Sortino. Loro giocano alle macchinette e la figlioletta di tre anni vaga da sola. Denunciati marito e moglie

La chiamano ludopatia, malattia dei nostri tempi. Una sorta di assuefazione al gioco, specie d’azzardo. Una dipendenza vera e propria, capace di non far pensare ad altro che a quelle macchinette installate in molti esercizi pubblici e null’altro. Nemmeno alla propria figlia. Succede a Sortino, all’interno di una tabaccheria. I poliziotti, durante dei controlli amministrativi, si trovano davanti l’incredibile scena: una giovane coppia, marito e moglie, totalmente assorbiti dal gioco mentre la figlioletta di tre anni vagava senza alcuna attenzione. I due sono stati denunciati perchè per un considerevole lasso di tempo si sarebbero disinteressati della bimba. L’ipotesi di reato loro contestata è violazione dell’assistenza materiale.
(foto: dal web)




Noto. Dalla speranza dei primi soccorsi alla triste procedura di recupero dei cadaveri. Il racconto dei soccorritori

Antonio Gallitto è il funzionario dei Vigili del Fuoco che ha coordinato e gestito i primi soccorsi in contrada Romanello, Noto. Dodici ore di lavoro, dalle 4 del mattino sino alle 16 di ieri. Un lungo intervento  iniziato con la speranza di poter salvare delle vite umane e terminato con la triste operazione di recupero dei cadaveri.
“Appena arrivati – racconta a SiracusaOggi.it – abbiamo subito aiutato le due donne che erano riuscite a salvarsi”. Una delle due è la mamma della piccola Marisol e ancora non ha contezza della disgrazia. “Le abbiamo trovate in forte stato confusionale. Si erano arrampicate su quell’albero contro cui la macchina ha terminato la sua corsa”. Farfugliano, non riescono a fornire elementi concreti. Per raggiungerle, un vigile pratico in tecniche Saf guada il fiume in un punto in cui minore è il rischio e, sull’altra sponda, raggiunge proprio le due donne. Con coraggio attraversa i circa quattro metri di larghezza del torrente e inizia a montare la cosiddetta teleferica, necessaria per trasportare verso i mezzi di soccorso i superstiti. Dei due uomini che pure erano dentro l’auto non si hanno notizie in zona. “Ma l’allarme è stato dato da uno dei due, credo il passeggero lato guida”. Intanto,  i soccorritori – che operano anche con l’ausilio di un gommone – notano le sagome di altre persone dentro l’auto. “Abbiamo subito capito che per loro non c’era molto da fare”, spiega ancora Gallitto.
Per estrarli da quell’auto che è diventata una tomba, i vigili del fuoco devono prima rompere i finestrini. “Impossibile pensare di aprire il portellone o fare diversamente, a causa della pressione dell’acqua”. In quel punto raggiunge il metro e cinquanta. Gli operatori Saf sono abituati ad intervenire in scenari tipici di alluvioni o grandi incidenti. Ma quando arriva il momento di Marisol, a fatica contengono la commozione. C’è un silenzio quasi irreale attorno e persino il brusio delle acque per un istante rallenta. E la tragedia assume appieno tutto il suo tetro peso.
(foto: Ansa da La Repubblica)




Noto. Il grido di dolore del sindaco Corrado Bonfanti: "Si poteva evitare una tragedia così"

