Siracusa. Supermarket della droga, quattro arresti. I clienti acquistavano direttamente dall'auto o dal motorino

Talmente sfacciati da sentirsi sempre al sicuro. Così, nonostante i Carabinieri li stessero già tenendo sotto controllo da diverse ore, loro avrebbero continuato tranquillamente a spacciare cocaina nella zona nord di Siracusa. Un via vai di clienti che si avvicinavano direttamente con l’auto o a bordo di motorini per la veloce procedura di acquisto. I quattro sono stati arrestati e accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in concorso.
I nomi degli arrestati: Dario Caldarella (29 anni, pregiudicato); Graziano Pasqualino Urso (20,con precedente di polizia); Alessio Schiavone (22 anni, incensurato) e Alessio Giuffrida (22, con precedenti di polizia). I quattro utilizzavano un meccanismo ben rodato: i clienti si avvicinavano e consegnavano i soldi agli arrestati i quali, a turno,  recapitavano “l’ordine” al 20enne Urso. Lui raggiungeva  un condominio vicino dove, nascosti all’interno dello stipite in marmo del vano ascensore, custodiva la cocaina già suddivisa in involucri di cellophane. I soldi venivano occultati spesso negli slip. Dopo aver documentato numerose cessioni, i Carabinieri sono usciti allo scoperto arrestando i quattro. Nella disponibilità dei quattro presunti pusher rinvenute dodici dosi di cocaina per circa dodici grammi complessivi  e centodieci euro incontanti, provento dell’attività illecita.




Pachino. Individuati altri tre protagonisti della violenta scazzottata da saloon

Individuate e denunciate in stato di libertà altre tre persone a Pachino. Sono accusate di aver partecipato alle violenze avvenute la notte tra sabato e domenica scorsa a Marzamemi, quando alla balata si è scatenata una furibonda rissa da saloon per futili motivi. Dopo le prime sei denunce, le indagini del commissariato di Pachino hanno permesso di rintracciare altre tre soggetti che avrebbero preso parte alla violenta scazzottata tra una “gang” di giovani senza altro da fare che menar le mani e il titolare e i responsabili della sicurezza di un locale pubblico. I tre  sono accusati di lesioni personali aggravate e danneggiamento in concorso.

(foto: scorcio della balata di marzamemi)




Pachino. Tafferugli alla balata di Marzameni, volano tavolini e sedie. Denunciati in sei

La movida mostra la sua faccia peggiore. Nella notte tra sabato e domenica sei giovani pachinesi si sono scagliati contro il proprietario di un locale della Balata di Marzameni e contro gli addetti alla sicurezza. Per riportare la calma, mentre volavano calci e pugni, è stato necessario l’intervento della polizia che ha identificato e denunciato i sei per lesioni personali aggravate e danneggiamento. Si tratta di soggetti già conosciuti dalle forze dell’ordine e recentemente colpiti da Daspo per i disordini al termine di Pachino-Palazzolo.
A scatenare il tafferuglio, futili motivi. Pare addirittura la semplice voglia di menar le mani amplificata, con ogni probabilità, dallo stato di ebbrezza dei sei giovani e dal diniego del titolare del locale di fornire loro da bere. La rissa ha generato  un fuggi fuggi di  quanti, avventori e passanti,  si trovavano nella zona della Balata. Mozzafiato la scena, con tavolini e sedie scagliate in aria nel furore della incredibile lotta urbana.

(foto: archivio)




Avola. Controllo del territorio, attività congiunta di polizia e vigili urbani

Prosegue l’attività di controllo del territorio ad Avola da parte degli uomini del locale commissariato e della polizia municipale. Nell’ambito di tale servizio, ieri, sono state controllate 89 persone. Tra queste, un quindicenne sorpreso alla guida di un’auto. L’adolescente è stato denunciato. Altri due giovani, di 22 anni, sono stati segnalati all’autorità amministrativa perchè trovati in possesso di una modica quantità di droga; 37 i veicoli controllati nell’ambito dei 5 posti di blocco istituiti; 2 le sanzioni amministrative elevate; un sequestro, sei perquisizioni.




Augusta. Ufficiale della Marina Militare arrestato per concussione, parla il suo avvocato. "Prove da verificare"

E’ sereno anche se turbato l’ufficiale della Marina Militare in servizio ad Augusta, posto ai domiciliari con l’accusa di concussione. Il suo difensore è l’avvocato Francesco Nigroli che racconta di un uomo tranquillo lontano anni luce da alcune ricostruzioni emerse sui media. “E’ stato dipinto come un uomo avvezzo a certe situazioni e meccanismi. Ovviamente non è così. Pensate che fino allo scorso agosto era a Roma e solo dopo è stato trasferito ad Augusta”, spiega come a sottolineare che in così poco tempo non avrebbe certo potuto mettere in piedi un sistema di concussione quale emergerebbe dal quadro accusatorio. Nigroli presenterà lunedì a Catania istanza di scarcerazione al Riesame e rimane in attesa di poter visionare tutte le fonti di prova. Le accuse sono state lette dal gip del Tribunale di Siracusa. “Il mio assistito ha deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere e si è dichiarato totalmente estraneo a quanto a lui contestato”, racconta a SiracusaOggi.it l’avvocato Francesco Nigroli. “A nostro avviso è evidente che lui non c’entra nulla nell’affido degli appalti, non è un suo compito. I lavori al centro dell’indagine, peraltro, non sono stati ancora eseguiti e non è detto che sarebbe stato lui l’ufficiale incaricato del controllo. Anzi, di solito se ne occupa una commissione di tre persone”. Quanto all’assegno che per l’accusa sarebbe stato richiesto a “garanzia” della presunta tangente, per la difesa è invece “il pagamento di un banchetto tenuto presso il ristorante della moglie” dell’ufficiale. In aula si annuncia battaglia, con Nigroli pronto a contestare le intercettazioni ambientali effettuate. “Si tratta di una registrazione fatta con un telefonino. Nella trascrizione mancherebbero peraltro alcuni passaggi. Ma il valore probatorio di una simile intercettazione è tutto da verificare”.

