“Una scelta illogica”. Carlo Gradenigo (Lealtà e Condivisione) definisce così la mossa del Comune di Siracusa che ha presentato una richiesta di finanziamento pari a 20 milioni di euro al Ministero della Coesione Territoriale per la realizzazione di un nuovo campo pozzi in contrada Belfronte.
“Grazie a un lavoro molto faticoso, che ho seguito personalmente come assessore, dopo oltre un anno di relazioni, approfondimenti e incontri si era riusciti a inserire nell’ultimo Bando per il Servizio Idrico Integrato, il progetto esecutivo per il ‘Recupero e riuso Condotta Ex Cassa del Mezzogiorno’, finalizzato all’approvvigionamento dalla Presa di Petino (Pantalica) dell’acqua dolce per la città e all’alleggerimento della pressione sulla falda”. Nonostante quel lavoro, è il pensiero di Gradenigo, “il Comune chiede fondi per un nuovo campo pozzi”. Cosa che rinvierebbe nel tempo rimandato la soluzione “del problema della qualità dell’acqua distribuita”, con un rischio – secondo l’ex assessore – di vedere nel tempo insalinarsi i nuovi pozzi.
Non solo, Gradenigo mette in guardia anche dal rischio economico di continuare “ad emungere acqua dal sottosuolo con pompe elettriche attive 24 ore al giorno, anziché sfruttare la portata di 26 milioni di mc che giungerebbero per caduta attraverso un’infrastruttura già esistente, costata miliardi delle vecchie lire alla comunità, e che a distanza di 50 anni viene ancora lasciata in totale abbandono.”
Per vedere finanziati i suoi progetti, il Comune di Siracusa sta rispondendo ad un bando del Ministero della Coesione che ha come obiettivo il miglioramento del servizio idrico dei comuni del Sud, affrontando la crisi climatica che sta rendendo il bene acqua tanto scarso quanto conteso. “Se questi erano gli ambiti specifici previsti dal bando del Ministero della Coesione Sociale” – afferma Paolo Tuttoilmondo candidato alle scorse regionali nelle liste Cento Passo e già presidente di Legambiente Siracusa – “perché allora si è scelto di aprire nuovi pozzi?. Con quale coerenza si è deciso di farlo rispetto ai reali bisogni della città che sono quelli di ridurre l’emungimento dalla falda, riparare la rete ‘colabrodo’ attraverso la quale si spreca il 64% dell’acqua immessa, eliminare lo sversamento dei reflui depurati nel porto grande riutilizzandoli a fini industriali e risparmiare risorsa idrica? Con quale coerenza rispetto ai criteri di eleggibilità fissati dal Ministero come l’utilizzo di tecnologie innovative e a basso impatto ambientale? Con quale coerenza, infine, rispetto alla pianificazione di settore che nel programma degli interventi del bando per la gestione del Servizio Idrico Integrato prevede il progetto di recupero della condotta Ex Cassa Mezzogiorno?”
Una analisi puntuale che viene condivisa da Paolo Ficara (M5s). “È paradossale quanto comunicato dall’amministrazione. Evidentemente è stato fatto cadere nel vuoto l’ultimo, l’ennesimo, appello lanciato qualche mese fa, per approfittare dell’ultimo bando del PNRR a favore dell’ammodernamento delle reti idriche, con scadenza fine ottobre. Un bando, il terzo nel giro di un anno, rivolto agli Ambiti territoriali idrici, cioè le ATI, che corrispondono al territorio provinciale. A causa dei ritardi burocratici diverse ATI siciliane sono rimaste fuori da questi finanziamenti, tra cui Siracusa che attendeva l’approvazione dello statuto da parte di alcuni comuni piuttosto lenti. Ma l’Ati siracusana avrebbe potuto procedere anche senza loro, come affermato lo scorso agosto. Invece nulla anche stavolta. Il sindaco Italia, che ricopre anche il ruolo di presidente dell’ATI, preferisce prendersela con il PNRR che avrebbe escluso ‘tantissime Ati del Sud, e tra queste anche quella di Siracusa’ dai finanziamenti ‘nonostante la presentazione di una nostra proposta’. Affermazioni gravi, che vorrebbero scaricare le colpe su altri, come se per noi andrebbe fatta una eccezione rispetto a regole che valgono per tutta Italia. Non basta per nascondere l’incapacità a fare da pungolo per quelle amministrazioni comunali del siracusano che hanno fatto perdere risorse importanti a tutti i cittadini aretusei. E oltre il danno, la beffa – prosegue Ficara – perché se da un lato si dà la colpa al PNRR, dall’altro ci si elogia per aver partecipato ad un’altra linea di finanziamento per un nuovo campo pozzi, dimenticandosi però di quanto la stessa giunta Italia aveva scritto nell’ultimo bando per il servizio idrico, lasciando nel cassetto progetti pronti. E rischiando di sperperare, ancora una volta e per esiti incerti, risorse pubbliche”.