Siracusa. In cucina, cocaina pronta per lo spaccio: avrebbe fruttato 1.200 euro

Arresto in flagranza di reato per Giuseppe Floridia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I Carabinieri hanno eseguito una perquisizione presso l’abitazione del 39enne, a Cassibile. Hanno rinvenuto all’interno della cucina, 41 dosi di cocaina preconfezionate e pronte per lo spaccio, per un peso complessivo di 13 grammi di stupefacente.
Lo stupefacente sequestrato, destinato probabilmente allo spaccio nella zona di Cassibile, avrebbe fruttato nella vendita al dettaglio circa 1.200 euro. E’ stato condotto in carcere in attesa del rito per direttissima.




Siracusa. Dai domiciliari a Cavadonna, in carcere 22enne

Ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Siracusa per Danilo Greco, 22 anni, siracusano. Il giovane era sottoposto alla più lieve misura degli arresti domiciliari. Gli uomini delle Volanti hanno eseguito ieri l’ordine, conducendo, dopo le incombenze di rito,  il giovane in carcere.




I cani antidroga trovano un carico di stupefacenti sul bus

Cocaina, hashish, extasy, marijuana e anfetamina: era il carico di droga a bordo di un pullman diretto a Catania e scoperto dalla Guardia di Finanza.
L’ispezione del mezzo, a Melilli, dopo una attività di indagine per appurare l’eventuale detenzione di sostanze stupefacenti da parte dei giovani viaggiatori.
I militari hanno deciso di impiegare “Aquy” e “Primo”, cani antidroga dal fiuto infallibile. Nel corso delle operazioni sono state rinvenute 180 dosi di cocaina, hashish, extasy marijuana e anfetamina per un peso complessivo di 200 grammi nonché centinaia di euro in contanti, anch’essi sottoposti a sequestro poiché ritenuti provento dell’attività illecita.
L’ispezione ha permesso, inoltre, di denunciare a piede libero 6 soggetti nonché di segnalarne amministrativamente altri 4 a per la detenzione di sostanze stupefacenti.
Le operazioni di polizia sono state estese anche alle abitazioni di due viaggiatori, uno dei quali, di 18 anni, è stato tratto in arresto e posto al regime cautelare degli arresti domiciliari su disposizione della locale Procura della Repubblica.
Gli uomini delle Fiamme Gialle stanno al momento vagliando ogni indizio in loro possesso, per cercare di individuare i canali di approvvigionamento del pusher.




Mafia e scommesse online, l'ex sponsor del Siracusa uomo-chiave delle indagini

Fabio Lanzafame con la sua PremierWin365 è l’ex main sponsor del Siracusa calcio. Ed è lui l’uomo chiave dell’operazione RevolutionBet che ha portato nei giorni scorsi alla scoperta di un maxi giro di scommesse illegali attraverso una intricata rete che correva anche sul web, sotto il pesante interesse delle organizzazioni criminali.
Lanzafame, imprenditore siracusano oggi in Romania, è stato interrogato per rogatoria ed ha contribuito con le sue dichiarazioni a mettere gli investigatori sulla pista giusta.
La sua società di scommesse è tra quelle finite sotto sequestro. Il suo logo ha campeggiato per anni sulle maglie del Siracusa e sugli spazi interni allo stadio riservati al main sponsor. E proprio in tribuna allo stadio della Borgata avrebbe invitato nel novembre del 2016 Danilo Iannì e Francesco Franco, in quel momento tenuti d’occhio dagli investigatori della Procura di Reggio Calabria perchè ritenuti vicini ad ambienti ‘ndraghetisti. L’invito era mirato ad uno scopo ben preciso: “ritirare 53.500 euro” frase che, secondo gli investigatori, indicherebbe che l’incasso della partita del Siracusa sarebbe dovuto finire nelle mani dei due calabresi.
“Soldi dell’incasso dei paganti”, dicono senza sapere di essere intercettati mentre in auto contano i soldi, banconota dopo banconota. A consegnarli loro sarebbe stato Graziano Cutrufo, fratello del presidente Gaetano che a Meridionews.it liquida tutto come “una stronzata”. Ammette di conoscere Fabio Lanzafame (“siamo, cresciuti insieme. Niente di illegale”) ma respinge ulteriori addebiti, ricordando come la PremierWin365 avesse comunque un contratto per la gestione del bar dello stadio siracusano.




