Noto dice no alle indagini in mare con cui si vuole studiare la struttura geologica della zona del canale di Sicilia. L’utilizzo della tecnologia ad aria compressa (air-gun) per “mappare” in 3d la zona potrebbe avere “influenze negative sulle coste con rischi economici per le attività di pesca, turistiche e per le strutture balneari sulle quali fonda prevalentemente l’economia locale”. Il forte rumore prodotto con l’uso dell’air-gun, infatti, potrebbe nuocere alla flora e fauna marina della zona. C’è un precedente in Puglia nel 2009.
Il timore è che l’indagine possa preludere ad una nuova stagione di tentativi per trivellazioni petrolifere in mare. Non a caso dietro l’istanza per uno studio di questo tipo c’è una società specializzata anche in ricerca di idrocarburi. Ma nei documenti ufficiali non si parla di perforazioni, solo di ricerche geofisiche.
Da comprendere, intanto, la posizione degli altri Comuni chiamati a esprimersi sulla campagna di mappatura delle faglie ovvero Portopalo di Capo Passero, Pachino, Avola e Siracusa oltre a Vittoria, Acate, Ispica, Pozzallo, Modica, Santa Croce Camerina, Ragusa e Scicli. Proprio il delicato aspetto della valutazione d’impatto ambientale ha visto scadere nelle ore scorse il termine previsto per la presentazione delle osservazioni. E si profila una spaccatura, con i Comuni del ragusano tendenzialmente non contrari alle attività ispettive in alto mare mentre Pachino, Avola e Portopalo avrebbero sposato la stessa linea di Noto.