Un posto per Siracusa nella giunta regionale? Le ipotesi: Bandiera (FI) o Bufardeci (FdI)

Ci sarà un rappresentante di Siracusa nella giunta regionale del presidente Schifani? La prima parte della risposta appare semplice: si. Diventa più complesso, invece, provare a capire chi sarà. Nella giostra dei nomi ne finiscono due, in particolare: l’ex assessore regionale Edy Bandiera, primo dei non eletti in Forza Italia; Titti Bufardeci, ex sindaco di Siracusa ed ex deputato regionale, in quota FdI.
Per la verità, in Forza Italia esiste una legge non scritta secondo cui i primi dei non eletti non vengono “dimenticati”. E questo è un discorso che riguarderebbe soprattutto Bandiera che nel collegio di Siracusa ha comunque portato a casa un buon risultato personale, elettoralmente frenato dalla presenza di altre candidature forti come Gennuso, Bonfanti e – in altra competizione – anche Ternullo. L’impegno, il risultato e l’apprezzamento di cui ancora Edy Bandiera gode nel mondo agricolo che ha seguito nel corso della sua esperienza parlamentare, potrebbero valergli la “chiamata” di Schifani. Il diretto interessato preferisce mantenere un basso profilo e non commenta. Le sue ultime parole, affidate ai social, sono ancora puntate all’esito delle elezioni di domenica.
La coalizione di centrodestra sa, però, che Fratelli d’Italia ha recitato un ruolo di primo piano nella vittoria sancita dalle urne. Se pertanto il partito dovesse fornire una indicazione anche per Siracusa, è più che probabile che possa passare la linea di Luca Cannata – uomo forte di FdI in provincia – che vedrebbe il ritorno di Titti Bufardeci a Palermo, questa volta da assessore.
Sullo sfondo ci sarebbe la suggestione Stefania Prestigiacomo. L’ex ministro – non premiata dalla recenti elezioni – difficilmente potrebbe però accettare un “posto” in giunta in quella Regione di cui avrebbe potuto essere presidente, se solo il suo partito avesse mostrato maggiore decisione.




La Vardera (Sud chiama Nord) contro Prestigiacomo: “Nessuno offenda i nostri elettori”

Non vanno giù ad Ismaele La Vardera le parole di Stefania Prestigiacomo che all’Agi ha definito “voti sprecati, buttati via” quelli andati al movimento politico di Cateno De Luca. L’ex Iena e giornalista, eletto all’Ars e presidente di Sud chiama Nord, replica stizzito. “Come si può definire un voto sovrano, attribuito ad una forza politica, voto sprecato? Comprendiamo il disappunto della Prestigiacomo che adesso, dopo avere per quasi trent’anni fatto la parlamentare, ora per non rimanere disoccupata andrà molto probabilmente a fare l’assessore nella giunta Schifani. Non permettiamo a nessuno di offendere i nostri elettori. Se i siciliani hanno scelto di dare oggi fiducia a Cateno De Luca è perché riconoscono al leader di Sicilia Vera un ruolo di rilevanza nella scena politica attuale, simbolo della buona amministrazione”.
Anche Maura Fontana, ex assessore comunale e candidata alle regionale con Sicilia Vera, prende posizione.
“Con le sue dichiarazioni l’onorevole Prestigiacomo conferma la distanza dalla realtà della sua terra. La rassicuriamo: i voti dati a Cateno De Luca e alle sue liste non solo non sono persi, ma sono e saranno la base di un movimento che ha già coinvolto migliaia di persone e che è destinato a crescere perché fondato sui principi da tempo dimenticati della coerenza, della lealtà, dell’onestà e della buona politica”.
Poi un passaggio dedicato alla scelta di candidarsi, dopo alcune esperienze in giunte comunali aretusee. Ho intravisto, finalmente la chiarezza e la determinazione che porteranno questa terra alla svolta, se non oggi, alla prossima tornata elettorale, passando dai vari appuntamenti per le amministrative, e desidero per me e per i nostri figli, essere parte attiva di questo cambiamento.”




