Lite per il campo di padel: scontro tra l’assessore regionale Scavone e il sindaco di Augusta

L’assessore regionale alla Famiglia e alle politiche sociali, Antonio Scavone, ha avviato un accertamento e un eventuale atto ispettivo al Comune di Augusta per verificare il corretto utilizzo di fondi strutturali per l’inclusione dei migranti.
L’iniziativa conoscitiva, affidata alla dirigente responsabile dell’Ufficio speciale Immigrazione, scaturisce da recenti notizie di stampa che informano di «un presunto improprio utilizzo da parte dell’amministrazione comunale dei fondi strutturali per l’inclusione sociale – scrive l’assessore Scavone – da destinarsi alla futura realizzazione di iniziative progettuali non rientranti tra le istituzionali finalità per cui detti fondi sono stanziati». L’investimento previsto è di quasi 75mila euro e interessa gli spazi esterni della scuola Verde di via Dessiè.
“Un colpo di sole elettorale”. Così il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, ha commentato all’Adnkronos l’uscita dell’assessore Scavone. E conferma la definizione anche alla redazione di SiracusaOggi.it. Per il progetto saranno investiti 50mila euro, fondi che assessorato Autonomie locali destina ai comuni sede di sbarchi (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta, ndr) e 25mila euro che l’amministrazione comunale ha racimolato dal proprio bilancio. La struttura sorgerà proprio nell’area un tempo adibita a centro di accoglienza per migranti e che oggi ospita una scuola.
“I fondi vengono assegnati dall’assessorato alle Autonomi locali e la titolarità per eventuali rilievi sarebbe dell’assessore Zambuto, che firma questi decreti. Aspettiamo Scavone a braccia aperte e con la massima serenità. Anche gli eventuali ispettori regionali sono i benvenuti. Qui è tutto in regola, lo sport, incluso il padel, è inclusione sociale per tutti. Inclusi ovviamente i migranti”. Di Mare bolla come “risibili” le accuse di Scavone e paventa tensioni sottotraccia da ricondurre a mancate intese per le elezioni regionali.
Ma l’assessore regionale non ci sta e si dice sorpreso della reazione “poco istituzionale” del primo cittadino megarese. “Se le risorse sono correttamente utilizzate sul piano politico-amministrativo e nel rispetto delle finalità per cui sono state assegnate, non si comprende una tale smisurata reazione che viene da un sindaco che dovrebbe mantenere la serenità di chi sa di aver agito bene. Un primo cittadino a cui non mancano fantasia e ottimismo fino a pensare di regalare ai migranti, oltre ai necessari presidi di conforto, perfino la gioia di una partita di padel. Acquisita la conferma di regolare utilizzazione dei fondi da parte del servizio competente, anche noi saremo più sereni”.




Zito, il grillino della prima ora recordman di preferenze: “Due mandati, ora torno in panca”