“Forse si poteva evitare”. Il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, è roso dal dubbio che la tragedia che così pesantemente ha colpito la collettività netina sia davvero stata il frutto di imprudenza. Con i tecnici comunali è impegnato in tutta una serie di sopralluoghi e rilievi, anche nelle zone di mare di Noto. Ma il pensiero torna sempre a contrada Romanello. Non appena avvisato, ieri mattina ha raggiunto la zona incriminata. Ha seguito tutte le operazioni ed è rimasto in stretto contatto con le forze dell’ordine. “Il guidatore aveva avuto contezza di un potenziale pericolo, glielo avevano detto gli altri occupanti. Credo abbia sottovalutato il pericolo”, dice il primo cittadino che conosce quasi tutti i protagonisti di questa triste vicenda. Conosce famiglie e storie. “E’ un momento di grande scoramento per Noto”. La città barocca vive oggi il primo dei tre giorni di lutto cittadino subito proclamati, in attesa dei funerali. Una data ancora non c’è. I corpi delle tre vittime sono stati trasportati all’obitorio dell’Umberto I, a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’ispezione cadaverica. Con ogni probabilità, saranno celebrati dal vescovo di Noto in Cattedrale.
Niente accuse da parte del sindaco di Noto, non è il giorno migliore. “Anche perchè non credo che in questa vicenda ci sia colpa da parte del demanio fluviale, che ha la competenza di quel tratto di stradina interpoderale. Certo, la pulizia degli argini aiuterebbe. Ma il torrente era nel suo letto, non è esondato”.
La strada imboccata dalla Ypsilon grigia è considerata una sorta di scorciatoia per arrivare in fretta in città. E’ strada di campagna ma in buone condizioni. Il problema è che, in un tratto, taglia letteralmente il letto del fiume. Un guado vero e proprio. Di solito l’acqua è profonda “uno o due centimetri”, spiega Bonfanti. “E sotto quei pochi centimentri di acqua c’è un fondo in calcestruzzo. Durante l’anno, in tanti passano di lì senza problemi”. Ma domenica mattina il torrente era gonfio e violento. In più, sull’auto c’erano sette persone: un peso eccessivo che ha ulteriormente abbassato la vettura che – è una delle ricostruzioni – appena dentro il guado sarebbe stata colpita dall’onda di piena all’altezza della fiancata. E così trascinata dalla forza delle acque. Fosse stata appena più scarica, appena più alta forse sarebbe passata. Forse sarebbe appena scivolata, consentendo a tutti di salvarsi. Ipotesi, soltanto ipotesi infarcite di senno del poi. Ipotesi che oggi a Noto lasciano il tempo che trovano e acuiscono il senso di rabbia. “E’ una giornata triste per la nostra comunità”,  commenta il sindaco, Corrado Bonfanti.




Noto. La tragedia di contrada Romanello: "torniamo indietro, qui non ci passiamo". L'invito inascoltato che costa tre vite

Il giorno dopo, a Noto ci si interroga sulla tragedia della “Ypsilon grigia”. Le immagini, le foto sono entrate in tutte le case. Chi conosce bene la zona parla di morti annunciate ma la domanda che gira di bocca in bocca è un’altra: si poteva evitare? Anche gli investigatori stanno cercando di darvi una risposta. “Forse bastava solo un pizzico di prudenza in più”, si fa scappare qualcuno sottovoce. Per accertarlo con certezza, il pm Aloisi ha voluto subito interrogare i superstiti che, seppure in stato di choc, hanno collaborato con le forze dell’ordine. E in mezzo a quelle dichiarazioni si allarga lo spazio per il dubbio. Con Restuccia, l’uomo alla guida, che prova a giustificarsi, parla di una macchina che sarebbe scivolata e poi di una manovra che avrebbe salvato delle vite. Ma sarebbero state le parole del passeggero seduto accanto a far scattare l’accusa di omicidio colposo plurimo: “torniamo indietro, non ci passiamo” il tono dell’invito, pare anche ripetuto. Ma rimasto, sembra, inascoltato. Poi il dramma: la paura, la morte.
Intanto, la dinamica è ormai chiara. Nelle prime ore di domenica mattina, l’auto arriva in contrada Romanello, zona di campagna a due passi dal centro abitato. Le condizioni dell’Asinara sono già critiche, le forti piogge hanno ingrossato il torrente. E qui entra in gioco una catena di sfortunate coincidenze: l’auto che tenta comunque l’attraversamento, proprio nel momento in cui arriva l’onda di piena; la presenza a bordo di 7 persone; il modello a tre porte della vettura che non lascia scampo a chi sedeva dietro.
L’Ypsilon viene travolta dalla piena e trascinata a sud per 200 forse 300 metri. L’impatto è violentissimo. I vetri vanno in frantumi, due degli occupanti vengono  sbalzati fuori. Altri due riescono a tirarsi fuori nei primi metri della deriva. Per le altre tre persone a bordo non c’è niente da fare.
L’allarme lo da l’uomo che era seduto accanto al guidatore. Arrivano polizia, vigili del fuoco, ambulanze, volontari e curiosi. Si cerca per tutta la mattina, nella speranza di trovare qualcuno ancora in vita. Ma i vigili del gruppo Speleo Alpino Fluviale estraggono solo cadaveri. La piccola Marisol e le due donne sedute accanto a lei. Sarebbero decedute in pochi minuti, per annegamento. Sarà l’autopsia a confermarlo.
E in contrada Romanello è tempo di accuse. Con i residenti che parlano di allarmi inascoltati perchè tutte le volte che piove la situazione è sempre la stessa: “restiamo isolati”.