Elezioni: i nuovi 5 deputati regionali, come cambia la geo-politica della provincia di Siracusa

Avola (ma poi Sortino), Floridia, Rosolini, Melilli e Siracusa. Cinque città per cinque deputati regionali eletti. Questa volta il capoluogo non fa la voce grossa e nel nuovo scacchiere geo-politico del territorio aretuseo si ritrova quasi periferico. Se non fosse stato per l’elezione di Carlo Gilistro – che sul filo di lana, in casa Cinquestelle, ha superato l’uscente Giorgio Pasqua (di Priolo) – oggi la deputazione regionale non conterebbe nessun esponente di Siracusa città. E’ lui l’unico siracusano dello scoglio, un onore da cui – per citare la Marvel – derivano grandi responsabilità, specie per un “debuttante” della politica. Arriva a Sala d’Ercole dopo una lunga carriera da apprezzato medico pediatra e allergologo. Ha ideato e promosso le Feste Archimedee.
Da Sortino arriva Carlo Auteri. Imprenditore del settore della cultura e dello spettacolo, molto attivo anche tra Augusta e Noto, 44 anni, vanta esperienza da consigliere comunale. In Fratelli d’Italia approda anche dietro l’amichevole pressing dell’ex assessore regionale al turismo, Manlio Messina. Pur essendo il primo dei non eletti nella lista, si ritroverà a Palermo perchè Luca Cannata (eletto all’Ars ma anche alla Camera, ndr) opterà per Montecitorio, lasciando spazio proprio ad Auteri.
Da Floridia arriva Tiziano Spada, 33 anni, nato a Gibuti (Africa) e autentica sorpresa di questa tornata elettorale. In lista con il Partito Democratico, nonostante qualche veto iniziale, è riuscito a scalzare Gaetano Cutrufo – alla vigilia considerato il nome forte della lista – ed anche l’esperto Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini. Merito delle oltre 3mila preferenze conquistate proprio a Floridia. Spada è vicino al sindaco di Floridia, Marco Carianni. Lo ha sostenuto anche il neo senatore Antonio Nicita e per lui si è mossa anche Caterina Chinnici. E’ al primo, vero incarico politico di peso.
Dici Rosolini, dici Gennuso. Ma questa volta tocca al “figlio d’arte” Riccardo, 31 anni, che segue così le orme del papà, Pippo. Dentro Forza Italia è lui a macinare preferenze, premiato soprattutto dal dato elettorale della sua cittadina che finisce per marcare – nel quadro provinciale – il vantaggio su Edy Bandiera e Corrado Bonfanti.
Suona come una “rivincita” personale l’elezione di Giuseppe Carta. Approdato all’Mpa poche settimane prima del voto, dopo un fugace innamoramento con il Pd, si conferma un campione di preferenze pochi mesi dopo la rielezione come sindaco di Melilli – pochi mesi addietro – con Forza Italia ed una percentuale superiore al 70%.




Il senatore Nicita festeggia a Siracusa e il Pd adesso incrocia le dita per Glenda Raiti

L’occasione della “chiusura” del comitato elettorale di Antonio Nicita in corso Gelone a Siracusa, si trasforma in occasione per far festa al neo senatore. Rientrato ieri da Roma, dove era volato per impegni lavorativi, ha trovato amici torici e sostenitori ad attenderlo. Nel suo primo intervento da candidato eletto, ieri pomeriggio, Nicita ha già preannunciato una opposizione rigorosa ed attenta. E con un post sulla sua pagina social ha difeso la condotta di Enrico Letta.
Ad attenderlo impazienti, tra gli altri, il presidente provinciale del Pd, Paolo Amenta. E poi quel Bruno Marziano che è stato uno dei perni della corsa elettorale di Antonio Nicita. Pur se “sfasciato” (parole di Amenta su FMITALIA) il Partito Democratico siracusano riesce comunque a portare a casa l’elezione di un senatore e di un deputato regionale, il giovane Tiziano Spada. Proprio Marziano, scherzando, si lascia sfuggire un “forse non siamo così sfasciati” che da ancora una volta la misura delle distanze tra anime e correnti. In ogni caso, nulla rovina la festa. Una festa che potrebbe addirittura diventare ancora più ampia se, in base alle decisioni di Barbagallo, dovesse aprirsi uno spazio verso Roma anche per Glenda Raiti.