Auto rubate a Siracusa fatte a pezzi a Palagonia: scoperta centrale del riciclaggio

C’erano anche diverse auto rubate in provincia di Siracusa all’interno di quella che i carabinieri di Palagonia considerano una vera e propria centrale per il riciclaggio. Tre vetture erano ancora integre mentre altri 32 veicoli erano già stati smontati, in tutto o in parte. Le scocche delle auto erano state tagliate e private del numero identificativo di telaio, pronte per essere “smaltite” come ferro vecchio. Tutti i veicoli, identificati attraverso le targhe e i numeri di telaio ancora presenti, sono risultati di recente immatricolazione e oggetto di furto nelle province di Catania e Siracusa.
I carabinieri di Palagonia hanno arrestato il 30enne Febronio Cona e un 26enne per riciclaggio in concorso. Sequestrato un ingente quantitativo di materiale rubato, tra autovetture e parti di queste già smontate e pronte ad essere piazzate sul mercato illegale dei pezzi di ricambio.
Una pattuglia ha notato ieri pomeriggio un furgone sospetto nel centro abitato di Palagonia ed ha proceduto al suo controllo. Alla guida c’era Cona che non ha saputo spiegare la provenienza delle diversi parti di autovetture trasportate come carico. I successivi accertamenti sul veicolo ed il ritrovamento di alcune chiavi hanno condotto i carabinieri all’interno di un capannone industriale di contrada Tre Fontane, luogo in cui è stata scoperta l’attività di riciclaggio delle auto rubate.




Siracusa. Pistola, coltelli e tirapugni in auto: scatta la denuncia per un 51enne

Un 51enne è stato denunciato per il reato di detenzione abusiva di armi ed oggetti atti ad offendere. A chiedere l’intervento della Polizia è stata la moglie – peraltro separata – stanca delle continue vessazioni, minacce e prepotenze subite. In Questura ha raccontato anni di sofferenza, violenze psicologiche e intimidazioni subite.
Perquisizioni a casa dell’uomo e nella sua autovettura hanno permesso di sequestrare delle armi e degli oggetti atti ad offendere che lo stesso deteneva senza averne titolo. C’era anche una pistola calibro 8 con canna alterata e priva di tappo rosso poi una mazza da baseball, alcuni coltelli e un tirapugni in metallo.




La morte di Corrado Leone, parla la mamma: "chiedo giustizia, mai più lutti così"