Stefano Zito rappresenta a Siracusa il volto del Movimento 5 Stelle della prima ora. E’ stato il primo deputato regionale eletto sotto l’insegna pentastellata ed il più votato alla scorsa tornata regionale. Dopo due mandati, fedele al dogma originario, ha annunciato la volontà di fermarsi: non si ricandiderà. Alfiere di quello che fu il grillismo originale, ne approfitta per togliersi alcuni sassolini dalla scarpa.
“Chi mi conosce sa come in questi ultimi 3 anni sono stato molto critico su alcune scelte che si sono prese a Roma. La riforma Cartabia, la fiducia a Draghi, la strategia di Di Maio e del suo cerchio magico, la coalizione con Forza Italia e Renzi sono le cose che tutt’ora non digerisco. Tutto questo ha gettato e getta un velo che copre il lavoro di molti portavoce preparati che non pensano né alle poltrone, né ai selfie né alle ricandidature ma con l’unico obiettivo di aiutare i territori e di aggiustare ciò che la vecchia politica aveva distrutto”, scrive in un appassionato post sui suoi canali istituzionali.
Uno dei temi di rottura all’interno del M5s è stato proprio il vincolo dei due mandati. “Non so se questa regola verrà tolta o derogata ma, personalmente, sento la necessità di fermarmi, di tornare in panchina e di stare più tempo con la mia splendida famiglia. Non dico che non farò mai più nulla ma, intanto, mi dedicherò a collaborare con qualche collega e tornerò a dare una mano agli amici attivisti della provincia di Siracusa per continuare a lavorare insieme per il bene del territorio”, dice Zito confermando una posizione espressa sin da gennaio. Davvero il recordman di preferenze a cinquestelle sparirà dalla scena politica attiva? In pochi credono possa accadere davvero, per via della passione di Zito che – seppur intaccata da mesi laceranti per il M5s, prima della scissione – rimane ben viva. Potrebbe essere lui ad assumere la guida su base locale del movimento, per la felicità della base. Un compito da traghettatore, un garante dei valori cinquestelle almeno sino alle elezioni amministrative del 2023, alle quali però non sarà candidato sindaco.
Da attivista storico, momentaneamente in panchina, non disdegna un suggerimento per la scelta del candidato alla presidenza della Regione per le elezioni del prossimo autunno. “Non serve intestardirsi nelle deroghe per il terzo mandato ma serve una persona, anche esterna al movimento, di altissimo profilo, carismatica, fedele, inattaccabile, credibile e riconoscibile che possa portare entusiasmo e sia capace di contrastare gli appetiti che mafiosi e affaristi hanno verso i fondi europei 2021-2027 e quello del PNRR. Abbiamo questa opportunità e non possiamo fallire”.




Rifiuti: conferimento in discarica, investimenti e costi. Le domande del M5s al sindaco di Siracusa

“Due domande per il sindaco di Siracusa”: si apre così la nota del Movimento 5 Stelle aretuseo, inviata alle redazioni. I due interrogativi prendono spunto dai dati contenuti nel piano economico Tari 2022-2025 varato da Palazzo Vermexio.
“La prima: perchè, nel triennio, non si prevede una sensibile diminuzione del conferimento in discarica? Forse il Comune di Siracusa non crede nelle sue stesse possibilità di condurre in porto una differenziata di qualità, viene da pensare. La seconda domanda: perchè nel triennio non è previsto alcun investimento per migliorare il servizio? Forse il sindaco di Siracusa è convinto che vada bene così. Rimarrà sorpreso: no, non va bene così per il siracusano medio. Eppure la società che gestisce il servizio di raccolta è chiara e ferma nel ribadire che non esiste alcun investimento programmato”.
In attesa delle risposte, il M5s di Siracusa si sofferma sul “costo” della Tari per i contribuenti siracusani: “si continua a pagare la spazzatura con aliquota massima, mentre sono state man mano ridotte le agevolazioni al cittadino. D’accordo che l’aumento dipende dal costo del conferimento in discarica sempre più salato, ma è la ragione per cui serve investire oggi per migliorare la percentuale di differenziata e limitare la quantità di secco residuo. Altrimenti si dica chiaro e tondo che non si sarà mai capaci di abbassare la Tari”.
Per riuscire in questo salto, per i cinquestelle sono centrali investimenti in “formazione e comunicazione al cittadino”, ritenute iniziative fondamentali “e mai perseguite da questa amministrazione, arrivata fuori tempo massimo anche con le multe. Servono incentivi e premialità, carota e non solo bastone per il cittadino. Serve un contrasto nei fatti all’evasione ed all’elusione, per equità sociale: basta far pagare sempre i soliti noti, stanare gli abusivi non è impossibile ma si deve volerlo”.
Intanto, sui suoi canali social il sindaco di Siracusa ha annunciato l’ambizioso obiettivo: arrivare al 75% di differenziata.




