Non è raro imbattersi per strada in bici elettriche che si muovano senza che nessuno pedali mai. Un’anomalia che spesso segnala un “trucco” apportato al mezzo che diventa quasi una sorta di moto. Per contrastare la diffusione di questa forma di illegale utilizzo di bici elettriche, pericoloso anche per la circolazione stradale, sono tornati in campo i Carabinieri. Questa volta, insieme all’officina specializzata, controlli ad Avola e Noto.
I militari hanno riscontrato modifiche strutturali su tutti i veicoli sottoposti a controllo. Ai conducenti sono state contestate le sanzioni amministrative previste dal Codice della Strada, con importi che arrivano fino a 8 mila euro per ogni veicolo, oltre al sequestro ai fini della confisca del mezzo.
In particolare, 18 sono stati i mezzi controllati che, sottoposti a verifica tecnica, sono risultati alterati perchè dotati di acceleratore e potenziati, così da poter raggiungere velocità ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge.
Anche in questo caso, come per analogo servizio effettuato pochi mesi fa nel capoluogo aretuseo, tutti i mezzi controllati erano dotati di sofisticati kit clandestini che consentivano ai conducenti di muoversi agilmente per le vie cittadine al pari di veri e propri scooter elettrici, indipendentemente dalla forza muscolare impressa sui pedali che, in alcuni casi, non erano presenti, segno inequivocabile della loro inutilità.
Le modifiche apportate alle bici elettriche, per le caratteristiche strutturali e, soprattutto, per l’impianto frenante, certamente insufficiente, innalzano esponenzialmente la probabilità di incidenti stradali con il possibile coinvolgimento di pedoni, spiegano i tecnici.
Al termine delle verifiche tecniche, sono scattate una serie di contravvenzioni sulla scorta delle disposizioni che il codice della strada prevede nel caso di circolazione su pubblica via: patente di guida, uso del casco protettivo, immatricolazione e assicurazione obbligatoria. Importo complessivo di circa 120 mila euro.
I Carabinieri di Noto ricordano che l’articolo 50 del Codice della Strada stabilisce la natura dei velocipedi, fissandone condizioni e caratteristiche: “I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”.
Perché quindi si possa parlare di bicicletta elettrica a pedalata assistita è necessario che il veicolo si muova esclusivamente utilizzando i pedali anche nel caso in cui esista un motore ausiliario che faciliti la pedalata.
I mezzi in sequestro, invece, potevano percorrere chilometri senza pedalata grazie all’acceleratore posto sul manubrio.
Analoghi servizi straordinari saranno replicati nelle prossime settimane anche in altre zone della provincia.