Commemorazione in forma ridotta a causa del covid oggi ad Avola, 52 anni dopo i fatti di sangue che segnarono una delle pagine più crude della storia sindacale italiane. “Cinquantadue anni dopo ricordiamo lo sciopero dei lavoratori agricoli e il sacrificio di Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona”, ha detto il sindaco Luca Cannata, davanti alla lapide in Municipio che ricorda, appunto, i “Fatti di Avola”.
Il sindacato unitario non ha comunque rinunciato alla rievocazione ed alla deposizione della corona in contrada Chiusa di Carlo. Paola Scibilia, unica erede delle due vittime (aveva 9 anni quando il padre perse la vita), è intervenuta insieme ai segretari generali di Cgil, Roberto Alosi, di Cisl, Vera Carasi e dal sub-commissario della Uil, Saveria Corallo. Con loro anche i rispettivi segretari sindacali dei lavoratori agricoli, Mimmo Bellinvia della Flai Cgil, Sergio Cutrale della Fai Cisl e Sebastiano Di Pietro della Uila Uil.
“In questo territorio si consumò un evento con conseguenze drammatiche, con morti e feriti per mano dell’aristocrazia agraria del tempo. La storia è un monito per tutti noi: i diritti vanno coltivati giorno dopo giorno e oggi vanno riconquistati con la stessa forza e la stessa determinazione – hanno detto i segretari di Cgil, Cisl e Uil -. La memoria va riportata soprattutto nei confronti delle giovani generazioni: ci furono diritti sanciti con il sangue e oggi questi stessi diritti vanno perdendosi ed è per questo che la nostra presenza rappresenta anche un monito affinché vadano salvaguardati”.
E’ intervenuto anche il sindaco di Avola, Luca Cannata: “E’ importante ricordare, soprattutto per i nostri giovani. E per un passato che ha cambiato la storia italiana. Lo statuto dei lavoratori infatti è cambiato proprio dopo “I Fatti di Avola”. E’ importante e fondamentale tenere viva la memoria di ciò che successe 52 anni fa perché la lotta per quei diritti è un fatto attuale ancora al giorno d’oggi”.
“Le istituzioni mettano in pratica tutti gli strumenti normativi esistenti per sconfiggere sfruttamento e caporalato, e lo Stato renda pubblici i fascicoli di Polizia di 52 anni fa. È ancora questo il nostro appello, già rivolto al Presidente Mattarella e sul quale si era impegnato anche il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci”. Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il segretario generale Onofrio Rota commentando il 52° anniversario dei fatti di Avola. “La categoria dei braccianti – aggiunge il segretario generale della Fai Cisl Ragusa Siracusa, Sergio Cutrale – in questo anno di emergenza sanitaria ha dovuto pagare un tributo alto. L’agroalimentare non ha rallentato le produzioni, ma ha visto ridursi drasticamente le vendite e le esportazioni durante i mesi più difficili. Ricordare i fatti di Avola, significa rinnovare la dignità delle lotte operaie che difendono il lavoro. Oggi più che mai siano da esempio per il rispetto e la salvaguardia dell’occupazione”.