Buccheri e Giansiracusa sull’aumento tari: “sciacallaggio politico, si specula su qualche consenso”

Alla levata di scudi per l’aumento del 7% del piano economico-finanziario della Tari, risponde l’assessore Andrea Buccheri. “E’ bene fare alcune premesse: gli aumenti in questione non dipendono assolutamente dalla volontà dell’amministrazione; le aliquote della Tari, al contrario di altri tributi fiscali, sono determinate dai costi di gestione che per legge devono essere coperte con le bollette pagate da tutti noi cittadini. Il piano economico e finanziario della Tari è determinato dall’ARERA (autorità di regolamentazione acqua, luce, gas e rifiuti) sulla base dei costi standard e sulla base dei costi medi di conferimento presso gli impianti che, è bene ricordare, in Sicilia sono tra i più cari in Italia e quasi tutti gestiti da aziende private. Aziende private che, vero paradosso tutto siciliano, operano in condizioni di monopolio; alcune di loro sono al centro di indagini giudiziarie e prendono decisioni in grado di impattare, condizionandoli, sui bilanci dei comuni, anche quelli maggiormente virtuosi”, le parole di Buccheri.
Secondo l’assessore, l’aumento dei costi deriverebbe solo “dall’incremento dei costi di conferimento in discarica”. ricorda come lo smaltimento della frazione secca indifferenziata sia passato “dai 120 euro circa del 2020 ai 138 euro del 2021, fino agli aumenti esorbitanti del 2022: gennaio 210 euro; da febbraio al 30 giugno 2022, data di scadenza della convenzione, 266 euro e l’impianto ha già comunicato che dal primo luglio ci saranno altri aumenti”.
Per Buccheri è un errore additare la responsabilità sul sindaco del capoluogo “che tra l’altro rappresenta un comune virtuoso”. Quanto all’attacco firmato dall’ex primo cittadino Garozzo, “appare irrituale” che una simile critica arrivi “da chi ha ricoperto incarichi di rilievo all’interno del comune di Siracusa e che ben conosce le attribuzioni di competenze che, nel caso dei rifiuti, spettano esclusivamente all’amministrazione regionale. Comprendo che il momento non è ideale per andare contro il (forse) ricandidato Musumeci quando la propria compagine partitica deve ancora decidere dove conviene collocarsi”, la puntura di Buccheri.
Anche il capo di gabinetto del Comune di Siracusa, Michelangelo Giansiracusa, contrattacca alle parole di Garozzo. “Nei giorni in cui l’emergenza rifiuti sta esplodendo anche nella Sicilia occidentale e dopo settimane in cui anche città come Catania sono sommerse dalla spazzatura, a causa della crisi del sistema impiantistico regionale, Giancarlo Garozzo che fa? Sceglie la via dello sciacallaggio politico, utilizzando ancora una volta toni e strumenti che di certo non fanno onore a chi ha ricoperto la carica di sindaco di una città come Siracusa e soprattutto riportano fatti non veri. Il capitolato che ha affidato il nuovo servizio assicura un servizio di raccolta e trasporto ad un costo inferiore ai precedenti. L’aumento dei costi dipende solo ed esclusivamente dai costi di trattamento e conferimento in discarica dell’indifferenziato e della frazione organica che sono raddoppiati per ragioni del tutto indipendenti dal Sindaco e che un dirigente regionale di un partito, come Garozzo, dovrebbe conoscere”.
Le accuse sono infondate, secondo l’assessore all’igiene urbana e Giansiracusa. Buccheri teme però un effetto boomerang: “così facendo si incentivano i cittadini a non fare la corretta raccolta differenziata e a creare confusione al solo scopo di lucrare qualche consenso elettorale strumentalizzando il disagio delle gente. Rivendico, invece, le scelte lungimiranti compiute dalla nostra amministrazione che ci hanno consentito di evitare un vero e proprio salasso: estensione del porta a porta a tutta la città; creazione di numerosi Ccr mobili per frazioni di carta, plastica, vetro, micro raee e sfalci (muniti di pesatura, che permette di usufruire degli sconti previsti dal regolamento); raggiungimento della media di oltre il 50 per cento di raccolta differenziata dal dicembre del 2020 in avanti. Questi dati inconfutabili, sono pubblicati sul sito del dipartimento acqua e rifiuti della Regione siciliana”.




