Una delle sfide per la Siracusa del futuro prossimo riguarda l’eliminazione dello scarico di reflui trattati nel porto Grande. Oggi, dopo apposita lavorazione nel depuratore di contrada Canalicchio, finiscono in mare attraverso il canale Grimaldi. Proprio per questo motivo, vige nella zona il divieto di balneazione nella grande spiaggia della Playa e nelle aree limitrofe.
Palazzo Vermexio sta lavorando da qualche anno ad una soluzione alternativa e ambiziosa: creare un sistema capace di portare i reflui dalla parte opposta, a Targia, attraverso il depuratore consortile Ias. Per riuscirci, si potrebbe utilizzare parte di un sistema di opere realizzate negli anni 80 ma mai entrate in funzione che permetterebbero di convogliare le acque reflue trattate al depuratore di Siracusa e “dirottarle” verso il punto di uscita dello scarico del depuratore consortile Ias. In particolare, una condotta utilizzata solo saltuariamente
nei decenni passati ed ancora in condizioni definite “buone” può collegare agevolmente il depuratore consortile di Siracusa con l’area a nord della città, fino alla zona industriale ed al depuratore Ias.
Esaminato favorevolmente lo studio di fattibilità, la giunta comunale di Siracusa si è portata avanti approvando un atto di indirizzo con cui si incarica il dirigente del Settore Sviluppo Sostenibile e Tutela del Territorio e
dell’Ambiente e Transizione Energetica “di avviare le procedure finalizzate all’attuazione del collegamento delle acque in uscita dal depuratore Consortile di C.da Canalicchio” con l’impianto di depurazione industriale Ias per poi essere “allontanate in mare aperto con condotta sottomarina”.
Tra le “procedure” c’è anche e soprattutto il finanziamento dell’opera. Secondo lo studio firmato dall’esperto senior del Comune di Siracusa, Giuseppe Raimondo, servirebbe una somma abbordabile: circa 1,2 milioni di euro. Buoni per il revamping del sistema di sollevamento e per la manutenzione straordinaria della condotta che
conduce fino ad Ias, “comprese le opere di manovra e la vasca posta a monte della galleria di valico”. Chi dovrebbe mettere a disposizione queste risorse? Fondi regionali, in parte fondi comunali e verosimilmente anche l’amministrazione giudiziaria del depuratore Ias potrebbe contribuire. Ci sarebbe però da comprendere se Ias tornerà a funzionare regolarmente, superando i noti problemi di questi anni. E manca la quantificazione dei costi gestionali per il pompaggio (energia elettrica) e di servizio (Ias). Vicende comunque non tali da inficiare la bontà dell’idea. Anche Siam – attuale gestore del servizio idrico – aveva presentato un progetto simile che, eventualmente, potrebbe tornare utile in seconda battuta.
I vantaggi di un ricorso a questo sistema sono evidenti. Anzitutto, si risolverebbero problematiche di natura ambientale come la percezione di scarsa qualità delle acque in un’ampia area del porto grande di Siracusa;
gli esperti spiegano poi che si limiterebbero “fenomeni di eutrofizzazione causati dal bassissimo ricambio idrico presente nel bacino semichiuso del porto Grande di Siracusa in concomitanza con periodi (di solito i mesi caldi)
nei quali si verificano le condizioni favorevoli”.
La chiave di volta del sistema – la genialata, se volete – è rappresentata dal collegamento tra il depuratore consortile di Siracusa e Ias attraverso una condotta “che è stata solo saltuariamente utilizzata ed è ancora in condizioni più che buone”. Non dovrebbe risultare complicato rimettere in funzione il sistema di pompaggio esistente per mandare i reflui sino alla “vasca di regolazione Tremilia di Sopra”, con innesto sulla “galleria
di valico” Asi. Questa è un tracciato di circa 1.800 m che corre sotto il Villaggio Miano e arriva per gravità oltre la balza delle Mura Dionigiane, su proprietà demaniale. Quindi si innesta sulla condotta Asi esistente interrata in calcestruzzo (diametro nominale 1200). “Da questo punto in poi il regime idraulico è in condizioni ordinarie di portata conferita in pressione sull’intero percorso di circa 1.200 m” sino al depuratore Ias.