Ragazzo scomparso a Catania, ricerche anche nel siracusano: famiglia originaria di Noto

Sono in corso anche nel siracusano le ricerche del 18enne Corrado, di cui non si hanno notizie dalla sera del 4 luglio. La Questura di Catania – città dove il ragazzo risiede – sta coordinando le ricerche. Attivato il piano per le persone scomparse. Corrado si sarebbe allontanato la sera del 4 luglio senza poi fare ritorno a casa.
Si guarda anche alla provincia di Siracusa non solo per contiguità territoriale ma anche perchè il papà del giovane è originario di Noto.
Sui social network è subito scattato il tam tam per invitare chiunque avesse notizie a contattare la famiglia o le forze dell’Ordine.




Avola. Tentata estorsione a un'impresa impegnata nella costruzione di una clinica, indagini della Dda: due arresti

Dovranno rispondere di tentata estorsione in concorso e detenzione illegale di arma Paolo Zuppardo, 41 anni e Giuseppe Capozio, 31, entrambi già noti alle forze dell’ordine, arrestati  a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimagia di Catania. Ad eseguire l’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catania, i carabinieri della Compagnia di Noto. .
I due uomini, a conclusione di mirata e complessa attività investigativa, sono stati individuati quali autori di un tentativo di estorsione in danno di un imprenditore siracusano incaricato della costruzione di uno stabile da adibire a clinica privata nella prima periferia di Avola.
L’attività d’indagine è partita lo scorso febraio di quest’anno quando i Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Noto hanno appreso dell’esplosione di colpi di fucile in direzione di un container utilizzato come deposito per gli attrezzi all’interno di un cantiere edile.
Pochi giorni dopo, il titolare dell’impresa avrebbe ricevuto una telefonata da una cabina telefonica in cui un uomo, presentatosi come colui il quale aveva sparato contro il container, invitava il titolare dell’impresa a cercarsi un “amico”.
L’attività investigativa, condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché con metodiche investigative tradizionali basate sulla conoscenza del territorio e dei soggetti di interesse operativo, ha consentito  di identificare l’autore della telefonata in Capozio: fondamentale, al riguardo, l’analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio di Avola nei pressi della cabina telefonica utilizzata per la telefonata.
Pochi giorni dopo la telefonata,  il secondo episodio delittuoso in danno del cantiere: la notte tra il 12 ed il 13 marzo, infatti, dopo essersi introdotti nel cantiere, alcuni soggetti hanno dato alle fiamme le porte del deposito attrezzi.
Il 20 aprile,  ulteriore episodio di particolare rilievo: un uomo si presentava all’interno del cantiere e, dopo aver avvicinato un operaio, gli consegnava il proprio numero di telefono cellulare riferendo di essere al corrente di quanto stava accadendo, invitandolo a riferire al titolare della ditta di contattarlo. L’uomo in questione veniva identificato in Zuppardo. Sua, infatti, era l’utenza cellulare riportata sul biglietto manoscritto lasciato agli operai.
Infine, nei primi giorni di maggio, all’interno dell’autovettura utilizzata dai due indagati veniva captata una intercettazione ambientale dal contenuto inequivocabile effettuata mentre si stavano recando dall’imprenditore ad offrire la loro “protezione”. Tale dialogo disvelava  l’intenzione di commettere un ulteriore atto intimidatorio, consistito addirittura nel far cadere un ponteggio, finalizzato a costringere l’imprenditore a cedere alle richieste estorsive corrispondendo delle somme di denaro o, in alternativa, sottostando alle indicazioni di personale da assumere.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Sono in corso ulteriori indagini al fine di acclarare il coinvolgimento di altri soggetti nonché accertare eventuali collegamenti tra gli odierni arrestati e sodalizi criminali di stampo mafioso operanti nella zona sud della provincia di Siracusa.




Siracusa. Inchiesta Mose della Procura di Venezia, scarcerato l'ufficiale della Guardia di Finanza Nicchiniello

Il Tribunale del Riesame di Venezia,ieri in tarda serata,si è pronunciato sul ricorso proposto in difesa del tenente colonnello Massimo Nicchiniello,che era stato raggiunto da un ordine di carcerazione nell’ambito di una “costola” dell’inchiesta sul MOSE”.
Il Tribunale della libertà, accogliendo in la richiesta dei difensori,ha annullato l’ordinanza ,disponendo l’immediata scarcerazione dell’ufficiale della Guardia di Finanza.
“Il collegio-commenta l’avvocato difensore Aldo Ganci-  è quindi andato oltre la semplice valutazione delle esigenze cautelari,restituendo dignità al tenente colonnello Nicchiniello che si è sempre protestato innocente sin dal suo interrogatorio avanti il Gip di Siracusa che lo ha sentito per rogatoria”. Nicchiniello era  una delle 16 persone
indagate nell’ambito della inchiesta Mose della Procura di Venezia legata alla concessione di denaro, doni in cambio di sconti nelle sanzioni per evasioni fiscali. Nel caso specifico, durante il periodo di servizio a Udine.




