Augusta. Ruba formaggi dal supermarket e ne riempie un borsone: arrestato 50enne

Prodotti caseari, tanti da riempire un borsone. Angelo Bosco, 50 anni, è stato arrestato ieri pomeriggio dai carabinieri di Augusta, dopo la segnalazione dei dipendenti di un supermercato di contrada Scardina, che si erano accorti di quanto l’uomo stava facendo. Il 50enne si trovava in compagnia di un altro uomo e, con un borsone molto capiente, quando i dipendenti hanno notato qualcosa di sospetto, stava raccogliendo generi alimentari fra i più costosi, prelevati dalla scaffalatura. I commessi, ormai avvezzi ad episodi di taccheggio, accortisi dell’ambiguo comportamento tenuto dai due, constatando che non ponevano alla scansione per il pagamento gli alimenti nascosti nel borsone hanno chiesto telefonicamente, l’intervento dei Carabinieri che, mediante pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Augusta, che si trovava a transitare proprio in quei paraggi, giungeva immediatamente sul posto riuscendo ad individuare, nell’area di parcheggio del supermercato, uno degli autori del furto appena consumato che accortosi della presenza dei militari dell’Arma cercava si scappare. L’uomo è stato arrestato. La refurtiva, riconsegnata.




Procura Perugia: “Soldi a Palamara da Amara e Calafiore per nomina a Gela di Longo”

Il pm di Roma Luca Palamara, quando era consigliere del Csm, avrebbe ricevuto 40mila euro dagli avvocati siracusani Giuseppe Calafiore e Piero Amara per favorire la nomina dell’allora pm di Siracusa, Giancarlo Longo, a procuratore di Gela. Nomina poi non andata in porto. È quanto si legge nel decreto di perquisizione disposta dalla Procura di Perugia nei confronti dell’attuale pm di piazzale Clodio.
Nell’aprile del 2016, Palamara – è il sospetto della magistratura perugina – “quale componente del Csm riceveva da Calafiore e Amara la somma pari ad euro 40mila euro per compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio, ovvero agevolare e favorire il medesimo Longo (arrestato nel febbraio del 2018 nell’ambito dell’inchiesta su Sistema Siracusa, ndr) nell’ambito della procedura di nomina del procuratore di Gela alla quale aveva preso parte Longo. E ciò in violazione dei criteri di nomina e selezione come individuati dalle circolari e atti correlati, in particolare la circolare consiliare del 28 luglio 2015 che individua le precondizioni e parametri generali per il conferimento degli incarichi dirigenziali, pur non venendo in concreto Longo nominato”.
Proprio l’ex pm Longo, interrogato il 31 luglio 2018 sui rapporti tra Amara, Calafiore e il Csm avrebbe affermato secondo SkyTg24 che “Calafiore gli avrebbe riferito di aver dato unitamente ad Amara la somma di euro 40.000 ‘a beneficio di Palamara’ per la sua (di Longo) nomina a procuratore di Gela, non avvenuta, a dire di Palamara, a causa di un intervento diretto del Presidente della Repubblica”.
Interrogato alla presenza dei suoi legali, Palamara si è dichiarato totalmente estraneo “alla infamante accusa di aver ricevuto 40.000 euro, si tratta di una ipotesi che la procura di Perugia ha voluto contestarmi in relazione alla quale ho fornito ogni elemento per dimostrare di non aver mai ricevuto somme di denaro”. Palamara ha aggiunto di non aver mai avuto rapporti “con gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore e soprattutto di non aver mai perorato il nominativo di Giancarlo Longo per la Procura di Gela, anche perché non solo non ero nella competente commissione quell’anno come è facilmente riscontrabile ma soprattutto perché a nessuno ho mai indicato tale nominativo”.




