Si avvicina la riapertura per la riserva dei fenicotteri, un anno dopo il rovinoso incendio

Un anno dopo il rovinoso incendio, la riserva naturale Saline di Priolo è ancora chiusa. Ma potrà presto tornare accessibile al pubblico, grazie al lavoro della Lega Italiana Protezione Uccelli e al sostegno concreto di realtà istituzionali e locali e di società come Eni Rewind e Versalis, Enel e Lukoil.
In particolare, Eni Rewind e Versalis, in base all’accordo sottoscritto con la Lipu quale ente gestore dell’area protetta, hanno già avviato la messa in sicurezza dei sentieri principali attraverso la potatura e la rimozione di centinaia di alberi bruciati che ostacolano l’accesso. Successivamente provvederanno alla predisposizione delle aree per la piantumazione di specie tipiche della flora mediterranea, recuperando l’uso sostenibile dell’ecosistema della riserva affinché possa tornare a essere un punto di riferimento naturalistico e turistico del territorio. Le attività di potatura e rimozione sono iniziate al termine del periodo di nidificazione delle numerose specie e dei diversi esemplari di uccelli che popolano le saline di Priolo.
“È un momento cruciale per la rinascita della Riserva Naturale Saline di Priolo – spiega il naturalista Fabio Cilea, direttore dell’area protetta priolese – e dopo tanto lavoro siamo giunti alle prime fasi della ricostruzione della riserva dei fenicotteri. La rimozione degli alberi bruciati è la conditio sine qua non per ogni altro intervento e, soprattutto, è un’operazione fondamentale verso la riapertura dell’area naturalistica. La risposta del territorio è stata unanime, tante realtà locali e nazionali si sono poste al fianco della Lipu per lavorare insieme alla riqualificazione delle saline di Priolo. Il mio auspicio è che queste collaborazioni continuino anche dopo l’emergenza incendio e portino buoni frutti per tutto il territorio”.
Alla riqualificazione dell’area protetta contribuiscono anche Lukoil ed Enel che hanno dato la disponibilità alla progettazione e alla ricostruzione dei capanni in legno (Capanno d’ingresso e Capanno 1) della riserva.
“Il comune di Priolo Gargallo farà tutto ciò che è possibile per contribuire alla rinascita della Riserva Naturale Saline di Priolo”, assicura Alessandro Biamonte, presidente del Consiglio comunale di Priolo.




Zona Industriale: lavoratori ex Solesi, intesa con la Bng per manutenzione Versalis

Chiuso nella giornata di oggi l’accordo tra Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL di Siracusa e la società Bng (impresa subentrante), al fine di assorbire il personale ex Solesi, impegnato nella manutenzione edile all’interno dello stabilimento Eni-Versalis di Priolo Gargallo.
A distanza di due anni, scongiurato un nuovo momento difficile per i lavoratori, prima ex Turco e adesso ormai anche ex Solesi. Trovata l’intesa tra le parti, anche se rimane alta l’attenzione dei sindacati.
“Ci aspettiamo l’assorbimento di almeno il 50% del personale già nel mese di luglio per poi procedere in tempi rapidi alla chiusura della transizione. Già stremati dai postumi di una infinita cassa integrazione, i lavoratori non accetteranno una nuova telenovela”, spiegano dai sindacati.
Il personale interessato dai passaggi è già stato ridotto del 25% per via di una serie di pensionamenti ed uscite volontarie nell’ultimo biennio. “Non cantiamo vittoria, pertanto, e attendiamo la conclusione di questo ennesimo capitolo che lascia però degli interrogativi sulla gestione generale degli appalti in questa area industriale. Perchè all’interno del sito Eni a Priolo, per motivi diversi ma ugualmente riconducibili a questo contratto di manutenzione, sono saltate le imprese edili più importanti di Caltanissetta e poi di Siracusa? Questo interrogativo non ci lascia tranquilli”.

Foto: archivio, una manifestazione in portineria Versalis




Nuovo caso di coronavirus a Priolo? La smentita del sindaco: "tampone negativo"

È dovuto intervenire il sindaco per rassicurare la popolazione di Priolo. Nel centro siracusano aveva preso a girare la voce secondo cui vi era un nuovo caso di coronavirus. Una indiscrezione che, di bocca in bocca, aveva iniziato a destare qualche preoccupazione in settimane in cui invece la provincia di Siracusa si conferma a contagio zero.
“Nessun caso di covid19 a Priolo”, ha detto il sindaco Pippo Gianno, utilizzando anche i canali social istituzionali per fugare ogni dubbio.
“La dipendente comunale di cui si è discusso in paese negli ultimi giorni ha effettuato questa mattina il tampone ed è risultato negativo”, le parole del primo cittadino che ha voluto così rassicurare i priolesi. “Vi invito comunque ad attenervi sempre alle misure di prevenzione”, ha aggiunto.