Termovalorizzatore, il sindaco di Augusta: “Impianto utile ma non è soluzione definitiva”

Nel dibattito sull’utilità di un termovalorizzatore per la Sicilia Orientale si inserisce anche il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare. Il primo cittadino megarese non è contrario per partito preso a quel tipo di impianto ma avverte: “il tema deve essere più ampio e non semplificato in una risposta, o si o no”.
“E’ uno strumento utile ma dobbiamo capire che il suo utilizzo è limitato solo a quella parte di rifiuto che non può essere riciclato o differenziato. In impianto finisce solo una parte dell’indifferenziato, quella che non può essere utilizzata in altro modo. Quindi non si può e non si deve abbandonare la differenziata”, spiega Di Mare.
“Un termovalorizzatore non è la soluzione definitiva, non serve per tornare indietro a 20 anni fa e tornare a buttare tutto senza differenziare. Questo dobbiamo levarcelo dalla testa”, ribadisce ancora.
Ad Augusta le settimane dell’emergenza rifiuti non hanno lasciato cicatrici visibili. “La situazione è sotto controllo, con qualche difficoltà più marcata nelle periferie. Guardando in giro, mi pare difficile che ci siano città siciliane oggi senza problemi con i rifiuti. La politica regionale degli ultimi decenni su questa materia è stata fallimentare”. E il costo? Il sindaco di Augusta non ha dubbi: tutto sulle spalle dei cittadini. “In un anno il costo del conferimento in discarica è aumentato a dismisura. Da poco più di cento euro di inizio anno, ai circa 300 di oggi. Costo per tonnellate. questo significa che le bollette tra due anni avranno aumenti ulteriori”.
Nei giorni scorsi, il sindaco di Siracusa Francesco Italia aveva reso pubblica la sua posizione sul tema: “si al termovalorizzatore”.




Raccolta differenziata, Civico4: “Fallimento, crescita lenta del servizio e costi lievitano”

La lenta crescita della percentuale di raccolta della differenziata a Siracusa spinge il movimento Civico4 a parlare di “fallimento”. Questo per via del mancato raggiungimento dell’obiettivo del 65% a cinque anni dall’avvio del servizio. “L’ultimo dato relativo al 2021 è pari al 49,98% mentre nel 2020 era al 40,85%”, spiega Michele Mangiafico citando i numeri contenuti nel piano economico finanziario della Tari 2022-2025, recentemente approvato dal Comune di Siracusa.
“Dunque, ad oggi, non c’è neanche una annualità in cui sia stato superato mediamente il 50% come più volte asserito da Palazzo Vermexio”, sottolinea Mangiafico. “Si continua a viaggiare almeno 15 punti percentuali al di sotto degli obiettivi dichiarati nel capitolato di appalto, che andavano raggiunti entro luglio 202”.
A pagina 13 della delibera, spiega Civico4, “viene riportato che il gestore non ha effettuato alcuna relazione sugli investimenti realizzati nel quadriennio. Riteniamo – continua Mangiafico – che l’opinione pubblica debba conoscere questo aspetto, soprattutto se le viene chiesto un ulteriore sforzo economico, in particolare se l’aumento dei costi in questi anni sia eventualmente collegabile solo ad un aumento del costo del personale e, a maggior ragione, a fronte della difficile condizione igienico-sanitaria che la città vive oramai da mesi.”
Grave per Civico4 l’assenza nel piano di indagine indipendente sul grado di soddisfazione degli utenti, in quanto le risultanze sulla soddisfazione dei cittadini sarebbero rinvenibili nella pagina facebook del gestore. Segno, dice il movimento, “di un distacco tra la città e il Palazzo, tra cittadini e amministratori”.
Perplessità, inoltre, su due voci del Piano: mancate entrate della Tari ed i numeri sui proventi della differenziata.
“Nel primo caso, ci sembra che l’amministrazione comunale prenda atto dell’incapacità di introdurre una seria politica di contrasto all’evasione. Nel secondo caso, i numeri appaiono risibili rispetto agli obiettivi che la città avrebbe dovuto raggiungere”.
Ecco perchè Civico4 chiede il ritiro in autotutela del provvedimento, il mantenimento degli attuali costi del servizio di igiene urbana, l’attuazione di tutte le iniziative proposte con i precedenti interventi per raggiungere i target previsti a livello nazionale ed europeo, chiede di conoscere gli investimenti realizzati in questi anni e una indagine indipendente sul grado di soddisfazione del servizio da condividere con la cittadinanza.
“Piuttosto si diano informazioni chiare e trasparenti su servizi come lo spazzamento delle strade, derattizzazione e disinfestazione, anche straordinarie, considerata l’emergenza in corso. Servizi che, secondo quanto viene fuori dall’attività di ascolto del nostro movimento civico, non sono adeguatamente percepiti dalla cittadinanza”.




