Cemento, materiale di risulta che, nel tempo, ha riempito il fiume Asinaro restringendone l’alveo e aumentando la velocità dell’acqua. E’ da quì che occorre ripartire quando si parla del tragico incidente di Noto , in cui hanno perso la vita due donne ed una bambina di soli sette anni. A dirlo è “Natura Sicula”, a pochi giorni da quanto accaduto sabato notte in contrada Romanello. “Il fiume Asinaro si ingrossa e uccide tre persone- è la ricostruzione dei fatti dell’associazione ambientalista- Poi c’è la disgrazia, la fatalità, l’imprudenza. Ma l’assassino ha un nome preciso: il cemento, che sigilla in modo irreversibile Madre Terra”. Parole dure, un indice chiaramente puntato su chi ha fatto di quella zona “il regno del cemento selvaggio, con decine di case, abusive o con regolare concessione edilizia. Hanno sventrato la collina e soltanto un mese fà, in quel quartiere- spiega ancora l’associazione- su segnalazione di alcuni cittadini, poi minacciati, la Guardia di Finanza ha sequestrato un immobile costruito proprio sulle rive dell’Asinaro”. La denuncia si fa ancora più pesante quando fa riferimento ad “alcuni cosiddetti tecnici, “sacerdoti del cemento”, che dicono di non avere nulla a che fare con l’abusivismo, ma non hanno mai denunciato alcuna casa abusiva. Si preferisce il denaro alla bellezza, l’asfalto al paesaggio, il caos edilizio all’armonia”. Un appello è rivolto al sindaco, Corrado Bonfanti. “Con la sua amministrazione- è l’auspicio con cui “Natura Sicula” chiude il suo intervento- può e deve dare una risposta forte alle tragiche domande che questi morti pongono alla nostra comunità: impedisca la cementificazione della campagna, dica “no” alla trasformazione di aree agricole in residenziali, mentre la città rimane un insieme di contenitori tristemente vuoti”.