Prestigiacomo, il giorno dopo: “Ho perso ma non è una bocciatura. Resto in campo con FI”

“Mi devo arrendere ai numeri. Il mio seggio non è scattato”. Inizia così il lungo messaggio di Stefania Prestigiacomo, affidato ai social poche ore dopo la mancata rielezione. Due volte ministro, curriculum da politico di razza, in Parlamento dal 1994 e – al di là di simpatie e antipatie di parte – comunque determinante per la provincia di Siracusa in tutte quelle vicende che sono approdate a Roma, dal nuovo ospedale alla Camera di Commercio.
A corredo del suo post, Stefania Prestigiacomo sceglie una foto con Silvio Berlusconi. E proprio al presidente di Forza Italia rivolge un ringraziamento. “In un giorno non facile per me, ha saputo farmi sentire la sua vicinanza e darmi la carica”. Un pensiero alla famiglia e poi la promessa: “Io resto in campo, al servizio dell’unico partito in cui ho militato, un partito che mi ha dato tanto e a cui ho dato tanto e con il quale intendo proseguire il mio impegno”.
In poche righe presenta poi la sua analisi del risultato. “Ho conquistato 107.000 mila consensi per Forza Italia nel collegio plurinominale del Senato della Sicilia orientale, 3000 in meno dei voti del collegio della Sicilia occidentale dove è scattato il seggio. Nella mia circoscrizione sono stati determinanti i consensi del messinese Cateno De luca che in Sicilia orientale ha preso da solo il 17% dei voti. In Sicilia occidentale il 7%. Peccato tantissimi voti del tutto inutili, buttati via. Voti contro più che voti per costruire. E poi c’è stato il ritorno demagogico dei Cinquestelle che hanno incassato il voto dei percettori del reddito di cittadinanza”, analizza la Prestigiacomo a cui il partito ha chiesto una candidatura di sacrificio in un collegio “difficile”, forse mancandole di rispetto per il rango stesso della candidata.
“Penso di avere fatto il mio dovere, ma non è bastato e ovviamente sono molto dispiaciuta che non sia scattato il seggio per il quale ho combattuto una battaglia politica tenace, faticosa ma di una fatica bella. Oggi voglio ringraziare di cuore innanzi tutto i sostenitori e i militanti di Forza Italia Siracusa, Catania, Messina, Enna e Ragusa, con i quali ho vissuto la più bella e difficile campagna elettorale che mi ha regalato tanta umanità e passione politica. Faccio politica da tanti anni e so che nelle elezioni si vince e si perde. Ho perso, ma non mi sento bocciata come qualcuno troppo frettolosamente stamane ha scritto. Anzi mi sento cresciuta”.




Elezioni RegionalI: in provincia affluenza del 48,37%, più alta del 2017

Leggermente in aumento l’affluenza alle urne per le regionali in provincia di Siracusa.

Lo dicono i dati definitivi diffusi in mattinata, secondo cui in provincia ha votato il 48,37% degli aventi diritto, contro il 47,56% registrato nel 2017.

Per le elezioni regionali in Sicilia ha votato il 48,62 per cento degli aventi diritto, ovvero 2.249.870 votanti su 4.627.146 elettori. Il dato sull’affluenza del 2022 è comunque superiore a quello di cinque anni fa quando era stata del 46,75%.