Scisma nel M5s, a Siracusa tutti con Conte. Zito e Ficara: “Di Maio ha perso la bussola”

La scissione tutta interna al MoVimento 5 Stelle non tocca la provincia di Siracusa. I deputati regionali Stefano Zito e Giorgio Pasqua come anche i parlamentari Paolo Ficara, Filippo Scerra, Maria Marzana e Pino Pisani non seguono Luigi Di Maio e restano fedeli alla linea impressa dal presidente Giuseppe Conte.
Zito è il volto siracusano del Movimento della prima ora. E su Di Maio ha parole dure. “Ha perso la bussola. In tutte le crisi di governo di questi anni è l’unico ministro che è rimasto sempre lì e sempre più distante dalle posizioni del Movimento. E’ chiaro che serviva una evoluzione, ma è diventato con lui uno stravolgimento di valori e idee. Per me, ormai incarnava la parte negativa dei cinquestelle”. Stefano Zito avrebbe anche accelerato questo scisma. “Si, andavano cacciati prima. Se ne stanno andando loro alla spicciolata, va bene lo stesso. Prima Giarrusso, adesso Di Maio…”.
Il deputato regionale da tempo è molto critico sulle posizioni del Movimento di questi anni. “E’ un fatto che con la guida di Di Maio come leader politico, il Movimento si è snaturato. Le sue decisioni hanno ridotto il consenso. Ci ha penalizzato e la guerra interna che ha condotto contro Conte non ha aiutato. La cosa positiva è che adesso ci sono meno serpi in seno”.
Quanto al futuro, Stefano Zito immagina già la nuova collocazione di Luigi Di Maio ed i suoi: “Si piazzerà dove si governa e dove si resta in sella, mi pare ovvio. Di Maio è stato il leader supremo e senza possibilità di critica interna. Adesso, finalmente, il partito è maturo e con una struttura che non è affidata solo ad un uomo. Non ci fasciamo la testa. Ripartiamo e rimettiamo il Movimento dove doveva sempre stare: dalla parte della gente”.
Anche il parlamentare siracusano Paolo Ficara analizza quanto accaduto in seno al Movimento 5 Stelle. “Credo che quanto accaduto fosse solo un appuntamento rimandato da troppo tempo. Di sicuro un fatto positivo per il Movimento, da cui finalmente ripartire più leggeri. Le strade di alcuni già da tempo avevano preso altre direzioni ed è giusto che si siano finalmente separate. Diverse motivazioni, più o meno legittime, ma quasi esclusivamente personali e non politiche. Io adesso mi auguro che si correggano certi errori e si mantenga la barra dritta. Si torni a parlare solo di temi al 100% (anzi, al 110%) e si lavori sempre con più forza e fermezza per dare le risposte giuste agli italiani, perchè i prossimi saranno mesi difficili se questa maledetta guerra non finisce. Anche a costo di uscire dal governo se fosse necessario”.
“La scissione di Di Maio sul gruppo M5S regionale ha avuto impatto zero, nessuno dei 15 deputati che ne fanno parte lo seguirà. Le manovre di palazzo non ci interessano, qui siamo tutti concentrati a lavorare per le primarie e per dare alla Sicilia un governo che finalmente lavori proficuamente per dare risposte concrete ai bisogni dei siciliani che da Musumeci hanno ascoltato solo chiacchiere e vuoti proclami. Domani da lui ci aspettiamo l’ennesimo annuncio a cui non crede più nessuno”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars e referente 5stelle per la Sicilia, Nuccio Di Paola. “Tutti, compresi i deputati 5stelle a Roma – continua Di Paola – siamo pronti a fare quadrato intorno al Movimento e a moltiplicare gli sforzi in vista dei prossime scadenze elettorali. Già sabato a Caltanissetta ci vedremo in una riunione aperta a tutti gli iscritti al M5S per serrare le fila e rinnovare gli stimoli che non ci sono mai mancati”.