100 chili di marijuana sotto la ghiaia: maxi sequestro, un arresto e un fermo

Operazione Antidroga con maxi sequestro di stupefacente ieri a Lentini. Arrestato dagli agenti del locale commissariato Rosario Calatella, catanese di 50 anni e fermato Pallumb Kongjoni, 43 anni, albanese per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, nello specifico marijuana.
In particolare, gli investigatori del Commissariato di Lentini, a seguito di una celere ma efficace attività di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa, organizzavano dei servizi di appostamento finalizzati a verificare la presenza di cittadini stranieri intenti svolgere delle attività di carico e scarico di grossi quantitativi di pacchi in due abitazioni della contrada Fortezza – Agnone.
Pertanto gli Agenti, dopo una breve verifica, decidevano di fare irruzione all’interno delle due proprietà.
Nella prima delle due, gli operatori di Polizia identificavano il proprietario per Calatella, e da una perquisizione, condotta anche con l’aiuto di unità cinofile, venivano rinvenuti 100 chilogrammi circa di marijuana nascosta sotto la ghiaia di un’aiuola e in alcune stanze della casa.
La droga era già confezionata in buste di cellophane sotto vuoto, del peso di due o di cinque chilogrammi.
Contestualmente, si procedeva a perquisire la seconda abitazione in uso ad un terzo soggetto di 60 anni (C. G.) già conosciuto alle forze di Polizia, il quale si trovava con  Kongjoni, ospite nella sua abitazione.
La perquisizione eseguita, con l’ausilio, anche in questo caso, di cani anti droga, consentiva di rinvenire 7,8 grammi di stupefacente, che il medesimo C. G. riferiva di esserne unico possessore, poiché assuntore di marijuana.
Nel corso dell’esecuzione dell’arresto di Calatella, gli investigatori sequestravano un video registratore, istallato all’interno dell’abitazione di quest’ultimo, nonché un’agenda con nomi e cognomi. La visione delle immagini consentiva di acclarare che nella giornata del 29 maggio Konjoni che, insieme a Calatella prelevavano 4 involucri contenente droga.
Due di questi involucri venivano celati all’interno di un sacchetto di plastica nero e sistemati accanto ad un ripostiglio, sito nei pressi della scala che porta al piano superiore. I due involucri messi all’interno del sacco nero venivano successivamente consegnati ad una ignota persona che giungeva nella villa a bordo di autovettura.
Dagli elementi raccolti, oltre a porre in stato di fermo il cittadino albanese, si sottoponeva ad indagini, in stato di libertà, C. G. (di anni 60, residente in Augusta- c.da Agnone Fortezza), già responsabile dei medesimi reati in passato, anche in forma associativa.
Sono in corso ulteriori investigazioni, sempre coordinate dalla Procura della Repubblica aretusea, per approfondire e sviluppare il giro del traffico generato dall’ingente sequestro della sostanza stupefacente operato.




Siracusa. Controlli igienico-sanitari nei locali pubblici: denunciati tre ristoratori, chiuse due attività

Due attività chiuse nella zona di contrada Miano, tre ristoratori denunciati per violazioni alla normativa sulla conservazione degli alimenti. E’ il bilancio di un intervento effettuato dalla polizia in servizio alla Pas della Questura di Siracusa-
Nei giorni scorsi, gli agenti, insieme al personale del SIAN dell’Asp di Siracusa (servizio igiene degli Alimenti e della Nutrizione) e della Polizia Municipale hanno effettuato dei controlli che hanno fatto emergere numerose violazioni sanitarie ed amministrativamente. In particolare, i titolari di tre ristoranti sono stati denunciati per violazioni alla normativa sulla conservazione degli alimenti e due attività, in contrada Miano, sono state chiuse per gravi violazioni sanitarie e carenze igieniche. Oltre alle prescrizioni sanitarie di ripristino delle criticità riscontrate, gli operatori hanno contestato altre violazioni amministrative come la mancanza di autorizzazione comunali per l’esercizio di somministrazione ed ampliamento abusivo dell’area di somministrazione, violazione per mancanza di cartellonistiche obbligatorie come quelle del fumo, mancata apposizione di scia e degli orari di apertura e chiusura deli locali. Le sanzioni contestate ammontano a euro 20.000.




Augusta. I Nas in un circolo privato del centro storico: disposta la chiusura

A seguito dei servizi di controllo sanitari e amministrativi disposti dal Comando Compagnia Carabinieri di Augusta, insieme ai Nas,  Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (N.A.S.) di Ragusa, il sindaco, Cettina Di Pietro ha disposto la chiusura di un circolo privato ricreativo del centro storico, autorizzato alla somministrazione di alimenti e bevande, ma carente di documentazione amministrativa e sanitaria.
I carabinieri evidenziano che “la tutela della salute pubblica, della quale nell’ultimo periodo si è fatto carico il Comando Compagnia Carabinieri di Augusta con l’ausilio di personale specializzato sia della propria amministrazione, per l’appunto il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri, che con operatori di altre amministrazioni, come personale dell’ASL di Siracusa con il quale si sono effettuati analoghi interventi, attengono anche a quei locali che non sono direttamente aperti al pubblico, come nel caso in argomento, ma frequentati da diversi avventori che hanno la qualità di soci di quei circoli privati”.




Siracusa. Mostra “Ciclopica”, sequestrate due sculture: sarebbero dei falsi

Ufficialmente la mostra è chiusa momentaneamente per manutenzione. Così si legge sul foglio apparso all’ingresso dell’ex convento di San Francesco d’Assisi dove è in corso la mostra di scultura “Ciclopica”. Ma dietro la frettolosa decisione di non aprire al pubblico c’è in realtà una indagine avviata dai Carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale di Siracusa. Sono state sequestrate 2 sculture, attribuite al maestro Alberto Giacometti, importante rappresentante del movimento surrealista.
Le indagini, condotte d’iniziativa, hanno preso spunto dalla costante attività di controllo delle multiformi attività culturali che si svolgono sul territorio.
In particolare, i militari dell’Arma hanno eseguito accertamenti preventivi che, avvalendosi dell’ausilio degli archivi della “Fondazione Giacometti”, con sede a Parigi, hanno permesso di raccogliere inequivocabili indizi in ordine alla presunta falsità delle due opere di arte contemporanea esposte:
scultura in bronzo dal titolo “Nudo in piedi”;scultura in bronzo dal titolo “Donna che cammina”.
Entrambe sono risultate “copie illegali con firma falsificata, non corrispondenti a quelle presenti nelle edizioni autorizzate”.
Le sculture in sequestro, affidate in custodia giudiziale presso l’area espositiva, sono a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, al cui vaglio sono stati sottoposti gli esiti dell’attività di polizia giudiziaria svolta.