Dai dati definitivi delle 23 di ieri la provincia con l’affluenza più alta è Messina, al 53,4% (nel 2017 era al 51,75%); a seguire Catania col 52,24% (51,56%) e Palermo al 50,14% (46,4%). Questo il dato per le altre province: Siracusa 48,37% (47,56%), Trapani 48,12% (45,43%), Ragusa 47,08% (47,28%), Agrigento al 41,46% (39,63%), Caltanissetta 40,81% (39,83%) e infine Enna al 39,99% (37,68%).

Lo scrutinio per il presidente della Regione e i deputati dell’Ars nelle 5.293 sezioni della Sicilia inizierà alle 14.

Settanta i deputati dell’Assemblea regionale siciliana che saranno eletti.  A Siracusa ne toccheranno 5.  All’Ars, 62 seggi saranno attribuiti con il sistema proporzionale puro e soglia di sbarramento al 5 per cento a livello regionale (16 a Palermo, 13 a Catania, 8 a Messina, 6 ad Agrigento, 5 a Siracusa e a Trapani, 4 a Ragusa, 3 a Caltanissetta e 2 a Enna); 1 seggio spetta al candidato alla Presidenza della Regione eletto e 1 seggio al candidato governatore arrivato secondo nelle preferenze.

Infine, 6 seggi vengono assegnati all’interno della lista regionale del candidato presidente (cosiddetto listino): si tratta, in sostanza, di una lista bloccata che funziona da premio di maggioranza e consente alla coalizione collegata al Presidente della Regione eletto di ottenere al massimo 42 seggi all’Ars. I seggi a tal fine non utilizzati sono distribuiti, con criterio proporzionale, alle liste di minoranza che abbiano superato lo sbarramento.

I dati relativi alle operazioni di scrutinio odierne, man mano che verranno trasmessi al dipartimento delle Autonomie locali dalle prefetture territorialmente competenti, saranno immessi sul sistema Idec (realizzato con la collaborazione dell’assessorato dell’Economia e della società Sicilia digitale), elaborati dal programma e pubblicati sul portale elezioni.regione.sicilia.it, in modo da assicurare un aggiornamento in tempo reale.

I risultati ufficiali saranno proclamati dagli appositi Uffici centrali circoscrizionali, costituiti presso i Tribunali dei nove Comuni capoluogo, e dall’Ufficio centrale regionale, costituito presso la Corte d’Appello di Palermo.

 




L’Italia al voto, Azzolina: “Astensionismo troppo alto, la destra avrà tanto da dimostrare”

“Una lotta ad armi impari. Abbiamo parlato esclusivamente di progetti e idee per questo Paese”.

Questo il commento a caldo di Lucia Azzolina di Impegno Civico, che entra anche nel merito delle dinamiche emerse in  provincia di Siracusa.

L’ex esponente del Movimento 5 Stelle, che ha poi scelto di unirsi al percorso di Luigi Di Mario, ha ottenuto il 17.78  per cento delle preferenze.

L’ex ministro parla di “astensionismo ancora troppo alto” e di “una parte di italiani andati al voto che hanno consegnato il Paese a una destra che dovrà dimostrare di saper governare uno dei momenti storici più difficili dal dopoguerra ad  oggi. Noi abbiamo difeso i diritti dei cittadini e abbiamo parlato di progetti”.
Azzolina, che era candidata alla Camera, racconta di ” un’esperienza unica che mi ha consentito di ascoltare storie diverse tra loro, ma legate da un’unica speranza – aggiunge -: riscattare il meridione e dare nuove  occasioni ai giovani.  Ora-prosegue-  a livello politico, si apre il momento della responsabilità per chi andrà al Governo e della riflessione per chi ha perso le elezioni – sottolinea – Se la destra dovrà  dimostrare di essere capace di far uscire dalla crisi l’Italia senza farla uscire
dall’Europa, il centrosinistra dovrà ricostruire la capacità di essere opposizione seria e di contenuti. Solo così si eviteranno derive inaccettabili e anacronistiche. Ringrazio quanti mi hanno sostenuto con il loro voto – conclude Lucia Azzolina -, sono stati tanti e mi hanno dimostrato tutto il loro sostegno giorno dopo giorno. Il vero senso della politica-conclude-  è il confronto e non mi sono mai tirata indietro”.




