Ventiquattro ore dopo l’aggressione e gli arresti, il sindaco di Floridia Orazio Scalorino incassa qualche nota di solidarietà (il sindaco di Canicattini, Amenta e la segreteria provinciale del Pd) e prova a mettersi alle spalle quell’esperienza ma soprattutto le minacce indirizzate alla famiglia del primo cittadino. “Per la prima volta mi sono sentito in pericolo”, racconta a SiracusaOggi.it.
Le parole pesanti, una vetrinetta del suo ufficio in frantumi, i calci alle porte, una sedia brandita a mò di arma. Tutto è successo in pochi minuti, meno di venti, nel suo ufficio, dentro il palazzo comunale. Aveva ricevuto una coppia di coniugi. Un incontro per cercare di risolvere il loro problema abitativo.
Momenti su cui si è fatta pienamente luce. Ecco cosa è successo. I due, disoccupati, erano stati “sfrattati” dall’abitazione di un parente e al primo cittadino chiedevano un tetto, qualcosa di meglio della loro auto dove avevano trascorso le ultime notti. “Gli stavo proponendo di dormire nella ex Casa Albergo per Anziani, struttura comunale non in eccelse condizioni ma era l’unica soluzione possibile nell’immediato”, racconta Scalorino. Ai coniugi la soluzione proposta non è andata a genio. E allora hanno iniziato a inveire contro il sindaco e, a sorpresa, gli extracomunitari. “Aiutate i neri e lasciate noi floridiani in mezzo alla strada”, urlano. Una sorta di odio razziale alla base della violenta quanto improvvisa reazione. Marito e moglie prendono a calci la porta dell’ufficio, si sfogano contro una vetrinetta e altri mobili della stanza del sindaco. Intervengono i dipendenti comunali, si frappongono tra il primo cittadino e i due coniugi. Alla donna strappano via di una mano una sedia pronta a raggiungere Orazio Scalorino. Fino all’arrivo delle forze dell’ordine che arrestano i due, posti ieri ai domiciliari.
“Tutta colpa di una certa politica”, si sfoga oggi il sindaco. E non è difficile leggere nelle sue parole un riferimento alle polemiche che hanno acceso gli animi a Floridia, specie dopo la decisione di creare un centro Sprar per richiedenti asilo e rifugiati, per un investimento di circa un milione di euro in tre anni in arrivo da Roma. In Consiglio Comunale, come fuori, sono volate accuse. “Ironia della sorte, nei giorni scorsi avevo chiamato il Prefetto di Siracusa perchè qui siamo ormai sull’orlo dell’istigazione all’odio razziale”, ricorda amareggiato Scalorino, preoccupato dai primi segnali di una possibile, nuova guerra tra poveri e disperati “divisi” solo dal colore.
(foto: il sindaco Scalorino con fascia tricolore, accanto al premier Renzi)