Siracusa. Rapina in un centro scommesse, bottino da 6.500 euro: due arresti della Gdf

La Guardia di Finanza di Siracusa, nelle prime ore del mattino, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Francesco Fava, 43 anni e Marco Pugliara, 42, entrambi di Siracusa, emessa dal Tribunale per la rapina commessa a Siracusa, il 29 febbraio 2016, ai danni del titolare di un centro scommesse. I finanzieri, intervenuti dopo la rapina, al termine di un inseguimento, avevano arrestato un uomo, Carmelo Innorcia, sorpreso con il borsello del rapinato, con 6.500 euro all’interno. Il “bottino” era stato restituito al proprietario, un complice era fuggito. Le successive indagini del Nucleo di polizia tributaria, coordinate dal Procuratore capo, Francesco Paolo Giordano, svolte anche mediante l’acquisizione dei filmati presenti nei sistemi di videosorveglianza presenti nel luogo della rapina, permettevano di risalire all’altro presunto autore Fava Francesco.L’analisi dei tabulati telefonici dei soggetti coinvolti, nel ricostruire l’accaduto, permetteva di acquisire elementi in ordine alla partecipazione di Pugliara quale basista. Inoltre, nei confronti degli indagati, venivano eseguite intercettazioni telefoniche e perquisizioni domiciliari che confermavano le ipotesi investigative. Pugliara è anche stato arrestato per spaccio di droga,nel dettaglio cocaina, sorpreso da una pattuglia mentre cedeva una dosa dello stupefacente.




Valle dell'Anapo, dopo l'emergenza è caccia alle responsabilità: esposto in Procura sul vasto incendio

I dubbi, purtroppo, sono pochi. L’incendio che ha devastato la valle dell’Anapo avrebbe origine dolosa. Piromani in azione a Pantalica, con le fiamme che per 4 giorni hanno “mangiato” ettari di macchia mediterranea. Il sindaco di Sortino, Enzo Parlato, responsabile anche dell’Unione dei Comuni Valle degli Iblei, sta predisponendo insieme ai legali un esposto da presentare in Procura. Una denuncia contro ignoti, sperando che le indagini possano portare all’identificazione di eventuali responsabilità. Anche nel coordinamento dell’emergenza.
Che qualcosa non abbia funziona a dovere è lampante. “Ma non prendetevela con i Forestali. Si sono battuti con noi, insieme ai vigili del fuoco ed ai volontari della protezione civile contro l’avanzata delle fiamme”, dice Parlato che punta diritto alla catena di comando. “Perchè non è stata disposta la realizzazione di vie tagliafuoco per impedire che le fiamme si propagassero? Perchè i ritardi negli interventi dall’alto con i canadair?”, si domanda il responsabile dell’Unione Valle degli Iblei.
Intanto, il deputato regionale Enzo Vinciullo, dopo un sopralluogo sui luoghi devastati dall’incendio, ha anticipato la volontà di chiedere alla Regione interventi straordinari. “Martedì depositerò un disegno di legge per aiutare quanti hanno subito danni gravissimi”.




Noto. Operazione "Il Guado", cinque misure cautelari per furto aggravato in concorso

Agenti del Commissariato di Noto hanno eseguito cinque ordinanze di misure cautelari, quattro in carcere ed una agli arresti domiciliari. Sono state emesse dal Tribunale di Siracusa, nei confronti di Daniele Mirmina Spatalucente (Avola, classe 1989); Fabrizio Bonfanti (Avola, 1972); Davide Cannata (Noto, 1983); Rosario Stella (Avola, 1975) e Alessandro Monaco (Avola, 1991). Sono accusati di furto aggravato in concorso.
Ad ottobre dello scorso anno venne commesso un furto ai danni del parco automezzi di una ditta edile. I malviventi, nottetempo, dopo aver forzato il cancello d’ingresso, si erano impossessati di un autocarro, di un carrello elevatore, del motore di una macchina perforatrice, di una pompa idraulica e varie attrezzature edilizie. Valore superiore a centomila euro.
Le immagini dell’impianto di videosorveglianza hanno permesso di identificare una Fiat Multipla e alcuni dei presunti responsabili del “colpo”. Il gruppo, dopo aver prelevato tutti i mezzi e le attrezzature, si muoveva indisturbato in direzione dell’argine del fiume Asinaro per poi allontanarsi definitivamente.
L’analisi dei tabulati del traffico telefonico in entrata e in uscita ha permesso di ricostruire i contatti tra gli indagati la sera del furto. Inoltre, l’attività perlustrativa e di appostamento nella zona dell’Asinaro ha anche consentito di rinvenire lungo l’argine del fiume il carrello elevatore, parzialmente celato dalla vegetazione, e l’autocarro, rinvenuto in un appezzamento di terreno di contrada Testa dell’Acqua.
Il furto dei mezzi, quasi certamente, era finalizzato ad una successiva attività di estorsione col metodo del cosiddetto “cavallino di ritorno”, strategia già adoperata in passato da uno degli indagati in relazione ad altri furti commessi ai danni di imprenditori.