Conte a Siracusa: “Percettori del reddito oggetto di una indegna campagna di odio”

Bagno di folla anche a Siracusa per il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Dopo Catania e Messina, nel pomeriggio ha raggiunto il capoluogo aretuseo dove, tra le vie del centro storico di Ortigia, c’erano centinaia di persone ad attenderlo.
“Dobbiamo dire basta allo sfruttamento del lavoro, occorre una seria riforma. Si deve ripartire dall’agenda sociale, investire sulle rinnovabili e la semplificazione massima della burocrazia”, ha detto poco prima di rivolgersi alla piazza.
Ha poi preso il microfono e parlato ai siracusani assiepati in largo XXV Luglio. “I percettori del reddito di cittadinanza sono oggetto di una indegna campagna di odio”, ha detto Conte tra gli applausi. “Miglioreremo la misura e il collegamento con le politiche attive del lavoro, ma non permetteremo che il centrodestra, Renzi e Calenda possano boicottare questa riforma”. Un accenno anche al Superbonus ed al recente sblocco dei crediti per circa 40mila imprese “che rischiavano di chiudere”.
Anche da Siracusa è tornato ad attaccare Lega e FdI per il voto sull’Ungheria di Orban. “C’è una relazione documentata che ha certificato la svolta autocratica di quel Paese europeo. Fratelli d’Italia e la Lega, al Parlamento Europeo, hanno votato a favore di questa svolta illiberale. E’ un fatto serio, puntuale”.
Quanto alla fuoriuscita di alcuni pezzi fondanti dal Movimento, Conte ha tagliato corto. “Sono entrati nei salotti e hanno perso la bussola, cedendo alle sirene del potere. La loro uscita è stata la nostra salvezza ed elemento di chiarimento”.




Granata sui social: “Nulla mischiato con il niente”. Riferimento al sit in di contestazione?

“Poveretti, anzi, mischini…sono il nulla mischiato con il niente”. Richiamando un antico detto siciliano, Fabio Granata liquida così il sit-in organizzato da alcune forze politiche locali che chiedevano le sue dimissioni, dopo il noto episodio dello spintone. Non c’è un riferimento diretto nel post apparso sui suoi canali social, ma le sue parole arrivano il giorno dopo quella piccola manifestazione e sembrano fare riferimento alle posizioni espresse da esponenti politici locali che hanno sostenuto o partecipato al sit in.
Una veloce premessa storica sulla condivisione degli spazi tra politica e teatro al tempo della Magna Grecia, poi l’affondo: “In questi giorni si assiste invece a delle farse, promosse da guitti e casi umani in cerca di notorietà, in cui si maramaldeggia sul nulla, lanciando accuse prive di senso e che scivolano sul piano inclinato della mia indifferenza”, scrive Granata con quello che pare essere un riferimento alla manifestazione in cui esponenti di Civico4, Forza Italia, Italia Viva, Viva l’Italia, Pd e Pci si sono ritrovati in piazza Archimede per chiedere le sue dimissioni, ritenendo grave l’episodio e non sufficienti le scuse pubbliche. Numericamente non impressionante, ma il capannello era comunque rappresentativo di forze politiche presenti in città.

Il post di Granata non rasserena gli animi. Anzi, torna ad accendere le polemiche. Michele Mangiafico (Civico4) tra i principali oppositori di Granata parla di “toni sprezzanti e atteggiamento muscolare” che mostrano un “prepotente atteggiamento”. Mangiafico prende atto “del tenore delle argomentazioni che caratterizzano l’esponente della giunta Municipale e che il sindaco di questa città tollera e, quindi, condivide come modus operandi della dialettica democratica con le forze politiche cittadine” e attende con ansia “il giudizio della città e degli elettori, fortunatamente sempre più vicino”. Il prossimo anno si vota a Siracusa per le amministrative.




