Giubbotti antiproiettile e pistole usate con disinvoltura, così “comandava” la Borgata

Armi, munizioni e posti in cui nascondere il tutto non mancavano di certo al sodalizio criminale della Borgata. Proprio la disponibilità di armi ed il loro uso senza ritrosie colpisce nell’analisi dell’attività del gruppo criminale considerato contiguo al clan Bottaro-Attanasio. La violenza per generare soggezione e facile “sottomissione” in quanti non si allineavano ai dettami criminali. Così il clan accresceva la sua forza per riprendersi un ruolo di primo piano sul territorio.
Un episodio in particolare è finito al centro delle indagini che hanno portato all’esecuzione del fermo di quattro persone (clicca qui per i nomi). A fine gennaio, vennero esplosi diversi colpi d’arma da fuoco contro la finestra di un’abitazione, nella centrale area di via San Metodio. Era un avvertimento, diretto e violento, rivolto a chi lì viveva dopo un alterco – spiegano gli investigatori – nato con il sodalizio criminale per una questione di soldi. La luce accesa che trapelava da quella finestra abbassata indicava la presenza dell’uomo nella stanza e così, per essere ancora più “convincenti”, non hanno esitato a mirare e sparare.
In un garage, la Polizia ha trovato due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga. Altre perquisizioni hanno portato al sequestro di 6 pistole, circa 6 Kg di Hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento, giubbotti antiproiettile e altro.
Nelle intercettazioni finite nell’indagine, i quattro della Borgata parlano con disinvoltura di pistole e armi e di come usarle senza remora alcuna.




Morì dopo una trasfusione con sangue infetto, condannato Ministero della Salute

Il ministero della Salute dovrà risarcire con circa 500 mila euro la vedova e dei due figli di un uomo, Nunzio Valenti, morto 29 anni fa dopo aver contratto epatopatia cronica HCV in ospedale, a causa di sangue infetto. Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Catania.
La vicenda risale al 1981 quando la vittima venne ricoverato all’Umberto I di Siracusa. Una emotrasfusione causò il contagio da epatite da virus HCV. Il 3 marzo del 1995 il paziente morì, per via di quella patologia, per cui i legali della famiglia presentarono una seconda denuncia, questa volta per il danno legato alla morte del loro congiunto. Dopo quasi 30 anni, è arrivata la sentenza e nei 500 mila euro di risarcimento sono comprese le spese degli avvocati Dario Seminara e Lisa Gagliano.
In precedenza, il Ministero era stato condannato ad un primo pagamento di circa 530 mila euro, per non aver controllato il sangue dei donatori.

foto archivio




Laboratorio di droga a gestione familiare: cocaina, marijuana e hashish. Arrestate 3 persone

Due uomini e una donna, rispettivamente di 58, 23 e 54 anni, sono stati arrestati dai Carabinieri di Noto per detenzione abusiva di stupefacenti e munizioni.
A seguito di perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti circa 770 grammi di stupefacente tra cocaina, marijuana e hashish, oltre a materiale per il confezionamento e la pesatura, e due munizioni per pistola calibro 22.
Presso l’abitazione dei due uomini e della donna, appartenenti allo stesso nucleo familiare, i militari hanno rinvenuto parte dello stupefacente in preparazione per il confezionamento sul piano cottura della cucina, oltre quello già preconfezionato in dosi.
Dopo le formalità di rito, il 58enne ed il 23enne sono stati associati presso la Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa, mentre la donna è stata trasferita al carcere “Piazza Lanza” di Catania, come disposto dall’Autorità giudiziaria.




Tragico rinvenimento al Plemmirio, un cadavere in villetta

Tragico rinvenimento al Plemmirio. Nel giardino di una villetta, giaceva il corpo senza vita di un 70enne. Il decesso, secondo una prima ispezione, risalirebbe a diversi giorni addietro.
L’anziano viveva da solo e forse per questo nessuno aveva dato l’allarme, sino a questo pomeriggio. Radi anche i rapporti con i vicini, secondo quanto si apprende
Sul posto è intervenuta la Polizia. Le prime informazioni indicano un decesso per cause naturali. In corso accertamenti.




Sorpreso dalla Polizia con 75 grammi di cocaina in casa, ai domiciliari un 28enne

Un 28enne è stato arrestato ad Augusta dalla Polizia di Stato, per il reato di detenzione ai fini dello spaccio di droga. Gli investigatori, notando un andirivieni sospetto dalla casa dell’uomo, si sono appostati nei pressi e – all’arrivo di un assuntore – hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione, bloccando acquirente e spacciatore.
La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire e sequestrare 75 grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Il 28enne è stato posto ai domiciliari, l’assuntore invece è stato segnalato all’Autorità Amministrativa competente.




Evade per andare al centro commerciale, arrestato 36enne

Un 36enne, agli arresti domiciliari, è stato arrestato dai Carabinieri di Augusta, per essere stato trovato fuori dalla propria abitazione senza autorizzazione.
Nonostante la misura cautelare degli arresti domiciliari alla quale è sottoposto per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali, i militari hanno trovato l’uomo all’interno di un centro commerciale della città megarese.
Come disposto dall’Autorità giudiziaria l’arrestato è stato ricollocato ai domiciliari.




