Aiuti materiali a 15 mila persone o famiglie in tre anni e tanta carità sommersa. Sono i dati forniti ieri dal direttore della Caritas di Noto, nel corso di un incontro con il clero per fare il punto della situazione e tracciare un resoconto dell’attività svolta nell’ultimo triennio. Numeri significativi, ma anche la consapevolezza che non bastano: non solo per la sproporzione che resta fra aiuti e bisogni ma anche perché l’aiuto materiale non è sufficiente. “Occorre risvegliare dignità, rimettere in piedi- si legge in una nota diffusa in mattinata – Per questo conta la presa in carico. Per questo è necessaria una carità diffusa, che abbia come soggetto il popolo di Dio che si aduna la domenica per l’eucaristia e che renda eucaristica la Chiesa, ovvero generosa, coraggiosa, trasparente, gratuita. Contrastando amarezza, pettegolezzo, “sontuosità” (per dirla con papa Francesco) che offuscano la testimonianza mentre la carità autentica resta una vita privilegiata di annuncio, soprattutto presso i giovani e la gente che non frequenta la Chiesa”. Le maturazioni e i passi di questi anni sono condensati adesso nel nuovo Statuto che il Vescovo Mons. Staglianò ha consegnato alla comunità diocesana lo scorso Giovedì Santo durante la Messa Crismale. Si tratta di uno Statuto pastorale, non avendo la Caritas propria autonomia giuridica rispetto alla diocesi e non essendo necessaria quindi un’impostazione rigorosamente giuridica, scegliendo invece qualcosa di simile alla Regola comunitaria di timbro pastorale.