La Guardia Costiera ha posto in stato di fermo amministrativo la Sea Watch 3, in porto ad Augusta. Nei giorni scorsi, l’imbarcazione di una ong tedesca, è stata sottoposta ad ispezione “port State control” da parte di personale specializzato della Guardia Costiera.
L’unità è munita della certificazione ordinaria di sicurezza rilasciata dallo stato di bandiera tedesco, quale “nave da carico”, autorizzata come tale a trasportare un numero di persone non superiore a 22, corrispondente alla composizione dell’equipaggio e dei passeggeri imbarcati per l’esecuzione delle proprie attività commerciali.
Al suo arrivo nel porto di Augusta, lo scorso 3 marzo c’erano a bordo 385 persone ovvero i migranti soccorsi precedentemente in mare. Il Sistema Thetis di gestione delle ispezioni in uso ai Paesi aderenti il Paris MoU, ha segnalato a carico dell’unità il ricorrere di alcuni elementi che hanno comportato di fatto l’inserimento da parte dello stesso sistema della nave mercantile tra le unità da sottoporre a ispezione da parte dello Stato di approdo.
Tra gli elementi segnalati quali “Unexpected factors”, la mancata effettuazione da parte dell’Unità delle preventive comunicazioni di ingresso nel porto di Augusta relative alla “sicurezza marittima” (cd maritime security) e al conferimento dei rifiuti generati nel corso dell’ultimo periodo di navigazione.
Ancora, nelle fasi di ormeggio in porto, la Sea Watch 3 ha sversato in banchina e nelle acque portuali olio idraulico proveniente dalla gruetta utilizzata per il posizionamento a terra della passerella della nave.
Tali circostanze, già da sole, costituivano presupposti oggettivi – ai sensi delle disposizioni comunitarie che regolamentano l’attività di “port state contol” – per eseguire l’ispezione a bordo della nave.
L’attività di verifica – in accordo con le vigenti procedure sul “port State control” – ha interessato anche altre aree tecniche ed operative tra cui quelle relative alle dotazioni di salvataggio disponibili e l’organizzazione di bordo, con particolare riguardo alla preparazione dell’equipaggio ad affrontare le emergenze.
L’ispezione, nel confermare le irregolarità emerse, ha fatto rilevare ulteriori carenze in materia di sicurezza della navigazione e protezione da incendi a bordo (SOLAS), di tutela dell’ambiente (MARPOL) e dell’equipaggio (STCW), che hanno determinato il fermo amministrativo della nave.
Tra queste, la presenza del battello di emergenza (rescue boat) asservito ai mezzi collettivi di salvataggio non certificato né conforme ai requisiti tecnici previsti, perdite di combustibile in sentina, valvole di arresto a distanza di combustibile non funzionanti, oltre una serie di ulteriori gravi mancanze per la sicurezza in generale della nave e delle persone a bordo.
Gli ispettori, sempre in accordo con le vigenti procedure sul “port State control”, hanno imposto l’esecuzione di una verifica addizionale sul “sistema di gestione della sicurezza” a bordo della nave da parte dell’Amministrazione di bandiera in ragione delle carenze tecniche ed operative rilevate.
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