Soluzioni per la crisi, Confcommercio consegna ai candidati un piano in sei punti

Sei punti programmatici per arginare la crisi in cui è precipitata la provincia di Siracusa e adottare passi concreti di rilancio. E’ il piano di Confcommercio Siracusa, presentato questo pomeriggio ad alcuni candidati siracusani alle prossime elezioni regionali e nazionali: Giovanni Cafeo, Carlo Gilistro, Michelangelo Giansiracusa, Enzo Vinciullo, Pierpaolo Coppa e Paolo Tuttoilmondo. Nei giorni scorsi avevano chiesto un incontro con i vertici provinciali di Confcommercio che ha accorpato le istanze, dando vita all’appuntamento di questo pomeriggio.
Nella sede dell’associazione, accanto ad una gigantografia della parola “Lavoro”, la giunta di Confcommercio ha illustrato la propria vision agli intervenuti, avviando subito dopo un confronto sui temi.
Il punto di partenza è la fotografia consegnata dai principali indici statistici e che vedono la provincia di Siracusa in forte sofferenza economica. La parola “crisi” non è un tabù. In cinque anni ha subito una forte impennata il fenomeno dell’emigrazione, in particolare dei giovani in cerca di lavoro ed opportunità. Scende la popolazione residente e diminuiscono anche consumi globali e Pil provinciale. Per chi resta, il contesto è fatto di servizi carenti, condizioni di vita poco soddisfacenti. Basti il dato del reddito medio: poco più di 18.000
euro annui, a fronte dei 31.000 della media nazionale. Tutto ora aggravato dal caro energia che ribalta ogni costo sulle famiglie.
Un quadro allarmante, che richiede risposte urgenti senza altri tentennamenti. Confcommercio ha presentato ai possibili deputati di domani, un piano in sei punti per la ripresa locale. Primo punto: Trasporti e Mobilità.
“Riteniamo che la realizzazione del Ponte sullo Stretto sia una condizione preliminare ed imprescindibile per poter collegare effettivamente la Sicilia al resto dell’Europa”. Ma oltre al Ponte servono “infrastrutture moderne e adeguate per poter collegare la provincia e il capoluogo con le più importanti città della Regione e del Paese”. Per riuscirci, bisogna “completare la Siracusa-Gela, avviare i lavori per la Catania-Ragusa, raddoppiare la linea ferroviaria Siracusa-Catania, mantenere la stazione di Siracusa quale terminale della linea Jonica orientale”. E poi ancora: “elettrificare e ammodernare il tratto ferroviario Siracusa-Gela al fine di rendere possibile e favorire i collegamenti merci e passeggeri fra i due poli industriali, fra gli aeroporti di Comiso e Catania, fra i porti di Catania, Augusta, Siracusa, Pozzallo e Gela”.
Al punto due, Confcommercio piazza “Accoglienza e Servizi”. Focus, quindi, sul sistema dell’accoglienza turistica che non può essere lasciato nelle mani dei privati “che da soli non possono sopperire alle aumentate richieste dei turisti degli ultimi anni”. Alla politica Confcommercio chiede allora di creare “le condizioni per agevolare l’organizzazione e la programmazione degli eventi e delle attività alberghiere”. Utile anche una promozione ragionata “attraverso i nuovi sistemi di comunicazione del territorio tutto” per riuscire a comunicare la forza di “un sistema culturale integrato: le arance e le chiese, la mandorla ed il vino, il mare ed il barocco, le escursioni e la cucina, l’albergo ed il cioccolato”. Tutto in una unica esperienza, “trasformando i beni in prodotto turistico – alberghiero”.