Nuovo assessore in giunta a Floridia, le perplessità di Fratelli d’Italia su Faraci

La nomina di Francesco Faraci ad assessore ai lavori pubblici di Floridia solleva le perplessità di Fratelli d’Italia. “Ci chiediamo quale criterio il sindaco abbia usato nella individuazione del neo-assessore: se sia l’esito di logiche interne al suo gruppo, oppure sia da ricercare oltre l’ambito di una fisiologica e naturale alternanza, per investire interessi elettorali legati alla candidatura alle regionali del leader del movimento Idea Tiziano Spada, secondo una logica ben lontana da una sedicente ‘politica nuova’”, attaccano i referenti locali di FdI.
A non convincere, in particolare, Andrea Idà è la vicinanza di Faraci ad un gruppo politico “che ha imperversato, sin dagli anni ottanta, sulla scena politica locale. Senza nulla togliere alle competenze del neo-assessore, dietro la sua giovane figura s’adombra il vecchio che ritorna sotto le sembianze del nuovo”, aggiungono gli esponenti floridiani di FdI.
Al nuovo assessore, dall’opposizione chiedono ora la riapertura della villa comunale, il rifacimento del campo sportivo, la realizzazione di nuovi impianti sportivi e ricreativi e la necessaria riqualificazione del verde pubblico. “L’adeguamento energetico degli uffici pubblici e delle scuole è un problema ormai indifferibile, come sono indifferibili gli interventi sul tessuto urbanistico secondo una prospettiva di rigenerazione urbana e di sostenibilità ambientale”.
Queste sono solo alcune delle priorità che l’assessore Faraci dovrà segnare in rosso nella sua agenda, assumendo come metodo la programmazione e la progettazione: un’amministrazione che non progetta non ha futuro.
La nomina di Faraci, tuttavia, suscita non poche perplessità in ordine alla designazione.




Sequestro del depuratore, Cafeo: “Ias, più attenzione alle nomine che all’efficienza”