Siracusa. Coltivazione di marijuana in casa, denunciato 28enne: rinvenute piante, fertilizzante e lampade

Agenti della Polizia di Stato, in servizio alla Squadra Mobile della Questura di Siracusa, hanno denunciato un 28enne, siracusano, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare, sono state rinvenute tre piante di marijuana, fertilizzante, lampade ed altro materiale utilizzato per la coltivazione




Rosolini. Furti a scuola, individuati i presunti responsabili: accusati di ricettazione un 22enne e un 47enne

Dovranno rispondere del reato di ricettazione M. A. classe 1995 e S. G. classe 1970, entrambi residenti a Rosolini,sorpresi dai carabinieri con materiale informatico provento di diversi furti perpetrati ai danni dell’istituto comprensivo D’Amico, plesso La Pira di via Soldato Pitino. L’attività dei militari dell’Arma è stata avviata subito dopo la chiusura estiva della scuola che, verosimilmente a causa della sua posizione periferica, è stata presa di mira dai ladri i quali si sono da subito concentrati sul materiale informatico. Una serie di piccoli furti in sequenza che hanno creato allarme sociale oltre che un concreto danno all’istituto: infatti, nel giro di due settimane, sono stati asportati 7 personal computer completi di monitor, mouse, tastiera e gruppo di continuità, due stampanti laser di ultima generazione, un fax, due router ed un impianto di amplificazione. I carabinieri hanno avviato le indagini del caso,  monitorando spostamenti e contatti di alcuni soggetti fortemente indiziati. Acquisite notizie certe, è scattata la perquisizione che ha dato esiti positivi: nell’abitazione di uno dei due uomini è stato rinvenuto tutto il materiale asportato alla scuola. Alcuni computer erano già stati formattati e confezionati per essere rivenduti come prodotti usati sul mercato. La refurtiva è stata restituita al dirigente scolastico che non ha espresso parole di ringraziamento all’operato dell’Arma.
I Carabinieri continueranno a prestare la massima attenzione al territorio al fine di prevenire il ripetersi di tali episodi delittuosi nonché al fine di accertare i collegamenti tra i ricettatori ed i materiali esecutori dei furti.




Valle dell'Anapo, continua l'emergenza. Canadair in volo per il vasto incendio che da 4 giorni brucia Pantalica

Continua l’emergenza nella valle dell’Anapo. Le fiamme non danno tregua e l’ampio fronte di fuoco continua a distruggere ettari di macchia mediterranea ed ulivi dall’alto valore paesaggistico. Da Cassaro a Sortino è un continuo via vai di vigili del fuoco, forestali e volontari di protezione civile.
Questa mattina hanno ripreso a sorvolare la zona i canadair. Due sono stati finalmente inviati dopo i ritardi d’intervento degli scorsi giorni. Hanno effettuato complessivamente 16 lanci prima di rientrare alla base (Civitavecchia, nel Lazio) per il rifornimento. Nel primo pomeriggio torneranno a contrastare dall’alto le fiamme che da 4 giorni stanno martoriando la valle dell’Anapo e la riserva di Pantalica.
Non ci sono ancora elementi certi, ma l’origine delle fiamme potrebbe essere dolosa. Il sospetto è quello di spregiudicati piromani in azione.




Siracusa. Sequestrato un terreno alla Fanusa, con materiale di risulta veniva rialzato il terreno

Sequestrato un terreno alla Fanusa, in via Giulio Verne. E’ intervenuto il nucleo Ambientale della Polizia Municipale per applicare la misura disposta dal sostituto procuratore Nicastro. L’area era diventata una discarica di materiali di risulta. Non solo cumuli e mucchietti ma addirittura uno strato letteralmente “spalmato” sul terreno al punto da averne determinato anche un innalzamento di diversi centimetri. Il materiale avrebbe anche riempito e occluso un vicino canale di scolo.
A segnalare la situazione è stato il consiglio di quartiere Neapolis, con il presidente Culotti. Ha raccolto le lamentele dei residenti, specie dopo i recenti fenomeni alluvionali che avevano causato disagi probabilmente anche per le condizioni di quel terreno.