Siracusa.Lavoro "nero",sanzioni per quarantamila euro e attività sospese.Imprenditori "costretti" a mettere in regola i dipendenti

Sanzioni per oltre 40 mila euro ad imprenditori della provincia di Siracusa che avrebbero impiegato,nelle proprie aziende, lavoratori in nero. E’ il risultato di uno specifico servizio condotto, nel mese di gennaio, dal nucleo Carabinieri dell’ispettorato del Lavoro per il contrasto al lavoro irregolare nel commercio, nei pubblici esercizi e nel settore edile. L’attività ha riguardato 16 imprese locali: quattro edili, due ristoranti, 7 bar-pasticceria, un pub, una ludoteca ed un panificio. All’interno di 5 di queste aziende, i militari hanno sorpreso 7 lavoratori “in nero” , di cui 4 in imprese edili, uno in una ludoteca, uno in un pub ed uno in un panificio. Un fenomeno, quello del lavoro “in nero” che trova terreno particolarmente fertile in un periodo di crisi e “spending review” come quello attuale. “Più facile – spiegano i carabinieri approfittare dello stato di bisogno del lavoratore che, con la prospettiva di un lavoro, si piega ad accettare trattamenti non regolari”. Non è solo un problema di mancanza di tutela in caso di infortunio o di assistenza. E’ chiaro, infatti, che la mancanza di contributi annulla, di fatto, il periodo lavorativo irregolare, togliendo la possibilità di accedere al trattamento pensionistico. Come prevede la legge, agli imprenditori che impiegavano personale “in nero” è stata intimata la sospensione dell’attività. Tutti hanno subito messo in regola i propri dipendenti, così da ottenere la riapertura degli esercizi. In Sicilia sarebbe più difficile, per le forze dell’ordine, svolgere questo tipo di attività. Potrebbe subentrare, infatti, con la finanziaria regionale, un problema di carenza di risorse. Aspetto che, comunque, garantiscono i carabinieri di Siracusa, non li distoglierà dal proprio impegno su questo versante.




Sortino. Puntate irregolari, denunciato il titolare di un centro scommesse

Il centro scommesse era regolarmente autorizzato, ma la raccolta e la trasmissione delle puntate avrebbero violato le norme di legge. Per questo la polizia amministrativa, al termine di un’attività di controllo che ha riguardato diversi comuni della provincia di Siracusa, ha denunciato il titolare di un centro scommesse di Sortino, un giovane di 30 anni. Gli agenti del Pas, nell’ambito dello stesso servizio, hanno sorpreso una coppia di coniugi in una rivendita di tabacchi munita di apparecchi da gioco, completamente assorbiti dal gioco, tanto da disinteressarsi della figlia, una bimba di tre anni, che per un considerevole lasso di tempo sarebbe rimasta senza controllo all’interno dell’esercizio commerciale




Augusta. Rubano la ringhiera del Faro Santa Croce, due arresti

Furto aggravato e danneggiamento di opere pubbliche. E’ l’accusa con cui, ieri pomeriggio, gli agenti del commissariato hanno arrestato Domenico Intagliata, 48 anni e Salvatore Mandragona, 40 anni, entrambi di Augusta. I due uomini sarebbero stati sorpresi mentre caricavano su un furgone dieci metri circa di ringhiera posta ai margini della strada adiacente la scogliera del Faro Santa Croce. A entrambi sono stati concessi gli arresti domiciliari.
 