Perde il controllo e si ribalta in via Elorina, un ferito in ospedale

Incidente autonomo questa mattina attorno alle 12 lungo via Elorina, tra la rotonda Isola e la cosiddetta strada del Malibù. L’uomo alla guida di una Mini rossa ha improvvisamente perso il controllo dell’auto, finita ribaltata probabilmente dopo aver sbandato. La ricostruzione della dinamica del sinistro è affidata alla Polizia Municipale, intervenuta insieme ai Vigili del Fuoco. Al momento non viene esclusa nessuna ipotesi, dal colpo di sonno alla distrazione.
La persona alla guida è riuscita ad uscire autonomamente dal veicolo. E’ stata condotta in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Umberto I, per i controlli e gli esami del caso. Il tratto di strada interessato è stato chiuso al traffico per permettere le operazioni di rilievo e la messa in sicurezza dell’asfalto.




Vìola gli arresti domiciliari, arrestato 39enne di Floridia

Un 39enne è stato arrestato dai Carabinieri di Floridia, in esecuzione di un provvedimento di aggravamento della misura cautelare emesso dalla Corte d’Appello di Catania, per essere stato trovato fuori dalla propria abitazione senza autorizzazione. L’uomo era stato ristretto in casa perché gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia.
I militari hanno segnalato la violazione all’Autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento di aggravamento a seguito del quale il 39enne è stato associato presso la Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa.




Operazione Asmundo, le intercettazioni: “Nun cia ficimu a fare acchianare a Sorbello”

Nell prossime ore si terrà l’interrogatorio di garanzia delle 12 persone arrestate dai Carabinieri al termine dell’operazione Asmundo. Dovranno rispondere, tra l’altro, di associazione mafiosa, estorsioni, minacce e voto di scambio politico-elettorale.
Per dieci di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Si tratta di Salvatore Arrabito, 34 anni, di Augusta; Antonello Costanzo Zammataro, 50 anni, di Melilli; Vincenzo Formica, 42 anni, di Melilli; Alfio Alberto Ira, 57 anni, di Carlentini; Andrea Mendola, 39 anni, di Melilli; Nunzio Giuseppe Montagno Bozzone, 58 anni, di Melilli; Antonino Puglia, 58 anni, di Agira; Salvatore Rasizzi, 37 anni, di Priolo Gargallo; Arturo Tomasello, 42 anni, di Lentini; Antonino Montagno Bozzone, 34 anni, di Melilli. Sono stati posti invece ai domiciliari Giuseppe Puglia, 39 anni, di Melilli, e Giuseppe Sorbello, 64 anni, di Melilli.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, ai vertici del sodalizio criminale – attivo in particolare a Villasmundo – vi erano Giuseppe Nunzio Montagno Bozzone (nel 2013 condannato per associazione mafiosa e ritenuto affiliato al clan Nardo), Vincenzo Formica e Antonello Costanzo Zammataro (condannato nel 2018 per associazione mafiosa).
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno portato alla luce l’accordo che l’ex assessore regionale ed ex sindaco di Melilli, Pippo Sorbello, avrebbe siglato con il sodalizio mafioso. Denaro e favori per ottenere una “spinta” decisiva nella corsa per la sindacatura all’appuntamento con le urne del 2022. In particolare – spiegano gli investigatori – Sorbello si sarebbe impegnato a favorire la scarcerazione del figlio di Montagno Bozzone, Antonino, detenuto a Caltagirone, non solo mettendo a disposizione i propri avvocati ma anche prospettando l’appoggio di un magistrato non meglio identificato.
In una intercettazione telefonica del 25 aprile 2022, due familiari di Montagno Bozzone parlano del denaro che avrebbero ricevuto da Sorbello. “Con quello là, con Pippo Sorbello per i voti, gli aveva detto la settimana scorsa che gli dava qualcosa di soldi e non si è fatto vedere proprio… ora stamattina si sono incontrati, essendo che ieri è venuto. E ora stamattina gli ha dato 500 euro”.
Ma già alcune conversazioni avvenute a maggio – ed ascoltate dagli investigatori – lasciano intendere l’esistenza di un’attività a sostegno della candidatura di Sorbello. Anche, ad esempio, intervenendo nei confronti di quanti lo criticavano, persino sui social. Lo stesso giorno delle elezioni, Giuseppe Montagno Bozzone – annotano gli investigatori – transita per le vie di Villasmundo, verosimilmente per controllare l’andamento delle votazione ed invitare alcuni elettori a recarsi al seggio.
In quelle ore, da quanto emerge nell’ordinanza, Sorbello chiama Montagno Bozzone e chiede un incontro per capire come vanno le cose: “Tu fatti nu giru drocu, vidi come è u fatto”. Il suo interlocutore lo rassicura.
Le elezioni, però, vedono la sconfitta di Pippo Sorbello che non va oltre il 24,7% dei consensi. L’ex assessore inizia a non rispondere alle chiamate del gruppo di Montagno Bozzone. Lui stesso, Montagno Bozzone, rimane deluso dal risultato e, in una conversazione del 17 giugno, si sfoga: “con i voti, diciamo, scritti, proprio scritti, con questi numeri saliva Pippo, non quello, come mai è stato eletto Carta”, dice in dialetto al suo interlocutore. “Nun cia ficimu a fare acchianare a Pippo Sorbello…se acchianava iddu, per dire, qualche cosa cangiava”.




Oltre un etto di cocaina in “viaggio” su un’auto: 67enne bloccato allo svincolo di Noto

Nascondeva in un involucro più di un etto di cocaina.

Gli agenti del commissariato di Noto hanno arrestato Recuperato l’involucro, la polizia ha accertato che al suo interno erano contenuti 102 grammi di cocaina.

Dopo le formalità di legge, il sessantasettenne è stato arrestato e posto ai domiciliari.