Amianto, sentenza ribaltata in appello: sciopero della fame per 10 lavoratori

Hanno avviato questa mattina la loro protesta i 10 lavoratori impiegati per anni in un sito con presenza di amianto. Uno sciopero della fame per contestare così la sentenza emessa due giorni fa, con cui vengono disconosciuti i loro diritti e benefici previdenziali legati all’esposizione alla pericolosa fibra. A pronunciarsi in tal senso è stata la Corte d’Appello di Catania che ha accolto le eccezioni presentate da Inps, ribaltando la sentenza di primo grado del Tribunale di Siracusa.
“Rischiamo di trovarci senza pensione e con soldi da restituire all’istituto di previdenza”, raccontano arrabbiati i lavoratori, poco distanti dallo sportello Ona (Osservatorio Nazionale Amianto) presente a Priolo. “Chiediamo l’intervento della politica. Incredibile che si debba andare in Cassazione per una situazione chiara sin da subito, con la presenza di amianto certificata dal Ctu. Non può essere che passi la linea della maggiore importanza del bilancio dell’ente sulla salute dei lavoratori”, aggiunge Calogero Vicario, uno dei 10 in protesta. “Confidiamo nell’intervento del ministro del lavoro e di quello della giustizia”.
Ma al momento, l’unica voce è quella del sindaco di Priolo. “Ancorchè le sentenze non vadano criticate – ha commentato il Pippo Gianni – ritengo sia opportuno che i giudici riflettano e possano rivedere la sentenza. Anche se lo Stato è in difficoltà economica non può non tener conto di persone che per una vita hanno lavorato, mettendo a repentaglio la propria salute e che adesso vanno incontro a mesotelioma”.
I lavoratori, intanto, non si capacitano. “La sentenza è una condanna a morte, un’istigazione al suicidio. Da anni chiediamo un atto di indirizzo ministeriale per riconoscere in via amministrativa i diritti dei lavoratori”, aggiunge Vicario che è anche coordinatore Ona.




Basta camper e campeggiatori nell'area ex Espesi di Priolo, c'è il divieto

È stata interdetta ai campeggiatori abusivi ed ai camperisti la zona ex Espesi, a Marina di Priolo. Veniva utilizzata anche per pernottare.
Il provvedimento segue l’ordinanza del sindaco di Priolo, Pippo Gianni, che vieta l’utilizzo di tende e gazebo sulla spiaggia, per garantire le misure di distanziamento interpersonale.
Per l’area ex Espesi si parla anche di decoro e sicurezza.




Bimba si perde in spiaggia, attivato l'alert audio in tutta Marina di Priolo: trovata

Minuti di grande preoccupazione in spiaggia a Marina di Priolo. Una bimba si è allontanata dai genitori, senza poi riuscire a ritrovare la via del ritorno. Per agevolare le ricerche, è stato utilizzato l’impianto megafonico di emergenza di Protezione Civile, installato nel tratto ex Espesi fino alla postazione della Misericordia.
Grazie all’attivazione del sistema di allarme, molti bagnanti hanno partecipato alle ricerche, insieme ai bagnini.
In pochi minuti è stato così possibile rintracciare la piccola. Sana e salva, è stata riaccompagnata dai suoi genitori, per un abbraccio liberatorio.




Tassa di soggiorno, Noto la sospende per tutto il 2020: "aiuto per la ripresa del turismo"

Mentre a Siracusa fa discutere la decisione del Comune di re-introdurre la tassa di soggiorno (prima sospesa, ndr) a Noto la city tax viene sospesa fino alla fine del 2020. La decisione è stata ufficializzata nelle ore scorse dal sindaco, Corrado Bonfanti. “Fino al 31 dicembre 2020 la tassa di soggiorno a Noto non si paga”, spiega diretta Bonfanti che ha già dato mandato agli uffici comunali per prevedere tutti gli atti amministrativi opportuni per la sospensione dell’imposta di carattere locale a cui sono soggette le persone che pernottano sul territorio comunale.
“I nostri turisti – aggiunge Bonfanti – non dovranno più versare l’imposta alle strutture ricettive in cui sono alloggiati. E’ un’ulteriore iniziativa per favorire ancor di più la ripresa del turismo nella nostra città. Sarebbe stato opportuno aumentarla, dato che fino ad adesso abbiamo dimostrato che Noto ha grandi risorse e che ha saputo gestire bene tutta la crisi, anche quella più recente per mettere in sicurezza cittadini e turisti. In questo momento siamo infatti nelle condizioni di poter offrire sicurezza e bellezza contemporaneamente. Poi, però, si è deciso di abbinare questa ulteriore iniziativa alle altre già lanciate per rilanciare il turismo e ripartire: rinunciamo agli introiti e rendiamo ancor più appetibile l’offerta turistica”.




