Augusta. Due fermi tra i 321 migranti sbarcati ad Augusta

E’ iniziato una ventina di minuti prima delle 10 lo sbarco dei 321 migranti a bordo della nave San Giorgio. Il mezzo anfibio della Marina Militare ha soccorso gli stranieri nelle scorse ore. Ad Augusta attivata la solita procedura per accoglienza e smistamento nei centri di accoglienza del territorio. Tra i 321 vi sono 62 donne e 5 bambini. Due persone sono state poste in stato di fermo per resistenza a pubblico ufficiale.




Priolo. Le fiamme distruggono un chiosco in piazza Nassiriya

Chiosco a fuoco in piazza Nassriya, a Priolo. La segnalazione al centralino dei Vigili del Fuoco è arrivata pochi minuti prima delle 7 di questa mattina. Una volta sul posto, hanno provveduto a spegnere le fiamme che avevano attaccato la struttura. Notevoli i danni. Non sono stati rilevati elementi per una certa individuazione delle cause. Non è comunque esclusa la pista del gesto intimidatorio diretto al commerciante.
(foto: da facebook)




Siracusa. Donna si incatena nei pressi del Tribunale. "Giustizia per mio figlio". Il video

Ha scelto il venerdì Santo per portare in piazza il suo dolore di madre. Questo pomeriggio si è incatenata in viale Santa Panagia, a pochi passi dal Tribunale. Iose D’Angelo è la mamma di Francesco Garofalo, il ragazzo di 26 anni morto due anni fa dopo un grave incidente stradale. Un incidente su cui – secondo la signora D’Angelo – non sarebbe ancora stata fatta piena luce. Per questo è tornata a chiedere pubblicamente giustizia per suo figlio, sollecitando un’inchiesta. Ad inizio aprile era stato suo marito, Nuccio Garofalo, ad incatenarsi nella stessa area. I due, insieme alla figlia, si dicono pronti ad andare anche a Roma se le loro proteste a Siracusa non sortiranno alcun effetto.




Siracusa. Donna si incatena nei pressi del Tribunale. "Giustizia per mio figlio". Il video

Ha scelto il venerdì Santo per portare in piazza il suo dolore di madre. Questo pomeriggio si è incatenata in viale Santa Panagia, a pochi passi dal Tribunale. Iose D’Angelo è la mamma di Francesco Garofalo, il ragazzo di 26 anni morto due anni fa dopo un grave incidente stradale. Un incidente su cui – secondo la signora D’Angelo – non sarebbe ancora stata fatta piena luce. Per questo è tornata a chiedere pubblicamente giustizia per suo figlio, sollecitando un’inchiesta. Ad inizio aprile era stato suo marito, Nuccio Garofalo, ad incatenarsi nella stessa area. I due, insieme alla figlia, si dicono pronti ad andare anche a Roma se le loro proteste a Siracusa non sortiranno alcun effetto.




Siracusa. Due pistole nascoste in un canneto: per quale azione dovevano servire?

Due pistole sono state sequestrate dalla  Mobile della Questura di Siracusa. Una Beretta, calibro 7.65 con matricola illegibile, completa di caricatore con 7 cartucce, e una Beretta 92, claibro 8, priva di matricola e tappo rosso. Erano state nascoste in un canneto di contrada Serramendola. Tra le sterpaglie, nei pressi di una villetta disabitata, gli agenti hanno notato una busta di colore verde con all’interno le armi. Le indagini dovranno ora stabilire se quelle pistole possono essere collegate a recenti casi di cronaca ed eventualmente se hanno sparato. E’ caccia anche ai soggetti che potevano avere nella loro disponibilità le due armi da fuoco.




Avola. "Tratta bene mia figlia" e minaccia un esaminatore della Motorizzazione

Doveva essere una mattina di lavoro come tante altre per un funzionario della Motorizzazione di Avola. Verifiche, esami con i ragazzi e i relativi giudizi per il rilascio della patente. Ma sulla strada del placido funzionario c’era anche un incontro con il “focoso” papà di una diciottenne da esaminare. Il 43enne si è fatto convinto che l’esaminatore non stesse trattando con il dovuto rispetto la sua piccola, così lo avrebbe colpito con una schiaffo dopo averlo aggredito verbalmente. Alcuni testimoni avrebbero confermato l’episodio, negato dall’uomo. Che non contento, poco dopo le valutazioni della commissione – per la cronaca, la figlia è stata promossa – avrebbe atteso il funzionario all’esterno della Motorizzazione armato di coltello. Immediato l’intervento del commissariato di Avola che ha raccolto la segnalazione e ricostruito i fatti. Un coltello è stato effettivamente trovato nell’auto del papà “caldo”. Non sarebbe stato però riconosciuto dalla vittima. Quello sequestrato dai poliziotti è un coltellino con lama di quattro centimetri. L’uomo è stato denunciato per  minacce gravi, percosse, ingiurie e possesso ingiustificato di un coltello.




Avola. "Tratta bene mia figlia" e minaccia un esaminatore della Motorizzazione

Doveva essere una mattina di lavoro come tante altre per un funzionario della Motorizzazione di Avola. Verifiche, esami con i ragazzi e i relativi giudizi per il rilascio della patente. Ma sulla strada del placido funzionario c’era anche un incontro con il “focoso” papà di una diciottenne da esaminare. Il 43enne si è fatto convinto che l’esaminatore non stesse trattando con il dovuto rispetto la sua piccola, così lo avrebbe colpito con una schiaffo dopo averlo aggredito verbalmente. Alcuni testimoni avrebbero confermato l’episodio, negato dall’uomo. Che non contento, poco dopo le valutazioni della commissione – per la cronaca, la figlia è stata promossa – avrebbe atteso il funzionario all’esterno della Motorizzazione armato di coltello. Immediato l’intervento del commissariato di Avola che ha raccolto la segnalazione e ricostruito i fatti. Un coltello è stato effettivamente trovato nell’auto del papà “caldo”. Non sarebbe stato però riconosciuto dalla vittima. Quello sequestrato dai poliziotti è un coltellino con lama di quattro centimetri. L’uomo è stato denunciato per  minacce gravi, percosse, ingiurie e possesso ingiustificato di un coltello.