“Danneggiare il sostituto Bisogni”: l’indagine sul pm Palamara porta anche a Siracusa

Piero Amara e Giuseppe Calafiore: ancora loro. I due avvocati siracusani, secondo la procura di Perugia, avrebbero “veicolato” regali, viaggi e altre utilità al pm Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Indagato con loro per corruzione anche il manager Fabrizio Centofanti.
Lo scopo dei “benefit” a Palamara, secondo i magistrati umbri, sarebbe stato “danneggiare Marco Bisogni” che all’epoca era sostituto procuratore a Siracusa ed in precedenza oggetto di esposti al pg di Catania presentati da Amara e Calafiore. Palamara, per i pubblici ministeri, faceva parte della sezione del Csm che “rigettava la richiesta di archiviazione proposta dal procura generale della Cassazione, avanzando richiesta di incolpazione coatta a carico del medesimo Bisogni, che di seguito veniva assolto dalla commissione in diversa composizione. Ma quel giorno Palamara era assente”. Bisogni, oggi a Catania, venne poi assolto dalla Commissione in diversa composizione a gennaio 2018.
La Guardia di Finanza di Roma, intanto, ha perquisito l’abitazione dell’ex presidente dell’Anm, indagato per corruzione dalla procura di Perugia. Palamara, da consigliere del Csm, avrebbe ottenuto “viaggi e vacanze (soggiorni presso svariati alberghi anche all’estero) a suo beneficio e a beneficio di familiari e conoscenti”.




L’inferno in casa: schiaffi, insulti, minacce di morte. Arrestato 21enne violento

Aveva chiesto denaro, l’ennesima somma. Al diniego del padre, un giovane di 21 anni, di Cassibile , sarebbe andato in escandescenza,prima urlando, poi minacciando il genitori, infine arrivando alle mani, schiaffi insieme a insulti e minacce di morte. Avrebbe anche danneggiato suppellettili  e oggetti d’arredo. Tutto quello che gli sarebbe capitato tra le mani, con una furia che ha indotto i parenti a chiedere aiuto ai carabinieri. Il 21enne, con precedenti di polizia per reati legati agli stupefacenti, non era nuovo a comportamenti di questo tipo. Al contrario, l’episodio ne seguiva tanti altri, più p meno analoghi. Una volta arrivati , i militari hanno tranquillizzato le vittime, che avevano anche in passato chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Il giovane è stato condotto in caserma.  Una situazione familiare divenuta ormai insostenibile, la definiscono gli inquirenti, e che ha determinato i militari  a procedere al suo arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia e a sottoporlo agli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo”.
Il fenomeno della violenza infra famigliare è  molto diffuso nella provincia siracusana.




Siracusa. Rubano scooter da un garage: inseguimento e arresto in via Piave

I carabinieri  li hanno bloccati in via Piave a bordo di uno scooter appena rubato. Arrestati in flagranza di reato Gaetano Vinci, 36 anni e Antonino Di Maria, 41 anni, entrambi siracusani e già noti alle forze dell’ordine. I carabinieri stavano percorrendo la via della Borgata durante il servizio di pattuglia, la scorsa notte. Alla vista dei militari, i due avrebbero tentato di allontanarsi in maniera sospetta. I Alla richiesta di controllo del veicolo, i due si sono dati alla fuga. Breve l’inseguimento, al termine del quale Vinci e Di Maria sono stati bloccati in un cortile di via Fuggetta, dove si erano nascosti tra le auto parcheggiate, abbandonato il ciclomotore poco prima. I mezzo a due ruote era stato rubato poco prima dal box dove il proprietario lo custodiva, forzando la porta d’ingresso- Lo scooter è stato riconsegnato al proprietario. I due dovranno rispondere di furto aggravato in concorso.




Siracusa. La Cassazione dispone il dissequestro del centro commerciale di viale Epipoli

Il centro commerciale di viale Epipoli non è più sotto sequestro. Lo ha disposto la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso presentato dai legali del gruppo Frontino. La misura non è stata giudicata totalmente collegabile al reato di truffa che viene contestato agli imputati.
La Cassazione conferma l’esistenza dei gravi indizi su di un presunto danno che sarebbe maturato nel corso dei lavori di costruzione poi non pagati e stimati in 2 milioni di euro, a fronte dei 22 di valore dell’area.
Il centro commerciale, nel frattempo, si è svuotato. Quasi tutti i negozi hanno chiuso.