie in zona. “Ma l’allarme è stato dato da uno dei due, credo il passeggero lato guida”. Intanto,  i soccorritori – che operano anche con l’ausilio di un gommone – notano le sagome di altre persone dentro l’auto. “Abbiamo subito capito che per loro non c’era molto da fare”, spiega ancora Gallitto.
Per estrarli da quell’auto che è diventata una tomba, i vigili del fuoco devono prima rompere i finestrini. “Impossibile pensare di aprire il portellone o fare diversamente, a causa della pressione dell’acqua”. In quel punto raggiunge il metro e cinquanta. Gli operatori Saf sono abituati ad intervenire in scenari tipici di alluvioni o grandi incidenti. Ma quando arriva il momento di Marisol, a fatica contengono la commozione. C’è un silenzio quasi irreale attorno e persino il brusio delle acque per un istante rallenta. E la tragedia assume appieno tutto il suo tetro peso.
(foto: Ansa da La Repubblica)




Noto. Il grido di dolore del sindaco Corrado Bonfanti: "Si poteva evitare una tragedia così"

“Forse si poteva evitare”. Il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, è roso dal dubbio che la tragedia che così pesantemente ha colpito la collettività netina sia davvero stata il frutto di imprudenza. Con i tecnici comunali è impegnato in tutta una serie di sopralluoghi e rilievi, anche nelle zone di mare di Noto. Ma il pensiero torna sempre a contrada Romanello. Non appena avvisato, ieri mattina ha raggiunto la zona incriminata. Ha seguito tutte le operazioni ed è rimasto in stretto contatto con le forze dell’ordine. “Il guidatore aveva avuto contezza di un potenziale pericolo, glielo avevano detto gli altri occupanti. Credo abbia sottovalutato il pericolo”, dice il primo cittadino che conosce quasi tutti i protagonisti di questa triste vicenda. Conosce famiglie e storie. “E’ un momento di grande scoramento per Noto”. La città barocca vive oggi il primo dei tre giorni di lutto cittadino subito proclamati, in attesa dei funerali. Una data ancora non c’è. I corpi delle tre vittime sono stati trasportati all’obitorio dell’Umberto I, a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’ispezione cadaverica. Con ogni probabilità, saranno celebrati dal vescovo di Noto in Cattedrale.
Niente accuse da parte del sindaco di Noto, non è il giorno migliore. “Anche perchè non credo che in questa vicenda ci sia colpa da parte del demanio fluviale, che ha la competenza di quel tratto di stradina interpoderale. Certo, la pulizia degli argini aiuterebbe. Ma il torrente era nel suo letto, non è esondato”.
La strada imboccata dalla Ypsilon grigia è considerata una sorta di scorciatoia per arrivare in fretta in città. E’ strada di campagna ma in buone condizioni. Il problema è che, in un tratto, taglia letteralmente il letto del fiume. Un guado vero e proprio. Di solito l’acqua è profonda “uno o due centimetri”, spiega Bonfanti. “E sotto quei pochi centimentri di acqua c’è un fondo in calcestruzzo. Durante l’anno, in tanti passano di lì senza problemi”. Ma domenica mattina il torrente era gonfio e violento. In più, sull’auto c’erano sette persone: un peso eccessivo che ha ulteriormente abbassato la vettura che – è una delle ricostruzioni – appena dentro il guado sarebbe stata colpita dall’onda di piena all’altezza della fiancata. E così trascinata dalla forza delle acque. Fosse stata appena più scarica, appena più alta forse sarebbe passata. Forse sarebbe appena scivolata, consentendo a tutti di salvarsi. Ipotesi, soltanto ipotesi infarcite di senno del poi. Ipotesi che oggi a Noto lasciano il tempo che trovano e acuiscono il senso di rabbia. “E’ una giornata triste per la nostra comunità”,  commenta il sindaco, Corrado Bonfanti.