Rimane centrale nel dibattito pubblico il tema Ias e depuratore consortile. Per il deputato regionale di Prima l’Italia, Giovanni Cafeo “la Regione siciliana, dai tempi del Governo Crocetta fino a Musumeci si è resa responsabile di uno scontro con le aziende del petrolchimico in merito alla gestione del depuratore Ias. E sono state perse occasioni importanti – dice – per il rilancio e per un uso più corretto e responsabile di un impianto di tale importanza”. Nei giorni scorsi, ricorderete, il depuratore è stato sequestrato dalla Procura di Siracusa che ha anche imposto lo stop al conferimento in quella struttura dei reflui industriali.
“Ci si è più affezionati agli incarichi che all’efficienza dell’Ias, il cui consiglio di amministrazione è stato uno strumento di interesse politico, come nel caso della nomina della presidente Maria Grazia Brandara”. Parole con cui Cafeo rilancia la forte censura che già ieri Legambiente aveva mosso all’indirizzo della classe dirigente locale.
“Ho fiducia in chi ha eseguito i controlli nel depuratore, tra cui l’Arpa e l’ex Provincia, ma allo stesso tempo non credo che le aziende della zona industriale abbiano deliberatamente alterato il ciclo della depurazione. Delle aziende multinazionali, come quelle che ci sono nel petrolchimico di Siracusa, non hanno alcun interesse a commettere delle violazioni che sarebbero controproducenti per loro stesse”, analizza sempre Giovanni Cafeo. “La volontà di tutte le imprese della zona industriale è quella di investire per migliorare gli standard ambientali ed energetici. Proseguendo di questo passo, l’Ias è destinata a sparire. Del resto se la politica prosegue nel suo atteggiamento autoreferenziale le grandi aziende troveranno il modo di realizzare un impianto tutto per loro”.
La contrapposizione pubblico-privato, secondo Cafeo, non produrrà buoni risultati. “Non si possono chiedere ai privati investimenti importanti, pari a 22 milioni di euro, quando le chiavi dell’impianto sono nelle mani della Regione che, ribadisco da Crocetta a Musumeci, ha balcanizzato l’Ias”.
Infine, il parlamentare regionale critica l’amministrazione regionale per avere perso l’occasione di impiegare i fondi del PNRR. “Inoltre, l’Ias è un depuratore biologico – conclude Giovanni Cafeo – che senza l’afflusso dei reflui della zona industriale rischia di non funzionare perché i batteri non avrebbero modo di alimentarsi”.




Soldi per le reti idriche: Comuni in ritardo e l’Ati di Siracusa rimane senza finanziamenti

“I dati sulla dispersione idrica delle nostre reti ci dicono che il 50% della risorsa acqua, in Italia, viene dispersa. La provincia di Siracusa ha tra le percentuali più alte. Nonostante questo, ci permettiamo reti idriche colabrodo e quando la politica finalmente pianifica correttamente, come in questi mesi con i fondi Pnrr, a livello regionale o locale le amministrazioni non si fanno trovare pronte”. Così Paolo Ficara (M5S) commenta il nuovo bando per interventi sulle reti idriche in cui la provincia di Siracusa fa da spettatrice. “Dal governo finanziati 17 ulteriori interventi, nelle regioni del Sud, per potenziare le infrastrutture idriche e ridurre così le perdite, digitalizzare e migliorare il monitoraggio delle reti”, spiega. Assegnate risorse per complessivi 476 milioni di euro, dopo il primo bando dello scorso novembre.
“In Sicilia via libera per i progetti presentati dalle Ati di Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Catania. Purtroppo la provincia di Siracusa è rimasta a bocca asciutta. Non è una sorpresa – spiega il parlamentare Paolo Ficara (M5s) – purtroppo sapevamo già che a causa della mancata approvazione dello statuto dell’Ati territoriale non ci sarebbe stato margine per partecipare al bando e presentare progetti”.
“I ritardi dei consigli comunali di Carlentini e Melilli e il ricorso al TAR del comune di Palazzolo – continua Ficara – stanno bloccando ogni possibilità di investimento attraverso gli eccezionali fondi del Pnrr. E non è che le nostre reti idriche siano messe così bene, in tutta la provincia. Le recenti indagini di Legambiente fotografano bene la realtà”.
“Chiediamo ancora una volta a questi Comuni di attivarsi ed accelerare le procedure in modo da superare ostracismi e posizioni ideologiche che non permettono alla provincia di Siracusa di modernizzarsi e di competere con le altre vicine realtà. Faremo la nostra parte a Carlentini – dice ancora Ficara – dove un assessore M5s è recentemente entrato in giunta e lo statuto aspetta solo l’ok del consiglio comunale. Mi auguro che tutti comprendano l’importanza della posta in palio. Intanto, anche questa volta, come in occasione del primo bando idrico, la provincia di Siracusa è costretta dai ritardi della sua classe dirigente a fare da spettatrice”.