Non trova consolazione Placida Basile, 54 anni, la madre di Corrado Leone il centauro di 34 anni che ha perduto la vita nei giorni scorsi a causa di un incidente stradale insolito: lo scontro con una mucca che aveva invaso la sede stradale. La donna ha sporto querela presso la stazione dei carabinieri di Noto, chiedendo con forza che vengano individuati e puniti i responsabili e riservandosi di costituirsi parte civile nel futuro processo.
L’incidente il 4 novembre scorso, lungo la Statale 287 in contrada Lenzavacche. All’improvviso, dopo una curva, sulla strada si è materializzata la sagoma di un bovino: il primo centauro della fila (in tutto erano in cinque) è riuscito ad evitare l’ostacolo paratosi davanti, Corrado Leone, che lo seguiva, purtroppo no.
La Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, in attesa che i carabinieri di Noto, che stanno conducendo le indagini, individuino con certezza e comunichino all’autorità giudiziaria il proprietario di quel bovino, di colore beige a quanto riferito dai testimoni.
La mamma della vittima, per essere assistita, attraverso il consulente Alessio Tarantino si è affidata a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro. E ha ritenuto di presentare un ulteriore esposto per rafforzare e sollecitare l’azione degli inquirenti e anche per denunciare una situazione inconcepibile che si protrae da troppo tempo.
“Non è il primo incidente che si verifica in quel luogo a causa di una mucca al pascolo e questa volta, purtroppo, c’è scappato il morto, mio figlio” lamenta la signora Basile. Dieci anni fa una coppia di ventenni perse la vita lungo la Provinciale 193 ad Augusta. “Non c’è nessuno steccato a dividere il terreno dove pascolano i bovini dalla strada, anzi, ci sono addirittura dei passaggi aperti nella bassa massicciata: è inevitabile che gli animali invadano la strada se non vengono controllati a custoditi. Ma qui non siamo in un sentiero di montagna, ci troviamo lungo una Statale”.
La mamma di Corrado, però, non punta il dito solo nei confronti del o degli allevatori che lasciano allo stato brado i loro capi di bestiame, in totale spregio della sicurezza e della vita altrui, ma anche verso gli Enti gestori di quel tratto di strada: “mille volte è stato segnalato questo grave problema – aggiunge -, ma nessuno ha mai mosso un dito. E anche dopo l’incidente in cui ha perso la vita mio figlio è rimasto tutto com’era. Chiedo giustizia per Corrado – conclude infatti la mamma – e mi batterò con tutte le mie forze anche per evitare che altre famiglie debbano sopportare il dolore che sto provando io e con cui dovrò convivere per il resto dei miei giorni. Mio figlio aveva tanti amici motocilisti, che conosco bene e che percorrono abitualmente la Statale di Noto: più nessuno dovrà mai morire in questo modo, travolto da una mucca, per colpa di chi considera la strada come un proprio podere. E di chi non è colpevolmente intervenuto”.




Siracusa. Cocaina per 5.000 euro nelle mutande, arrestato 35enne

Arresto in flagranza di reato per il siracusano Giuseppe Rinaldi. Il 35enne stava percorrendo in auto a velocità elevata la strada di Targia. Fermato e sottoposto a controllo, è stato trovato in possesso di 50 grammi di cocaina pura ancora da tagliare, nascosta nelle mutande. E’ stato condotto in carcere a Cavadonna.
Lo stupefacente sequestrato, venduto a piccoli spacciatori locali, avrebbe consentito un ricavo di circa 5.000 euro.