Il terzo punto che l’associazione ha portato all’attenzione dei candidati è dedicato a “Formazione e Bandi”. Occorre trasferire nuova conoscenza, nuovo know how, nuove visioni, “secondo modelli più congeniali al nostro retaggio culturale”. I bandi pubblici, specie quelli europei, “rappresentano gli strumenti per poter avviare nuovi processi di crescita unitamente all’attività formativa”. Il vantaggio? Duplice, secondo Confcommercio: riposizionamento delle attività e creazione di altre, “più pertinenti rispetto al mutevole scenario internazionale”. Basta, quindi contributi a pioggia ad enti e formatori. Piuttosto, è l’invito, sia “agevolata la formazione professionalizzante che abbia una visione di crescita qualificata”. Centrale diventa poi la lotta contro l’abusivismo “che viola le norme della libera concorrenza dequalificando il territorio”.
Al quarto punto del suo programma, Confcommercio Siracusa ha piazzato il “Sistema portuale integrato”. Un progetto di rete dei porti siracusani che secondo l’associazione, “andrebbe a definire plasticamente le specializzazioni dei porti per progettare gli interventi necessari in un orizzonte temporale a medio termine”. Qui però pesa la poco comprensibile assenza degli approdi e dei porti da Siracusa in giù nel bacino dell’Autorità di Sistema della Sicilia Orientale. Scelte della Regione probabilmente da rivedere. “La fascia costiera che va da Punta Magnisi a Portopalo, benché non sia inserita nell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, ospita degli approdi di grande importanza con diverse specializzazioni: Petrolchimico, Croceristico, Passeggero, Diportistico, Peschereccio”, ricorda Confcommercio. L’elenco è lungo: Marina di Melilli, Santa Panagia, Siracusa, Ognina, Avola, Cala Bernardo, Marzamemi e Portopalo. “Tutti approdi fortemente specializzati e che insieme costituisco un sistema da implementare per mezzo di un’azione concertata tra i vari comuni e la Regione. Lo strumento urbanistico è essenziale per lo sviluppo armonioso e definitivo del Porto per garantire a potenziali investitori la certezza dei programmi per gli scali”. Ecco perchè viene richiesto un “master plan dei porti della provincia di Siracusa”. Il monito è chiaro: “solo individuando in maniera certa e stabile le attività possibili in ogni parte del porto, si potranno attirare traffici, iniziative economiche ed investimenti”. I porti esclusi dalla Port Authority dovrebbero, per Confcommercio, essere dotati di autonomia finanziaria e gestionale. Alla politica la ricerca del modello possibile.
Inevitabile inserire nel piano di Confcommercio un punto dedicato ai Distretti del Commercio. Si tratta di “strumenti innovativi per il presidio commerciale del territorio, il mantenimento dell’occupazione e la gestione di attività comuni finalizzate alla valorizzazione del commercio”. Una formula di governance partecipata, in cui soggetti promotori sono i Comuni e le Associazioni di Categoria del Commercio maggiormente rappresentative a livello provinciale. “I Comuni, singoli o associati, propongono alla Regione l’individuazione di ambiti territoriali configurabili come distretti del commercio”. Regione come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna hanno già sperimentato con successo questa formula. In Sicilia, nonostante un passaggio in Legge di Stabilità, mancano gli attuativi sui criteri e le modalità di istituzione, riconoscimento, costituzione,
funzionamento e finanziamento dei Distretti del Commercio.
Ultimo punto programmatico, il Testo unico sul commercio. Strumento per contrastare la crisi, “già esitato dalla Commissione attività produttive dell’ARS nel corso del 2022” e che, se approvato in via di urgenza, “potrebbe favorire una corretta riorganizzazione del mondo del commercio che negli ultimi anni è profondamente cambiato, ma si trova tutt’ora regolamentato da una normativa del tutto inadeguata”.
I candidati presenti all’incontro con Confcommercio hanno ascoltato, preso diligentemente appunti ed integrato prospettando una propria visione sul da farsi.