Noto. Arrestato l'uomo alla guida dell'auto travolta dalle acque

Omicidio colposo plurimo. E’ stato arrestato con questo capo d’accusa Antonino Restuccia. Il 32enne infermiere professionale era alla guida della vettura travolta dalle acque questa mattina in territorio di Noto. Nell’incidente sono morte due donne: Sandra Tummineri (33 anni) e Maria Gioielli(60 anni). Identificata anche la terza, e più piccola, delle vittime, Marisol Latino (7 anni). Le tre  sono rimaste bloccate dentro una Y10 sulla quale viaggiavano insieme ad altre quattro persone.
A Restuccia la Procura di Siracusa  contesta una grave negligenza nella guida dell’auto. L’incidente sarebbe avvenuto mentre attraversavano un ponte sull’Asinaro. Le condizioni della strada e il torrente fortemente ingrossato avrebbero dovuto scoraggiare dal passare in quel tratto di strada. E questa sarebbe l’imprudenza alla base della tragedia e su cui lavora adesso la Procura di Siracusa. Sui corpi delle tre vittime sarà probabilmente effettuata l’autopsia.
Restuccia lavora a Milano ed è cugino della bambina morta nell’incidente. L’uomo è stato condotto nella casa circondariale di Cavadonna.
(foto: La Repubblica)




Noto. Auto travolta dalla furia di un torrente. Tre morti: anche una bambina di sette anni. Il video

Stavano tornando a casa dopo una lunga serata trascorsa in compagnia di amici. Ma in tre hanno perso la vita. Erano a bordo della Ypsilon che nelle prime ore di questa mattina è stata travolta in contrada Romanello, nei pressi di Noto, dalle acque di un torrente in piena. Le precipitazioni delle ultime ore avevano fatto ingrossare il corso d’acqua che sarebbe esondato e nella sua corsa furiosa ha colpito l’auto, trascinata via dalla violenza delle acque. A bordo, in quel momento, c’erano ben sette persone. Due sono subito state sbalzate fuori dal violento impatto. Altre due persone sono riuscite ad uscire fuori dal veicolo negli istanti immediatamente seguenti. Ma per tre passeggeri non c’è stato nulla da fare. Imprigionate all’interno dell’auto hanno perso la vita due donne ed una bambina di sette anni. In salvo, invece due uomini e due donne, tra cui la mamma della sfortunata bambina. Il padre, invece, non era in auto. I quattro superstiti sono in stato di choc ma stanno collaborando con le forze dell’ordine per aiutarle a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Tutte e sette le persona coinvolte sono di Noto.
Il video da repubblica.it. Clicca qui
(foto: La Repubblica)
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Avola. Torna in libertà la donna accusata di una truffa commessa in Polonia diciassette anni fa

Torna in libertà Ewa Grazyna Ditkowska, la donna polacca arrestata il 29 gennaio scorso dai carabinieri di Avola in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Polonia per truffa. L’udienza di convalida, celebrata dinnanzi al presidente della prima sezione penale della Corte d’Appello di Catania, si è conclusa con l’accoglimento della tesi prospettata dal difensore della donna, l’avvocato Stefano Andolina , ritenendo non sussistenti le esigenze cautelari per l’applicazione di una misura coercitiva. La donna avrebbe commesso una truffa nel ’97, quando insieme ad un’altra persona avrebbe effettuato, per le forze dell’ordine polacche,  un acquisto per 676 euro, non pagandone il corrispettivo.