foto archivio




RevolutionBet: sequestrati anche centri scommesse di Siracusa e provincia

Ci sono anche diversi centri scommesse della provincia di Siracusa tra quelli sequestrati nell’ambito dell’operazione RevolutionBet. Eseguiti 28 fermi, anche nei confronti di esponenti dei clan mafiosi Santapaola-Ercolano e Cappello, dediti al controllo illecito del mercato delle scommesse sportive e dei giochi esercitati attraverso rete telematica e raccolte da banco. Tra loro anche il pachinese Nino Iacono, candidato sindaco della cittadina alle ultime amministrative ed ex consigliere comunale. Siracusa, Augusta e Floridia le cittadine aretusee nelle quali sono avvenute i sequestri di centri scommesse.
I reati contestati – a vario titolo – sono quelli di associazione mafiosa, associazione a delinquere, a carattere transnazionale, finalizzata all’illecito esercizio sul territorio nazionale di giochi e scommesse sportive; di riciclaggio; di autoriciclaggio; di intestazione fittizia di beni; di truffa a danno dello Stato; di omessa e infedele dichiarazione dei redditi, reati aggravati dalla finalità di agevolazione dell’associazione di stampo mafioso, per avere consentito ai due sodalizi mafiosi summenzionati l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line, nonché l’autoriciclaggio dei proventi derivanti dalle attività criminose delle stesse associazioni.
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti di fermo, sono stati eseguiti in via d’urgenza sequestri preventivi di beni per un valore di circa 70 milioni di euro, in Italia che all’estero e 46 agenzie di scommesse/internet point nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa.
In particolare, la Guardia di Finanza di Catania, con l’ausilio del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), ha dato esecuzione a sequestri preventivi finalizzati alla confisca, anche per “sproporzione”, di un patrimonio complessivo dell’ingente valore sopra indicato in virtù di approfondite indagini economico-finanziarie condotte da questa stessa Forza di Polizia e con l’attivazione dei canali di cooperazione
internazionale giudiziaria e di polizia che hanno consentito di individuare e sequestrare circa un centinaio di rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, mentre altrettanti conti correnti e depositi bancari sono stati individuati in altri Paesi.
Sempre la Guardia di Finanza ha inoltre sequestrato venticinque centri scommesse attivi nelle province
di Catania, Messina e Siracusa; i Carabinieri ne hanno sequestrata uno a Misterbianco (Ct) mentre altre venti sono stati individuati e sequestrati dalla Polizia di Stato, riconducibili direttamente o indirettamente al clan Cappello.
Le indagini si sono avvalse tutte, oltre che di attività tecniche e dinamiche, del contributo di un collaboratore di giustizia che era stato, grazie alle proprie competenze tecniche specifiche, l’ideatore della struttura organizzativa utilizzata dai sodalizi mafiosi per operare nel settore. E’ stato lui a fornire la chiave di lettura che ha permesso di svelare il sistema illecito che procurava alle organizzazioni criminali ingenti profitti derivanti da un volume di scommesse quantificato dalla Guardia di Finanza di Catania, solo per il sito web “revolutionbet365.com in circa 20 milioni di euro da ottobre del 2016 a giugno del 2017. Un volume di scommesse del tutto sconosciuto all’Erario. Una simile attività criminale avrebbe assicurato ai sodalizi mafiosi catanesi un profitto complessivo di oltre 50 milioni di euro tra il 2011 e il 2017.
Le agenzie di scommesse controllate direttamente o indirettamente dai clan simulavano un’attività di trasmissione dati per la raccolta “on line” di scommesse, ma in realtà operavano la tradizionale raccolta “da banco” per contanti. La riconducibilità ai sodalizi mafiosi di tali agenzie è stata schermata attraverso un reticolo di società estere (localizzate principalmente nelle Antille Olandesi a Curaçao) amministrate da prestanome, che ha permesso di riciclare i guadagni illecitamente conseguiti.
Per il versante siracusano dell’operazione, figura di spicco è ritenuta dagli investigatori quella dell’imprenditore pachinese Antonino Iacono che avrebbe curato gli interessi del clan Cappello.
La Guardia di Finanza ha sequestrato 42 unità immobiliari e 36 società commerciali (tra le quali oltre a società nazionali ed estere attive nel gaming anche un autosalone, una società di rimessaggio di barche e noleggio di moto d’acqua, una palestra, una squadra di calcio militante nel campionato di Promozione). Tra i beni di particolare pregio, vi sono una villa sul mare, edificata ad Augusta e non censita al catasto e un lussuoso appartamento di 11 vani sita a Castelnuovo di Porto a Roma (fittiziamente intestato a un Gruppo Europeo di Interesse Economico maltese) nonché 5 appartamenti in Austria (Vienna e Innsbruck).
Attive ed interessate al sistema illegale erano due distinte associazioni a delinquere, dedite all’esercizio del gaming on line clandestino, “socie” in interessi coincidenti con quello della compagine mafiosa di riferimento.




Pachino. Incendio di un'auto in via De Pretis, arrestato presunto autore

Arrestato a Pachino, nella flagranza di reato, Pasquale Falco. I carabinieri sono intervenuti in via de Pretis, dove era stata segnalata un’autovettura in fiamme. Giunti sul posto hanno constatato che le fiamme avevano invaso l’abitacolo dell’autovettura ed hanno notato una persona sospetta aggirarsi nelle vie limitrofe.
Bloccato l’uomo hanno provveduto, assieme ai Vigili del Fuoco del distaccamento di Noto ad accertarsi che non ci fosse nessuno all’interno dell’autovettura e quindi a spegnere le fiamme. Accertata la natura dolosa dell’evento, il fermato è stato tratto in arresto in attesa della celebrazione del rito direttissimo previsto per la giornata odierna presso il Tribunale di Siracusa.