(foto: una banchina del porto militare di Augusta)




Priolo. Incassava la pensione del papà morto, denunciato un uomo. La truffa ammonterebbe a 50 mila euro

Incassava la pensione del papà, peccato fosse morto nel 2011. L’Inps, infatti, ignara del decesso, continuava ad accreditarla mensilmente sul conto corrente. E l’uomo ha sistematicamente continuato a prelevare con il bancomat, in totale circa 50 mila euro. Succede tutto a Priolo, dove i finanziari della tenenza Priolo: Melilli hanno acquisito tutti i documenti e ricostruito i comportamenti del priolese che è stato sorpreso con il bancomat in tasca. La Guardia di Finanza gli contesta di non aver effettuato le richieste comunicazioni all’Inps ed all’istituto di credito dove il padre aveva aperto il conto corrente e dove confluivano gli emolumenti erogati dall’Inps.
Le Fiamme Gialle hanno così sospeso l’erogazione della pensione non dovuta ed avviato le procedure per il recupero di quanto indebitamente percepito dall’uomo, denunciato alla Procura della Repubblica di Siracusa per truffa aggravata ai danni dello Stato.




Siracusa. Droga, controlli serrati nelle scuole e sui bus

Proseguono i controlli antidroga nelle scuole superiori di Siracusa. Ieri, gli uomini della Volanti, coadiuvati da unità cinofile della Polizia hanno svolto l’attività su  un bus che trasportava dalla provincia gli studenti verso  diversi istituti professionali del capoluogo. Un giovane è stato trovato in possesso di due strumenti trita erba, uno dei quali con residui  di marijuana. E’ stato segnalato alla prefettura quale assuntore di sostanze stupefacenti. L’iniziativa, nata dalla costante collaborazione con i dirigenti scolastici , ha lo scopo di contrastare il consumo di droga tra i giovanissimi.




Siracusa. Fermati i presunti scafisti dello sbarco di ieri

Sarebbero gli scafisti dello sbarco di ieri mattina ad Augusta. I carabinieri della stazione di Cassibile, proprio ieri sera, al termine di indagini condotte con il gruppo interforze per il contrasto all’immigrazione clandestina istituito presso la Procura della Repubblica di Siracusa, hanno fermato due giovani, Sherkawi El Mekawi, 22 anbni, marocchino e Makni Ben Youssef, 29 anni, tunisino. Elementi importanti per identificare i due presunti scafisti sarebbero stati raccolti grazie alla testimonianza dei migranti che hanno effettuato con loro la traversata che li ha condotti sulle coste della provincia di Siracusa. El Mekawi e Ben Youssef sono stati condotti nella casa circondariale di Cavadonna.




Priolo. Minacce e lesioni, arrestato giovane del Gambia

Avrebbe minacciato e picchiato un suo connazionale. Per questo, ieri, gli agenti del commissariato di Priolo hanno arrestato Yamya Sese, 18 anni, originario del Gambia. Il giovane, una volta bloccato, avrebbe anche fornito false dichiarazioni sulla propria identità. E’ stato comunque identificato . Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari nella struttura di accoglienza “Umberto I” di Siracusa, dove è temporaneamente ospitato




Augusta. Arrestato per concussione un ufficiale della Marina

La denuncia di una ditta aggiudicataria di un appalto al porto di Augusta ha fatto scattare controlli serrati. Carabinieri e uomini della Marina Militare hanno così cominciato a tenere sott’occhio i movimenti di un ufficiale della stessa Marina in servizio presso il Comando delle Forze da Pattugliamento (COM.FOR.PAT.). Si tratta del comparto che ha ospitato due giorni fa la visita del ministro della difesa Mauro. Poco prima dell’arrivo del ministro, l’ufficiale è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Siracusa. E’ stato sorpreso in flagranza di reato. L’accusa è di concussione. Avrebbe preteso “mazzette” per appalti. L’ufficiale è stato posto ai domiciliari.
Davanti al giudice avrebbe negato ogni addebbito. L’ufficiale, che è responsabile dell’Ufficio servizi del Comforpat, secondo l’accusa avrebbe approfittato delle sue funzioni di controllo dei lavori eseguiti nel comparto per pretendere da un imprenditore catanese  – che avrebbe dovuto fare dei lavori edili ed elettrici –  il pagamento di una somma pari al 10% del valore dell’appalto. A “garanzia” avrebbe anche preteso un assegno bancario. Ma l’imprenditore ha denunciato tutto, organizzando con gli investigatori la “trappola”.