Siracusa. Donna trova in strada 1.700 euro. Senza esitazione, li restituisce

Sorpresa per una giovane donna in piazza della Repubblica, a Siracusa. Mentre stava camminando nella zona a ridosso del centrale corso Gelone, il suo sguardo è stato attirato da un sacchettino poco distante da un’auto posteggiata. Uno di quegli incartamenti spesso utilizzato per gioielli e monili. Si è avvicinata e guardando da vicino ha notato che il contenuto era ben diverso. Dentro c’erano banconote. Tante banconote. Per curiosità le ha contate e la somma era pari a 1.700 euro persi da chissà chi. Non una di quelle cifre da far tremare i polsi. Magari non cambia la vita, ma è una bella mano d’aiuto oggi giorno. Le tentazioni nella mente della giovane sono durate lo spazio di qualche istante. Perchè ha subito optato per la cosa giusta: ha  chiamato la polizia. Con l’aiuto degli agenti delle Volanti, si è riusciti a risalire al proprietario della somma. Anzi, la proprietaria: una signora che aveva perduto senza accorgersene il sacchetto, uscendo dall’auto posteggiata in piazza della Repubblica. Decisiva per la felice conclusione della vicenda la segnalazione del punto esatto dove era il sacchetto, proprio nei pressi di una vettura. Rintracciato il proprietario dalla polizia, è stato poi facile ricostruire tutti i tasselli della vicenda. Inevitabili i ringraziamenti attraverso gli agenti. Ma non è escluso che le forze dell’ordine possano decidere di mettere in contatto le due donne per un “grazie” vis a vis.




Avola. Si rifiuta di chiedere l'elemosina, viene colpita da una sprangata

Non ha trovato modo migliore per concludere un’animata discussione con la cognata che colpirla con una sbarra in ferro. Un colpo secco, che le ha procurato ferite guaribili in dieci giorni. Succede ad Avola, nei pressi dell’ospedale. Protagonisti della storia due rumeni. Lui, 40 anni, era solito chiedere l’elemosina davanti al nosocomio. E a tutti i costi voleva che lo aiutasse nella questua anche la cognata, di 42 anni. Ma la donna, ad un certo punto, avrebbe deciso diversamente. Per tutta risposta, è stata raggiunta da una sprangata alla testa. Chi ha assistito alla scena, ha avvisato la Polizia. Il rumeno è stato rintracciato dopo una veloce attività di indagine in una abitazione di campagna. E’ stato denunciato per lesioni aggravate.




Siracusa. Ricatti sessuali via Facebook: si allarga l'inchiesta

Belle, procaci, provocanti e apparentemente disponibili. Ma rigorosamente via web. Una trappola in cui sono caduti almeno una decina di siracusani. Una brutta avventura finita con un ricatto sessuale: “paga o metto su youtube il video di te nudo”. A pronunciare la minaccia in un italiano stentato pare sia una francese, sulle cui tracce si muove adesso il Nit della Procura di Siracusa. Almeno una decina le denunce presentate ma il caso si sta allargando a macchia d’olio, raccogliendo analoghe segnalazioni da altre parti d’Italia. Nella rete delle adescatrici sarebbero finiti principalmente uomini tra i 35 e i 60 anni, dipendenti e liberi professionisti dotati di buona posizione sociale.
Tutti hanno raccontato una storia simile. Sul loro profilo Facebook hanno ricevuto una richiesta di amicizia da parte di una bella ragazza che si presentava come 22enne. Forse per via del fascino di quella graziosa figura, finivano per accettare l’amicizia e nel giro di pochi giorni si ritrovavano faccia a faccia con la prosperosa fanciulla su Skype. Un pò di conversazione, qualche complimento. Poi lei chiede qualcosa di più. E per rompere il ghiaccio mostra alla webcam i seni. Un’azione che priva di freni inibitori le vittime, che a loro volta mostrano le parti intime assecondando le richieste della ragazza.
Fino al finale a sorpresa, quando parte la richiesta di soldi per non pubblicare quelle immagini. E per rendere ancora più forte la minaccia, la ragazza dice di essere minorenne per cui il suo interlocutore è un pedofilo. Un’aggravante psicologica che mette all’angolo le vittime dell’estorsione. La richiesta economica si aggira sui 5-600 euro, pagabili anche in tre tranche.
Qualcuno ha pagato, altri hanno deciso di presentare denuncia. Sono così scattate le indagini, coordinate dagli uomini del Nucleo Investigativo Telematico che hanno chiesto ai responsabili italiani di Facebook le “chiavi” degli account utilizzati dalla donna che potrebbe far parte di una più complessa organizzazione. Che non lascia nulla al caso. Prima di inviare le richieste di amicizia, infatti, vengono studiati tutti i dati contenuti nei profili delle ignare vittime. Per questo gli investigatori invitano a prestare la massima attenzione alle impostazioni della privacy sui social network. E al buon senso: evitare di accettare richieste sospette come quelle di una facile trasgressione in webcam.