Avola e Priolo, i due comuni che hanno detto no a tende e gazebo in spiaggia

Avola e Priolo sono i primi due comuni della provincia di Siracusa che hanno vietato tende e gazebo in spiaggia. In questa estate in cui tutto è diverso e tutto è regolamentato, alla luce della necessità di garantire il contenimento dei contagi da covid-19, “solo” l’ombrellone pare garantire maggiore certezza di distanziamento sociale.
E così, seguendo le linee guida emanate dal Presidente della Regione, Avola e Priolo vietano tende e gazebo. “Si predispongono ad ospitare più persone sotto la propria copertura e non possono pertanto assicurare il distanziamento interpersonale previsto dalle linee guida”, viene spiegato dagli amministratori.
Negli altri grandi centri balneari della provincia (Siracusa, Noto, Pachino) la misura non è ancora stata adottata. Ma a lido di Noto ha fatto discutere il ricorso a droni anti-assembramento nel fine settimana mentre nel capoluogo è un susseguirsi indistinto di ombrelloni, tutti lungo le spiagge libere.




Palazzolo. Niente messe nella chiesa di San Paolo, sospese le celebrazioni

La festa di San Paolo 2020 a Palazzolo finisce qui. L’arcivescovo di Siracusa ha emesso un suo decreto con cui sospende ogni celebrazione nella chiesa di San Paolo. Niente messe, quindi. Ma le porte rimarranno comunque aperte ai fedeli.
Smentito ogni provvedimento a carico del parroco che anzi si è sempre mosso in piena intesa con la diocesi.
Ma dopo la semi-processione di ieri pomeriggio, nonostante i divieti e le norme vigenti, inevitabile era una simile decisione.
È stata una edizione particolarmente convulsa, questa. Il coronavirus ha richiesto adattamenti e misure che mal si sposano con grandi appuntamenti di piazza come è, ad esempio, San Paolo a Palazzolo. E pur comprendendo la grande devozione, si dovrà comunque prendere atto della necessità di evitare in futuro forzature che rischiano solo di compromettere la buona volontà di tutte le parti.
Nel decreto dell’arcivescovo si motiva la scelta di sospendere per il momento ogni celebrazione con “la difficoltà a gestire l’afflusso dei pellegrini nella chiesa di San Paolo, essendo state disattese le precedenti disposizioni in materia”.




San Paolo a Palazzolo, la difficile gestione in tempi covid di una grande devozione

Non era mai capitato che l’organizzazione di una festa patronale finisse al centro di una riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, in Prefettura. Ma in tempi di covid-19 anche questo è accaduto, con la festa di San Paolo a Palazzolo Acreide al centro di un educato tira e molla tra istituzioni e regole di contenimento dei contagi.
Ufficialmente niente svelata ieri, all’interno della chiesa del Santo. Ufficiosamente, a porte chiuse e con un numero ridotto di presenti, si è comunque proceduto. Il video è finito sui social ed ha alimentato il dibattito, già acceso a Palazzolo, dove non sono mancate forzature anche tra parroci e diocesi.
Al pontificale odierno c’era l’arcivescovo, Salvatore Pappalardo. Nessun accenno alle polemiche ma evidente è sembrata, ai più, della freddezza in alcuni rapporti istituzionali. Mentre la gente fuori – con le regole covid non potevano trovare tutti posto dentro – rumoreggiava per la distanza imposta con il Santo.
Per chi non ha mai vissuto la festa di San Paolo, è difficile spiegare il forte e totalizzante rapporto di devozione tra i palazzolesi ed il loro protettore. Una fede piena e condivisa che fa di Paolo il Santo che protegge da ogni male e quindi anche una sorta di barriera “sovrannaturale” contro il covid (per chi crede). Niente di paragonanile, sotto questo aspetto, con le feste pure molto sentite di San Sebastiano a Melilli, Sant’Alfio a Lentini e Santa Lucia a Siracusa, giusto per citare altri momenti di fede e devozione popolare quasi azzerati quest’anno dal coronavirus.
Quella di San Paolo è una festa già “difficile’ da gestire in tempi normali, per via della forte e continua partecipazione. Figurarsi quando di mezzo ci sono divieti di assembramento, mascherine e distanziamento.
In qualche modo si è trovata la quadra, con silenti intese e reciproche concessioni nella giornata odierna. Ma per il futuro (10 agosto) meglio ricordarsi dell’insegnamento ed evitare, ad ogni livello, strappi e forzature.
Dopo la presentazione dei bimbi alla statua del Santo, è uscita dalla chiesa anche una reliquia per un veloce giro della piazza. Un codazzo di devoti al seguito. E qui si avrà modo di discutere per giorni su mascherine e distanziamento. Intanto, quella passeggiata di devozione durata poco più di 30 minuti ha contribuito a rassenerare gli animi. Si pensi che, di solito, la processione con la statua del patrono impiega oltre un’ora e trenta per percorrere lo stesso tratto. La statua, questa volta, è rimasta in chiesa dove, a piccoli gruppi, sono stati fatti entrare i fedeli.
Guai a togliere San Paolo ad un palazzolese. Anche le antiche credenze mettono in guardia: se non si rispetta la promessa al Santo, cose terribili possono accadere.